Scegliendo di confermare Di Maio come leader del movimento, i 5 Stelle si sono condannati all'irrilevanza politica.

Hanno avuto paura di riconoscere l'errore di fondo che la gestione "democristiana" del movimento comportava, e si sono messi da soli in un cul-de-sac che li porterà alla lenta estinzione.

Quando dicevo, già dall'anno scorso, che seguendo la strada del compromesso i 5 stelle avrebbero progressivamente perso quote sostanziali del loro elettorato, (purtroppo) non sbagliavo. Eppure la lezione non gli è bastata. Spaventati e tramortiti dalla batosta elettorale, hanno scelto di restare aggrappati alle posizioni già acquisite invece di cogliere l'occasione per riportare il movimento sul sentiero che ne aveva decretato l'immenso successo elettorale.

Ora è solo questione di tempo. Salvini li schiaccerà lentamente, "con dolcezza", obbligandoli a seguire una agenda sempre più di destra e sempre più lontana dai loro ideali. E quando avrà finito di spremerli come limoni lì butterà via, restituendoli ad un elettorato che a quel punto non potrà che vendicarsi ancora di più per il tradimento subito.

Eppure non è difficile trarre certe conclusioni. Basta ragionare.

Massimo Mazzucco