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   Scienze Economiche
  Liberismo, pubblicità e libertà

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      fiammifero
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#112
Sono certo di non sapere
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un altro modo subdolo per raggirare la legge sulla privacy,addirittura remunerata
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 17/2/2007 0:24
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#111
Mi sento vacillare
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Microsoft obbliga a guardare la pubblicità

IL GIGANTE DEL SOFTWARE ha richiesto la concessione di uno strano brevetto che obbliga la gente a guardare le sue pubblicità.

Il brevetto numero 20070033102 utilizza delle webcam dotate di riconoscimento del volto per controllare se gli utenti prestano attenzione agli annunci. Se non lo fanno il software disabilita o prende possesso del computer. (continua al link)
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Inviato il: 17/2/2007 0:09
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#110
Mi sento vacillare
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Citazione:
Quello che mi chiedo a questo punto è se la pubblicità sia anch'essa diventata una forma di propaganda... una risposta affermativa confermerebbe la stretta connessione tra il potere dello Stato e il potere delle Corporation..


C’è un altro thread aperto su LC su la propaganda e mainstream,
"Capire la Propaganda"
, comunque...

Per rispondere alla domanda su la pubblicità se:
.. sia anch’essa una forma di propaganda.. una risposta affermativa confermerebbe la stretta connessione tra il potere dello Stato e il potere delle Corporation.

Almeno dagli anni’80. Quando si sviluppò il neoliberismo . (Margaret Thatcher e Ronald Reagan)

Citazione:
I media sono fondamentali nella ridefinizione e trasmissione dei valori nel mondo globalizzato (in prospettiva del "nuovo ordine mondiale"?). A quanto pare anche la pubblicità e i creativi che ci lavorano sarebbero condizionati da questo obiettivo.


Quello che volevo mostrare nel post precedente è che “in campo creativo” i presupposti di una “sensibilità” del professionista della comunicazione, praticamente è una sensibilità che appartiene a “una cultura globalizzata.”

La “scala valoriale” non è frutto di un’evoluzione civile e politica, ma con più probabilità è frutto di un preciso intento che porta dritto a far progredire l’impero globale.

[…]
Nella loro smania di far progredire l’impero globale, le corporation, le banche, e i governi (ovvero la corporatocrazia) usano il loro potere economico e politico per assicurare che le nostre scuole, aziende e mezzi d’informazione sostengano quell’idea ingannevole e il suo corollario.

Ci hanno portato al punto in cui la nostra cultura globale è divenuta una mostruosa macchina ….che non avrà altra scelta che divorare sé stessa..

La corporatocrazia non è un complotto, ma i suoi membri promuovono valori e scopi comuni. Una delle sue principali funzioni è perpetuare, espandere e rafforzare progressivamente il sistema.

Ogni occasione è buona per convincerci che fare acquisti è un dovere civico, che saccheggiare la terra aiuta l’economia e che quindi è nel nostro interesse……………………

Se perdiamo colpi , entra in azione una forma maligna di sicario, lo sciacallo.
E se lo sciacallo fallisce, la palla passa all’esercito.


Questi “sciacalli” frequentano i corridoi di Monsanto, General Electric, Nike, General Motors, Wal-Mart e di tutte le grandi multinazionali del mondo…

[…]

John Perkins: Confessioni di un sicario dell’economia
----------------------------

Stato e corporation
Intervista rilasciata a ZNet Germany
Noam Chomsky

[…] Ormai, in quelli che vengono denominati accordi per il commercio, che in realtà non hanno nulla a che fare col commercio, alle corporation sono riconosciuti diritti, che vanno ben al di là dei diritti della persona.

A esse è riconosciuto il diritto a quello, che viene denominato "trattamento nazionale". Le persone non godono di questo diritto.

Ad esempio, se un messicano viene a New York, non può reclamare il diritto al trattamento nazionale, ma se la General Motors va in Messico, può reclamare il trattamento nazionale.

