Di solito le serie televisive - e la fiction in generale - prendono spunto da eventi reali, e li elaborano fino a creare una realtà parallela, fittizia, che si presti meglio della realtà stessa ad essere rappresentata in termini narrativi. In altre parole, si parte da una situazione reale, e si introducono elementi specifici - l'eroe, l'antagonista, l'identificazione dello spettatore, la dinamica dei conflitti interni - in modo da rendere la vicenda narrativamente piacevole. Si ottiene così una rappresentazione realistica di ciò che nella realtà non è mai esistito.

Vi sono alcuni casi, invece, in cui avviene esattamente l'opposto. Ovvero, si prende un fatto relativamente noto, e pur restando all'interno delle coordinate storiche che lo hanno determinato, si rivelano aspetti della vicenda che erano rimasti finora sconosciuti.

E' il caso della storia del Prof. Allen Hynek, l'uomo che è passato alla storia per aver "debunkato" ufficialmente tutti i maggiori casi di avvistamenti di UFO in America negli anni '50 e '60.

Chi si fosse mai interessato alle vicende degli UFO, ricorderà che Hynek era l'uomo dello "swamp gas", ovvero dei "vapori di stagno" che, secondo lui, potevano tranquillamente spiegare alcuni dei casi più intricati e misteriosi di avvistamenti di UFO. (I vapori di stagno, quando contengono metano, in certe condizioni particolari possono anche arrivare all'autocombustione).

Hynek era un astronomo che lavorava all'Università dell'Ohio, e nel 1948 venne convocato dal Pentagono con un compito molto preciso: trovare una spiegazione razionale per la marea di avvistamenti di oggetti volanti non identificati che si era registrata negli Stati Uniti a partire dall'anno precedente. Hynek entrò così a far parte del famoso "progetto Blue Book", la grande operazione di indagine sugli oggetti volanti non identificati messa in piedi dal Pentagono negli anni 50-60.

Hynek venne scelto perché, da una parte, era dichiaratamente scettico sul fenomeno degli UFO, mentre dall'altra aveva già ottenuto l'accesso agli ambienti militari, per altre ricerche che aveva svolto in passato.

Era quindi la persona ideale, fidato e con la giusta autorevolezza per prendere in mano una situazione così delicata. Ed infatti Hynek svolse egregiamente il proprio lavoro, correndo da una parte all'altra degli Stati Uniti, ovunque si verificassero degli avvistamenti, e trovando per quasi tutti i casi una spiegazione apparentemente plausibile, di tipo "terrestre". Un altro caso famoso di debunking da parte di Hynek è quello delle famose "luci di Lubbock". Quando un gruppo di professori osservò - e riuscì a fotografare - una curiosa formazione di oggetti volanti nella notte del Texas, Hynek riuscì a trovare una spiegazione plausibile anche per questo caso apparentemente inspiegabile: si trattava, secondo lui, di uno stormo di uccelli di grandi dimensioni, le cui ali riflettevano in modo particolare le luci della città sottostante.

Ovviamente, per moltissime persone queste spiegazioni non erano sufficienti, ma resta il fatto che Hynek sia passato alla storia per essere stato il primo debunker in assoluto dell'epoca moderna. Lo stesso Hynek infatti aveva fatto parte del Robertson Panel, la commissione governativa che negli anni 50 aveva ufficialmente raccomandato a tutte le testate giornalistiche e televisive di ridicolizzare sistematicamente chiunque osasse parlare di UFO. (Talmente efficace fu quell'operazione di propaganda, che ancora oggi ne risentiamo gli effetti deleteri).

Ora invece arriva la serie televisiva intitolata appunto "Project Blue Book", nella quale si ricostruisce la vicenda di Hynek dal suo punto di vista personale. Hynek non è più il professore autorevole che compare davanti ai microfoni delle televisioni per spiegare cosa sia uno "swamp gas", ma è un uomo fortemente combattuto, che si trova ad aver a che fare con dei fenomeni assolutamente inspiegabili dal punto di vista scientifico.

Vive quindi una vita tormentata, dove ogni episodio di avvistamento diventa per lui motivo di conflitto interno. In altre parole, la serie presenta un Hynek "dietro le quinte", che si avvicina al fenomeno UFO con il giusto scetticismo dello scienziato moderno, ma che man mano che procedono gli eventi si rende conto di aver chiaramente a che fare con qualcosa di decisamente inspiegabile. Il suo dramma è che non può dirlo pubblicamente, perchè legato al contratto stipulato con i militari, che pretendono invece da lui la negazione sistematica del fenomeno UFO.

Assistiamo così alla nascita del debunker "da dentro", ed alla dicotomia che viene a crearsi in lui nel momento in cui si trova costretto a mentire "per motivi di sicurezza nazionale".

Il professor Hynek procede quindi secondo il percorso ufficiale che la storiografia ci ha consegnato, ma grazie alla serie televisiva lo spettatore acquisisce la certezza che il debunker sia, appunto, soltanto un debunker, ovvero qualcuno che decide di mentire per motivi che esulano dalla sua persona, ma che nel profondo della sua coscienza è profondamente tormentato per quello che nel frattempo ha scoperto.

E così anche lo spettatore trasforma in certezza ciò che prima era solamente un sospetto: ovvero che tutte le spiegazioni "razionali" degli UFO fossero solamente delle patetiche invenzioni tranquillizzanti, mentre la realtà che ci circonda è molto più complessa, complicata e sconosciuta di quanto ci si voglia raccontare.

A volte persino la fiction riesce a fare qualcosa di buono, in questo mondo capovolto in cui viviamo.

Massimo Mazzucco