"Non ci sono veti su nessuno, ma con lui non trattiamo". "Non ci opponiamo, ma non voteremo a favore". "Siamo disponibili a trattare, ma stiamo all'opposizione".

Ormai il festival dell'ossimoro ha superato ogni previsione, da parte di tutti i principali attori della battaglia politica per andare al governo. Ciascuno dei protagonisti, nell'arco di 60 giorni, è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto. E ora che le nuvole delle parole iniziano a diradarsi, si profila all'orizzonte l'unica soluzione che sia mai stata numericamente plausibile sin dall'inizio: una alleanza Lega - 5 Stelle.

Ma chi farà il capo del governo? E a chi saranno assegnati, soprattutto, i ministeri più importanti? Potranno veramente, Salvini e Di Maio, scegliere chi vogliono loro agli Interni, agli Esteri e all'Economia? O dovranno accettare le imposizioni di Mattarella, che finirà per mettere in quei ministeri personaggi graditi all'Europa, e quindi assolutamente inutili dal punto di vista programmatico di Lega e 5 Stelle?

Dopo tutta la bagarre verbale che è stata fatta per riuscire comunque ad andare al governo, potranno un giorno la Lega e i 5 Stelle dire che ne sarà veramente valsa la pena? Oppure il vero vincitore sarà ancora una volta lui, il Caimano che con un risicato 15 per cento dei voti - e con il ricatto che potrà esercitare sul governo in qualunque momento - riuscirà ancora a perpetuare in modo determinante l'immobilismo che ha caratterizzato gli ultimi decenni di politica italiana?

Massimo Mazzucco