Di fatto le corporation possono persino chiamare a giudizio gli stati, cosa che né io ne lei possiamo fare.

Così a esse sono riconosciuti diritti ben al di là dei diritti della persona. Sono immortali, sono straordinariamente potenti, sono patologiche per obbligo di legge, sono la forma contemporanea del totalitarismo.
[…]
-------------------
_________________
Citazione:
Quelli che creano sono duri di cuore. Nietzsche, Friedrich. Così parlò Zarathustra: II, Dei compassionevoli
Inviato il: 17/10/2006 15:53
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#109
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Ciao nike, ho riflettuto sul testo che hai postato… molto interessante perché inquadra la pubblicità all’interno di un discorso generale sulla funzione dei media nella realtà odierna.

Ci sono espressioni che credo vadano sottolineate:
interesse generale, standard comuni, coscienza collettiva.

I media sono fondamentali nella ridefinizione e trasmissione dei valori nel mondo globalizzato (in prospettiva del "nuovo ordine mondiale"?). A quanto pare anche la pubblicità e i creativi che ci lavorano sarebbero condizionati da questo obiettivo.

Quello che mi chiedo a questo punto è se la pubblicità sia anch'essa diventata una forma di propaganda... una risposta affermativa confermerebbe la stretta connessione tra il potere dello Stato e il potere delle Corporation..

non so se ho interpretato correttamente il testo..

ciao
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Inviato il: 17/10/2006 8:57
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#108
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Citazione:
Spendendo di più, oppure meno?


tendenzialmente di più... forse posso farlo perché vivo da solo... anche se guadagno 1000 euro in un mese (spesso molto meno) e ne spendo 380 di affitto... con lo stretto necessario riesco a "tirare avanti".


Citazione:
E quale differenza c'è tra i due poteri?


Sinceramente non riesco bene a capire dove comincia l’uno e finisce l’altro. Ma credo di comprendere:

Il potere dello Stato si impone per legge (oltre che con la propaganda: istruzione obbligatoria e “informazione” dei mainstream): il cittadino DEVE avere l’istruzione obbligatoria e DEVE pagare le tasse. Non crea nulla e distribuisce male.

il potere delle Corporation, pur essendo invasivo (500 miliardi di investimenti pubblicitari) e invischiato con gli Stati, non si impone per legge: il consumatore è pur sempre libero di comprare ciò che vuole.


Citazione:
Quale potere?


Nella mia attuale visione delle cose (che sto comunque mettendo in discussione) anche se non è imposto per legge, quello delle corporation rimane potere… Forse è sbagliata la mia percezione di corporation, ma io ci vedo in molti aspetti sopraffazione e prevaricazione. Un bambino che guarda ore di pubblicità al giorno (per lo più indirizzata a lui) è molto condizionato.
Se poi allarghiamo l’orizzonte ai cosiddetti “paesi in via di sviluppo” l’abuso di potere è evidente:
sfrutta e tiene in condizioni aberranti i lavoratori (spesso poco più che bambini) protetta anche dai militari di quegli Stati.


Citazione:
Perché dovrebbe?


Perché spesso è sfruttamento e sopraffazione… E poi molto banalmente mi domandavo se la presenza di uno Stato con le sue leggi e imposizioni non avesse favorito il crearsi delle Corporation..


Citazione:
Tu comincia a togliere lo Stato dai coglioni...


Su questo siamo d’accordo
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Inviato il: 17/10/2006 8:37
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#107
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Citazione:
io non vedo il "male" nello strumento-pubblicità nè nel mercato….





