[b]HA VINTO LA DEMOCRAZIA[/b] I risultati ufficiali si avranno solo fra 10 giorni, ma i primi exit poll, raccolti al parcheggio della sede di Langley della CIA, danno già per scontata una vittoria della Lista Irachena, un gruppo di 3.800 candidati guidati da Muzuf Al Abdani Al Sherif Al Barzawi, noto anche come Ronald O'Hara del New Jersey. Si contendono la seconda piazza, a poche lunghezze fra loro, il Partito Iracheno per l'Islam, una lista secolare di 22.200 candidati che teme le influenze da parte degli ayatollah nelle faccende dello stato, guidata da Ahmed el Sheik, un portoghese importato dal Suriname che parla arabo con forte accento olandese, e il Partito Islamico per l'Iraq, una lista di 44.400 candidati religiosi che teme invece l'influenza secolare dei civili nelle faccende dello stato, guidata da un certo Sheik el Ahmed, cugino del precedente, un olandese importato dalle Guyanas ... ...che parla arabo con forte accento portoghese. Ago della bilancia sarà il piccolo ma importantissimo partito della DCI, la Democrazia Cristiana Irachena, che ha solo 8 candidati, ma tutti con posti-chiave già garantiti in parlamento. Altri 49 partiti minori si contendono le briciole del favore elettorale, con 142 liste elettorali che comprendono 26.200 candidati in tutto. A dimostrazione che le elezioni sono state valide e regolari, basta fare la somma dei candidati dei vari partiti e confrontarla con il numero degli aventi diritto che ha votato oggi: combaciano alla perfezione. Mentre il popolo attonito resta a guardare, infatti, si presume che ciascun candidato abbia votato per sè stesso, ed ecco spiegata la facilità nel fare le previsioni senza nessun bisogno di aspettare i risultati definitivi. One person, one vote. Lo dice anche la Costituzione Americana. Massimo Mazzucco