Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri finisce di nuovo nell’occhio del ciclone per la questione case. Infatti, stando al programma firmato dall’assessore alle Politiche Sociali, Barbara Funari, coppie lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender avranno diritto a dimore a 5 stelle. Case di lusso per i rifugiati Lgbtq+, insomma. Tutto vero. È quanto contiene il bando di gara del Comune di Roma presentato il 13 dicembre e in scadenza il 20 gennaio.

Come spiega Caterina Spinelli su Libero, “il progetto prevede residenze con wifi e ascensore per le coppie di immigrati Lgbt che chiedono asilo politico o mirano all’ottenimento dello status di rifugiato in Italia”. Queste case, si legge nel bando, “dovranno essere ubicate in zone centrali, quartieri che favoriscano l’inserimento delle persone accolte nel contesto locale, facilitando la costruzione di rapporti relazionali necessari per il raggiungimento di un’adeguata integrazione sociale”. Ma non solo.

Come chiarisce il bando, non potranno mancare gli ascensori, a meno che l’alloggio non sia al pian terreno “o non si sviluppino all’interno di unità immobiliari terratetto”. Finita qui? Neanche per sogno. L’abitazione dovrà “garantire al suo interno la copertura di una rete wifi per consentire alle persone accolte la possibilità di poter accedere gratuitamente ai collegamenti on-line, in modo da consentire la fruizione di servizi educativo-formativi e lavorativi previsti dal progetto”. Il lotto 4 dedicato ai rifugiati Lgbt+ di Roma, prevede l’impiego di 10 appartamenti per la modica cifra di 493.200 euro. Senza contare lo stanziamento pro capite di 45 euro al giorno.

Ma da dove nasce questa esigenza e questo progetto? A quanto pare – spiega l’articolo – i migranti faticherebbero a convivere con persone Lgbt nelle stesse strutture di accoglienza. Circostanza tutta da dimostrare e che genera un succoso cortocircuito. Sottolinea infatti Spinelli: “La sinistra dell’accoglienza separai rifugiati Lgbt dagli altri immigrati perché questi ultimi non li vogliono accogliere. E insomma, chi sono i veri ‘razzisti’? Inoltre appare assurdo il paragone tra il ‘lotto 4′ (quello riservato alla comunità Lgbt) e le fattispecie indicate dagli altri lotti. Ossia rifugiati con disagio sanitario, mentale e/o psicologico; donne singole o con figli minori; vittime di violenza di genere e/o tratta e grave sfruttamento”.

Tradotto: la giunta del piddino Roberto Gualtieri equipara i migranti Lgbt a persone con difficoltà di altra natura. Conclude l’articolo: “Ad esempio nel lotto 3, gli stessi requisiti degli alloggi per coppie gay, devono essere rispettati per le donne vittime di violenza o oggetti di schiavismo. Una similitudine azzardate e forse anche un poco discriminatoria, ma per la quale Marilena Grassadonia si compiace. La coordinatrice dell’Ufficio Diritti Lgbt+ di Roma Capitale insiste sul ‘voltare finalmente pagina’ da parte dell’amministrazione capitolina”.

Fonte IL PARAGONE