Ieri abbiamo pubblicato un video favorevole a Bitcoin. Oggi pubblichiamo un articolo che critica (in parte) quel video.

di Andrea Cavalleri (Stolypin)

Il video pubblicato su Luogocomune il 14 marzo, volto ad esaltare le magnifiche sorti e progressive del Bitcoin, contiene errori e confusioni abbastanza gravi non sull'essenza del Bitcoin (che l'autore conosce sicuramente meglio di me) ma sul concetto di moneta in generale.

Per questa ragione sento il bisogno di intervenire, correggendo gli errori e spostando i ragionamenti dai "binari morti" suggeriti dal video, a quelli che conducono a conclusioni significative.

Cominciamo dal fatto che la moneta sia un bene fiduciario.

Lo è: se io vendo un mese di lavoro in cambio di numeri su un computer è perché mi fido che potrò rigirare quegli stessi numeri ad altre persone che li accetteranno in cambio di beni reali.

La circolazione del denaro si basa sulla convenzione, tale convenzione è sorretta dalla fiducia, anche sperimentata (sia io sia tutte le persone che conosco hanno fatto esperienza positiva di questi scambi) ed è talmente importante che viene rafforzata dal sigillo della legge.

La valuta legale non è un esproprio che lo Stato fa ai cittadini, ma l'inverso: è un servizio che lo Stato offre ai cittadini affinché in essi si rafforzi la fiducia nel denaro, fiducia che è l'unica cosa che lo fa funzionare.

Ma con l'oro era diverso?

No, nessuna differenza: perché mai io dovrei privarmi di alcune utilissime galline in cambio di un minuscolo pezzo d'oro che non mi serve a niente? Lo mangio, ci costruisco qualcosa, lo utilizzo direttamente in qualche modo?

Chiaramente no, perciò anche la funzionalità dell'oro come mezzo di scambio è supportata unicamente dalla convenzione fiduciaria, al massimo sostenuta dall'effetto psicologico di una materia bellina a vedersi.

Quindi qualunque allusione al fatto che si possa superare il concetto di bene fiduciario è errata e i tentativi di attuare questo superamento sono dannosi.

Un secondo punto su cui devo intervenire è il concetto di valore applicato alla moneta. Il valore è un punto di vista a partire dal quale si capisce ben poco dell'economia e ancor meno della moneta.

Ovviamente il valore cambia a seconda dei luoghi delle circostanze e dei bisogni delle persone.

Questa relatività intrinseca del valore è evidente per sé, ma si può aggiungere una dimostrazione.

Poniamo per assurdo che esistesse un "valore assoluto", ciò implicherebbe che se in uno scambio una parte facesse un buon affare, l'altra farebbe necessariamente un cattivo affare, ma questo non è vero, essendoci nella realtà molti casi di scambi win-win.

Concentrarsi sul concetto di valore conduce alla più totale confusione e a commettere degli strafalcioni, come accadde ad Auriti.

Nel video del 14 marzo compaiono esattamente due domande devianti di questo tipo: Possiamo sapere se la nostra ricchezza è al sicuro? E poi: Come può il BTC mantenere il suo valore?

La prima domanda identifica la ricchezza con il denaro, che è una sciocchezza colossale, perché il denaro è sì un elemento di servizio che sorregge il sistema di scambi necessario alla divisione del lavoro, ma la prosperità è prodotta dalla triade conoscenza- organizzazione-lavoro, che è quella che genera i beni reali; e senza i beni reali il denaro è carta straccia, o bit straccio se si preferisce.

La seconda domanda è ancora peggiore, perché il denaro ha una funzionalità primaria, che è quella di essere mezzo di scambio.

Come mezzo di scambio il denaro si realizza nel momento in cui viene ceduto in cambio di beni reali.

Purtroppo (e questa è una delle colpe peggiori della moneta aurea, mai più possa tornare una simile peste!) ha acquisito anche una funzionalità secondaria di mezzo di risparmio. La preoccupazione del "valore che si conserva" attiene alla funzione di risparmio, che è necessariamente in contraddizione con quella dello scambio.

Infatti quando il denaro circola non sta fermo (non si accumula) e quando si accumula non circola.

Quindi meglio funziona una moneta come mezzo di risparmio e peggio svolge il suo ruolo primario di mezzo di scambio.

Lo aveva già scoperto Thomas Gresham (1519-1579) funzionario inglese, che formulò la legge la moneta cattiva scaccia quella buona.

