di Stefano Re

Nel corso degli ultimi decenni qualcuno si è dato molto da fare per convincere intere popolazioni che la nostra specie viva sotto minaccia di estinzione da parte di morbi letali. Curiosamente, questo ruolo è stato attribuito dapprima a morbi esotici e sconosciuti, come la peste suina, l’aviaria o l’ebola. Epidemie coperte da una ampia campagna di stampa e da lucrose campagne di vaccinazione, in seguito dimostratesi false emergenze provocate a tavolino da scienziati pagati dalle case farmaceutiche.[1] Evidentemente il modello “malattia esotica” non ha avuto l’impatto sociale desiderato, così si è passati a demonizzare malattie comuni ed endemiche, come il morbillo e la pertosse o persino tirare fuori dal cappello malattie ormai praticamente scomparse come la difterite. Finché non è arrivato qualcosa di adeguato a spargere il terrore: il COVID-19 della famiglia dei Coronavirus.

Estremamente infettivo, ma meno letale della comune influenza. E difatti, per chi non lo sapesse, non è una influenza: è un comune raffreddore. Non lo dico io, lo dicono i testi scientifici: la patologia provocata dalla famiglia dei Coronavirus è precisamente il “comune raffreddore”.[1b] Certo, come ogni comune raffreddore può evolvere in polmonite, e forse questo ceppo lo fa con maggiore insistenza del solito. Però minaccia seriamente la salute degli ultraottantenni già affetti da gravi patologie, in linea con ogni altro raffreddore stagionale.

Supervirus o iposanità?

Come mai allora in Italia le terapie intensive sono al collasso? Forse perché dal Governo Monti in avanti la Sanità Pubblica ha subito tagli spaventosi ai propri fondi.[2] Si calcola che i posti letto per centomila abitanti siano passati da mille a 260: oltre il 75% in meno. Già nel gennaio del 2018 per gestire l’influenza le terapie intensive erano al collasso, i malati venivano tenuti in attesa, medici venivano richiamati dalle ferie.[2b] Da allora, la Sanità Pubblica ha visto soltanto ulteriori tagli alle proprie risorse e ai propri posti letto.[2c] Nessuno stupore che alla prima effettiva necessità il sistema entri in crisi. Il problema non è un “supervirus”: è un sistema sanitario aziendalizzato, ridotto all’osso in termini di mezzi e personale, tanto che basta la diffusione di un brutto raffreddore a metterlo in crisi.

L’indotto del terrore

Quel che i media si scordano di ricordare al pubblico è che in Italia che ogni anno muoiono cinquecento persone di influenza e ottomila di polmonite.[3] La minaccia insomma, c’è sempre stata, e ci abbiamo sempre convissuto. Questo è il tocco di genio di siffatta strategia del terrore: rendere spaventoso e motivo “di emergenza” ciò che finora abbiamo considerato innocuo.

Ma a cosa serve diffondere paura per malattie altrimenti consuete? Serve a garantire due risultati. Il primo è semplice: la paura vende. Se ti terrorizzo per un raffreddore, correrai a comperare farmaci e qualsiasi altra cosa ti possa fornire anche solo l’illusione di protezione, come ad esempio le mascherine, di fatto quasi totalmente inutili a proteggersi dal virus. Ogni allarme pandemico comporta un indotto enorme di prodotti farmaceutici. Sui media vengono persino rilanciate dichiarazioni grottesche tipo: “il vaccino antinfluenzale non protegge ma aiuta contro la paura” – come se i medicinali andassero usati per “tranquillizzarsi”. Sei preoccupato per il mutuo? Infilati una supposta di Tachipirina. Questo il livello di delirio in cui siamo ormai immersi.

Il secondo risultato garantito dalla diffusione della paura, assai peggiore e per qualcuno prezioso, è che giustifica l’adozione di “misure di emergenza”. Ci torneremo più avanti, ora ci aspetta un tour esplorativo nel magico mondo della scienza, o almeno di ciò che ci viene raccontato come “scienza”.

La scienza è affidabile?

Nell’incertezza degli allarmi più o meno credibili, è logico cercare dei dati e delle fonti affidabili. Purtroppo però, non soltanto la medicina ma l’intero ambito scientifico non ha una voce unica e tantomeno una voce affidabile. L’enorme maggioranza di ciò che oggi ci spacciano per “scienza”, non è affatto scienza.

