Un altro 4 di giugno

PIETA' PER LA VERITA'

di Stefano Serafini

In una situazione di guerra sfacciatamente simile a quella del fronte italiano di fine conflitto mondiale, George W. Bush - fra i prudenti distinguo degli aspiranti italioti di destra e di sinistra al proconsolato - viene a rammentarci chi è il padrone.

E allora io ricordo il 4 giugno di sessant'anni fa, quando alle porte di Roma, a Castel di Decima in località Malpasso (Villa Vaselli) cadeva insieme ad alcuni compagni della fanteria anticarro il maggiore paracadutista Mario Rizzatti. Armato di panzerfaust (un'arma efficace se la si usa a trenta metri dal bersaglio) ...
... affrontava l'avanzata delle autoblindate della Royal Tanks, l'esercito dei liberatori: quelli che non ne hanno tratto vantaggio, ma hanno fatto la guerra per il nostro bene e per la democrazia; quelli che non bombardavano i civili, non violentavano le donne, non torturavano i prigionieri; quelli che non avevano campi di concentramento; quelli che non hanno riscritto la storia a proprio uso e consumo.

Il 4 giugno della visita del presidente americano, lo dedico personalmente alla memoria di quel malvagio e pazzo repubblichino che si lancia a piedi contro la morte. Chissà, oggi, perché e per chi. La  guerra era perduta, il re fuggito, l'ideologia in cui era stata cresciuta una generazione sovvertita in una notte, il paese piegato fra le macerie, le bombe e la fame.

A chi potrà capire - qualunque sia la sua ideologia - per il 4 giugno domando una protesta nel pensiero, non politica ma di pietà. Pietà verso l'uomo, tutti gli uomini, uguali e diversi, pietà per la verità.

Stefano Serafini