Potranno tornare a percepire regolarmente lo stipendio. Standosene però lontani dalle aule e dagli studenti, senza di fatto svolgere la propria professione. A partire dal 1 aprile, le decisioni del governo sul fronte vaccini si trasformeranno in un clamoroso boomerang, con gli insegnanti che ancora rifiutano di sottoporsi alla somministrazione dei farmaci anti-Covid di nuovo retribuiti: l’ultimo decreto approdato in Gazzetta Ufficiale, infatti, conferma che per il personale della scuola permane fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale, con tanto di multa fino a 100 euro. Da aprile, però, decadono tutte le sanzioni.

Non sarà più in vigore, quindi, nemmeno il divieto di recarsi a lavoro con conseguente sospensione dello stipendio. Tutto come previsto, si potrebbe pensare. Ma come rivelato da Paolo Russo sul Corriere della Sera, all’articolo 4 del decreto si legge: “La vaccinazione costituisce requisito essenziale per poter svolgere l’attività didattica a contatto con gli alunni”. Chi non ha ancora ricevuto le dosi, dunque, potrà sì tornare a scuola, ma senza insegnare. Un clamoroso pasticcio, l’ennesimo firmato dal governo Draghi.

I circa 30 mila insegnanti che in tutta Italia non si sono ancora vaccinati si troveranno, dunque, a poter godere di una sorta di vacanza anticipata: andranno a scuola e poi si sistemeranno in qualche stanza a leggere il giornale o sbigare faccende personali, non potendo entrare in aula per svolgere la professione per la quale sono retribuiti. L’Anp, Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità nella scuola, è subito sobbalzata, lanciando l’allarme.

“Non potremo mandare i docenti in segreteria perché sarebbe un demansionamento, ma nemmeno in biblioteca visto che anche lì vanno i ragazzi” ha spiegato l’Anp, mentre il ministero dell’Istruzione ha chiarito che gli insegnanti continueranno a essere sostituiti da supplenti, con tanto di regolare stanziamento ad hoc. Ai dirigenti scolastici, infine, l’obbligo di controllare la situazione vaccinale del corpo docenti. L’ennesimo disastro dell’autoproclamato “governo dei migliori”, soprannome decisamente inadeguato per un esecutivo che continua a infilare un disastro dopo l’altro.

Fonte Il Paragone