"Crucial&Correct"

[…]
....L’accelerazione del processo di globalizzazione sta generando un suo proprio mondo di visioni e di immagini relative a concetti di interesse generale, quali
……
il benessere, la giustizia, la libertà, la democrazia. (…)

Questi concetti, alimentati dall’interscambio continuo dei flussi dei vari scenari, entrando a più livelli in contatto tra loro, diffondono
… concetti, messaggi e informazioni che danno origine a un complesso sistema valoriale,
……..
veicolato e arricchito dalla circolazione continua di un vasto e omogeneo repertorio di immagini gestite dai media.
[…]
… gli standard universali nel rispetto della dignità dell’uomo, la tutela di chi non è uniforme agli standard comuni (religiosi, sessuali, culturali...),
………..

la riprogettazione della propria identità personale ed aziendale.........

[…]

L’idea non è più quella di operare
……………….
scelte illimitate ma di utilizzarle
….
come punto di partenza nelle strategie.
(….)

1. Promozione di una coscienza collettiva relativa a temi di interesse generale quali la parità, le pari opportunità, la dignità, la libertà, il diritto alla salute.

2. Maturazione dell’attenzione verso aree critiche del sistema quali la sostenibilità ambientale, la solidarietà internazionale, il senso delle culture locali, il diritto alla privacy.

3. Nuovo equilibrio tra il diritto alla riservatezza dell’individuo e quello della libera circolazione delle informazioni: la privacy come valore da proteggere, ma anche da vendere.

4. Sensibilità crescente verso l’esistenza dei soggetti «deboli» della società, siano essi esseri umani sfruttati, disabili o svantaggiati.

5. Attenzione e preoccupazione nei confronti dei nuovi esclusi dell’era digitale: la Digital Divide.

6. Da un processo di avvicinamento etnico più «turistico» attraverso la contaminazione di usi e costumi (cibo, oggetti, abbigliamento) verso una fase di integrazione delle diversità più matura e responsabile.

7. Promozione di uno sguardo «molteplice» in grado di insegnare il rispetto reciproco sulla base della profonda accettazione del diverso.

8. Formulazione di un pensiero che sia in grado di contemplare le differenze del diritto, e integrazione attraverso un processo di rielaborazione giuridica.

9. Attenzione verso soggetti «nuovi» della società (come gli anziani o i bambini) in termini di prodotti e servizi in grado di adeguarsi a nuove richieste ed esigenze.

10. La nascita di un «eco-business» e la crescita di un generale consenso verso la modifica dei propri comportamenti reali: la correttezza ambientale come gestione degli equilibri e dell’armonia personale.

--------


tratto da MindStyles Program 2002, a cura di Future Concept Lab
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Inviato il: 16/10/2006 22:38
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#106
Sono certo di non sapere
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É VERO c'è una differenza sostanziale, pur decidendo di non votare, dobbiamo dare per Legge le tasse allo Stato...

Veramente le devi dare altrimenti arriva qualcuno e ti spara. Anzi, non le devi dare perché nella maggior parte dei casi se le prendono.

Io parlavo comunque di funzioni della pubblicità e della propaganda... trasformarci in fedeli cittadini-consumatori.

Ma il cittadino non consuma nulla, poiché lo Stato non produce nulla e non vende nulla: redistribuisce favori agli amici degli amici. La pubblicità, nel caso dello Stato, è obbligatoria e si chiama "istruzione gratuita". La differenza è che nessuno ti mette il voto dopo averti interrogato per vedere se hai recepito la pubblicità, chiamando l'intera operazione "valore legale del titolo di studio."

io non voto e cerco (magari fosse completamente possibile) di non comprare alcun prodotto di corporation...

Spendendo di più, oppure meno?

la maggiorparte delle persone "scelgono" di votare tra il candidato A, B, C... (stessa merda perchè prodotto di potere) o "scelgono" di acquistare tra il prodotto della corporation A, B, C... (stessa merda perchè prodotto di potere).

E quale differenza c'è tra i due poteri?

Quindi se togliamo lo Stato le corporation non sono più gruppi di potere?

Quale potere?

O forse eliminando lo Stato verrebbe meno anche la ragion d'essere (esistere) delle corporation?