Sono proprio i portavoce della scienza ad affermarlo: nel 2015, Richard Horton, Editore della prestigiosa rivista scientifica Lancet, dichiarava senza mezzi termini che una buona metà della ricerca medica è “nella migliore delle ipotesi inaffidabile e nella peggiore completamente falsa.” L’editore ha spiegato come le maggiori compagnie farmaceutiche falsificano o manipolano gli studi sulla sicurezza, tossicità ed efficacia dei farmaci sfruttando campioni troppo piccoli per avere validità statistica o assumendo laboratori e scienziati in evidente conflitto di interesse che favoriscono la casa farmaceutica per ottenere ulteriori finanziamenti.[4] Gli fa eco la Dottoressa Marcia Angell, Editrice ventennale dell’altrettanto prestigioso New England Medical Journal: “È semplicemente impossibile credere alla maggioranza della ricerca che viene pubblicata, o fidarsi del giudizio di famosi scienziati e autorevoli linee-guida della medicina. Questa è la spiacevole conclusione cui sono giunta in vent’anni come editore del New England Journal of Medicine.”[5] Ed ancora, il Dr. John Ioanidis, esperto a livello mondiale di ricerca medica che ha dedicato la sua carriera a combattere contro la “bad science”, alza l’asticella, affermando che “il 90% degli studi medici pubblicati su cui i dottori si basano è inaffidabile. Le case farmaceutiche selezionano in modo accurato gli studi da finanziare, ad esempio, perché comparino i loro prodotti con altri presenti sul mercato che sanno già risulteranno inferiori. Spesso sono le domande stesse ad essere fraudolente, non le risposte.”[6] Questo non bastasse, nel 2018 fa la rivista Nature pubblicava allegramente uno studio che includeva 1576 scienziati. Lo studio chiedeva di verificare la riproducibilità di studi scientifici pubblicati, propri e altrui. Oltre il 70% degli studi è risultato non riproducibile, e solo il 50% degli scienziati è stato in grado di riprodurre persino i propri stessi studi.[7]

La voce della scienza, o soltanto de La$cienzah?

Ma se le riviste e gli studi mostrano incertezza, a chi potremo mai rivolgerci per ottenere qualche sicurezza perlomeno in ambito sanitario? Proviamo con l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo organo sovranazionale è nato proprio per raccogliere dati da tutto il mondo, studiare i problemi relativi alla sanità e sviluppare programmi per farvi fronte.

Purtroppo però, i finanziamenti degli Stati che avrebbero dovuto sostenere queste attività si sono fatti sempre più esigui, mentre di converso sempre più massicci sono diventati gli investimenti di enti e individui privati. Ci sarebbe solo da festeggiare per questa generosità, non fosse che i fondi stanziati dai privati sono vincolati. Significa che possono venire spesi soltanto per sviluppare attuare i programmi indicati dal donatore. Ed ecco come l’OMS da ente imparziale è diventato di fatto proprietà degli privati: nel 2017 l’80% dei fondi ricevuti dall’OMS erano destinati a progetti selezionati dai donatori.[8] La sola Bill & Melinda Gates Foundation è primo finanziatore dell’Oms dal 2013. Le associazioni di case farmaceutiche come la GAVI seguono a ruota. Pagano loro, decidono loro: sia cosa vada studiato, sia cosa vada proposto, sia cosa vada raccontato al mondo.

Il controllo diretto degli enti preposti alla divulgazione scientifica è uno dei tasselli essenziali per comprendere ciò che sta accadendo. Programmi per lo sviluppo delle fognature e l’aumento dei livelli di igiene del terzo mondo vengono abbandonati in favore di programmi per la vaccinazione a tappeto di intere popolazioni. Perché i farmaci fanno guadagnare, le fognature no.

Diritti che scompaiono

E proprio da questi enti, cioè da chi li tiene al guinzaglio, viene lanciato l’allarme per sempre più frequenti “pericolose epidemie”. Ultime star di questa galleria, il morbillo e il raffreddore. Due malattie periodiche, una ricorrente ogni circa quattro anni e l’altra stagionale, con cui conviviamo come specie da millenni, e che abbiamo sempre considerato poco più che un lieve inconveniente, ci vengono d’improvviso dipinte come letali pestilenze. E sulla base di questa narrazione apocalittica, di questo dipinto a tinte fosche, ecco arrivare le leggi speciali. Leggi d’emergenza, leggi di Salute Pubblica, che controllano, limitano, cancellano uno dopo l’altro praticamente tutti i diritti individuali.

Ad esempio il diritto di parola, cancellato da censure sulle opinioni, tanto nel dibattito ufficiale, sui media a larga diffusione, quanto in ambito professionale, e specialmente medico, dove chiunque presenti ragionamenti e osservazioni non in linea col pensiero unico viene deriso, insultato, osteggiato professionalmente quando non radiato dagli ordini professionali di appartenenza.[9] Il diritto di parola e pensiero viene oggi aggredito con forza ancora maggiore persino sui social network, dove viene zittito o oscurato chiunque critichi la narrativa “ufficiale”.[10] Una censura stolida e capillare che si estende ormai alla discussione su qualsiasi tipo di evento, da attacchi terroristici a guerre e invasioni fino appunto a epidemie e fantomatiche “emergenze sanitarie”.  Ma anche il diritto allo studio, cancellato con leggi che prevedono in Italia ormai da tre anni l’esclusione dalle scuole di bambini *del tutto sani*, con la grottesca motivazione di essere considerati “minacce per la Salute Pubblica” perché non assumono un farmaco. E il diritto al lavoro, messo in discussione insieme a mille altre libertà personali da bozze di leggi che limitino la partecipazione ai concorsi pubblici o persino il rilascio della patente o altri documenti a chi non risultasse in regola con il “piano vaccinale” – cioè a chi non assuma dei farmaci.[11] E il diritto al libero spostamento, già minacciato dalla creazione di un fantomatico “passaporto vaccinale”, proposta lanciata dai soliti panel di “esperti” nominati dalle case farmaceutiche e approvata nel totale silenzio dei media dalla Commissione Europea in data 7 dicembre 2018.

