Il sito Moon&Beyond ha provato a rispondere alle 42 domande che io ho posto ai sostenitori della NASA nel film American Moon.

Ecco le loro risposte, con le mie repliche. (Qui ho copiato solo il testo delle risposte. Per vedere le immagini che hanno usato dovete andare sul loro sito, e cliccare i singoli capitoli). Ovviamente questa discussione ha un senso solo per chi ha visto il film integrale. E' per questo motivo che in certi casi ho tagliato corto nelle mie repliche: quando è evidente che chi risponde finge di non aver visto il film, diventa inutile continuare su quell'argomento.

********* LE FASCE DI VAN ALLEN - DOMANDE 1-4 ****************

DOMANDA #1 - Sai spiegare perchè la NASA, nonostante tutto quello che van Allen aveva scritto sul pericolo delle radiazioni, abbia spedito i primi astronauti attraverso le fasce radioattive senza protezioni particolari, e senza prima averci mandato almeno una scimmia, allo scopo di verificare gli effetti delle radiazioni su un organismo biologico complesso come l'essere umano?

RISPOSTA M&B: Gli effetti delle radiazioni sull’essere umano erano conosciuti da esperimenti di laboratorio. Nelle missioni senza equipaggio Apollo 4 e 6 furono misurati i livelli di radiazioni all’interno della capsula durante il transito rapido nelle fasce e fu verificato che il rischio per gli astronauti era trascurabile. In precedenza, due cani mandati nelle fasce dai Russi erano tornati vivi e senza alcun sintomo legato alle radiazioni.

REPLICA M.M.: Nè Apollo 4 nè Apollo 6 hanno attraversato interamente le Fasce di van Allen. Apollo 4 ha raggiunto un apogeo (distanza massima dalla terra) di 17,218 km, Apollo 6 un apogeo di 22,204 km. Non possono quindi aver testato integralmente le radiazioni attraverso le FVA, che si estendono fino ad oltre 40.000 km.

Riguardo ai due cani mandati dai russi che sarebbero "tornati vivi e senza alcun sintomo legato alle radiazioni", sono affermazioni impossibili da verificare. Inoltre, proprio nel mezzo della "corsa alla luna", in piena guerra fredda, sarebbe stato da pazzi incoscienti fidarsi dei dati "riferiti" semplicemente dai russi. Ve li vedete gli americani che spediscono tre astronauti per la prima volta nella storia attraverso le Fasce di Van Allen dicendogli: "Andate tranquilli, i russi hanno mandato due cani, sono tornati e stavano bene"? "Tovarich vacci tu - gli avrebbero risposto gli astronauti - che a noi viene da ridere".

Non solo M&B NON HA RISPOSTO ALA DOMANDA, ma ha peggiorato la situazione, suggerendo che gli americani si sarebbero fidati ciecamente dei russi, senza fare un test in proprio. Cosa inconcepibile oggi, figuriamoci in quell'epoca.

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DOMANDA #2 - Se fosse vero, come sostengono i debunkers, che "una missione lunare comporta radiazioni complessivamente equivalenti a una radiografia", perchè oggi la NASA definisce le fasce di Van Allen "una zona di radiazioni pericolose"?

RISPOSTA M&B: Si fa confusione tra pericolo e rischio. Le fasce erano e rimangono pericolose (come anche un apparecchio radiografico costituisce un pericolo), ma il loro attraversamento rapido rappresenta un rischio accettabile (come quello di una radiografia).

REPLICA M.M.: L'unico che fa confusione qui è chi risponde alla domanda. In inglese "dangerous" vuol dire pericoloso, e basta. Il rischio non c'entra niente. Quindi, se fosse vero che "una missione lunare comporta radiazioni complessivamente equivalenti a una radiografia", perchè oggi la NASA definisce le fasce di Van Allen "una zona di radiazioni pericolose"?

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #3 - Se è vero, come sostiene la NASA, che 50 anni fa il viaggio sulla luna ha comportato dosi di radiazioni "trascurabili" per gli astronauti, perchè oggi la stessa NASA, parlando delle fasce di Van Allen, dichiara che "dobbiamo risolvere queste sfide prima di poter mandare delle persone in questa regione dello spazio"?

RISPOSTA M&B: Perché oggi, per mandare astronauti oltre le fasce, la NASA non userà l’Apollo ma la nuova navicella Orion. Quest’ultima, essendo profondamente diversa, deve essere testata senza equipaggio, quindi ripresenta delle sfide che erano già state superate dai moduli Apollo.

REPLICA M.M.: O chi ha risposto non sa l'inglese, oppure finge di non capire. La frase fa un preciso riferimento a mandare delle persone nelle FvA.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #4 - Come è possibile che uno dei pochissimi esseri umani che abbiano mai attraversato le fasce di Van Allen non sappia nemmeno dove si trovano, e dica di non sapere nemmeno con certezza se è andato abbastanza in alto da raggiungerle?

RISPOSTA M&B: Le fasce non erano una preoccupazione per gli astronauti, perché rappresentavano un rischio trascurabile rispetto ai tanti altri rischi delle missioni Apollo.

REPLICA M.M.: Nessuno qui ha parlato di "preoccupazione". La domanda era "come fa a non sapere nemmeno dove si trovano?" E' davvero credibile che uno dei pochissimi esseri umani ad averle attraversate non sappia nemmeno dove di trovano?

Capisco che la risposta di Bean sia estremamente imbarazzante per chi sostiene i viaggi lunari. Ma ancora più imbarazzante è fare finta che non ci sia niente di strano nella sua risposta. Un po' di onestà intellettuale ogni tanto non guasterebbe.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

******** MANCA IL BUCO SOTTO IL MOTORE - DOMANDE 5-7 **********

DOMANDA #5 - Se un semplice spazzafoglie può portare via la sabbia in superficie, rivelando la roccia sottostante, come mai questo non è accaduto sotto il motore del LEM?

RISPOSTA M&B: Perché la Luna è ricoperta da uno strato di regolite molto profondo: dai dati sismici sappiamo che bisognerebbe scavare da 3,7 a 12 metri prima di incontrare lo strato roccioso. La regolite è un materiale eterogeneo composto da un mix di pietre, ghiaia, sabbia e polvere. I motori dei LEM hanno effettivamente portato via lo strato superficiale più soffice, ma in questo modo hanno rivelato solo un altro strato più compatto di regolite, non uno strato di roccia. La regolite sottostante ha un colore molto simile a quella superficiale, difficile da distinguere, contrariamente a una roccia ripulita da uno spazzafoglie. E' compatta, ma non così tanto da impedire le orme degli astronauti, e rimane polverosa anche se spazzata dal getto (la regolite contiene il 10-20% di polvere). Rimuovendo la regolite in superficie, ogni LEM ha creato una depressione sotto di sé. La profondità di tale depressione è stata stimata per mezzo di modelli matematici empirici, basati su esperimenti in camera a vuoto e sui test effettuati dalle sonde Surveyor sulla Luna, e risulta essere di pochi centimetri, meno delle naturali ondulazioni del suolo lunare e quindi praticamente invisibile. Il motore, infatti, non aveva né la potenza né il tempo necessari per scavare più profondamente di così. In molti casi il getto ha comunque lasciato tracce evidenti di erosione sotto il LEM, come solchi a raggiera, fratture e un aspetto bruciato, tutti visibili ad esempio nella seguente foto.

REPLICA M.M.: Classica supercazzola da debunker, tesa solo a creare confusione nella testa di chi legge: lo strato di regolite può essere profondo quanto vuoi, ma un avallamento fra il terreno sotto il razzo e quello circostante si deve vedere in ogni caso. Che la regolite sia profonda 50 cm. oppure 5 metri non fa nessuna differenza, il buco ci deve essere.

