Dopo la esperienza incerta del direttorio, Beppe Grillo ha ripreso ufficialmente in mano le redini del Movimento. "Ora il capo politico sono io" ha dichiarato senza mezzi termini dal palco di Palermo.

Grillo ha fatto bene. Se le eco dei conflitti interni erano arrivate alle orecchie di tutti, vuole dire che all'interno del Movimento l'aria doveva essere diventata irrespirabile. E in queste situazioni, ove non vi sia una stuttura portante solida e collaudata, si rischia l'implosione in tempi rapidissimi.

Grillo probabilmente è intervenuto ad un passo dal disastro.

Naturalmente, questa rentrèe inaspettata pone una questione di fondo: sono sufficienti dei principi sani e condivisi da tutti a tenere insieme un movimento politico, oppure è comunque inevitabile che prima o poi prevalgano le gelosie, gli egoismi e il desiderio di protagonismo dei personaggi che si trovano ai vertici? [...]

Perchè a questo punto sembrano avere ragione quelli che sostengono fin dall'inizio che per sopravvivere il Movimento 5 Stelle debba strutturarsi con una gerarchia vera e propria, nella quale i ruoli precisi che ciascuno ricopre vadano automaticamente a porre un limite alle gelosie e ai conflitti personali. Oppure è ancora possibile cullare l'illusione di una vera democrazia, orizzonatale e partecipativa, dove ciascuno si imponga da solo i propri limiti personali, e tutti lavorino nell'interesse primario del fine collettivo?

Voi cosa ne pensate?

Massimo Mazzucco