Mi piacerebbe tantissimo poter rispondere personalmente al presidente Draghi rispetto al suo discorso di stamattina in parlamento. Se ne avessi la possibilità, questo è quello che gli direi.
[Draghi] “A nome del Governo e mio personale, voglio ringraziare il Presidente Zelensky per la sua straordinaria testimonianza. Dall’inizio della guerra, l’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del Presidente Zelensky e dei cittadini ucraini.“
Io non ho ammirato nulla di tutto ciò. Ho invece rilevato una profonda ingenuità nel presidente Zelensky, che si è fatto usare dagli americani per fare da esca all’invasione russa, mettendo inutilmente a repentaglio la sicurezza e le vite dei suoi concittadini. Invasione chiaramente voluta e provocata da Washington, che prima ha incoraggiato Zelensky a rifiutare ogni compromesso con Mosca, e ora lo ha sostanzialmente abbandonato al proprio destino. Come fanno sempre gli americani, d’altronde: basterebbe conoscere un pò di storia per sapere come si sarebbero comportati anche in questo caso.
[Draghi] “L’arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all’esercito invasore.”
Non ci sono mai state “mire espansionistiche” da parte di Mosca, se non nella nauseabonda propaganda dell’Occidente. Putin ha sempre detto chiaramente che interveniva solo a) per difendere i russofoni del Donbass, massacrati dai nazisti di Kiev e b) per impedire un futuro ingresso dell’Ucraina nella Nato.
Da parte dell'avv. Lillo Massimiliano Musso riceviamo con richiesta di pubblicazione:
L’Avv. Lillo Massimiliano Musso, responsabile di Mille Avvocati per la Costituzione, collegio difensivo nazionale delle libertà costituzionali, ha presentato una denuncia alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal procuratore Nazionale Federico Cafiero de Raho contro il Governo Draghi per Eversione dell’Ordine democratico e dell’Ordinamento costituzionale, per gli effetti degli articoli 270, 270 bis, 270 sexies e 287 del Codice Penale. La contestuale petizione a favore della denuncia ha raccolto in meno di una settimana quasi 250 mila firme.
di Aldo Maria Valli
Qualche giorno fa, nel tentativo di capire qualcosa in quel guazzabuglio che sta diventando la scelta del nuovo presidente della Repubblica, abbiamo consigliato di dare un’occhiata a che cosa si dice al di là dell’oceano, negli Usa, perché, che ci piaccia o no, l’Amico americano ha sempre una certa influenza (eufemismo) sulle cose italiane.
E la soluzione prospettata dall’Amico americano è piuttosto chiara: l’ideale sarebbe avere mister Mario Draghi sia a palazzo Chigi sia al Quirinale, perché solo Super Mario può garantire la stabilità politica e la credibilità necessarie all’Italia per rassicurare gli investitori e portare a termine il lavoro di attuazione del Recovery Plan.
Tuttavia, siccome clonare Draghi non si può, ecco l’idea: lasciare mister Mattarella al Quirinale ancora per un paio d’anni, per traghettare poi mister Draghi sul Colle più alto una volta stabilizzata la situazione politica.
Fra le tante misure obbrobriose che il governo sta adottando contro i cittadini che non si vogliono vaccinare, ce n’è una in particolare che è destinata a rimanere negli annali della nostra vergognosa storia: l’impossibilità dei cittadini che vivono sulle isole di raggiungere la terraferma.
Decine di migliaia di persone che vivono sulle piccole isole italiane - da Ponza a Filicudi, dall’Elba a Pantelleria, da Capri all’isola del Giglio – sono letteralmente impossibilitate a raggiungere la penisola italiana, a meno di farsi le vaccinazioni.
Eppure non hanno violato nessuna legge, e non rappresentano alcun pericolo per gli altri, almeno fino a prova contraria.
Visto che i traghetti sono utilizzabili solo con il greenpass rafforzato (che, salvo guarigione, equivale a vaccinazione obbligatoria), chi non possegga un motoscafo o una barca privata è letteralmente prigioniero dell’isola in cui vive.
