"La guerra globale contro la droga è fallita, erodendo la salute pubblica e i diritti umani, e a questo punto deve essere messa da parte a favore della decriminalizzazione." Queste sono le conclusioni di una ricerca commissionata da un'importante rivista medica.

La battaglia contro le droghe ha avuto un impatto insignificante sui meccanismi globali di domanda e offerta, e non è difendibile dal punto di vista della sanità pubblica nè su basi scientifiche. Lo dicono gli studiosi che hanno portato a termine una corposa ricerca commissionata unitamente dalla rivista Lancet e dalla Università John Hopkins Ivy League.

Il rapporto rivela prove convincenti che gli stati europei come la Repubblica Ceca e il Portogallo abbiano ottenuto risultati positivi dalla decriminalizzazione dei reati minori legati alla droga. Il Portogallo in particolare ha decriminalizzato l'uso personale di droghe come la cannabis, la cocaina ed eroina già nel 2001.

I vantaggi ottenuti, secondo la ricerca, comprendono un miglioramento la salute pubblica, una riduzione dei livelli di carcerazione e un risparmio di denaro pubblico, mentre non si registra un aumento particolare nell'uso problematico delle droghe.

Dopo aver esaminato i dati da ogni parte del mondo, la ricerca ha concluso che le leggi antidroga spesso servono a discriminare le minoranze etniche, razziali e femminili, violando i diritti umani più elementari. Il rapporto inoltre sottolinea come l'incarcerazione sistematica di coloro che commettono reati minori legati alla droga sia la maggiore responsabile per l'aumento dei casi di infezione di HIV ed epatite C fra i consumatori di droga.

Gli autori della ricerca invitano gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ad introdurre la vendita controllata della cannabis, come già avviene in Uruguay e negli Stati americani di Washington, Colorado, Oregon e Alaska.

Il Dott. Chris Beyrer della Johns Hopkins’ Bloomberg School of Public Health dice che il proibizionismo è stato fino ad oggi il fondamento delle leggi nazionali sulla droga. Beyrer sostiene anche che le politiche antidroga che troviamo oggi in Europa e in America siano basate su un'idea dell'assuefazione alle droghe che non ha alcun fondamento scientifico.

"La guerra globale alla droga ha danneggiato la salute pubblica, i diritti umani ed il progresso - ha detto Beyrer - E' ora di ripensare alla radice il nostro approccio alle politiche globali sulla droga, e di mettere le prove scientifiche e la salute pubblica al centro di questa discussione."

Questa ricerca segna una ulteriore spinta per un cambiamento delle leggi sulla droga inglesi, una scelta che è stata appoggiata dall'ex leader liberaldemocratico Nick Clegg e dal miliardario uomo d'affari Richard Branson. Gli esperti suggeriscono che la legalizzazione della cannabis in Gran Bretagna potrebbe far rientrare fino ad 1 miliardo di sterline in tasse.

Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net

Fonte RT