Questa sera su RAI 1 è andato in onda un programma sugli UFO. Per la prima volta l’argomento è stato trattato dal nostro mainstream senza la minima sfumatura d’ironia, e senza cercare di mescolare le carte con la classica formula che dice e non dice, che prima afferma e poi smentisce, che prima sembra confermare ma poi solleva dei dubbi.

No, questa volta il filtro narrativo era a senso unico, senza ambiguità: un’ottima raccolta di fatti storici documentati e di interviste che confermavano gli avvistamenti - oltre ai lucidi interventi di Mauro Biglino - con una struttura narrativa che lasciava ben poco spazio a chi volesse dubitare di questa realtà ormai innegabile.

Naturalmente, non si può immaginare che si tratti di una scelta editoriale decisa fra le sole mura della RAI: questo è un ordine che arriva da lontano, e che deve per forza essere partito dal Pentagono. Sono loro, da 70 anni, che hanno istruito tutti i media più importanti del mondo a deridere e minimizzare ogni segnalazione UFO del passato (v. Robertson Panel), e non possono essere che loro quelli che ora li istruiscono invece a trattare seriamente questo argomento.

Che la popolazione mondiale stia venendo preparata alla cosiddetta “disclosure” ormai è evidente. L’unico dubbio che rimane è se arriverà prima la disclosure sui reali mezzi extraterrestri, o se qualcuno – sempre dalla parti del Pentagono – vorrà approfittare di questa situazione per inscenare una finta “invasione” (v. Project Blue Beam), con scopi di controllo della popolazione non dissimili a quelli che hanno usato di recente con il covid.

Ma noi – si spera – sapremo cogliere la differenza.

Massimo Mazzucco