Nemmeno i democristiani sarebbero riusciti a trovare una soluzione perfidamente geniale come quella scovata dal ministro della salute Giulia Grillo sulla questione dei vaccini.

Aggirare l'obbligo vaccinale, senza abolirlo ufficialmente.

In altre parole, i 5 Stelle hanno fatto questo ragionamento: abbiamo una base di elettori con una quota notevole di persone contrarie all'obbligo. Come facciamo ad accontenterle, senza tirarci adosso una bufera politica incontenibile? Ed ecco il lampo di genio: basterà una autocertificazione.

Che sarebbe come mettere l'obbligo di avere le catene da neve, per chi va in alta montagna, ma poi accontentarsi della dichiarazione del conducente di averle a bordo.

"Ma certo che le ho, brigadiere. Sono nel bagagliaio, lo giuro". "Va bene, vada pure" dice soddisfatto il brigadiere.

Quindi, si mantiene l'obbligo in modo da non far infuriare le case farmaceutiche, ma si autorizzano i genitori a mentire nel caso siano contrari a quell'obbligo.

In questo modo si riescono a fare molti più danni che non lasciando le cose come stavano: il danno più grave è di tipo etico-morale. Si accetta cioè implicitamente la validità di un obbligo che è invece palesemente incostituzionale. La legge dice chiaramente che un TSO di massa si può fare solo in caso di epidemia conclamata. E noi sappiamo benissimo che in Italia non c'è mai stata nessuna epidemia. Lo confermò persino Gentiloni, quando era primo ministro.

Da un partito fondato su - e che dovrebbe essere guidato da - sani principi morali, ci si aspetterebbe prima di tutto una battaglia sulla questione di principio: non si può imporre alcun obbligo al cittadino che riguardi la sua salute fisica. Punto. Al di là di qualunque considerazione sull'utilità effettiva dei vaccini, o sul loro danno potenziale.

Invece i 5 Stelle hanno scelto la via democristiana, la via del compromesso, quella che tutto acquieta ma nulla risolve.

Se questo è il nuovo che avanza, tanto valeva tenerci Ciriaco De Mita.

Massimo Mazzucco