Il ministro della Salute Roberto Speranza non molla e prepara gli italiani, con quella che suona più come una minaccia che come una promessa: “Stiamo preparando una campagna di vaccinazione larga con il vaccino adattato ad Omicron per l’autunno. Le fasce d’età verranno decise a luglio”. Dunque, ci risiamo. Con l’inganno di non dire che sarà una quarta dose ma una prima dose del “vaccino” aggiornato, gli italiani dovranno tornare a sottoporsi al trattamento. È facilmente prevedibile che quindi torneranno Green pass, sospensioni e licenziamenti dal lavoro.

Nella sua intervista a La Stampa Speranza ha aggiunto: “Però i più fragili – quelli che hanno più di 80 anni, o vivono in Rsa, o quelli tra i 60 e i 79 anni che hanno particolari fragilità – possono fare subito la quarta dose. Per loro il mio appello è a non aspettare l’autunno”.

 

E sempre in vista dell’autunno dice Speranza: “Preoccupato? Bisogna sempre essere vigili, ma non possiamo pensare di affrontare il Covid come nel 2020. Allora non avevamo vaccini, antivirali, monoclonali. Oggi – sottolinea Speranza –abbiamo molte più armi e ne avremo di ancora migliori con i vaccini adattati”. 

“Bisogna essere prudenti, proteggersi, vaccinarsi, ma i numeri delle ospedalizzazioni sia da noi che in Paesi dove si sono superati i 100 mila casi al giorno, come Francia e Germania, dimostrano che la situazione è meno preoccupante. Mi viene detto – ha detto Speranza – che sono un ministro molto duro, molto rigoroso, il ministro che è stato sempre molto fermo anche in scelte non sempre semplici da fare, ma fatte sempre in piena coscienza e piena convinzione in dialogo costante con la nostra comunità scientifica. I numeri di questi giorni però dimostrano che siamo ancora dentro questa sfida”.

“Anche se siamo in un tempo nuovo e abbiamo strumenti che ci sognavamo due anni fa, quando tutti noi speravamo nell’arrivo di vaccini, di monoclonali e di antivirali. Mediaticamente – ha evidenziato il ministro – c’è stato un effetto abbastanza netto: la guerra ha sostituito il Covid, che è scomparso dai talk show e dai giornali. Questo è l’impatto mediatico, ma in realtà la guerra si è aggiunta al Covid, non è che è scomparso perché una mattina i carri armati di Putin hanno invaso l’Ucraina”.

Fonte Il Paragone