Riguardo alla foto in cui si vedono i "solchi a raggiera", non bisogna mostrare foto in cui si vede qualcosa che assomiglia vagamente ad un getto di polvere. Bisogna spiegare perchè non c'è nelle foto in cui manca del tutto. ("Vostro onore, non so spiegare perchè ho ucciso questa persona, però l'anno scorso ho salvato un bagnante che annegava! Vale lo stesso?")

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DOMANDA #6 - E come mai sul terreno sotto il motore si vedono ancora i sassolini che non sono nemmeno volati via durante l’allunaggio?

RISPOSTA M&B: Alcuni sassolini si trovano vicino al centro del motore, dove i gas di scarico hanno una scarsa velocità orizzontale e riescono a spostare solo la polvere più fine. Altri sono rimasti parzialmente immersi nel suolo, perché il motore non ha avuto il tempo di spazzare via tutta la regolite che li ricopriva.

REPLICA M.M.: Il LEM è arrivato in diagonale, non è sceso dall'alto. Quindi, la "scarsa velocità orizzontale" del motore è un concetto completamente inapplicabile qui. Inoltre, anche se il razzo scendesse in verticale, all'impatto col terreno il getto diventa laterale, quindi i sassolini devono schizzare via comunque. Infine, devo dire che i sassolini "immersi nel suolo" ancora non li conoscevo. (Forse i sassolini erano ancorati a terra con le ventose?)

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DOMANDA #7 - Visto che James Irwin ha descritto uno strato di terreno soffice profondo una quindicina di centimetri, perché sotto il cono del motore del suo modulo lunare non c’è nessun buco nella sabbia?

RISPOSTA M&B: Per la stessa ragione per cui non c’è sotto i moduli lunari delle altre missioni: perché sotto 15 cm di regolite soffice non c’era roccia ma solo altra regolite più compatta.

REPLICA M.M.: La risposta non sta in piedi, per la stessa ragione di cui sopra. Se la sabbia era soffice (cit. Armstrong, Shepard, Irwin) il buco nella sabbia ci deve essere. Si deve vedere la differenza fra la zona spazzata dal razzo e quella non spazzata. Il fatto che sotto ci sia "altra regolite più compatta" non fa nessuna differenza. E' solo una distrazione per allocchi.

NON HA RISPOSTO ALLE DOMANDE

 ********* MANCA LA POLVERE NELLE ZAMPE - DOMANDE 8-9 **************

DOMANDA #8 - Se questa è la quantità di polvere sollevata dal motore del LEM durante l'allunaggio, perché nelle zampe del LEM non si trova la minima traccia della polvere sollevata?

RISPOSTA M&B: Non è vero che non si trova la minima traccia di polvere. Proprio nella prima foto mostrata a sostegno di questa teoria, la AS11-40-5926 di Apollo 11, se si guarda in alta risoluzione, è possibile vedere un po’ di polvere all’interno del piatto della zampa, depositata fra le pieghe della coperta termica. Lo stesso si può notare nella foto AS14-66-9270 di Apollo 14. Il motivo per cui le zampe non appaiono completamente impolverate è che la Luna non ha un'atmosfera come la Terra, che rallenterebbe il getto del motore e manterrebbe in sospensione la polvere, permettendole di depositarsi sulle superfici vicine. Sulla Luna il getto non incontra praticamente alcuna resistenza e, dopo aver raggiunto la superficie lunare, si espande orizzontalmente trascinando con sé la polvere a velocità supersonica e quasi radente al suolo, come si vede nelle riprese dell’allunaggio. Le zampe del LEM, quindi, sono rimaste al di sopra del flusso di polvere fino quasi al momento del loro contatto col suolo. A quel punto, però, nella maggior parte delle missioni lunari il motore era già stato spento e il flusso di polvere era praticamente cessato. Le zampe dunque non si sono sporcate, o si sono sporcate in seguito per altre ragioni. E' questo il caso della missione Apollo 12, citata nel film. Nelle missioni Apollo 11 e 14, invece, il motore è rimasto acceso per 1-2 secondi dopo l’atterraggio, ma quasi tutta la polvere è stata respinta dal bordo delle zampe o è volata al di sopra di queste ad altissima velocità, senza cadervi dentro. Solo la quantità minima di polvere che si è scontrata con le gambe del LEM ed è rimbalzata all’indietro può essere ricaduta in parte dentro le zampe, ed è precisamente lì che la troviamo nelle foto citate prima. Comunque, altre foto di queste stesse missioni presentano zampe apparentemente pulite, almeno per quello che si riesce a vedere. Queste zampe sono state investite da una quantità molto minore di polvere rispetto alle precedenti, e le cause di ciò possono essere molteplici. Innanzitutto, i filmati degli allunaggi mostrano che la polvere eiettata dal getto formava una raggiera: questo dimostra che il getto non era omogeneo, ma era più forte in alcune direzioni piuttosto che in altre, a seconda delle irregolarità del suolo. Per le stesse irregolarità, il getto poteva anche variare in altezza a seconda della direzione ed essere respinto più o meno completamente dal bordo delle zampe. Infine le quattro zampe non hanno mai toccato il suolo contemporaneamente: l'ultima zampa ad allunare è stata investita dalla polvere per meno tempo rispetto alle altre.

REPLICA M.M.: Come sopra: non serve mostrare foto in cui si vede "un pò di polvere" (quella possono sempre averla scalciata gli astronauti, muovendosi intorno alle zampe del LEM dopo l'allunaggio). Bisogna spiegare perchè in certe situazioni la polvere non c'è del tutto. Il piatto è PERFETTAMENTE PULITO. Anche la spiegazione che il getto di polvere sarebbe stato "respinto più o meno completamente dal bordo delle zampe" è ridicola. Stiamo parlando di piatti con un bordo di pochi centimetri, non di una muraglia cinese. Una parte di quella polvere DEVE essere entrata nei piatti, durante l'allunaggio, visti gli schizzi di sabbia che si osservano dal finestrino.

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DOMANDA #9 - Come è possibile che il getto del razzo sia contemporaneamente così forte da aver spazzato via tutta la polvere dai piatti delle zampe, ma anche così debole da non aver creato il minimo buco nella sabbia durante l'allunaggio?

RISPOSTA M&B: Vedi domande #5 e #7.

REPLICA M.M.: Comoda scappatoia, tipica dei debunker: "vai a vedere". Peccato che, mancando delle valide risposte alle domande 5 e 7, anche qui manchi la risposta.

HANNO PROVATO A RISPONDERE PARZIALMENTE ALLE DOMANDE, MA LA RISPOSTA COMPLESSIVA NON E' SODDISFACENTE, PERCHE' NON SPIEGA LA CONTRADDIZIONE FRA LA MANCANZA DEL BUCO ("tutta la regolite di superficie è stata spazzata via") E LA MANCANZA TOTALE DI POLVERE NEI PIATTI. O l'una o l'altra. Non si possono avere tutte e due le cose.

***** MANCA LA FIAMMA SOTTO IL MOTORE - DOMANDA 10 - *********

DOMANDA #10 - Visto che questo è il motore di risalita del LEM collaudato sulla terra, perché sotto di esso non c'è nessuna fiamma visibile, quando riparte dalla luna?

RISPOSTA M&B: Non è vero che non c’è nessuna fiamma visibile. Nei primi secondi della risalita, sulla metà inferiore del LEM si forma un cono di gas luminoso.

REPLICA M.M.: Che dura due secondi, e che non corrisponde minimamente a quanto visto nel test del motore a terra. Chi risponde finge di non aver visto la doppia immagine che ho presentato nel film, alla domanda #10

Questo è un caso in cui diventa faticoso andare avanti a rispondere, a chi finge palesemente di ignorare le prove che mostro nel film. Il resto di questa supercazzola potete leggervelo sul sito di M&B. Fra l'altro dice una cosa che non mi risulta, quando dice di mostrare un "dettaglio dalla trasmissione TV del lift-off di Apollo 17". Quello NON E' il lift-off di Apollo 17. Ho il filmato originale della NASA, e quel fotogramma NON fa parte di quella sequenza.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA, DEVIANDO IL DISCORSO SU UNA FIAMMELLA INESISTENTE, E FINGENDO DI NON AVER VISTO LE IMMAGINI CHE HO PRESENTATO IO.