Perché dovrebbe?

mi pare che anche le corporation non siano una presenza inerte...

Ma in assenza di Stato devono campare fornendo un servizio, invece di ricevere regali sospetti.

Mi sembra che Stato e corporation siano espressione del Potere, talmente invischiate che non si può mettere in discussione l'una senza intaccare gli interessi dell'altra (forse è la stessa cosa per quando si parla di Stato e Mafia)...

Tu comincia a togliere lo Stato dai coglioni...

Inviato il: 15/10/2006 20:18
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#105
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#104
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#103
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Ciao Linucs

Citazione:
No, perché puoi boicottare la corporation evitando di comprare il prodotto, mentre non puoi boicottare la lunga mano che ti sottrae metà del reddito.


É VERO c'è una differenza sostanziale, pur decidendo di non votare, dobbiamo dare per Legge le tasse allo Stato...

Io parlavo comunque di funzioni della pubblicità e della propaganda... trasformarci in fedeli cittadini-consumatori.
io non voto e cerco (magari fosse completamente possibile) di non comprare alcun prodotto di corporation... la maggiorparte delle persone "scelgono" di votare tra il candidato A, B, C... (stessa merda perchè prodotto di potere) o "scelgono" di acquistare tra il prodotto della corporation A, B, C... (stessa merda perchè prodotto di potere).

Citazione:
Le corporation rappresentano una minaccia al libero mercato?

Certo, perché sono culo e camicia con i governi, soprattutto quelle che intascano contratti "pubblici".


Quindi se togliamo lo Stato le corporation non sono più gruppi di potere? O forse eliminando lo Stato verrebbe meno anche la ragion d'essere (esistere) delle corporation? mi pare che anche le corporation non siano una presenza inerte... Mi sembra che Stato e corporation siano espressione del Potere, talmente invischiate che non si può mettere in discussione l'una senza intaccare gli interessi dell'altra (forse è la stessa cosa per quando si parla di Stato e Mafia)...


Citazione:
Perché nessuno è ancora andato lì ad accopparli tutti: da ciò si evince che il terrorismo contro l'occidente in realtà non esiste, altrimenti si sarebbe manifestato nel modo più ovvio.



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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#102
Sono certo di non sapere
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Che io sappia, per creare una pubblicità lavora un pool di persone, tra cui anche il creativo; vengono interpellati anche psicologi, che servono per "incanalare" e condizionare l'acquisto del consumatore.

In bocca al lupo.

dato per scontato che oggi non esiste il mercato libero, questo è da imputare solo alla presenza dello Stato?

Non lo sarebbe se lo Stato fosse una presenza inerte, cosa che non è, in quanto per sopravvivere deve necessariamente rubare. E magari si limitasse a rubare e basta: deve anche intervenire in base alla teoria del giorno, solitamente per comprare voti appagando l'invidia sociale più in voga, e preservare se stesso a forza di "istruzione pubblica", la quale ha il compito di formare liberi cittadini e pensatori, purché in linea con la dottrina dello Stato onnipotente e padre buono. Ovvero, una manica di mentecatti prodotti in serie, con i loro stessi soldi.

come lo Stato persuade i cittadini attraverso la propaganda, allo stesso modo le corporation persuadono i consumatori con la pubblicità... è un parallelo possibile?

No, perché puoi boicottare la corporation evitando di comprare il prodotto, mentre non puoi boicottare la lunga mano che ti sottrae metà del reddito. Puoi - bene che vada - "votare" un'altra mano: vorrei vedere le risate se il concetto di concorrenza fosse - per dirne una - il monopolio Telecom, però con l'elezione dell'amministratore delegato ogni 4 anni.

Le corporation rappresentano una minaccia al libero mercato?

Certo, perché sono culo e camicia con i governi, soprattutto quelle che intascano contratti "pubblici".

Al Bilderberg si riuniscono eminenti personaggi politici, delle multinazionali e dei mainstream.. Come mai?

