Scoppia lo “scandalo” dei parlamentari che hanno usufruito del bonus per le partite Iva, e ricomincia immediatamente la solita sceneggiata all’italiana: "Chiedano scusa agli italiani – sbraita Di Maio - restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore". "Questi deputati chiedano scusa – gli fa eco Fico - e restituiscano quanto percepito". "Non possiamo permettere che questi comportamenti disonorevoli vanifichino tutto il nostro lavoro” chiosa Vito Crimi, capo politico dei 5 stelle. “Si tratta di una vera vergogna” dice sdegnato Zingaretti.

Nessuno che si domandi chi è l’idiota, fra le loro stesse fila, che ha fatto questa legge imbecille.

Perché non è possibile pensare di scrivere una legge del genere, che permette di richiedere 600 euro mensili a chiunque abbia una partita Iva, senza immaginare che ci saranno immediatamente decine di migliaia di persone che ne approfitteranno in tutta Italia, pur non avendone bisogno. E questo vale non solo per i 5 deputati, e per i 2000 amministratori locali e regionali che avrebbero approfittato di una legge così “distratta”, ma per chiunque abbia una partita Iva e non si faccia problemi di tipo morale nel richiedere il bonus da 600 Euro.

È quindi evidente che i primi colpevoli di questo scandalo siano proprio i legislatori, che non possono che aver commesso questo “errore” intenzionalmente, in modo da fare un piccolo regalo ai loro elettori.

Però per i nostri media è molto più facile scatenare la “caccia ai cinque deputati”, piuttosto che dover ammettere pubblicamente che siamo in mano a una banda di ladri patentati.

Massimo Mazzucco