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DOMANDA #11 - Visto che, come confermano gli stessi debunker, gli astronauti sono "letteralmente seduti sul motore" all'interno della cabina, perchè durante la ripartenza non si sente nulla?

RISPOSTA M&B: Il forte rumore che siamo abituati ad associare ai motori a razzo si verifica solo in presenza di atmosfera, perché il getto supersonico causa un violento attrito con l’aria circostante. Sulla Luna non c’è praticamente atmosfera e il getto si espande liberamente. Nei primi secondi della risalita, il getto colpiva in pieno lo stadio di discesa rimasto sulla Luna, ma nessuno poteva sentire il rumore di questo attrito perché, come tutti sanno, il suono non si propaga nel vuoto. Certamente poteva propagarsi all’interno del getto, che è fatto di gas, ma come abbiamo detto, il getto era più veloce del suono, quindi le onde sonore che “risalivano la corrente” non potevano mai raggiungere il LEM. Appurato che nessun suono poteva arrivare da fuori, quanto rumore proveniva dall’interno del motore? Può sembrare strano, ma in generale nel vuoto i motori a razzo sono molto silenziosi, anche quando si trovano in mezzo a una cabina pressurizzata. Dave Scott (Apollo 15) riferì che il rumore “si sentiva a malapena” e che “sembrava il vento che soffia attraverso una finestra” [1]. Perfino Buzz Aldrin (Apollo 11) si mostrò stupito: “Non capirò mai perché questi motori da 3500 libbre non li senti quando ci sei seduto sopra” [2]. Pochi sanno, infatti, che gli ingegneri che progettano i motori a razzo utilizzano degli accorgimenti per ridurre al minimo le vibrazioni, e quindi i rumori, causati dalle instabilità di combustione. Senza questi accorgimenti le vibrazioni potrebbero entrare in risonanza col motore e crescere incontrollatamente fino a distruggere il motore stesso[3]. Il leggerissimo suono del motore, appena percepibile dagli astronauti, non può essere catturato dai microfoni delle loro cuffie, perché questi sono fatti apposta per attenuare i rumori ambientali e captare solo la voce di chi li indossa.

REPLICA M.M.: Come ho spiegato nel mio film, SIAMO in presenza di atmosfera (la capsula è pressurizzata). Il supercazzolone quindi serve solo a distrarre l'attenzione, MA NON RISPONDE ALLA DOMANDA. Se sono seduti sul motore, perchè il motore non si sente?

Inoltre, è bellissimo osservare il ragionamento circolare di M&B: "Siccome gli astronauti mi hanno detto che il motore era silenzioso, ecco spiegato perchè non si sente". ("Padre, come facciamo a sapere che la Bibbia è stata scritta da Dio in persona?" "E' facile, figliolo: lo dice la Bibbia stessa!").

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DOMANDA #12 - Visto che durante la ripartenza di Apollo 15 si sente addirittura la musichetta che proviene dal registratore in cabina, come mai il motore non si sente affatto?

RISPOSTA M&B: La musica non può provenire dal registratore di bordo del LEM, il DSEA, perché questo non è fatto per riprodurre il nastro al suo interno, può soltanto registrare le voci degli astronauti. La musica proviene in realtà da un comune registratore portatile per la dettatura, che non si trovava nel LEM, ma nel modulo di comando rimasto in orbita attorno alla Luna con Al Worden a bordo.

REPLICA M.M.: Altro caso in cui M&B finge di non aver visto il film. Nella scena citata compare in chiare lettere la citazione della NASA "The Falcon climbs off-camera, just as 'Air Force Song' can be heard from the onboard tape recorder", con tanto di riferimento alla fonte. La frase significa "Il Falcon [modulo lunare] si innalza fuori dall'inquadratura, mentre si può ascoltare l'Air Force Song [la famosa musichetta] provenire dal registratore di bordo".

Non dice "il registratore che sta a bordo di un'altra navicella, a mille miglia di distanza", come non dice "che sta a bordo della 500 di mio zio". Quindi, di quello che "racconta" Worden nelle sue interviste non ce ne può fregare di meno. E' la NASA a dire, nei suoi documenti ufficiali, che il registratore stava a bordo del Falcon.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #13 - La ripartenza dalla luna è forse il momento più delicato di tutta la missione. Gli astronauti debbono mantenere la massima concentrazione, e devono poter comunicare fra loro istantaneamente, nel caso qualcosa andasse storto. Perchè allora mettere a rischio la propria sicurezza, facendo suonare proprio in quel momento della musica in cabina, rischiando così di perdere la concentrazione e di non riuscire a comunicare chiaramente fra di loro, in caso di emergenza?

RISPOSTA M&B: Innanzitutto, sembra che non fosse quella l’intenzione degli astronauti. Stando a quanto dichiarato da Dave Scott e Al Worden, si tratterebbe di un errore di quest’ultimo, anche se ognuno fornisce una versione diversa dell’accaduto: Scott sostiene che Worden, dopo il decollo del LEM, avrebbe dovuto aspettare un minuto prima di far partire la musica; Worden dice che la musica era per Houston e ignorava che questi stessero ritrasmettendo il suo segnale al LEM[1]. Ma anche ammesso e non concesso che Worden abbia agito con cognizione di causa, avrebbe davvero messo a rischio il momento più delicato dell’intera missione? Cosa succede in quel momento di così particolare? Niente, gli astronauti non fanno altro che attivare l’interruttore di lancio, il resto lo fa il computer di bordo. La buona riuscita del lancio è affidata interamente alla tecnologia: un motore estremamente semplice e a prova di guasti. Nei minuti successivi gli astronauti si limitano a controllare che i parametri siano regolari, comunicandoli di tanto in tanto. C’è la possibilità di intervenire manualmente nel caso il computer fallisca, ma il rischio che questo accada è decisamente basso, dato che ha funzionato in tutte e tre le missioni precedenti. Che dire allora della fase di allunaggio, quando bisogna pilotare manualmente il LEM e atterrare su una superficie orizzontale senza troppi crateri né massi, col suolo oscurato dalla polvere sollevata e con pochi secondi di propellente rimasti? Oppure della fase di rientro in atmosfera, quando un errore di pochi gradi nell’angolo di rientro può significare morire bruciati o rimbalzare nell’atmosfera e perdersi per sempre nello spazio? No, non si può certo dire che il decollo dalla superficie lunare fosse il momento più delicato della missione per quanto riguarda la concentrazione degli astronauti, almeno non nei primi minuti. In questo contesto, quei 15 secondi di musica dopo la partenza, seguiti da altri 14 secondi dopo un minuto e mezzo, aggiungono un rischio davvero trascurabile, soprattutto se paragonato agli altri rischi della missione.

REPLICA M.M.: Bene, abbiamo appena scoperto che durante la ripartenza dalla luna gli astronauti possono tranquillamente ascoltare musica in cabina, perchè tanto non hanno nessun bisogno di comunicare fra loro. Loro infatti sanno già in anticipo che non ci sarà nessuna emergenza, per cui si mettono a ballare il boogie-woogie durante la risalita.

Bellissimo poi il ragionamento del "rischio trascurabile, paragonato agli altri rischi della missione". "Che ne dici Dave, dopo tutti i rischi che abbiamo corso, ormai possiamo rilassarci no?" "Ma certo Jimmy, ormai il peggio è passato. Dobbiamo solo schiacciare un bottone e tornare a casa, dacci dentro con il rock-and-roll!" "Ma se poi abbiamo qualche problema?" "Non preoccuparti, alla peggio comunichiamo a gesti".

