In questi giorni i quotidiani sono pieni di lamentele da parte di attrici di mezzo mondo, che denunciano di avere subito avances sessuali "improprie" nel corso della loro carriera.

Tutto è partito dal caso di Harvey Weinstein, quando un'attrice di Hollywood ha deciso di "vuotare il sacco", rivelando al mondo quelle che sono le tecniche di corteggiamento ben poco ortodosse del mega produttore della Miramax.

A quel punto è stato tutto un fiorire di "anch'io, anch'io!" da ogni parte del pianeta, con donne di ogni categoria dello spettacolo - attrici, modelle, ballerine - che lamentavano di aver subito ricatti simili nel corso della loro vita professionale. Da parte di Weinstein, come da molti altri.

Da noi abbiamo addirittura un'attrice che lamenta di un regista che le avrebbe mostrato il pisello nella sua roulotte durante la lavorazione di un film. La stessa attrice ha anche dichiarato di essere stata "obbligata" ad andare a letto con Weinstein, perché temeva che altrimenti le avrebbe rovinato la carriera.

Ma è proprio su quell'obbligata con le virgolette che ruota tutto il perno del discorso.

Il rapporto fra sesso e potere, infatti, ha radici antiche quanto l'umanità: io, uomo, ho qualcosa da offrirti (protezione, soldi, carriera), e tu, donna, hai qualcosa da offrire a me (il tuo corpo): che facciamo?

Si tratta, in realtà, di una semplicissima contrattazione di dare-avere. Nessuno dei due è obbligato a dare all'altro ciò che possiede, se non lo desidera. Se quindi l'attrice italiana decide di andare a letto con Weinstein "perché altrimenti le rovina la carriera", è una libera scelta che lei fa in quel momento. Vuole dire che per lei è più importante fare carriera che non passare una notte di disgusto con un grassone tutto sudato che ti ansima addosso. La scelta è sua, nessuno la obbliga a farlo.

Secondo voi, Naomi Campbell andava a letto con Briatore perché lui era bello?

Eppure, non è che dopo essere stata ricoperta per 10 anni di gioielli e diamanti, Naomi se ne è venuta fuori accusando Briatore di averla "obbligata" ad andare a letto con lui. È una scelta che lei ha voluto fare, e va benissimo così.

Ed infatti, ci sono molte altre attrici che di fronte ad una situazione simile con Weinstein hanno detto di no.

Persino a me, quando vivevo a Hollywood, è successa una cosa simile - mutatis mutandis naturalmente. Una sera ad un party mi sono trovato a chiacchierare con un produttore, il quale sembrava molto interessato ai miei progetti. Dopo un po', in un trasferimento fra un party all'altro, mi sono venuto a trovare non so come a casa sua. Mentre io continuavo a parlare dei miei progetti, mi sono reso conto che il simpatico produttore si era trasformato in una kulandra bavosa, alla quale interessava soltanto prendersi la mia verginità.

Ma io non ho perso la testa, gli ho semplicemente detto che l'articolo non mi interessava, e me ne sono andato.

Certo, se fossi restato a quest'ora avrei potuto fare una grande carriera nei circoli dorati di Hollywood. Ma non era quella la strada che mi interessava seguire, e quindi non l'ho fatto. E' stata una mia libera scelta.

E ora di finirla con questo diffuso "piagnucolìo del giorno dopo" da parte delle attrici di mezzo mondo: prima la danno, poi fanno carriera, e poi saltano fuori a lamentarsi, solo quando non rischiano più nulla. Troppo comodo.

Purtroppo tutte queste "moralizzatrici" a scoppio ritardato possono contare sul vasto oceano dei media politically correct, per cui trovano facile avere una eco mediatica a loro favorevole.

Ma in realtà, se ci pensate bene, è una semplice questione di dirittura morale. Nel momento stesso in cui ti viene offerto uno scambio, puoi sempre dire di no. E se accetti il compromesso - di qualunque tipo esso sia - devi anche essere disposto a pagarne le conseguenze. Punto.

Massimo Mazzucco