Perché nessuno è ancora andato lì ad accopparli tutti: da ciò si evince che il terrorismo contro l'occidente in realtà non esiste, altrimenti si sarebbe manifestato nel modo più ovvio.
Inviato il: 15/10/2006 15:45
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#98
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#96
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è triste vedere come molte menti creative perdano tempo nella pubblicità, che in se non è male quando informa sul prodotto, ma oramai per pubblicità si intende una storia, una specie di cortometraggio dove si cerca di persuadere l'inconscio delle persone.
Insomma non viene fatta pubblicità per informare, ma per persuadere o come diceva Florizel, per creare un bisogno dapprima inesistente.
L'unica cosa che bisognerebbe fare invece è informare sul prodotto, sui valori nutritivi, sulla sua utilità o altro, ma attualmente il mercato fa più leva sulla forza persuasiva che sulla qualità dei prodotti e ne consegue che il prodotto non diventa più una necessità o un bene con cui soddisfare un bisogno, oramai la scarpa della nike ad esempio, trasmette un sogno e non più il bisogno di avere un paio di scarpe.
La coca cola è più una filosofia di vita che una bevanda, questo è il pericolo, umanizzare i prodotti, aumentare il consumismo, far credere alla gente che tramite i prodotti si realizzino i propri sogni e questo lo fanno spesso mettendo un pò di figa o belli imbusti tra una pubblicità ed un'altra, il sesso funziona molto come mezzo di persuasione e così avere un prodotto diventa anche segno di virilità ed attrazione sessuale.
Inviato il: 14/10/2006 10:39
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  •  florizel
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#95
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Citazione:
se parti da una posizione di rifiuto del mercato, anche la pubblicità non potrà che essere per te malvagia di natura. In questo caso, non ho proprio voglia di mettermi a discutere con te, perché sono troppo stanco, e poi davvero: creda ciascuno quello che gli pare, non ho voglia di convincere nessuno.

Il mio rifiuto del mercato è in verità rifiuto del mercato che presuppone lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'espressione del tempo che viviamo, per essere chiari.
Per pubblicità, quella che "crea" un bisogno.

Anche il fruttivendolo ambulante che grida pubblicizzando i suoi prodotti sta facendo "pubblicità", ma questo non implica alcuna malvagità.

Raccolgo l'esortazione a non discutere di cose su cui non siamo d'accordo.
Evidentemente siamo tutti un po' stanchi, dopo questi giorni di inutili battagliamenti.

> Ormai scrivo solo per inerzia, a volte per reazione.

Questo mi rattrista molto, Pax.
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#94
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Ciao Paxtibi, io non vedo il "male" nello strumento-pubblicità nè nel mercato (se fosse quello descritto da Rothbard), anzi! I migliori creativi lavorano per il settore pubblicitario e i risultati sono a volte molto belli.

mi rimangono però molti dubbi, che sono quelli che ho esposto nelle domande di prima... se hai voglia magari di dirmi cosa ne pensi..

piero
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Inviato il: 14/10/2006 2:13
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#93
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Se crea "tendenza", è facile che produca anche ignoranza

Non vedo il nesso. La pubblicità può essere anche intelligente, e creare una tendenza positiva sia in chi la produce che in chi la riceve.

È chiaro che in un contesto di ignoranza diffusa la necessità di metterci creatività diminuisce, visto che bastano un paio di tette per far passare prodotti scadenti per beni indispensabili, ma è il vecchio discorso per cui lo strumento non è né buono né cattivo, ma è l'uso che se ne fa ad esserlo.

Ed è altrettanto chiaro che se parti da una posizione di rifiuto del mercato, anche la pubblicità non potrà che essere per te malvagia di natura. In questo caso, non ho proprio voglia di mettermi a discutere con te, perché sono troppo stanco, e poi davvero: creda ciascuno quello che gli pare, non ho voglia di convincere nessuno.
Ormai scrivo solo per inerzia, a volte per reazione.
Inviato il: 14/10/2006 1:48
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  •  florizel
      florizel
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#92
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Citazione:
E allora?

