Sin dal giorno in cui è nato, due mesi fa, questo sito ha mostrato senza ambiguità come il suo scopo non sia tanto quello di dare notizie (quelle più o meno sono a disposizione di tutti, ormai), ma di commentarle da una precisa angolazione. E negli ultimi giorni abbiamo avuto una piacevole crescita sia di letture che di iscritti. Ma fra i molti messaggi di incoraggiamento, c'è stato anche chi ha voluto  far notare un eccessivo, diffuso antiamericanismo, che sbilancia il sito e lo fa apparire più “sessantottardo” di quello che vorrebbe essere. Abbiamo cercato di dare una risposta, anche e soprattutto per noi stessi, perchè di certo qui nessuno viaggia a scienza infusa.

A DIFESA DELL’AMERICA

Fra scandalo torture, omicidio Berg, e tutto quello che ormai esce giornalmente dai tombini più imprevisti, la nostra capacità di comprendere, accettare e digerire nuove realtà negli ultimi tempi è stata messa a dura prova.

Ed è vero, la homepage ultimamente gronda di veleno antiamericano da ogni poro. E dispiace che debba essere così, perchè in fondo non è l’America il nostro vero bersaglio, ma chi la guida in questo momento. Che non è affatto quel pover’uomo di George Bush, sia chiaro: a lui va già bene se prima di morire si renderà conto di essere davvero lui quello fotografato dietro la scrivania presidenziale. No, alla guida dell’America, e quindi del mondo, sta oggi ... ... una stretta cerchia di petrolieri, di industriali, e di costruttori di macchine da guerra, che manovrano Bush tramite i suoi più vicini collaboratori, Dick Cheney, Karl Rowe e Condolezza Rice. Lo scopo di questa cerchia, enfaticamente descritto dal cosiddetto PNAC (Project for the New American Century), è quello di ricostuire l’ordine mondiale, con gli USA che lo controllino in maniera non tanto diversa da come lo faceva la Roma imperiale di duemila anni fa. Le conseguenze sono state guerre totalmente artificiali ed assolutamente illegali, scatenate grazie ad un’operazione – l’11 Settembre – che a sua volta rappresenta il pinnacolo storico del crimine di stato organizzato. Ed è forse il dolore di vedere l’Italia legata a filo doppio a questa ondata di barbarismo che ci fa spingere l’acceleratore al massimo contro l’amministrazione USA di queste ore.

Ma in realtà qui nessuno è anti-americano per partito preso (anzi, un’hamburger, presa con le dovute precauzioni, piace sempre a tutti), proprio come nessuno è antisemita solo per il fatto di discordare a fondo con le scelte di Ariel Sharon. Gli ebrei non sono il governo israeliano, come gli americani non sono quello americano.

Sta però a loro, ai popoli di ciascun paese, valutare se tenersi o meno i leaders che si sono scelti. E così anche noi, nel frattempo, cerchiamo di dare una mano - una goccia nell’oceano, sia chiaro, ma chi è in grado di versarne due? - a risvegliare anche nei nostri connazionali quei sentimenti che dovrebbero impedire all’attuale governo di proseguire nella politica scellerata che ha scelto di sposare.

Sembrerà quindi paradossale, ma se un “odio di fondo” traspare, è comunque un odio a fin di bene. Il nostro.

Berlusconi aveva detto “voglio cambiare l’Italia”, e gli va riconosciuto di esserci riuscito abbastanza bene. Adesso però ridateci la nostra.

La Redazione


VEDI ANCHE:



PRIGIONIERI DELLA BUGIA -
La tenaglia mentale che immobilizza l'Occidente e gli impedisce di vedere la realtà che è sotto il naso di tutti.



SANGUE CHIAMA SANGUE - Una riflessione sulla mancanza di un organo di riferimento internazionale.



LA NOSTRA POSIZIONE POLITICA
- Quattro righe per dire quello che molti hanno già capito.