E’ bastato un uomo con un tavolino, che si è seduto pacificamente in Piazza del Popolo, per far scattare la reazione scomposta ed esagerata del governo: via da Roma per un anno.
Questo è il livello di paura che serpeggia in questi giorni ai piani alti del potere. Hanno avuto paura di un uomo con un tavolino.
Stefano Puzzer ha fatto una mossa geniale: “Visto che ci avevano promesso una risposta che non è mai arrivata – ha detto - vado io a Roma e mi siedo in piazza ad aspettare”. Nulla di più semplice e nulla di più eloquente allo stesso tempo. Quella presenza in piazza, con quelle sedie vuote davanti al tavolino di Puzzer, era un’immagine insopportabile per un governo di vigliacchi che non riesce a giustificare in alcun modo la scelta scellerata del green pass ai suoi cittadini.
E così è scattato l’allontanamento, rivelando il nervo scoperto dei nostri aguzzini: hanno paura.
“Secondo la Lamorgese, durante lo sgombero del porto di Trieste: non c’erano portuali di Trieste, ma solo estremisti; lo sgombero è stato “leggero”. Poi rivela il vero motivo dello sgombero: “il proprietario di maggioranza del porto di Trieste è il porto di Amburgo”. Ecco che cosa è Draghi: è la svendita dell’Italia allo straniero. Con voi poliziotti che divenite manganello in mano a qualche manager di Amburgo. Stanno svendendo l’Italia e utilizzano voi per manganellare chi si oppone. I portuali devono riprendersi il porto. Ma non solo contro il green pass, devono scioperare chiedendo la nazionalizzazione di un porto strategico per l’Italia. Gli italiani sono morti per Trieste, proprio perché non fosse tedesca”.
Qui il video della Lamorgese - Questo personaggio è inguardabile, mi fa vergognare di essere italiano.
Fonte articolo
Questo video pubblicato da Red Ronnie ci permetterà di ricordare sempre quello che è successo a Trieste in questi giorni.
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di Maurizio Martucci
Prepariamoci a tutto, anche al peggio. Perché il segnale arrivato ieri da Roma non lascia scampo all’immaginazione. Il popolo non conta e non deve contare nulla.
E se mai contasse, allora va depistato: ignorate e delegittimate dopo quasi due anni di civile e (a tratti persino) gandhiana opposizione democratica, le piazze italiane gremite da centinaia di migliaia di pacifici manifestanti sono state catapultate nel baratro più bieco della strategia della tensione, con uno schiocco di dita, ad orologeria, scandito al momento opportuno.
Mentre si quisquiglia su semestre bianco, Draghi al Quirinale ed elezioni (con Green Pass?) 2023, è bastata qualche carica d’alleggerimento, il lancio di candelotti lacrimogeni e lo sfondamento del presidiato portone del (fu) sindacato dei (fu) lavoratori per riuscire a rispolverare di gran cassa un adagio antico, noto e sempre pronto all’uso, tanto caro ai burattinai della Prima Repubblica che nella contrapposizione violenta, eversiva e manovrata ‘estrema destra Versus estrema sinistra’ hanno allegramente edificato la legittimazione di un sistema parassitario e subdolo.
Anche se i media di palazzo fingono di ignorarlo, l’unico vero risultato importante di queste elezioni è quello dell’astensionismo.
In proposito Giorgia Meloni ha dichiarato: "Credo che non si possa trattare in modo superficiale il dato sull'astensionismo: quando si vota in città importanti e c'è un astensionismo intorno al 50% non è una crisi della politica ma della democrazia".
Giorgia Meloni, a mio parere, sbaglia. La democrazia funziona benissimo, nel senso che le urne sono aperte, l’accesso ai seggi è consentito a tutti, ed i risultati dello spoglio sono facilmente verificabili dalle parti avverse. Quella che manca invece è proprio la politica: un astensionismo del 50% significa che un italiano su due non va a votare perchè a) non trova sulle schede nessuno da cui si sente rappresentato, oppure b) è convinto che chiunque venga eletto non porterà comunque ad un cambiamento significativo della situazione attuale.
Questa si chiama sconfitta della politica.