[img align=right]library/terminp.jpg[/img] [b][size=x-small] TOTAL RECALL: dalla Lewinsky a Schwartznegger, un vizio che non passa mai[/size][/b] [b]di Massimo Mazzucco[/b] Pur di liberarsi di Clinton, i falchi repubblicani avevano rispolverato qualche anno fa l'impeachment, una opzione che la costituzione prevede in realtà solo per casi di alto tradimento o gravissime irregolarità da parte del presidente. (E che era stato usato infatti una sola volta nella storia, contro uno dei primissimi presidenti, anche lui sopravvissuto al processo come Clinton, nonostante le accuse ben più gravi). Hanno poi forzato di nuovo la costituzione, con una sentenza della (maggioranza repubblicana della) Corte Suprema - nella controversa elezione di Bush - che nessuno è ancora riuscito ad interpretare decentemente. E oggi mostrano di non perdere nè pelo nè vizio, tirando fuori contro il governatore della California Gray Davis il "Gubernatorial Recall", anche questa un'opzione prevista dalla costituzione di molti stati (il governatore, in ciascuno stato, equivale più o meno al presidente della nazione) per casi simili a quelli dell'impeachment. Ma non certo per la disastrata economia locale, che è invece il capo d'imputazione principale contro Davis... ... La differenza fondamentale fra i due meccanismi, è che l'impeachment viene votato dal senato (federale), e promuove automaticamente il vicepresidente in caso di condanna del presidente. Il recall invece è una vera e propria tornata elettorale (costerà la bellezza di 60 milioni di dollari, fra l'altro), con il cittadino che decide direttamente se tenersi o no il governatore, mentre indica il candidato di preferenza, nel caso di sua sconfitta. La cosa paradossale - e solo questo dimostra quanto la legge sia antiquata e improponibile - è che, mente il governatore rischia di perdere il posto anche se avesse il 49% di voti a favore, al sostituto basterà la maggioranza relativa (si parla qui del 15-17% al massimo, vista la ressa), fra i candidati in alternativa. Potremmo quindi avere una elezione in cui praticamente la metà dei votanti vuole Davis, mentre solo il 15% vuole lo Schwatznegger che va a sostituirlo. Ma come può un governatore rieletto solo nove mesi fa (per quattro anni), trovarsi di colpo in una situazione del genere, senza essere stato sorpreso di notte a rubare le pensioni dei sindacati? Alla base, c'è ancora la legge stra-obsoleta, secondo la quale basta il 12% del numero di elettori che hanno votato un governatore a chiederne il recall. E siccome in America in generale, e in California in particolare, non c'è affatto la concezione che abbiamo noi del voto diritto-dovere, e le affluenze sono sempre basse comunque, accadde che l'anno scorso Davis fu eletto con solo 7 milioni e mezzo di voti, su una popolazione di circa 35 milioni. Ecco che per il repubblicano avvelenato non ci vuole niente a raccogliere otto-novecentomila firme di altri avvelenati come lui, e il meccanismo si mette in moto senza che nessuno possa più fermarlo. (In questo caso si è trattato di un deputato della destra repubblicana, Darrell Issa, che poi è paradossalmente rimasto schiacciato dallo stesso mostro che ha resuscitato, nelle vesti di moderno Terminator). Per completarne l'inadeguatezza, la legge dice anche che per isciversi ad un'elezione del genere bastano: cittadinanza americana, residenza nello stato, fedina penale pulita, 3.500 dollari e 65 firme (chissà perchè 65?) di supporto. Ed ecco come un emerito sconosciuto - o un conosciuto poco emerito, come Schwartznegger - può trovarsi dall'oggi al domani alla guida della sesta, per di più disastratissima, economia al mondo. Soprattutto quando di questo enorme deficit gli stessi repubblicani sono stati complici, se non addirittura artefici nell'ombra: nell'estate 2001, la California ha iniziato a soffrire di prolungati - ed inspiegabili - black-out elettrici, che hanno obbligato Davis ad acquistare di corsa milioni di gigawatt sul costosissimo mercato privato. Quando poi, l'anno dopo, è scoppiato il bubbone Enron, è venuto fuori anche che sulla faccenda dei black-out si stendeva la lunga mano di Dick Cheney, che con i boys della Enron è intimo fin dall'infanzia. (Enron è, o comunque è stata, la più grossa fornitrice/appaltatrice di energia al mondo). Il colpo di grazia per Davis è arrivato negli ultimi mesi, con il blocco al parlamento del nuovo budget finanziario, che i repubblicani sono riusciti a stallare abbastanza a lungo da mettere la California definitivamente in ginocchio. Non che Davis abbia la coscienza del tutto a posto, pare di capire, ma di certo senza la complessa manovra repubblicana, partita già due anni fa, il recall non avremmo mai nemmeno saputo che esiste. (Governare la California significa avere in mano uno stato che da solo vale un quarto dell'elezione presidenziale). Si spera comunque che, da una parte, anche i californiani più scontenti si rendano conto del rischio che corrono ad eleggere un dilettante, e che dall'altra Davis stesso tiri fuori gli artigli e sappia in qualche modo, alla prima opportunità, ribaltare la trappola contro gli stessi repubblicani. Mancano infatti ancora quasi due mesi al voto, e può succedere veramente di tutto. Ma comunque vada a finire, questo resta un caso tanto macroscopico quanto imperdonabile in cui la mente dogmatica - la legge dice così e quindi così si fa, senza ragionarci sopra - mostra i suoi devastanti limiti nei confronti di un più sano, anche se più impegnativo, uso del pensiero critico. [b]Massimo Mazzucco[/b] [b][size=x-small][color=FF9900]Vedi anche:[/color][/size][/b] [url=http://www.triburibelli.org/sito/modules/news/article.php?storyid=413]Lettera di Massimo Mazzucco contro Schwartznegger, pubblicata oggi dal New York Times[/url]