(La cosa più stupefacente dei debunkers, di cui ancora oggi non riesco a capacitarmi, è la loro assoluta disponibilità a rendersi ridicoli, pur di continuare a mantenere le loro posizioni. Sembra quasi che per loro sia più importante avere ragione davanti a sè stessi, che non fare la figura dei fessi davanti al mondo intero).

OVVIAMENTE, NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA.

**************** RITARDO AUDIO - DOMANDA 14 **********************

DOMANDA #14 - Visto che noi abbiamo esaminato i video originali della Spacecraft Films, e visto che gli stessi debunker confermano che questi video non sono stati modificati da nessuno, sai spiegare perché in diversi casi c’è un ritardo, fra la domanda e la risposta, decisamente inferiore a quello che ci dovrebbe essere se la conversazione fosse realmente avvenuta fra la Terra e la Luna?

RISPOSTA M&B: Perché i debunker si sbagliano, almeno per quanto riguarda la sezione del DVD da cui provengono i brani sospetti: alcuni dei materiali sono stati in realtà modificati; e sono stati modificati proprio sforbiciando drasticamente molte delle pause morte dei dialoghi, comprese quelle dovute al ritardo delle comunicazioni tra la Terra e la Luna.

REPLICA M.M.: Ragazzi qui siamo all'apoteosi. I debunker che smentiscono i debunker. Il sito CLAVIUS, che è considerato la Bibbia mondiale del debunking pro NASA, scrive testualmente: "I DVD della Spacecraft Films contengono il riversamento digitale dei film e video originali dell'Apollo, non modificati [unedited]".

A sua volta Attivissimo nelle sue conferenze mostra i DVD della Spacecraft Films e dice testualmente: "I DVD della Spacecraft Films contengono tutte le riprese originali. Tutto, senza censure, senza tagli e senza rimontaggi, esattamente come [il segnale] è arrivato [sulla terra]." E adesso arriva il primo che passa e dice "No scusate, i debunker si sono sbagliati. I tagli ci sono".

Ma andate tutti a quel paese, perfavore.

D'altronde io l'avevo previsto, oltre un anno fa. Durante le prime discussioni sul film dicevo "Vedrete che prima o poi arriverà qualche frescone a dirci che i debunkers si sono sbagliati. E' l'unica scappatoia che hanno, di fronte ai ritardi audio mancanti." E puntuale, il frescone è arrivato.

(Il resto del supercazzolone leggetelo su M&B, perchè non merita di stare in questo spazio).

******************* ROVER TV - DOMANDE 15-16 ***************

DOMANDA #15 - Visto che di solito i veicoli trasmittenti vengono equipaggiati con piedini mobili per stabilizzarli durante le trasmissioni, perchè la NASA non si è preoccupata di metterli anche sul rover, che avrebbe dovuto trasmettere da una distanza dozzine di volte superiore a quella di un semplice satellite terrestre?

RISPOSTA M&B: La Luna è circa 10 volte, non “dozzine” di volte, più distante dei satelliti TV, che si trovano a 36 mila km di altezza. A parità di condizioni, la distanza riduce la potenza del segnale ricevuto, ma non ha niente a che fare con la difficoltà di puntamento, che è una caratteristica intrinseca dell’antenna. Più la parabola è grande, più è efficiente a trasmettere/ricevere segnali (ha un alto guadagno), ma in compenso richiede una maggiore precisione di puntamento (ha un’alta direttività). Per questo motivo i veicoli per trasmissioni TV, che hanno antenne grandi almeno 2,4 metri, non sono paragonabili al rover, la cui parabola è larga meno di un metro[1] ed è quindi meno direttiva, cioè meno sensibile alle oscillazioni. Insomma, i requisiti di stabilità del rover non erano così stringenti come quelli dei normali veicoli trasmittenti. L’installazione di stabilizzatori retrattili non avrebbe dato alcun vantaggio concreto, ma avrebbe solo complicato e appesantito inutilmente il rover.

REPLICA M.M.: Quindi, in sintesi: sulla terra i piedini stabilizzatori servono, ma sulla luna no. Inutile commentare oltre. Nel mondo alla rovescia dei debunkers vale tutto.

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DOMANDA #16 - Visto che, secondo il manuale della NASA, "Il puntamento dell'antenna deve rimanere entro i 2 gradi e mezzo rispetto alla terra", e che "il segnale video degraderà molto rapidamente oltre quel punto", come è stato possibile fare delle trasmissioni con ondeggiamenti violenti come questi, senza che il segnale televisivo si degradasse nè si sganciasse mai, durante la diretta dalla luna?

RISPOSTA M&B: Le immagini non mostrano nessun ondeggiamento violento dell’antenna, ma soltanto piccole oscillazioni della telecamera.

REPLICA M.M.: Ah ah ah!!!!! Questa è storica. "Piccole oscillazioni". Guardate QUI, le "piccole oscillazioni della telecamera":

E' evidente che per i debunker sia necessario modificare la realtà, pur di farla aderire al proprio pensiero.

(Il resto del pippone sapete dove trovarlo).

************** LA POLVERE SULLA LUNA - DOMANDE 17-20 ***************

DOMANDA #17 - Visto che sulla luna non esiste umidità, e che il vento solare dissipa quasi istantaneamente eventuali cariche elettrostatiche, sai spiegare perchè la polvere rimane costantemente attaccata ad ogni tipo di materiale, dalle tute degli astronauti alle macchine fotografiche, dalle superfici del rover al vetro degli obiettivi delle telecamere?

RISPOSTA M&B: Nello stesso documento citato, a pag. 3 leggiamo: Daylight side: Solar UV, X-rays --> +Q on surface (photoelectric effect). Ovvero: sulla superficie lunare esposta al sole si accumula una carica positiva. Questo è esattamente l’opposto dell’affermazione citata nel film. Quindi il documento si contraddice? No affatto. Più semplicemente, la citazione nel film è stata decontestualizzata e travisata. Ma andiamo con ordine.

REPLICA M.M.: Non c'è nessuna contraddizione nel documento della NASA: la carica elettrostatica si forma, ma viene dissipata dal vento solare. ("The charge dissipates almost instantly in ALL cases").

Inoltre, la sabbia si attacca anche al vetro delle telecamere (chiaramente citato nella domanda, ma furbamente ignorato da M&B), che non è un materiale conduttore. Quindi, dove sta la spiegazione?

*******************

DOMANDA #18 - Sai spiegare come si possano formare sulle ruote del rover degli strati come questi, che sembrano decisamente fango?

DOMANDA #19 - Sai spiegare come faccia la polvere lunare a restare così compatta, conservando addirittura la forma dei numeri dopo che è stata rimossa dalla sede in cui si era formata?

RISPOSTA M&B: La risposta ad entrambe le domande è la presenza di una grande forza di coesione fra i granelli di regolite. Sulla Terra i granelli di sabbia sono arrotondati dagli agenti atmosferici, mentre sulla Luna, in assenza di atmosfera, si mantengono spigolosi e si incastrano fra di loro molto più facilmente.

REPLICA M.M.: Ah ah ah, la "granze forza di coesione dei granelli" riuscirebbe a far questo:

(PS: Lo sapevate che sulla luna vendono delle meravigliose collanine di sabbia che stanno in piedi da sole? Sono fatte di pura sabbia lunare, che resta attaccata a sè stessa grazie alla "grande forza di coesione". Puoi anche usarle come catene per trainare la macchina, se vuoi).

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DOMANDA #20 - Visto che i Mytbusters hanno replicato le condizioni lunari con il simulante di regolite in una camera a vuoto, sai spiegare perchè non sono riusciti a replicare le stesse impronte lasciate dagli astronauti nelle foto originali?