Il meccanismo è banale: se io al mercato comprassi una gallina e al momento di pagare, guardando nel portafogli, scoprissi che ho due banconote, una solida e spendibile in tutto il mondo (buona) e l'altra fluttuante e accettata in pochi posti (cattiva) con quale delle due pagherei?

Chiaramente cercherei di liberarmi di quella cattiva tenendo quella buona.

Ma questo stesso ragionamento non lo farò solo io, ma lo faranno tutti, col risultato che si vedranno le monete cattive circolare a gran velocità, mentre quelle buone tenderanno a sparire quasi del tutto.

A riguardo di questo secondo punto appare subito evidente che il BTC, finora, ha ottenuto quasi tutto il suo successo come mezzo di risparmio; e la funzionalità del Bitcoin come mezzo di scambio viene messa in dubbio già solo da questo fatto.

Un terzo appunto teorico, vorrei farlo a riguardo del fatto che il denaro debba essere qualcosa che esiste di per sé.

Nei sistemi a compensazione non è così: prendiamo ad esempio il Sardex, moneta complementare italiana.

Il Sardex si presenta come moneta con cambio 1 a 1 rispetto all'euro, ma non esiste un autorità che emette il Sardex, né esistono banche che detengono sardex.

Esistono aziende che si iscrivono al circuito Sardex, in base al loro potenziale economico si vedono attribuire una "soglia di indebitamento" e possono cominciare ad acquistare a debito fino al tetto massimo stabilito dalla soglia.

Contestualmente possono vendere in Sardex, ripagando i propri debiti.

L'impegno che assumono tutte le aziende iscritte al circuito è di raggiungere il saldo zero per il 31 dicembre (chiusura annuale di bilancio).

Ciò che è interessante da notare è che finché nessuno compra o vende qualcosa i Sardex non esistono, si tratta di una moneta che si crea all'atto della transazione.

L'apparato di supporto si riduce a un banale data base, che registra chi deve a chi e quanto.

Ho portato questo esempio per paragonarlo al sistema di mining del Bitcoin, confronto che dovrebbe far arrossire dalla vergogna Sakamoto, il quale ha escogitato un metodo di produzione elefantiaco, con immane sperpero di tempo ed energia, quando esistono esempi, come questo, in cui la moneta è prodotta a costo zero da chi la usa.

Adesso passiamo ai risvolti macroeconomici.

Il video accusa il sistema odierno (che peraltro anch'io critico fortemente) di affidare al governo il controllo dell'offerta di moneta, con un'insostenibile pretesa di finanza programmata.

A parte che, nei fatti, non è il governo a controllare l'offerta di moneta e che gli strumenti utilizzati di politica espansiva (Quantitative Easing) sono di dubbia efficacia, ma proviamo a vedere cosa implicherebbe la sostituzione dell'attuale sistema monetario col BTC.

Primo, non esisterebbe una politica monetaria; quindi sarebbe il mercato a decidere come va l'economia e un mercato perfettamente libero significa solo che i pesci grossi mangiano quelli piccoli.

Se poi la sostituzione degli euro coi BTC avvenisse senza una previa redistribuzione dei beni capitali, i plutocrati attuali diventerebbero in breve tempo detentori della gran massa dei BTC, senza più speranze di inversione di rotta.

In secondo luogo oggi, in caso di crisi, può intervenire lo Stato, domani coi Bitcoin chi interverrà?

E il criterio di investimento come potrebbe avvenire?

Oggi se io voglio fare un investimento potrei ottenere i soldi creati da una banca (soldi che prima non c'erano) per aprire un'impresa o costruire una grande opera, soldi che poi scompariranno con la restituzione alla banca.

Domani se volessi aprire un'azienda di astronavi o costruire il ponte di Messina come mi finanzierei?

La limitazione di offerta di moneta imposta dal Bitcoin sarebbe una mannaia che limita finanziariamente ciò che sarebbe possibile fisicamente.

Una negatività virtuale che limita un'opportunità reale… ma non è ciò contro cui lottano i benpensanti di Luogocomune?

Inflazione, scarsità controllata, limitazione finale del BTC...

L'inflazione non è "quando ci sono troppi soldi", ma è un aumento generalizzato dei prezzi dovuto al fatto che la domanda supera l'offerta.

La distinzione è d'obbligo, perché i risultati non coincidono affatto.

Prendiamo tre tipologie di prodotti: la fontana di Trevi, un appartamento in città, una caramella.

