I DIRITTI A CORRENTE ALTERNATA

Sfidiamo chiunque a leggere questi due articoli e poi spiegare con chiarezza quali siano oggi le regole vigenti sulla detenzione preventiva, negli Stati Uniti, sotto il Ministero di Giustizia di John Ashcroft.

IL CASO PADILLA IN CORTE SUPREMA


di Fabio de Nardis

04.06.04 - Il caso di Josè Padilla, un cittadino americano sospettato dall’FBI di essere un “combattente nemico”, e per questo prelevato segretamente dal proprio appartamento, due anni fa, senza neanche informare la Corte Federale, è finalmente arrivato in Corte Suprema.

E' in gioco addirittura il principio fondamentale dell’Habeas Corpus, antico di quasi mezzo millennio, secondo cui non si può privare l’individuo delle proprie libertà senza un adeguato processo e senza che siano rese pubbliche le motivazioni di tale privazione. (Tanto sono riusciti a mettere in discussione gli uomini di questa amministrazione).

Padilla infatti si trova sotto detenzione da due anni, senza essere mai stato sottoposto a processo, e senza aver mai potuto ...
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TOCCA AL GOVERNO APPELLARSI AL 5° EMENDAMENTO

di Massimo Mazzucco

04.06.04 - Nabil al-Marabh, numero 27 nella “most wanted” list dell’FBI (la hit-parade dei cattivi), che era stato catturato l’anno scorso, è stato rimesso in libertà dal governo federale americano.

Questo nonostante abbia ammesso lui stesso – così ci dicono, ovviamente – di volersi martirizzare in questo modo: intendeva rubare una autocisterna, guidarla in un tunnel di Manhattan, metterla di traverso, e aprirne i rubinetti, in modo che un membro di AlQueda sparasse un razzo da lontano e provocasse un’esplosione colossale.

(No, non sto leggendovi l’Intrepido: ecco il paragrafo originale - Associated Press 06/03/04 09:34EDT): He planned to die a martyr by driving a gasoline truck into a New York City tunnel,....


... parlare con un avvocato. Il suo caso, peraltro non è molto diverso da quello di molti altri che da anni ormai si trovano rinchiusi in qualche carcere federale, oppure direttamente nel canile di Guantanamo. E man mano che gli iter giudiziari di ciascuno procedono (per fortuna in America le organizzazioni per i diritti civili funzionano ancora) e i casi come questo cominciano ad occupare le prime pagine dei giornali, il ministro di giustizia Ashcroft si sente ogni tanto in dovere di “chiedere la fiducia” al popolo, per questi piccoli strappi alla regola, che lui farebbe “in nome dell’interese pubblico”. (Espressione che, nel corso della storia, ha fatto notoriamente più danni che altro.)

Il suo Sottosegretario, James Comey Jr., ce la sta mettendo tutta per convincere i giudici “supremi” (justices, e non judges, come quelli dei tribunali normali), che talvolta denudare i cittadini come Padilla non può che tornare utile. In un momento di straordinaria onestà – o forse di suprema distrazione - se ne è anche uscito con una battutina poco felice, affermando che Padilla è stato spogliato delle sue libertà civiche perché, qualora ne avesse fatto uso (attenzione: si parla anche del diritto di rimanere in silenzio o di usufruire di un avvocato), avrebbe avuto buone possibilità di tornare in libertà. E questo proprio non lo si poteva permettere.

Come scrive oggi sull’Los angeles Times Jonathan Turley, professore di diritto alla George Washington University, dentro questa logica perversa “l’America mostra di essere moralmente alla deriva, rinunciando ai principi della legalità in favore dell’arbitrarietà del potere. Se crediamo che il nostro successo si misuri dalle confessioni che strappiamo piuttosto che dai diritti che difendiamo, vuol dire che abbiamo perso la distinzione etica tra noi stessi e i nostri nemici”.

Fabio de Nardis
...turning it sideways, opening its fuel valves and having an al-Qaida operative shoot a flare to ignite a massive explosion) *[v.nota].

E’ libero nonostante abbia ammesso di essersi addestrato all’uso di lanciagranate a spalla, e di aver mandato dei soldi ad un amico incarcerato per aver cercato di far saltare un albergo in Giordania.

E’ libero, infine, nonostante gli inquirenti avessero accumulato prove contro di lui sufficienti a tenerlo in prigione per sette generazioni.

Perchè?

Ce lo spiega con serenità assoluta un portavoce del Ministero di Giustizia di John Ashcroft: mandarlo sotto processo avrebbe significato per loro dover rivelare metodi e tecniche di raccolta di informazioni che invece vogliono rimangano segreti.

Ovvero, in un capovolgimento che sarebbe accettabile al massimo in una commedia “reversal” di Hollywood, abbiamo il governo stesso – al posto del solito Al Capone – che si appella al 5 emendamento, che ti permette di non testimoniare per non portare eventuali danni a te stesso.

Attenzione, però: a dimostrazione che i federali col terrorismono non hanno nulla a che fare, il buon al-Marabh non è stato liberato in un qualunque parco di New Yok, alle 4 del pomeriggio, in mezzo ai ragazzini vocianti con le nanny ignare del pericolo. No, è stato estradato direttamente in Siria, paese che gli Stati Uniti accusano ufficialmente di dare protezione ai terroristi.

Massimo Mazzucco


* D'accordo tutto, ma non erano pieni di bombe da tutte le parti, questi? E nell'unico caso in cui serve davvero l'autobomba, questi sparano da lontano con un razzo? E poi, nel tunnel -- da dove? Con l'operativo di Al-Queda che è sceso al volo da un'auto in corsa, travestito da pilastro di cemento? )