RISPOSTA M&B: Perché non è vero che il simulante di regolite e la camera a vuoto replicano le condizioni lunari, al massimo vi si avvicinano.

REPLICA M.M.: Nuovamente, "i debunker hanno sbagliato". Praticamente, i Mythbusters hanno fatto un esperimento per nulla. (Ma perchè non hanno chiesto a M&B, prima di buttare via tutti quei soldi per fare l'esperimento? Bastava chiedere a loro, e gli avrebbero detto che non è possibile simulare la sabbia lunare. Invece no, avanti come dei fessi questi Mythbusters, a fare una figura di merda davanti al mondo intero).

************** CAVI D'ACCIAIO - DOMANDE 21-22 ***********************

DOMANDA #21 - Visto che non si tratta nè di difetti di conversione dal video originale, nè di riflessi nell'obiettivo, sai spiegare cosa sono questi lampi di luce che si vedono ogni tanto sopra la testa dell'astronauta?

RISPOSTA M&B: Non tutte le sequenze contenute nei DVD della Spacecraft Films sono tratte dai video originali.

REPLICA M.M.: Ci risiamo. Fino a ieri Attivissimo diceva "se c'è un errore è lì che bisogna trovarlo" (nei video della Spacecraft Film). Ma oggi che gli errori li abbiamo trovati, quelli non sono più i video originali. Comoda la vita, eh? (Si chiama realtà fluida: cambia a seconda delle necessità).

RISPOSTA M&B: Lo ammette la società stessa: "Cerchiamo di usare i videotape perché hanno un dettaglio migliore dei kinescope. Alcune sezioni dei videotape JSC non ci sembravano idonee e allora abbiamo usato i kinescope". Il kinescope è una copia su pellicola del video originale, ottenuta puntando una cinepresa su uno schermo, su quale è visualizzato il video. I cosiddetti lampi di luce, che appaiono in un solo ed unico fotogramma, non sono altro che difetti nella pellicola.

REPLICA M.M.: Certo, sono "difetti della pellicola" che stranamente sembrano proprio dei lampi di luce, e succedono proprio SOPRA LA TESTA dell'astronauta. Come no. (Per chi non lo sapesse, quando si fanno delle riprese in pellicola, si fa SEMPRE il "gate-check", ovvero il controllo della finestrella dell'otturatore per eliminare l'eventuale presenza di peli o granelli di polvere. Lo si fa PRIMA di ogni ripresa, e lo si ripete DOPO ogni ripresa. E solo se il gate-check risulta negativo, si passa alla prossima sequenza. Altrimenti la ripresa VIENE RIPETUTA, proprio per evitare di avere macchie o difetti sulla pellicola. Ma forse questo i "tecnici del kinescope" non lo sapevano).

RISPOSTA M&B: Nel caso della sequenza di Apollo 14, il secondo bagliore appare solo quando il riflesso dell’antenna diventa molto luminoso e, viceversa, scompare quando il riflesso primario si affievolisce. Questo comportamento è tipico dei riflessi interni all’obiettivo, o “lens flares”, che appaiono solo in presenza di luci forti.

REPLICA M.M.: Nel film viene spiegato chiaramente perchè non può essere un riflesso nell'obiettivo ("Anche in questo caso non può trattarsi di un riflesso nell'obiettivo, perchè il lampo superiore arriva dopo quello inferiore, e non contemporaneamente.") Ma evidentemente, oltre che ciechi i debunkers sono pure sordi.

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DOMANDA #22 - Sai spiegare come sia possibile fare un movimento come questo... come questo... oppure come questo, senza che ci sia una forza esterna che ti tira verso l'alto?

RISPOSTA M&B: Un astronauta sulla Luna pesa 30 kg, quindi, se in ginocchio, può riuscire a rialzarsi con la sola forza delle gambe. Spesso, però, si aiuta appoggiandosi con una mano al bastone, alla trivella o al braccio del compagno.

REPLICA M.M.: Spesso, ma non sempre. Io ho mostrato proprio dei casi in cui l'astronauta si rialza senza appoggiarsi da nessuna parte. Inoltre, trenta chili o trecento non fa nessuna differenza. Non puoi galleggiare nel vuoto con le gambe a penzoloni, come non puoi scivolare con ambedue i piedi contemporaneamente, anche se di chili ne pesi 15.

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DOMANDA #23 - Visto che sulla luna non c'è atmosfera, sai spiegare che cosa possa frenare e sostenere a mezz'aria le particelle più leggere di sabbia, che formano delle nuvolette di polvere prima di ricadere a terra?

RISPOSTA M&B: Non è vero che le particelle vengono frenate e sostenute a mezz’aria.

REPLICA M.M.: "Non è vero". Questa è la risposta del debunker. Cioè, nel video si VEDONO le nuvolette restare sospese a mezz'aria, ma ciò NON E' VERO, perchè lo dicono loro. Questa gente vive in un universo parallelo, evidentemente.

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DOMANDA #24 - Visto che la bandiera inizia a muoversi prima ancora che l'astronauta le passi accanto, escludendo così sia un effetto elettrostatico sia un contatto fisico, sai suggerire qualcosa di diverso da uno spostamento d'aria per spiegare l'oscillamento della bandiera?

DOMANDA #25 - Visto che la bandiera oscilla per ben due volte, senza essere stata toccata da nessuno, sai spiegare cosa abbia causato l'oscillamento di questa bandiera?

RISPOSTA M&B: Il fatto che la bandiera inizi a muoversi prima che l’astronauta le passi accanto esclude lo spostamento d’aria. Un corpo in movimento, infatti, sposta l’aria lateralmente, creando una scia come quella prodotta sull’acqua da una barca in movimento. È evidente che una massa d’aria che si muove lateralmente non potrebbe mai precedere l’astronauta, ma raggiungerebbe la bandiera solo dopo il suo passaggio. Inoltre, il fatto che la bandiera continui a oscillare a lungo esclude la presenza di un’atmosfera, la quale attutirebbe le oscillazioni fermando la bandiera dopo pochi secondi. Una carica elettrostatica, invece, crea attorno all’astronauta un campo elettrico, che si muove insieme a lui e lo precede nei suoi spostamenti.

REPLICA M.M.: Bellissimo. Un uomo che cammina non può generare uno spostamento d'aria davanti a sè, ma può essere preceduto dal suo campo elettrostatico. I debunkers creano un universo tutto loro, e poi ci si calano dentro.

(Si ignora naturalmente la vistosa distanza che c'è fra l'astronauta e la bandiera, come viene mostrato nel film).

RISPOSTA M&B: Un’altra possibile spiegazione è che la bandiera venga spinta dai gas emessi dalla tuta e dallo zaino degli astronauti.

REPLICA M.M.: Certo, è la famosa tuta scoreggina, che butta fuori un litro d'aria ogni tre passi. E sempre quando si passa accanto alle bandiere, naturalmente. (Io pensavo che ogni molecola di ossigeno dentro alle tute fosse preziosa, visto che ne hanno una quantità limitata. Invece a quanto pare lo scaricano a destra e a manca, come se fossero delle balene con lo sfiato laterale).

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DOMANDA #26 - Visto che gli astronauti si trovano nel Lem da almeno 15 minuti, e che non c'è nessun altro che possa aver toccato la bandiera, sai suggerire qualcosa di diverso da uno spostamento d'aria per spiegare i ripetuti oscillamenti di questa bandiera?

RISPOSTA M&B: La bandiera della missione Apollo 14 è forse la bandiera più instabile di tutte le missioni.

REPLICA M.M.: Non sapevo che esistessero bandiere "instabili". Anche perchè quella di cui parliamo è rimasta ferma per oltre 15 minuti, senza mai entrare in campo. Forse si sarà stancata di restare ferma.

