di Francesco Maria Toscano

La Legge di Stabilità predisposta dal governo Conte ha provocato le reazioni compatte e isteriche di una serie di organismi sovranazionali che lavorano con zelo per annientare fino in fondo il benessere italiano.

Questi poteri sovranazionali possono contare poi sul sostegno interno di importanti uomini delle istituzioni che lavorano a viso aperto contro l’interesse nazionale. Naturalmente tutti i poteri bancari e usurai, quelli cioè che controllano a cascata anche i media principali, fiancheggiano le perfide manovre delle solite oligarchie cosmopolite che non hanno mai digerito il ruolo di potenza industriale che l’Italia ha saputo ritagliarsi dal dopoguerra in avanti.

Quelli che oggi tifano per la Ue contro l’Italia sono a ben vedere i degni eredi degli assassini di Moro e Mattei, morti per difendere l’autonomia, la dignità e l’indipendenza dell’Italia agli occhi del mondo.

La Finanziaria varata dai “gialloverdi” non ha nulla di rivoluzionario, anzi in realtà è perfino troppo timida. L’Italia avrebbe bisogno di un deficit ben più alto del 2,4% per ripartire, dopo anni passati a distruggere scientemente il nostro tessuto produttivo grazie all’applicazione di politiche balorde e criminali pensate con il chiaro obiettivo di abbattere la domanda interna (circostanza che, con fare svampito, ammise placidamente perfino Mario Monti).

Perché allora i soliti usurai fanno tanto chiasso? Perché, per quanto insufficiente, il parziale cambio di rotta impresso dal nuovo governo garantirà un sicuro miglioramento del quadro macroeconomico. A quel punto anche i ciechi si renderanno conto del fatto che gli uomini che hanno imposto una politica di cieca austerità lo hanno fatto non per “mettere a posto i conti”, come dicono i bugiardi, ma per bastonare dolosamente le classi medie e proletarie, da schiavizzare al fine di costruire un nuovo equilibrio sociale tra le diverse classi fondato sul sopruso brutale e sulla violenza dissimulata.

D’altronde, cari amici, l’economia è un pochino più semplice di come la raccontano in televisione i “professoroni” pagati dal sistema per rendere complicati anche i ragionamenti più scontati. Se in un periodo di recessione lo Stato sceglie la strada del “consolidamento di bilancio” la recessione peggiorerà con la stessa certezza con la quale se si butta nel fuoco un bicchiere di benzina le fiamme divamperanno. Punto.

Quindi la manovra leggermente “espansiva” voluta da Di Maio e Salvini determinerà di sicuro un aumento del Pil che, automaticamente, abbatterà l’ammontare del debito. Questo i padroni lo sanno e sbraitano per il terrore di venire a breve definitivamente smascherati.

Nonostante le continue aggressioni, però, il governo per ora non cadrà. I nemici dell’Italia stanno temporeggiando nell’attesa di schierare il loro asso nella manica Mario Draghi. Tra meno di un anno, quando scadrà il mandato dell’attuale presidente della Bce, gli “apprendisti” dormienti annidati dentro l’attuale parlamento si desteranno di colpo al fischio di Giancarlo Giorgetti, intimo di Draghi bravo ad insinuarsi dentro lo schieramento “sovranista” con la stessa malizia con la quale il barbaro Arminio penetrò secoli orsono nei gangli decisionali dell’Impero Romano.

Al momento opportuno, potendo contare sul certo sostegno di Mattarella arrivato sul Colle proprio per volere dell’uomo di Francoforte, una provvidenziale e pianificata crisi di governo aprirà la strada alla nomina del primo governo Draghi, presentato al gran completo dalla stampa come un redivivo messia pronto a riparare i guasti gravissimi provocati dai “dilettanti” al potere.

Anche se tutto è stato già deciso nei minimi dettagli, gli “illuminati” tessitori di questa infida tela rimarranno con un pugno di mosche in mano. Perché? Perché chi di dovere ha già predisposto le giuste contromosse in difesa dell’Italia e del suo desiderio di libertà. Non praevalebunt…

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