Dopo la clamorosa sconfitta dei 5 stelle, inizia la caccia al colpevole. C'è chi dice che il sud non è tornato a votare in massa, "perchè ormai il reddito di cittadinanza l'abbiamo avuto". C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato il tradimento sui vaccini, poichè la fetta di elettorato free-vax sarebbe molto più grossa di quello che si immagina. C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato i vari voltafaccia, sulla TAP, sugli F-35, sull'uscita dall'Euro ecc.
Ma nessuna di queste motivazioni può spiegare un crollo così verticale del supporto elettorale nell'arco di un solo anno. Non dimentichiamo infatti che il 4 marzo 2018 ben 9 milioni di italiani avevano votato cinque stelle, mentre oggi, ad un solo anno di distanza, quella cifra si è praticamente dimezzata. Nessun elemento singolo può giustificare una debacle così clamorosa.
In realtà non è possibile capire il tonfo dei 5 Stelle se non si tiene in considerazione il motivo originale per cui avevano avuto successo in primo luogo.
Personalmente non ho niente da dire sulle elezioni europee, se non che ritengo l'intero meccanismo del voto comunitario una enorme presa in giro nei confronti dei cittadini del nostro continente. Una maestosa messinscena, per dare ai cittadini l'illusione di contare qualcosa, quando in realtà votano per un parlamento completamente svuotato da ogni potere reale. Non solo, ma un parlamento le cui regole obbligano ad alleanze tanto complesse quanto intricate, al punto che le diverse forze politiche si annullano a vicenda nel momento stesso in cui sono costrette ad allearsi fra di loro in un gruppo unico.
In altre parole, il parlamento europeo sintetizza al meglio l'illusione della democrazia, permettendo a ciascuno di dire la sua, ma in modo tale che la voce di ciascuno annulli automaticamente quella altrui. Ne esce una tale caciara di voci contrastanti, che alla fine non riesce a cambiare niente di sostanziale. E mentre si ottiene questo perfetto immobilismo funzionale, le elite tecnocratiche controllano dall'esterno - tramite il controllo del debito e dei meccanismi finanziari - la vita delle varie nazioni.
di Riccardo Pizzirani
Il documento che segue è un dossier di 70 pagine che documenta il trasformismo di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle nell'arco del tempo, nei confronti delle politiche vaccinali nazionali. Iniziando come i più coraggiosi divulgatori dei problemi delle vaccinazioni, quando il Movimento 5 Stelle non si faceva problemi a dire la cosa giusta anche se scomoda, ha poi attraversato una fase di ipocrisia che è approdata, ora che sono al governo, nel dire la cosa comoda anche se è ingiusta. Anche su temi di primaria importanza, come la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Ma davvero serve a qualcosa votare per le europee? Possiamo davvero illuderci che il parlamento europeo possa portare qualche cambiamento sostanziale al modo in cui viviamo? Dobbiamo ancora credere ai partiti che ci raccontano la storiella che l'Europa "va cambiata da dentro"? Oppure quella delle europee è soltanto un'ottima scusa per i partiti per fare la conta a livello nazionale?
In questa intervista Francesco Amodeo racconta di un'Italia che volava, con la lira, negli anni 90, prima che Francia e Germania decidessero di ingabbiarci con l'Euro. E spiega perchè votare oggi per il parlamento europeo non serve a nulla, in quanto si tratta di un parlamento completamente svuotato di poteri.
[Grazie a Peonia per la segnalazione].
In questo lungo monologo-confessione, Claudio Borghi affronta dei quesiti che noi ci poniamo costantemente: fino a che punto è possibile cambiare le istituzioni "da dentro"? E con quale velocità lo si può veramente fare? Quali sono gli ostacoli reali, che magari da fuori non si vedono? Il caso della Rai e della Banca d'Italia sono esemplari al riguardo. (Nella seconda metà del video Borghi affronta invece la questione delle alleanze in Europa).
Beppe Grillo proprio non riesce a rassegnarsi all'idea che il suo tempo è finito, e che dovrebbe ritirarsi in un dignitoso silenzio. Invece, pur di far parlare di sè, continua a fare danni anche da "privato cittadino", quale lui sostiene di essere diventato.
Dopo aver messo la sua firma al documento "pro-scienza" di Burioni, scatenando le giuste ire di tutto il popolo free-vax, ora non ha trovato di meglio che annunciare che parteciperà di persona al prossimo convegno dei terrapiattisti, che si terrà a Palermo il 12 di maggio.