RISPOSTA M&B: Quella mostrata nel film è solo una delle tre occasioni in cui si possono notare non solo ondeggiamenti del drappo, ma addirittura rotazioni dell’intera struttura su sè stessa, senza che la bandiera venga toccata. I movimenti, però, non avvengono mai casualmente, ma sono sempre correlati a qualche attività degli astronauti: Tempo missione 131:10:26 – la rotazione della bandiera coincide con l’apertura del portellone del LEM. Tempo missione 135:04:00 – la bandiera ruota quando un astronauta le passa accanto (casistica già spiegata nelle risposte precedenti). Tempo missione 136:19:00 – i movimenti della bandiera, mostrati nel film, coincidono con aperture e chiusure ripetute della valvola di depressurizzazione e con l’apertura del portellone.

REPLICA M.M.: Certo, e ogni volta la bandera si muove PRIMA verso il LEM, e poi quando la "depressurizzazione" è finita si allontana. Tipico movimento di una bandiera che venga investita da un getto d'aria: prima viene verso il getto, e poi si allontana.

Ma guardare il film no eh?

(Leggetevi su M&B il pippone che segue, sull' "equilibrio instabile" e sull’ "attrito statico", perchè merita veramente il premio Supercazzola D'Oro).

************* DOVE SONO I DANNI DA RADIAZIONI? - DOMANDE 27-30 **************

DOMANDA #27 - Visto che, secondo la NASA, "non esiste alcun metodo pratico per eliminare i danni dovuti alle radiazioni cosmiche", e che "questo fattore di degrado deve essere accettato", dov'è il degrado, significativo ma accettabile, che dovrebbe risultare sulle pellicole delle foto lunari?

RISPOSTA M&B: Il degrado sulle pellicole esiste ed è stato misurato dalla Photographic Technology Division della NASA, formata da cinque uffici che si occupavano di sviluppare e duplicare le pellicole nel modo più fedele possibile agli originali.

REPLICA M.M.: Praticamente, il degrado esiste perchè l'ha visto mio cugino. Sulle foto della NASA però non si vede. (Inutile ricordare che è la NASA stessa a dire "L'ambiente con radiazioni è stato studiato intensamente: i risultati indicano che questo ambiente può DANNEGGIARE SERIAMENTE le pellicole non protette" e che "Il livello energetico dei raggi cosmici intergalattici è così alto che NON ESISTE ALCUN METODO PRATICO PER ELIMINARE I DANNI DOVUTI ALLE RADIAZIONI COSMICHE", perchè tanto i debunkers fingono di non aver visto il film).

Evito di citare le risposte alle altre domande sui danni da radiazione, perchè non sono pagato per perdere tempo dietro a gente che finge di non capire.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

**************** CONTRAZIONE TERMICA - DOMANDA 31 ***************************

DOMANDA #31 - Se i tecnici della AUDI temono il blocco completo delle parti meccaniche della sonda dopo soltanto dieci minuti di permanenza nell'ombra lunare, come può continuare a funzionare una macchina fotografica, che in quell'ombra ci è rimasta per oltre mezz'ora, ed i cui meccanismi sono molto più precisi e delicati di quelli di un veicolo lunare?

RISPOSTA M&B: Il paragone fra la Hasselblad di Armstrong e il rover Audi Lunar Quattro è fuori luogo sotto tutti i punti di vista. In primo luogo, che i meccanismi di una macchina fotografica siano molto più delicati di quelli di un veicolo lunare è tutto da dimostrare.

REPLICA M.M.: E' tutto da dimostrare? Che i meccanismi di una macchiana fotografica siano più precisi e delicati (*) di quelli di una jeep è da dimostrare????

Ma andate a farvi benedire, perfavore.

(*) Notare come gli astuti debunker, nel rispondere alla domanda, si siano persi per strada il termine "precisi", e abbiano riportato solo "delicati". Forse perchè la loro risposta sarebbe sembrata ancora più ridicola, includendo anche la parola "precisi"?

************* HOTSPOTS - DOMANDE 32-33 ***************************

DOMANDA #32 - Visto che il sole dovrebbe illuminare tutto il terreno con la stessa intensità, sia quello più vicino che quello più lontano, sai spiegare a cosa siano dovute queste vistose cadute di luce che si verificano in molte fotografie delle missioni Apollo?

DOMANDA #33 - In questo caso particolare, la caduta di luce si verifica proprio al centro dell'inquadratura, escudendo così il fenomeno della vignettatura, e con la sorgente piazzata di lato, escludendo così il fenomeno Heiligenshein. Sai spiegare a cosa è dovuta la vistosa caduta di luce che si può notare sul terreno, proprio alle spalle dell'astronauta fotografo?

RISPOSTA M&B: Nella maggior parte delle foto, la caduta di luce è causata dalle particolari caratteristiche del suolo lunare, che riflette più o meno luce a seconda della direzione nella quale lo si guarda.

REPLICA M.M.: Anche sulla terra il suolo "riflette più o meno luce a seconda della direzione nella quale lo si guarda", non c'è bisogno di andare sulla luna per osservare questo fenomeno. Ma quando la zona scura sta DIETRO a quella chiara, più in lontananza, la "direzione dello sguardo" è la stessa. Quindi?

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA (32)

RISPOSTA M&B: In alcune foto possono esserci altre cause o concause, quali la vignettatura, la pendenza del suolo e le alterazioni del suolo provocate dagli astronauti e dal motore del LEM.

REPLICA M.M.: Come possibili spiegazioni mancano i fulmini globulari, le valanghe e le inondazioni improvvise. Poi il campionario delle stupidaggini è completo. Fra l'altro, nel film viene spiegato chiaramente perchè la vignettatura non sia un problema. "LE LENTI ZEISS NON LA FANNO. PUNTO" (Aldo Fallai). Idem per l'Heiligenshein: viene escluso dalla domanda stessa (dopo aver mostrato il motivo nel film) ma loro lo citano lo stesso.

(Ma quanto è irritante aver fatto un film di tre ore, nel quale spieghi le cose per filo e per segno, e poi arrivano dei dilettanti qualunque che rispondono fingendo di non averlo guardato?)

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA (33)

 *************** OMBRE - DOMANDE 34-37 **************************

DOMANDA #34 - Quando il sole si trova di lato, le ombre sul terreno devono essere tutte parallele. Sai spiegare perchè invece in questa foto della NASA l'ombra del lem e quelle dei sassi in primo piano siano chiaramente divergenti fra di loro?

RISPOSTA M&B: Nella foto qui sopra, le ombre delle colonne, che nella realtà sono parallele perché illuminate dal sole, appaiono divergenti.

REPLICA M.M.: Nella "foto qui sopra" il sole non sta a 90°. Le ombre più lontane sembrano meno inclinate grazie alla compressione prospettica (a occhio e croce è stato usato un mezzo tele), ma sono tutte diagonali, anche quelle più lontane. Ben diverso il caso da me presentato nel film.

In ogni caso, come spiego chiaramente nel film, non si tratta di trovare altre foto sulla terra dove le ombre sembrano divergere, ma "bisogna spiegare perchè, nella foto della NASA, tutte le ombre riconducano ad una fonte luminosa che si trova di poco al di fuori del bordo sinistro dell'inquadratura, e che quindi non può essere il sole."

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #35 - Visto che questa scena dovrebbe essere illuminata dal sole, che si trova a milioni di chilometri di distanza, sai spiegare perchè le ombre nella foto riconducano ad una fonte luminosa che si trova invece poco distante dal bordo sinistro dell'inquadratura?

RISPOSTA M&B: Prolungare la direzione delle ombre all’indietro non può mai ricondurre alla sorgente di luce, ma al massimo al punto sul terreno che sta alla base della sorgente.

REPLICA M.M.: Distinzione inutile: se il punto che sta alla base della sorgente si trova "pochi metri fuori dall'inquadratura" (come rilevano i fotografi), vuol dire che anche la sorgente si trova pochi metri fuori dall'inquadratura, esattamente SOPRA il punto sul terreno. Infatti lo stesso Thorimbert nel film dice "se qui immagini un crane (una torretta) con sopra un riflettore da 12.000, ti viene fuori una luce così". Quindi?

