Il primo ministro slovacco si oppone fermamente alla dittatura dell'OMS: Bratislava rifiuta il "trattato sulle pandemie"

Da quando è tornato primo ministro della Slovacchia, qualche settimana fa, Robert Fico ha dato filo da torcere ai suoi partner occidentali. Prima ha dichiarato che il suo Paese non avrebbe più partecipato al sostegno occidentale all'Ucraina e non avrebbe più inviato armi.

Poi è arrivato il colpo di scena: Fico ha annunciato che il suo governo non avrebbe firmato il trattato che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) voleva imporre sulle pandemie. Anche i deputati dello SMER, il partito di Fico, hanno votato contro la ratifica in Parlamento. Fico, che ha formato una coalizione con il partito di centro-sinistra HLAS e il partito di destra Slovenská Národná Strana, durante il suo discorso di un'ora si è opposto fermamente a qualsiasi rafforzamento dei poteri dell'OMS a spese della sovranità nazionale.

 

Al contrario, ha affermato che solo "case farmaceutiche folli" avrebbero potuto sognare una cosa del genere. In effetti, in caso di una futura "pandemia", i poteri dei ministeri della Sanità dei Paesi firmatari verrebbero trasferiti all'OMS secondo i termini dell'accordo.

A questa organizzazione, che non è eletta da nessuno, verrebbero conferiti poteri decisionali draconiani e avrebbe la facoltà non solo di obbligare i Paesi firmatari ad acquistare vaccini e farmaci, ma anche di ordinare vaccinazioni obbligatorie senza che lo Stato, con il suo governo eletto, possa opporsi.

Fico ha descritto l'intero accordo come "un piano di avide aziende farmaceutiche".

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