Le audizioni di Mark Zuckerberg di fronte al congresso americano hanno rimarcato, in modo pubblico e inequivocabile, quanto profondo sia oggi il Digital Divide, ovvero quella linea di separazione che divide in modo irreversibile coloro che utilizzano Internet da coloro che non lo fanno.

Il confronto fra Zuckerberg e i poteri istituzionali è stato soprattutto un confronto generazionale, nel quale i senatori si dimostravano decisamente come dei pesci fuor d'acqua, nel cercare di porre domande imbarazzanti al giovane imprenditore della rete.

Un caso forse li sintetizza più di tutti: quando il senatore Hatch dell'Alabama (classe 1934) ha chiesto a Zuckerberg: "Lei ha detto che Facebook sarà sempre gratuito. Se è così, come fa il vostro sistema a sostenersi economicamente, visto che i vostri utenti non pagano per servizi ricevuti?"

Zuckerberg ha esitato un attimo, di fronte alla banalità della domanda, poi ha risposto "Senatore, noi abbiamo le pubblicità".

"Ah, ottimo!" ha replicato Hatch, mentre Zuckerberg non riusciva a trattenere un sorriso furbesco.

Ma sono stati un po' tutti i senatori a dimostrarsi chiaramente in difficoltà nell'utilizzare termini come "crittografia", "categorie di dati", "algoritmi" eccetera.

In un certo senso, è stato come assistere ad un confronto fra i poteri di ieri e i poteri di oggi. Quelli di ieri, che annaspano disperatamente di fronte ad una tecnologia che avanza a velocità incontenibile, quello di oggi, che riesce al massimo ad esprimere un sorriso compassionevole per la palese ignoranza di chi non riesce a stare al passo con i tempi.

Naturalmente, la cosa più ironica è che tutte queste prese in giro stanno viaggiando oggi in Internet, per cui i senatori americani sono gli unici che non sapranno mai di essere diventati lo zimbello della popolazione.

Massimo Mazzucco

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