RISPOSTA M&B: Ma anche se la sorgente fosse artificiale, non spiegherebbe perché le ombre sembrano convergere molto più vicino della reale posizione della sorgente. L’unica spiegazione è che il terreno non è orizzontale. I sassi in primo piano, anche quelli più piccoli, devono trovarsi su un pendio rivolto verso di noi, che accentua la divergenza delle ombre.

REPLICA M.M.: Nel film io dico: "Altri siti di debunking hanno provato a sostenere la stessa tesi mostrando che, in certi casi, le asperità del terreno provocano ombre che sembrano andare in direzioni diverse. Ma non è questo il caso della foto della NASA. Qui il terreno è praticamente piatto, e tutti i sassi nella parte bassa, compreso i più piccoli, mostrano chiaramente che le ombre puntano tutte nella stessa direzione. "

Nuova specialità dei debunkers: ignorare apertamente le controtesi, e ricominciare ogni volta daccapo. Come se fosse Antani.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #36 - Visto che i fotografi intervistati collocano la fonte di luce a pochi metri sulla sinistra del'inquadratura, sai spiegare come questa possa essere il sole?

RISPOSTA M&B: Evidentemente i fotografi intervistati non sono a conoscenza delle illusioni ottiche tipiche delle foto scattate nell’ambiente lunare, che lo fanno sembrare più piatto e meno profondo di quanto non sia in realtà.

REPLICA M.M.: Poveri deficienti, questo fotografi che "non sono a conoscenza delle illusioni ottiche tipiche delle foto scattate nell’ambiente lunare". Per fortuna che ci sono i debunker a spiegarcele. Gente che da 40 anni maneggia luci e riflettori in studio, e che in un nanosecondo è in grado di individuare l'esatta collocazione di una fonte luminosa, deve aspettare il primo pirla che passa per spiegargli dove stava veramente la fonte.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

DOMANDA #37 - Visto che il sole, trovandosi a milioni di chilometri di distanza, deve fare delle ombre nette sul terreno, sai spiegare perchè invece in queste foto, tutto attorno all'ombra dell'astronauta, c'è un contorno fortemente sfumato?

RISPOSTA M&B: Chiamasi penombra. Da Wikipedia: “Nel caso di una sorgente luminosa puntiforme, l'ombra ha contorni netti: ogni punto della superficie o è illuminato dalla sorgente o non lo è. Nel caso invece di una sorgente luminosa estesa (come il Sole che, visto dalla Terra, ha un diametro angolare di circa mezzo grado), il contorno dell'ombra è sfumato, in quanto vi è una regione intermedia in cui la sorgente luminosa è occultata solo parzialmente, e quindi si ha un passaggio graduale tra luce e ombra”.

REPLICA M.M.: Certo che esiste un contorno sfumato, nelle foto terrestri, ma è molto più sottile di quello che compare nelle foto di Apollo 12. Inoltre, sulla terra esiste l'atmosfera che fa da diffusore naturale alla luce solare. Aumentando quindi la densità di aria attraversata (tipo all'alba o al tramonto, quando il sole penetra l'atmosfera in diagonale), le ombre diventano necessariamente più morbide. Sulla luna invece, mancando l'atmosfera, le ombre dovrebbero essere ancora più nette di quelle terrestri. [Questa replica è stata modificata dopo la pubblicazione iniziale].

************************ CONTROLUCE - DOMANDE 38-42 ********************

DOMANDA #38 - Visto che è la NASA stessa ad aver dichiarato che "poichè la superficie della luna è scarsamente riflettente, i soggetti fotografati si troveranno o in piena luce, oppure nell'ombra più completa", sai spiegare perchè la parte in ombra del LEM risulta invece fortemente illuminata?

RISPOSTA M&B: Il documento NASA prosegue così: “Ciò sembrerebbe offrire soggetti fotografici con un contrasto molto elevato”. Da questo possiamo dedurre che i soggetti fotografici, a cui si riferisce la NASA, presentano nella stessa foto sia le parti illuminate che le parti in ombra, altrimenti non avrebbe senso parlare del contrasto, cioè della differenza fra le due parti. Quindi la NASA non si riferisce a soggetti in controluce, che mostrano solo la parte in ombra, ma a soggetti illuminati lateralmente. Nelle foto Apollo i soggetti di questo tipo risultano avere forti contrasti fra luci ed ombre, come previsto. L’ombra più completa, inoltre, non può fisicamente esistere nella realtà. Se, come dice la NASA, la superficie della luna è scarsamente riflettente, la luce riflessa deve illuminare, seppur debolmente, le parti in ombra dei soggetti. Perciò, quando parla di "ombra più completa", la NASA non si riferisce alla scena reale, ma alla sua immagine fotografica, nella quale le parti in ombra, in certi casi, possono apparire nere o molto scure, oppure molto illuminate, a seconda delle impostazioni di scatto.

REPLICA M.M.: Voi ci avete capito qualcosa? Io sinceramente no.

RISPOSTA M&B: Fatte queste premesse, la risposta alla domanda “perché la parte in ombra del LEM risulta fortemente illuminata?” viene fornita nello stesso American Moon: “Come tutti i fotografi sanno, per vedere meglio nell’ombra basta aprire il diaframma dell’obiettivo”. Il diaframma è in tutto e per tutto equivalente alla pupilla del nostro occhio: più è dilatata, meglio riusciamo a vedere nel buio.

REPLICA M.M.: Per fortuna ci sono i debunker, che ci spiegano come funziona il diaframma, altrimenti saremmo perduti. Peccato che - come spiegano i fotografi nel film - aprendo il diaframma lo sfondo illuminato dal sole debba diventare completamente slavato, quasi bianco. Mentre nelle foto della NASA questo non succede. Quindi?

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #39 - Come abbiamo appena mostrato, il riflesso della sabbia non è sufficiente a rischiarare le parti in ombra dell'ambiente lunare, mentre la tuta dell'astronauta è troppo piccola e troppo lontana per rischiarare la parte in ombra del LEM. Sai quindi spiegare che cosa abbia illuminato in modo così sostanziale le parti in ombra del modulo lunare?

RISPOSTA M&B: Sul perché l’illuminazione appaia “sostanziale” abbiamo già risposto nella domanda precedente.

REPLICA M.M.: Peccato che la vostra "risposta precedente" sia completamente nulla, per cui anche qui

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #40 - Visto che il terreno lunare riflette solo l'8% della luce che riceve, come può la parte in ombra del LEM, che è illuminata solo da luce riflessa, avere la stessa luminosità del terreno colpito direttamente dal sole?

RISPOSTA M&B: Il fuori campo delle controverse foto di Aldrin sulla scaletta è visibile nella seguente panoramica, scattata dallo stesso Neil Armstrong qualche minuto prima. La panoramica mostra un hotspot e il relativo fall-off su entrambi i lati dell’ombra del LEM. Il fenomeno è causato dalla retrodiffusione, ossia quella caratteristica peculiare del suolo lunare per cui esso riflette di più verso il sole e di meno in altre direzioni (per una trattazione più approfondita, rimandiamo al capitolo sugli hotspot). Fotomosaico della sequenza panoramica 5850-5858 di Apollo 11. Le linee (isofote) uniscono i punti con la stessa luminanza. Le percentuali indicano la riflettanza stimata. In alto: direzione in gradi misurata rispetto alla direzione dei raggi solari. Non è vero che il terreno lunare riflette l’8% della luce che riceve. Il valore dell’8% si riferisce all’albedo geometrica (o albedo normale) del Mare della Tranquillità, il sito di allunaggio di Apollo Cosa significa questo? Che solo la luce riflessa all’indietro esattamente verso il sole è l’8% di quella incidente. Questa luce si vedrebbe al centro dell’hotspot, nella stessa direzione dei raggi solari (direzione 0°), se quel punto non fosse coperto dall’ombra del LEM. La luce riflessa verso altre direzioni (in particolare, quella che vediamo è riflessa verso l’obiettivo) è solo una frazione di questo 8% e dipende dall’angolo di fase, cioè l’angolo tra il raggio incidente e il raggio riflesso.