Ce lo chiede Leuropah

Nello stesso documento troviamo le basi per la sistematica violazione del diritto alla privacy. Ai punti 14 e 15 si parla precisamente di “registri delle vaccinazioni e dei sistemi d’informazione, al fine di migliorare il monitoraggio dei programmi di vaccinazione e facilitare lo scambio di informazioni tra i fornitori dei servizi di vaccinazione.” Si parla di “strategia per il mercato unico digitale e la comunicazione sul piano d’azione Sanità elettronica 2012-2020.” Si parla di “soluzioni di sanità elettronica e basate sui Big Data.” Si parla di un piano vaccinale sovranazionale: “un approccio alla vaccinazione sull’intero arco della vita, al di là degli anni dell’infanzia”.

Signore e signori, la burocrazia della follia scientista è schierata in tutto il suo splendore. I vostri dati sanitari personali finiranno negli archivi delle grandi aziende per l’uso che preferiranno farne, mentre commissioni di tecnici eletti da nessuno decideranno che farmaci dovrete obbligatoriamente assumere, vita natural durante. Perché il corpo in cui vivete non è più roba vostra. Ed ecco sparire anche il diritto all’inviolabilità del proprio corpo.

L’idea è poter costringere intere popolazioni ad assumere farmaci, per tutta la vita, dalla nascita alla morte, anche contro la propria volontà. Dulcis in fundo, si parla di passaporto vaccinale. “Una tessera/un passaporto delle vaccinazioni comune per i cittadini dell’UE”. Chi non cede il suo corpo alla sperimentazione, non potrà nemmeno scappare dalla Nuova Gloriosa UE Scientista.[12][13]

Offensiva globale

Se è vero che l’Italia è stata scelta come apripista per questa spaventosa manovra di trasformazione sociale, e che l’Europa sembra essere vittima predestinata al contagio immediato, l’offensiva scientista non è solo Europea. Nel mondo si moltiplicano gli episodi di deriva antidemocratica.

Nell’agosto del 2019, nella Contea di Erie, dello Stato di New York, il Dipartimento della Salute ha vietato di punto in bianco ai bambini non vaccinati di salire sullo scuolabus.[14] Come se vietare di usare l’autobus a bambini del tutto sani impedisse ad eventuali malattie di salire sull’autobus. A sessant’anni dall’abolizione della segregazione delle persone di colore sugli autobus, ecco riemergere forme di discriminazione sui mezzi pubblici.

Nel marzo dello stesso anno la Contea di Rockland, sempre Stato di new York, rendeva effettivo il coprifuoco con una legge speciale che vietava ai bambini non vaccinati di frequentare posti pubblici.[15a] Precisamente, vietava loro di avvicinarsi a gruppi di più di cinque persone. Quindi niente chiesa, niente parco giochi, niente scuola, niente autobus o altri mezzi pubblici, niente strade. Mettiamo però bene a fuoco: non si parla di bambini malati, dunque portatori di malattie e possibili contagi: parliamo di bambini del tutto sani, cui è stato vietato di uscire di casa perché considerati minacce per la salute pubblica. Il motivo di questa misura? Una emergenza dovuta ad epidemia di morbillo. E sapete quanti casi di morbillo erano presenti in quei tristi giorni di coprifuoco? Cinque.[15b] Cinque casi su una popolazione di oltre trecentoventottomila persone. Cinque casi di morbillo, che ovviamente stavano a casa loro a letto a curarsi, mentre ad altre migliaia di bambini veniva vietato di uscire di casa. Per fortuna questa ennesima follia è stata revocata da un giudice federale.[15c]

Nessun giudice ha invece fermato a Brisbane, in Australia, la rimozione di un cartellone pubblicitario regolarmente affittato da una associazione che critica l’obbligo vaccinale. Il contenuto del cartellone è stato giudicato “hate speech”, diffusione di odio insomma, dal Dipartimento della Salute, che ne ha ordinato la rimozione.[16] Il contenuto del cartellone raffigurava un neonato e la domanda: “vaccinato o non vaccinato, chi è più sano?”. Nel regno del terrore de LaScienzah porre o porsi domande sulla salute equivale a “diffondere odio”. Chiedersi se un trattamento sanitario ci renda più sani oppure no, diventa un reato.

Presente Distopico

In conclusione, se il COVID-19 sia oggi davvero una minaccia effettiva – e nel caso, per chi lo sia – non è facile capirlo nella ridda di dati e informazioni inaffidabili che vengono diffuse. Che si stia diffondendo terrore per indurre le popolazioni ad accettare “leggi di emergenza” sempre più estreme che stanno demolendo lo Stato di Diritto invece è un tragico, spaventoso ed evidente dato di fatto. Mai i mondi descritti da Orwell nel libro “1984” e da Huxley in “Brave New World” ci sono stati più vicini, nel nome de LaScienzah.

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