Ho ricevuto questa mail fra le “domande a contro.tv”, ma la ritengo molto importante, e preferisco pubblicarla su luogocomune. Merita una risposta collettiva, non soltanto mia.

Gentile Massimo Mazzucco, gentile Roberto Quaglia, potete darmi un consiglio? Perdonatemi il pianto greco, ma sono disperato e terrorizzato. Per favore, ascoltatemi e datemi una mano a capire come uscirne, se vi viene in mente una via d'uscita.
Io non mi oppongo perché non posso andare più al bar. Per favore, ascoltami, perché sono abbastanza disorientato. Io ho la mente sveglia e lucida, ma qualche istinto suicida ce l'ho.

I vaccini mi fanno troppa paura, non vorrei farmi inoculare la "brodazza" sperimentale. La mia fascia d'età (46 anni) non è tanto a rischio Covid, ma è a rischio effetti collaterali da vaccini.

Sto leggendo di tanti casi di giovani stroncati improvvisamente da malore, anche se non ci dicono se fossero o no vaccinati.

L'autista di quel pulmino a Capri, ad esempio. Non ne sono certo, ma quel povero ragazzo quasi sicuramente era vaccinato, perché era pendolare da Napoli e, grazie allo "sceriffo" De Luca, Capri è isola "covid free". Se vuoi sbarcare a Capri o ti vaccini o fai il tampone ogni volta. Non credo che facesse un tampone al giorno, col rischio quotidiano di risultare positivo e di non poter andare a lavorare. In più era anche volontario della Croce Rossa, quindi, in quanto sanitario volontario, ci possiamo quasi mettere la mano sul fuoco che avesse ricevuto il vaccino.

Ed a soli 33 anni è stato stroncato da un infarto alla guida di un pulmino pieno di gente su una strada a strapiombo. Fortuna che stava ancora a Marina Grande, fortuna che non stava andando ad Anacapri! Altrimenti, se fosse precipitato da lassù, da 300 metri di strapiombo, non avrebbero trovato neppure le briciole del pulmino.

Tutto il giorno seduti alla guida del pulmino, su e giù per le stradine strette di Capri, dove bisogna essere precisi al millimetro nelle curve, col caldo, con l'affollamento, senza sgranchirsi le gambe, il trombo ci può scappare, ok, sebbene ci siano autisti molto più anziani che lo fanno da decenni ed a Capri non era mai successo...

Forse è solo una fatalità, un caso su un milione, ma di casi di giovani stroncati improvvisamente da un malore se ne sentono tanti, ultimamente: attori, scrittori, ecc... e non vorrei trovarmi su quel pulmino su un milione!

Una delle mie paure somiglia alla "domanda da un milione di dollari" di Massimo a proposito dei piloti d'aereo vaccinati. Ma non è la più spaventosa. Ho anche una paura molto più immediata.

Ho troppa paura dei vaccini, non avrei nessuna intenzione di farmi vaccinare, ma ho un grosso problema: il mio lavoro è di guida turistica. Dal 6 agosto non potrò più entrare in un museo senza green pass. Quindi non potrò più lavorare.

E la mia categoria, già penalizzata da un anno e mezzo di disoccupazione, è talmente prostrata che non sembra disposta a ribellarsi, anzi tanti si sono già vaccinati. Non trovo nessuna sponda tra i miei colleghi.

Allora, se non voglio vaccinarmi, farò il cameriere? Il barista? Tenterò un concorso pubblico? Niente da fare: anche in questi casi ci vuole il green pass. Nei ristoranti, nei bar, ai concorsi pubblici.

L'unico posto dove non serve è in Parlamento. 500 deputati alla Camera senza green pass vanno bene. 50 spettatori in un teatro no.Come dire: "Noi siamo noi e voi non siete un c***o".

Insomma, di che morte devo morire? Di vaccino o di fame? Come posso resistere? Siamo stati, ormai, sconfitti? Devo aver paura? Dal 6 agosto non posso più lavorare se non ho il green pass. In che cosa consiste la mia libertà? Scegliere se morire di vaccino oppure di fame?

Va bene che di qualcosa bisogna pur morire, ma come si esce da questa situazione oggi, nell'immediato? Siamo stati già sconfitti? Tanto vale la pena morire da eroi, di fame, resistendo per una causa persa? A me va bene, tanto che non ho figli, non ho moglie e di qualcosa bisogna comunque morire. In più non se ne accorgerebbe quasi nessuno se io morissi di inedia. Mi va bene.

Ma voi cosa mi consigliate?

Stefano I.