Quando dai queste risposte così perentorie , mi fai paura...
Citazione:
Magari è l'occasione di offrire qualcosa di piacevole a vedersi, nonostante il prodotto sia schifoso. Sempre meglio che niente.

Si, ma poi lo devono dire che quello che si acquista è solo la confezione...
Citazione:
E allora? #2

A volte ho il sospetto che tu mi abbia scambiata per una socialmondialscodellara.
Citazione:
E allora? #3

Se crea "tendenza", è facile che produca anche ignoranza, Pax.
Per favore, capisco che gli animi sono abbastanza riscaldati, ma potresti articolare meglio quelle che avverto come "obiezioni"?
Mi sta venendo l'ansia...
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 14/10/2006 1:31
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#91
Sono certo di non sapere
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Fa riflettere il fatto che un vinello annacquato venda molto di più di un buon Chianti, che non viene quasi mai pubblicizzato.

Un buon Chianti conta qualcosa di più di un Tavernello...

se per “liberismo” intendiamo un mercato aperto anche a chi produce vera schifezza, non si può considerare un “liberismo” scevro da messaggio pubblicitario, essendo esso richiesto dalla logica “concorrenziale”.

E allora? Magari è l'occasione di offrire qualcosa di piacevole a vedersi, nonostante il prodotto sia schifoso. Sempre meglio che niente.

Potrebbe non essere la causa di tale ignoranza, ma sicuramente ne approfitta.

E allora? #2

perché nella realtà delle cose la pubblicità , oltre a sfruttare la “tendenza”,ne crea a sua volta.

E allora? #3

D'altro canto, non può la pubblicità essere piacevole, se vuole?

Fed Ex Superbowl Commercial

Ci vedi ignoranza, in questo commercial?
Inviato il: 14/10/2006 0:46
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  •  Fotogian
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#90
Ho qualche dubbio
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A mio avviso è un pò esagerato accostare pubblicità e concorrenza... è solo uno strumento di marketing
Inviato il: 14/10/2006 0:17
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  •  florizel
      florizel
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#89
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Mi sembra di capire che fino ad ora, chi difende la pubblicità, o ne rivendica la ragion d'essere, lo faccia in difesa della sua funzione relativa alla "concorrenza", uno dei capisaldi del "liberismo".
Se sbaglio, correggetemi, è possibile che abbia mal interpretato.
Comunque, vorrei sottolineare che la pubblicità, almeno per come viene oggi prodotta, va considerata nel contesto di un'economia mondializzata e globalista, non certamente in un ipotetica dimensione "liberista", presumibilmente differente dalla prima, stando a ciò che ci dice chi del "liberismo" ne fa qualcosa di “qualitativamente” diverso dal consumismo odierno (e dilagante).

Che essa, oggi, produca i suoi nefasti effetti, mi sembra chiaro: Godo nel vostro emisfero destro”, dal libro di Frederic Beigbeder, significa esattamente che la pubblicità parla un linguaggio non immediatamente codificabile, in quanto impostato in modo tale da esaltare i messaggi visivi ed emozionali a discapito della ragionevolezza sulla reale “bontà” o meno del prodotto pubblicizzato.

Ci sarebbe da chiedersi SE ESISTE davvero, per la maggior parte dei prodotti di largo consumo, una sostanziale differenza tra un prodotto e l’altro, o se ad essere “diverso” sia solo il messaggio pubblicitario. Spesso la differenza l’ho riscontrata solo nel modo in cui il prodotto viene presentato, a meno che non si tratti di prodotti di “nicchia” riservati ai consumatori “DOC”.
Fa riflettere il fatto che un vinello annacquato venda molto di più di un buon Chianti, che non viene quasi mai pubblicizzato.

