Epilogo drammatico dopo le elezioni flop: si sono dimessi il 50% dei fondatori del partito VITA e i candidati più votati. Negato il congresso nazionale e la riorganizzazione interna del partito, un “ufficio di collocamento elettorale”. Ecco le motivazioni dello strappo.  

di Maurizio Martucci

All’indomani del clamoroso flop elettorale, una grave emorragia interna colpisce il partito presieduto dalla parlamentare d’opposizione uscente Sara Cunial: in una settimana si sono infatti dimessi il 50% dei fondatori e i candidati più votati alle recenti elezioni politiche. Tra i fondatori, il primo ad andarsene è stato Luca Teodori del Movimento 3V, seguito poi da Paolo Sensini (No Paura Day) e Maurizio Martucci (Alleanza Italiana Stop5G). Tra i candidati, lasciano anche l’Avv. Renate Holzeisen (per VITA la più votata in Italia ,suo il 6,6% a Bolzano), il ricercatore Stefano Montanari, la nota scienziata Antonietta Gatti e il medico Massimo Fioranelli. Molteplici le motivazioni dello strappo.

Luca Teodori: VITA ha fallito il proprio compito elettorale. Sommando i voti di Italexit e Italia Sovrana e Popolare si supererebbe la soglia di sbarramento mentre ciò non avverrebbe con gli estremamente esigui consensi di VITA. All’entusiasmo iniziale non è seguito un cammino politico all’altezza e – a livello elettorale – perseverare con un simbolo dallo 0.7% è poca roba, quando le potenzialità sono di certo 30-50 volte più ampie: purtroppo oggi VITA non è un esempio di una politica a servizio della concreta realizzazione del bene comune e Sara Cunial non si è dimostrata all’altezza, non è stata la leader che tutti aspettavamo.

Paolo Sensini: “Ignari elettori e attivisti, VITA è poi un partito con un grosso problema politico interno, abbiamo chiesto le dimissioni di Edoardo Polacco, purtroppo respinte da Sara Cunial e Davide Barillari che adesso restano soli. Ho lamentato una gestione opaca del partito, chiedendo una profonda riflessione sugli errori e una riorganizzazione interna. Questa linea è però stata bocciata. Da qui la fuoriuscita, venute meno le condizioni iniziali del progetto VITA. Non c’è’ dialettica, né confronto ma solo imposizioni calate dall’alto.”

Maurizio Martucci: “Alle legittime richieste della base di indire subito un congresso nazionale mi è stato risposto .. ‘non ora, ma tra 1 anno!’ Ho poi evidenziato le evidenti criticità strategiche, i problemi di gestione delle risorse umane e professionali oltre che i clamorosi scivoloni in comunicazione. Ho poi cercato di impedire la trasformazione di VITA in un ufficio di collocamento elettorale, proposte però respinte. I delusi delle politiche nazionali adesso ambiscono alle prossime elezioni regionali del Lazio… roba da primissima Repubblica. L’originario progetto di VITA puntava alla comunità di cittadini consapevoli, alla lotta antisistema … non al posto in poltrona buono per ogni stagione.”

Conclusa quest’esperienza politica, Luca Teodori, Paolo Sensini, Maurizio Martucci, Renate Holzeisen, Stefano Montanari, Massimo Fioranelli e Antonietta Gatti ringraziano tutte le anime belle, coraggiose e il cuore impavido impresso dalla base e dagli ex candidati nei primi due mesi di VITA così come i 200.000 elettori italiani che hanno creduto nell’impresa. “Ma non molliamo di certo – affermano in coro – ci ritroveremo prestissimo ancora più forti e motivati per affrontare il totalitarismo tecnocratico che ci vuole rassegnati, passivi, indebitati e in una condizione di schiavitù. In alto i cuori!”

Fonte Oasisana