REPLICA M.M.: Ragazzi, mi viene da piangere. Nuovamente, il debunker che smentisce la NASA ("Non è vero che il terreno lunare riflette l’8% della luce che riceve.") Ecco la frase della NASA che compare nel film: "The lunar surface is known to have a very low reflectivity, as it can only reflect back about 8% of the light it receives."

Inoltre, questa storia della "retrodiffusione" è una patetica arrampicata sugli specchi. Come si possa arrivare dall'8% al 100% non lo ha mai spiegato nessuno.

NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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DOMANDA #41 - Visto che nemmeno i Mythbusters, con il loro esperimento, sono riusciti a bilanciare la luce incidente e la luce riflessa, sai spiegare come questo sia potuto succedere nelle varie fotografie delle missioni Apollo?

RISPOSTA M&B: Per simulare il suolo lunare, i Mythbusters hanno usato una miscela di cemento e carbone in polvere in proporzioni tali da ottenere un’albedo dell’8%. Sebbene questa corrisponda all’albedo geometrica del Mare della Tranquillità, la miscela utilizzata non riproduce la retrodiffusione tipica della regolite lunare, che è la causa del bilanciamento delle luminosità tra soggetto e sfondo.

REPLICA M.M.: Nuovamente, che idioti questi Mythbusters che spendono i soldi per fare esperimenti assolutamente inutili. Cantano vittoria nel loro filmato, come se l'esperimento fosse riuscito, poi arriva un Mazzucco qualunque che fa notare che non è vero, ed ecco spuntare il debunker de noantri che smentisce i Mythbusters. (Confesso che provo un piacere sottile, nel vedere i debunkers che si sbranano a vicenda, pur di riuscire a restare a galla in qualche modo. Una specie di redde rationem all'interno del club dei bugiardi).

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DOMANDA #42 - Visto che i fotografi professionisti intervistati sostengono che queste foto non sarebbero state possibili senza l'utilizzo di pannelli riflettenti e di luci supplementari, sai spiegare come possano averle realizzate degli astronauti sulla luna, che non disponevano nè di pannelli riflettenti, nè di luci supplementari?

RISPOSTA M&B: Un parcheggio asfaltato alle spalle e una miniera di carbone davanti a sé: questo sarebbe l’ambiente terrestre più vicino a quello lunare, per ottenere foto in controluce come quelle delle missioni Apollo. È molto difficile che un fotografo professionista si sia mai trovato in una simile situazione.

REPLICA M.M.: Veramente basta trovarsi su una spiaggia illuminata dal sole, per ritrovarsi in quella situazione. Non c'è bisogno di andare a cercare le "miniere di carbone".

RISPOSTA M&B: Per cui, messo di fronte a un controluce con un basso contrasto fra soggetto e sfondo, un fotografo tende a ricollegarlo a ciò che ha già visto nella sua esperienza lavorativa e che per lui è più familiare, cioè il pannello riflettente e la luce supplementare.

REPLICA M.M.: Infatti. Non è che "tende a ricollegarlo", LO RICOLLEGA, perchè ha già vissuto quell'esperienza mille volte.

RISPOSTA M&B: Peccato che nessuna di queste ipotesi regga a un’analisi più approfondita. Una sorgente luminosa molto piccola, come un flash senza diffusore, produrrebbe delle ombre nette sul LEM e sulla tuta di Aldrin, di cui non c’è traccia nelle foto Apollo.

REPLICA M.M.: E' vero, se ci fosse SOLO un flash senza diffusore produrrebbe delle ombre nette. Ma un flash CON DIFFUSORE, oppure un flash ACCOPPIATO ad un pannello riflettente, non fa più l'ombra netta. (Alla faccia dell'"analisi approfondita". Chissà quelle superficiali come sono!)

RISPOSTA M&B: L’ipotetica sorgente secondaria dovrebbe quindi essere un pannello riflettente o diffusore di una certa estensione, considerata anche la distanza del fotografo dal soggetto (4-5 metri). C’è però un problema: le suddette sorgenti diffondono la luce in tutte le direzioni e quindi anche verso il basso, finendo per schiarire l’ombra del LEM sul terreno. Come si può notare nel seguente confronto tratto dal film, nella scena illuminata dai pannelli, il terreno all’ombra del modulo è ben visibile in tutti i suoi dettagli, mentre nella foto Apollo l’ombra appare completamente nera.

REPLICA M.M.: Altra idiozia colossale. Basta inclinare leggermente i pannelli all'indietro, e il terreno non viene più colpito dalla luce riflessa.

RISPOSTA M&B: Non c’è bisogno di ipotizzare sorgenti artificiali, il pezzo di terreno illuminato che si vede fra l’astronauta e il fotografo soddisfa appieno tutte le caratteristiche descritte.

REPLICA M.M.: E se te lo dice un debunker, puoi stare tranquillo che sia vero. Lindbergh, Toscani, Fallai, andate tutti a scuola da M&B, perchè di fotografia voi non capite niente.

OVVIAMENTE NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA

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ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

1 - La tecnica usata da questi "nouveau debunker" è la stessa dei loro progenitori, da Attivissimo in poi: ammantare le loro risposte con tecnicismi infiniti (le supercazzole appunto), che servono a distrarre l'attenzione del lettore, mentre loro evitano accuratamente di riconoscere il problema che viene presentato.

E' triste però constatare che, purtroppo, diverse persone ci sono cascate, e mi hanno scritto dicendo "Guarda le risposte di M&B, mi sembrano molto ben fatte e ben argomentate". Certo che sono ben argomentate. Peccato che nella stragrande maggioranza dei casi non rispondano alle domande che ho posto io. (Quando hai davanti una vera e propria palla di fango, e tu ti metti a dissertare di millivolt e di effetto di Van der Waals, stai facendo esattamente quello che ho spiegato io: una supercazzola per distrarre l'attenzione dal vero problema).

2 - Capisco che alcuni si troveranno insoddisfatti dalle mia contro-risposte, perchè non ho preso in considerazione ogni singolo paragrafo di M&B. Ma è proprio quello il loro scopo, cercare di farti perdere l'orientamento, con una discussione infinita sui millivolt e sulle linee isofote. E io su questo fronte ho già dato, in abbondanza. Quando vedi che c'è la palese malafede nel dare le risposte, ti passa la voglia di perdere più tempo dello stretto necessario con queste persone.

3 - Infine vorrei far notare l'infinita presunzione che anima questi personaggi: quando hai di fronte l'opinione disinteressata dei più grandi professionisti del mestiere, e tu dici semplicemente che "i fotografi si sbagliano", stai dimostrando di essere un combinato disposto di clamorosa ignoranza e stupida sicumera. Un cocktail micidiale, a quanto pare.

4 - Faccio notare infine che molte delle mie domande sono retoriche, nel senso che la risposta è già implicita. Quando ti chiedo "come è possibile far scivolare contemporamente i due piedi sulla sabbia", in realtà ti sto dicendo che è impossibile farlo. Invece il debunkler, nella sua infinita presunzione (stupidità?) prova a rispondere davvero!

5 - Aveva ragione quello che diceva "Non metterti mai a discutere con un idiota. La gente potrebbe non capire la differenza". Oggi io ho dovuto correre questo rischio, ma non perderò altro tempo per chiarire le mie posizioni. A questo punto, ciascuno è in grado di trarre da solo le proprie conclusioni.

Massimo Mazzucco