Purtroppo, e lo dico senza spirito di polemica (non oggi, per favore: abbiamo già dato), se per “liberismo” intendiamo un mercato aperto anche a chi produce vera schifezza, non si può considerare un “liberismo” scevro da messaggio pubblicitario, essendo esso richiesto dalla logica “concorrenziale”.

Qualche riflessione en passant.
Paxtibi
Citazione:
L'ignoranza della gente è alla base del consumismo esasperato (...) Il problema quindi si sposta: da dove arriva questa moltitudine di bambini scemi troppo cresciuti ma convinti allo stesso tempo di essere adulti?

Possiamo considerare il messaggio pubblicitario come “indipendente” da tutto quello che concorre a rendere “ignorante” la gente?
A mio avviso, no. Potrebbe non essere la causa di tale ignoranza, ma sicuramente ne approfitta.
Dico “potrebbe” perché nella realtà delle cose la pubblicità , oltre a sfruttare la “tendenza”,ne crea a sua volta. Questo mi pare incontestabile, Pax.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 14/10/2006 0:00
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  •  Fotogian
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#88
Ho qualche dubbio
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Ma non dire cazzate...

se tu fossi una persona educata e io non conoscessi i tuoi metodi potrei anche provarci... Ti posso solo consigliare la lettura di Stiglitz, Il ruolo economico dello stato, Il Mulino.
Inviato il: 13/10/2006 16:49
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#87
Mi sento vacillare
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Ciao Linucs

Citazione:
Ma non dire cazzate, e spiegaci invece per bene quanto giova il sapiente intervento del governo e della BC ai lavoratori e ai poverelli del mondo.



non giova per niente. mi piacerebbe però che andassimo oltre la disputa Stato non Stato, BC non BC (dando per scontato che non dovrebbero esistere) e che mi esponessi le tue considerazioni sulle domande che ho postato precedentemente.
_________________
Inviato il: 13/10/2006 12:45
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#86
Sono certo di non sapere
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il libero mercato non esiste perchè se esistesse i costi sociali, umani e anche economici sarebbero terribili, se tutto fosse affidato al libero mercato.

Ma non dire cazzate, e spiegaci invece per bene quanto giova il sapiente intervento del governo e della BC ai lavoratori e ai poverelli del mondo.
Inviato il: 13/10/2006 12:28
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  •  Fotogian
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#85
Ho qualche dubbio
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Bild... serve solo a far piacere a chi ama i complotti...

il libero mercato non esiste perchè se esistesse i costi sociali, umani e anche economici sarebbero terribili, se tutto fosse affidato al libero mercato.

Da decenni questo è chiaro alla maggior parte degli economisti con i piedi per terra e quindi si preferisce evitare che alcuni settori (scuola e sanità per esempio) siano oggetto di scambio di mercato: se così fosse alcuni forse molti dovrebbero rinunciare a mandare i figli a scuola o a farsi curare.

Quest'ultima cosa esiste negli USA dove peraltro lo stato spende montagne di soldi per far curare gli indigenti e gli interessi privati (corporation o no) spingono perchè questo accada....meglio non perchè qualcuno resti escluso dalla sanità, ma perchè esista un certo modo di gestire la sanità che ha come conseguenza negativa il fatto che molti non ne possono usufruire se non grazie ai soldi che lo stato spende a favore dei meno fortunati
Inviato il: 13/10/2006 11:19
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Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#84
Mi sento vacillare
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grazie bandit

a presto
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Inviato il: 13/10/2006 0:27
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  •  bandit
      bandit
Re: Liberismo, pubblicità e libertà
#83
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 28/11/2005
Da
Messaggi: 1649
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domande interessanti, vorrei rispondere ma ora mi manca e mi mancherà il tempo. magari dico la mia tra qualche giorno.
ciao
Inviato il: 13/10/2006 0:23
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