Quando fu eletto presidente degli Stati Uniti, ci domandammo tutti se non fosse solo uno sbruffone, volgare e incompetente, o se invece dietro i suoi atteggiamenti poco eleganti si nascondesse magari un furbacchione stagionato.

A quattro mesi dalla sua elezione una cosa la si può dire con certezza: Donald Trump non ci nasconde assolutamente nulla, ma è semplicemente quello che è: una persona di intelligenza mediocre, assolutamente impreparato ad occupare il ruolo che gli è stato assegnato. E' un uomo chiaramente in balia di forze più grandi di lui, che cerca disperatamente di stare a galla in qualche modo.

Che non sappia minimamente concepire una strategia, lo si è visto chiaramente nel caso del licenziamento di Comey. Credeva semplicemente di liberarsene licenziandolo in tronco, come se si trovasse all'interno di una puntata del suo show televisivo, ma non aveva calcolato il ritorno di fiamma da parte dell'ex-capo dell'FBI, e ora rischia seriamente di essere messo sotto impeachment per aver chiesto a Comey di mettere fine alle indagini sul Russia-Gate.

E ora che è praticamente scappato all'estero, pur di uscire in qualche modo dal vortice delle gaffe quotidiane che lo stava travolgendo a Washington, sta facendo una pessima figura anche sul piano internazionale.

Arrivato a Ryad con in tasca un contratto di vendita di armi ai sauditi per 110 miliardi di dollari, il buon Donald non ha trovato di meglio che fare un discorsetto paternalistico ai suoi alleati arabi, chiedendogli sostanzialmente di "unire le forze per combattere tutti insieme il terrorismo islamico". Chissà le risate che si sono fatti i sauditi sotto i baffi, quando fingevano di annuire compiacenti, mentre sapevano benissimo che erano stati proprio loro a finanziare quello che oggi viene chiamato ISIS.

Non contento, The Donald è riuscito addirittura ad accusare l'Iran di essere loro i fomentatori principali del terrorismo internazionale. E dopo aver scavato ancora più profonda la fossa fra sunniti e sciiti - schierandosi apertamente dalla parte dei primi - Trump è andato in Israele, "per promuovere il processo di pace fra Israele e Palestina".

Dopodichè ha rivelato al mondo il suo piano geniale per raggiungere questa pace in pochissimo tempo: "Incontratevi - ha detto sostanzialmente - e mettetevi d'accordo", dimenticandosi del piccolo particolare che sono almeno tre anni che palestinesi e israeliani non si parlano direttamente. Poi ha indossato la kippah ed è andato ad infilare un bigliettino con su scritto chissà cosa fra le pietre del Muro del Pianto.

Insomma, siamo di fronte ad un totale dilettante, che non ha la minima idea di quello che sta accadendo nel mondo, e che riesce continuamente a sfuggire alle proprie responsabilità con battutine e facile sarcasmo.

Certo, se avesse vinto la Clinton avremmo avuto una vera e propria vipera al comando del mondo. Ma da questo zuzzurellone col parrucchino e la pelle arancione ci saremmo anche potuti aspettare qualcosa di più.

Massimo Mazzucco