Nel caso del pezzo unico (la fontana di Trevi) qualora venisse venduta all'asta, ogni centesimo di offerta di acquisto (economicamente "domanda") si traduce in un centesimo in più nel prezzo.

Nel caso di un appartamento (bene di uso a disponibilità limitata) esiste un coefficiente per cui la domanda si traduce in parte in acquisti meno costosi (per ampiezza classe o località dell'appartamento) in parte in costruzione di nuovi appartamenti, in parte in aumento di prezzo.

Nel caso della caramella l'aumentata domanda di solito si traduce in un prezzo stabile o persino in un abbassamento del prezzo, perché il produttore potrà sfruttare maggiormente gli impianti senza accrescere i costi fissi o, addirittura, in caso di grande aumento di domanda, rinnovare gli impianti con un miglioramento di efficienza che non solo aumenteranno il suo utile per unità di prodotto sulla quantità eccedente rispetto a prima, ma su tutta la produzione.

Questa premessa era doverosa per confutare la sciocca affermazione che: quando le banche stampano, il tuo denaro vale meno.

Dipende a chi viene dato quel denaro e come viene usato, la correlazione diretta è concettualmente un'affermazione cialtronesca.

Il video critica anche l'obiettivo dell'inflazione al 2% perseguito dalle banche centrali. Quando sussiste scarsità monetaria si ha la situazione in cui il panettiere espone il pane in vetrina, l'affamato fuori lo guarda ma non ha i soldi per comprarlo, col risultato che uno muore di fame e l'altro fallisce e chiude il negozio.

Questa situazione ovviamente è la più perniciosa e la più stupida al tempo stesso e quindi deve essere assolutamente evitata.

Il ragionamento per cui si punta a una debole inflazione è quello di avere la garanzia che tutte le merci prodotte siano vendute o almeno vendibili.

La vera critica, che raramente si fa a questo obiettivo, non concerne la quantità di moneta prodotta, ma deve guardare alla distribuzione del reddito: non serve che esista tanto denaro se è concentrato in poche mani (a cui non serve spenderlo), al contrario tutto il denaro che sarà dato ai bisognosi verrà speso e creerà effettivamente domanda. Il timore dell'inflazione riguarda soprattutto la moneta-risparmio, mentre la moneta- scambio ne soffre meno, anche se un meccanismo tipo scala-mobile, per i redditi dipendenti e le pensioni, sarebbe semplicemente doveroso.

Comunque l'idea di scarsità controllata può essere utile solo ed esclusivamente in ottica di risparmio, cioè ciò che è di ostacolo a una moneta per essere una vera moneta. Per quanto riguarda la limitazione finale dei BTC, la prima ovvia domanda è: se non bastassero?

Quando il denaro scarseggia si produce un rallentamento di tutta l'economia, quindi una moneta che non si può produrre a piacere si espone a terribili rischi deflattivi. A livello puramente speculativo si potrebbe ipotizzare un costante apprezzamento del BTC con contestuale abbassamento dei prezzi.

La storia dice che questo fatto non accade e il ragionamento corrobora la storia. Quando il panettiere ha letto sul Sole 24 ore che il BTC è salito del 2% forse che abbasserà il suo prezzo del 2%? Ma non ci pensa neanche, se prima non è sicuro che tutti i suoi fornitori (farina, elettricità, dipendenti, affitto) faranno altrettanto, il che è praticamente impossibile.

Un'altra domanda è perché non dovrebbe crearsi un mercato secondario dei BTC?

Nel momento in cui qualcuno emette una cambiale in Bitcoin e questa possa essere girata, abbiamo un titolo che funziona come denaro (come oggi ci sono le forme M1, M2, M3 etc).

Quindi si creerebbe un'emissione di denaro a credito da parte di privati.

Da una parte il video denuncia la emissione di denaro a credito da parte delle banche, ma il Bitcoin non ha nessuna caratteristica che impedisca lo stesso meccanismo.

E una volta che si comincia le cose procederebbero più o meno come oggi.

La gente si affiderebbe agli enti che offrono maggiori garanzie, che so alla Bitcoin Foundation, che occuperebbe il posto lasciato dalle vecchie banche.

Magari costerà meno, ma il principio è lo stesso.

Mi fermo qui con questa panoramica, convinto di aver già versato sufficiente acqua gelata sui bollori entusiastici dei sostenitori del Bitcoin, ma soprattutto convinto di aver fornito qualche utile strumento di analisi agli amici di Luogocomune.