E lo ha fatto nel solito modo codardo e ambiguo, dicendo tutto ed il contrario di tutto: “Amate e coccolate il terrapiattista che è in voi. Nonostante sostengano delle assurdità, molti di loro non sembrano né pazzi e né incattiviti. Si riuniscono, spesso sono ben inseriti nella società, e fanno degli incontri incredibili in grandi alberghi in giro per l’America”.
Nelle gare di motociclismo c'è una regola d'oro: se due piloti riescono ad andare in fuga e a distanziarsi dal gruppo degli inseguitori, l'ultima cosa che devono fare è mettersi a duellare fra loro. Ogni volta che si mettono a duellare per cercare di superarsi, infatti, uno dei due deve uscire dalla traiettoria ideale, e questo comporta una perdita di tempo cumulativa per tutti e due, che rischiano così di farsi riprendere dagli inseguitori. Ai piloti in fuga conviene quindi mantenere le posizioni che hanno, allungando casomai sugli inseguitori, per poi eventualmente giocarsi la vittoria all'ultimo giro.
Nella politica italiana sta succedendo la stessa cosa. Avevamo due partiti che erano schizzati in testa - nel cuore degli italiani - mettendo diverse lunghezze fra sè e l'opposizione, ma invece di mantenere il distacco ed addirittura incrementarlo, sostenendosi a vicenda, si sono messi a fare la guerra fra loro.
Ilaria Cucchi ha ben ragione di essere contenta. Finalmente la marea di omertà e ipocrisia che l'aveva sepolta per 9 anni è stata rimossa, finalmente c'è stata da parte dell'Arma una dichiarazione senza se e senza ma a favore della verità.
Ma le vera domanda è: perchè soltanto adesso?
Fa piacere infatti leggere il Generale Nistri che scrive alla famiglia Cucchi di «nutrire la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto si faccia piena luce, e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà».
Ma dove è stato fino a ieri il generale Nistri? Perchè soltanto oggi questo cambio di direzione?
Non si comprende bene il motivo per cui il Garante per la privacy si sia improvvisamente interessato alla piattaforma Rousseau. Proprio adesso che da quella piattaforma stanno uscendo i nomi dei candidati al parlamento di Bruxelles.
Bene o male, si tratta di una piattaforma interna al Movimento 5 Stelle. Una tecnologia gestita dalla Casaleggio, e finanziata con i soldi privati della Casaleggio e degli stessi parlamentari 5 Stelle.
E' un pò - mutatis mutandis - come se su luogocomune facessimo un sondaggio sulle tendenze politiche del momento, e di colpo intervenisse il Garante per dirci che i nostri sistemi non sono adeguati, non garantiscono trasparenza, eccetera eccetera. Noi sicuramente risponderemmo: "Ma saranno cavoli nostri, o no?" In altre parole, se il sistema non garantisce trasparenza, non dovrebbero essere gli stessi utenti di luogogomune a lamentarsi, a richiedere dei miglioramenti, o eventualmente a smettere di usare il sistema, se non si fidano? Perchè dovrebbe intervenire il Garante, per una questione interna alla nostra comunità?
In un solo colpo, in un solo giorno, con una sola frase, Matteo Salvini è riuscito a svelare tutta l'ipocrisia di cui è imbevuta la sua persona.
Aveva a portata di mano la possibilità di fare un grande gesto - quello di dare la cittadinanza italiana a Rami, il ragazzo egiziano che ha salvato tutti i suoi compagni - ma se l'è bruciata con l'infelice uscita "Si faccia eleggere, e poi cambierà le leggi come vuole lui".
Certo, è vero che Rami ha chiesto la cittadinanza per sè ed anche per i suoi famigliari, ma almeno a lui Salvini poteva concederla. Poteva dire "intanto diamola a lui, poi per gli altri vedremo". Invece gli ha detto di no, e pure in modo arrogante e spocchioso.
Una bella ragazza. Giovane, simpatica, dinamica. Frequenta i giri di Berlusconi, allettata dalle promesse di notorietà televisiva. Passa diverse volte da Arcore, assiste alle serate bunga-bunga, ma non accetta di fare parte del gioco. Spera di portare a casa un contratto televisivo anche senza doversi abbassare a travestirsi da crocerossina con la minigonna.
Poi scoppia il caso Ruby, e lei viene coinvolta nelle testimonianze. E racconta tutto quello che ha visto ad Arcore. O quasi tutto. Il resto promette di raccontarlo in un libro, che - dice - sarà esplosivo.
Ma quel libro non vedrà mai la luce, perchè la ragazza improvvisamente si ammala, e finisce in ospedale. Dopo un mese muore, nonostante le cure intensive. Prima di morire confida ai parenti e ai dottori che teme di essere stata avvelenata.