Una tranquillo dibattito fra repubblicani, dove ciascun candidato recitava a memoria la propria nenia incantatrice, è stato improvvisamente scosso da un intervento "esplosivo" del parlamentare texano Ron Paul, che sin dall'inizio si è distinto per posizioni decisamente contrarie al pensiero omologato del resto del partito. La domanda che ha incendiato il dibattito è stata la seguente: "Onorevole Paul, lei da sempre si è distinto per essere contrario alla guerra in Iraq, e ha detto che se fosse eletto presidente ritirerebbe immediatamente le truppe dal teatro di guerra. Lo conferma?" "Quello che dobbiamo capire - ha risposto in sintesi Paul - è che noi siamo stati attaccati proprio per la nostra presenza in Medio Oriente ... ... e in Iraq. L'undici settembre alla fine ce lo siamo cercato noi. Il presidente Bush è stato eletto su una piattaforma di non interferenza con le nazioni sovrane, la tradizione repubblicana è quella di non interferenza, e la nostra stessa costituzione ci impone di non interferire con la vita politica altrui." Rudy Giuliani quasi non credeva all'occasione che gli stava passando davanti, ed ha addirittura violato le regole del dibattitopur di non farsela sfuggire: ha interrotto il moderatore, chiedendo di poter commentare, e senza attendere il permesso ha inscenato una spledida rappresentazione dell' "ex-sindaco indignato" per le parole di Ron Paul. "Devo dire - ha dichiarato Giuliani - che ho sentito moltissime spiegazioni per l'undici settembre, ma questa è davvero la più stana: trovo semplicemente inaccettabile attribuire alla nostra presenza in Iraq gli attacchi dell'undici settembre, e invito il senatore Paul a ritrattare immediatamente la sua affermazione". A quel punto il moderatore non ha potuto che concedere a Paul lo spazio per la replica. Paul ha mantenuto la sua posizione, ma non si è accorto del tranello verbale tesogli nel frattempo da Giuliani, che aveva astutamente dimenticato "Medio Oriente", ripetendo solo "Iraq" nel rimettergli in bocca la frase incriminata. Paul si è così ritrovato a dire che "sono anni che bombardiamo l'Iraq, non potevamo che aspettarci una reazione di quel genere", e quando si è accorto dell'errore la platea stava già mandando chiari segni di disapprovazione. Nel dopo-dibattito gli altri candidati e gli stessi commentatori della Fox - la rete che ha organizzato il dibattito - hanno cercato di seppellire definitivamente il texano "anomalo", sostenendo che "dopo quella affermazione possiamo considerare Paul definitivamente escluso dalla corsa alla presidenza". Ma nelle ore seguenti si è registrata una sorpresa ancora maggiore: invece di affondare del tutto, Ron Paul è schizzato in testa alle classifiche dei voti dei telespettatori, che inizialmente lo indicavano come il vincitore virtuale del dibattito, attibuendogli il 30% dei voti (seguito da Romney con il 27%), contro il 16% soltanto per Giuliani, mentre John McCain riportava un triste e imprevisto 3%. Stupiti per il guizzo di Ron Paul, i commentatori della Fox cercavano improvvisamente di sminuire l'importanza di un voto popolare che fino a qualche minuto prima avevano annunciato come un responso divino. E quando Ron Paul si è presentato per essere intervistato, l'anchor numero 1 della Fox lo ha letteralmente aggredito, chiedendogli senza mezze parole di indicare un solo motivo che avrebbe potuto provocare l'aggressione all'America dell'undici settembre. Paul ha iniziato pazientemente a elencare "la nostra presenza in Arabia Saudita", "il fatto che da dieci anni stiamo bombardando una nazione che teniano sotto embargo, uccidendo centinaia di migliaia di bambini...", al che l'uomo della Fox ha pensato bene di interromperlo, chiedendogli: "per caso non dovremmo intervenire, quando una nazione come il Kuwait viene invasa da un dittatore che uccide con il gas la propria gente?" Nonostante l'aggressività del commentatore, Paul è riuscito a rispondere che "questo avveniva sotto Reagan e Bush, e nessuno sembrava scandalizzarsi allora", aggiungendo "e poi, il gas glielo abbiamo dato noi". Il presentatore della Fox ha capito che non gli conveniva proseguire su quella strada, e ha prontamente posto fine all'intervista. Nel frattempo il sondaggio del pubblico si attestava sul 28% dei voti a Ron Paul, contro il 19% a Giuliani. Che sia forse venuto il momento in cui la gente comincia a giungere intuitivamente a certe verità che a livello razionale le vengono sistematicamente negate dal costante lavaggio del cervello operato dai media? Massimo Mazzucco