Io non sono mai stato di destra, ma mi ha sempre dato fastidio l'antifascismo inteso come categoria ideolgica "a priori". Che uno debba avere torto in partenza, solo 'perchè è fascista', è per me una cosa incomprensibile.

Ricordo una volta, agli esordi di luogocomune, quando diedi spazio ad una giornalista e scrittrice di destra, Ercolina Milanesi. Ci fu una violentissima levata di scudi da parte degli utenti, talmente violenta che molti di loro abbandonarono platealmente il sito, dicendo "o lei o noi", e "i fascisti non devono parlare".

A me spiacque molto, ma tenni duro. Persi molti utenti, ma stabilii un principio sacrosanto: tutti hanno diritto di parola. E se tu ritieni che i tuoi argomenti siano migliori di quelli di un altro, tu lo zittisci con gli argomenti, e non con le etichette.

Ma quello dell'antifascismo a priori, nella nostra società, rimane un assioma duro a morire.

Questo atteggiamento poteva essere comprensibile 70 anni fa, dopo la fine di una guerra fraticida che aveva letteralmente spaccato l'Italia a metà, sia in senso geografico che in senso sociale e familiare. Allora si può anche comprendere che nessuno volesse più sentir parlare di fascismo, se non magari nei libri di storia.

Ma oggi, che differenza fa avere un fascista in più o uno in meno? Chissenefrega se un gruppo di fascisti si mette in strada con il braccio alzato davanti allo striscione che inneggia a Mussolini? Chissenefrega se un gruppo di fascisti va a Predappio a portare un saluto alla tomba del duce? Chissenefrega se Salvini pubblica un libro con un editore dichiaratamente fascista?

Saranno cavoli loro, no?

E invece no. Dodici di loro inneggiano davanti allo striscione, e di colpo i talk-show si riempiono di intellettualoni che si domandano se "il fascismo sia tornato". Vanno alla tomba di Predappio, e il povero direttore del TG3 che ha dato la notizia è costretto a dare le dimissioni. Salvini pubblica il libro, e di colpo ci sono quelli che disertano il Salone del Libro perchè "io accanto ai fascisti non ci sto".

Questo antifascismo sistematico e assolutistico è talmente di moda da sembrare un riflesso condizionato. Anzi, un riflesso obbligato. Una cosa a cui non puoi sottrarti, come intellettuale, a meno di venir escluso dalla cerchia dei quelli che contano davvero. L'antifascismo di oggi è talmente stupido, talmente inutile, talmente prepotente, a modo suo, da essere diventato esso stesso una forma ancora più distorta di fascismo.

In un modo o nell'altro, finiamo sempre per assomigliare al nemico che vorremmo combattere.

Massimo Mazzucco