Dicono che tutto si può comprare meno una cosa: la felicità. Ma c'è un'altra cosa che secondo me non si può comperare, ed è il benessere.

Invece Matteo Renzi sembra convinto del contrario. Secondo lui basta prendere dei soldi da qualche parte e darli a qualcuno per creare il benessere. Lo ha fatto appena diventato primo ministro, regalando 80 euro in busta paga ad una decina di milioni di italiani, per un esborso totale di quasi un miliardo di euro.

Il problema è che quel miliardo di euro Renzi non lo ha tirato fuori di tasca sua, ma dai conti dello stato, ovvero dalle tasche degli altri italiani. Quello che è uscito dalla porta in qualche modo deve rientrare dalla finestra (aumento della pressione fiscale, tagli in altri settori, ecc.).

Ora il problema si ripropone, con la faccenda dei contratti di lavoro. Grazie agli sgravi fiscali offerti da Renzi, diverse aziende hanno assunto a tempo indeterminato molti lavoratori precari. [...]

In questo modo Renzi può vantare pubblicamente un "aumento dei posti di lavoro" (che poi la maggioranza siano le stesse persone che cambiano semplicemente contratto non importa). Peccato che non sia Renzi a pagare di tasca sua gli sgravi fiscali, ma che sia - nuovamente - lo stato nel suo insieme a dover assorbire questo nuovo costo.

Ed infatti, oggi la Corte dei Conti ha lanciato l'allarme: “Quando gli sgravi contributivi finiranno, si rischia boom di disoccupati e relativi costi”. D'altronde, non è che ci volesse un genio per capirlo: se ti muovi all'interno di un sistema chiuso, puoi spostare le cifre e le voci finchè vuoi, ma il totale di ricchezza contenuto da quel sistema resta immutato.

Ma il nostro Mago Zurlì se ne fotte, e va avanti a testa bassa a fare regali con i soldi degli altri, contrabbandando tutto questo come un successo personale. In altre parole, da quando è diventato primo ministro, Renzi si sta comprando il consenso usando i nostri stessi soldi. Eppure, alle prossime elezioni ci saranno milioni di fessi che torneranno a votarlo.

Massimo Mazzucco