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   Guerre e Terrorismo
  Altra-Informazione da Gaza

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      schiumaqua
Altra-Informazione da Gaza
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da dalla grotta
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Citazione:
"Perché gli Arabi dovrebbero fare la pace? Se io fossi un leader arabo non scenderei a patti con Israele. Questo è naturale: noi abbiamo preso i loro territori. Sicuro, Dio ce li ha promessi, ma che cosa è successo a loro? Il nostro Dio non è il loro. Noi veniamo da Israele, è vero, ma duemila anni fa, che significato ha per loro questo? C’è stato anti-semitismo, il Nazismo, Hitler, Auschwitz, ma è questa la loro colpa? Essi vedono una sola cosa: noi venimmo qui e rubammo i loro territori. Perchè dovrebbero accettare ciò?"

David Ben Gurion



ALTRA-INFORMAZIONE DA GAZA

I razzi Qassam sono dei razzi artigianali, assolutamente privi di guida e poco più pericolosi di un fuoco d'artificio.
Nel corso del 2006, queste armi rudimentali non hanno provocato nessun caduto israeliano ma solo alcuni feriti, di cui uno solo in maniera grave; durante l'intero periodo della seconda Intifada i morti israeliani causati dai razzi Qassam sono stati in totale cinque.
Di contro, secondo il rapporto dell'Office for The Coordination of the Humanitarian Affairs (OCHA) datato 21 giugno 2006, solo nel periodo compreso tra il 9 e il 21 giugno di quest'anno - e solo nella Striscia di Gaza - i bombardamenti dell'artiglieria e i raid aerei israeliani hanno causato ben 32 morti e 91 feriti tra la popolazione palestinese; dieci dei Palestinesi uccisi erano bambini, di cui sei di età inferiore ai cinque anni.
Sempre secondo l'OCHA - un organismo dell'Onu - nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 20 giugno 2006, i Qassam sparati contro il territorio israeliano sono stati 896, contrapposti agli 8.380 colpi di artiglieria sparati da Tsahal contro la Striscia di Gaza e ai 142 raid aerei condotti dall'aviazione israeliana all'interno della stessa, con gli esiti letali che abbiamo visto.
A ciò aggiungasi che, a seguito di una decisione politica del Governo israeliano, la distanza di sicurezza tra gli obiettivi da bombardare e gli insediamenti di civile abitazione è stata ridotta da trecento a cento metri (vedi qui), rendendo sistematico e consapevole il coinvolgimento e l'uccisione di civili innocenti nei bombardamenti, il che costituisce - a giudizio di chi scrive - un vero e proprio crimine contro l'umanità.
Come possa parlarsi, in questo caso, di "diritto all'autodifesa" da parte di Israele non si riesce proprio a capirlo, dato che l'evidenza dei numeri mostra piuttosto il bombardamento indiscriminato dei Territori occupati e il massacro della popolazione civile palestinese, cui si contrappone una disperata quanto inutile risposta con dei razzetti che quasi non fanno male ad una mosca.

Il massacro in atto nella Striscia di Gaza che va avanti dal 28 giugno, secondo quanto sostiene Israele, è motivato non solo dall'obiettivo di interrompere il lancio di razzi Qassam contro Israele, ma nasce anche come risposta all'atto "terroristico" del 25 giugno, durante il quale Hamas ha osato "rapire" un soldato israeliano, attualmente tenuto in ostaggio in territorio palestinese.


Facciamo dunque un passo indietro.

Domenica 25 giugno, intorno alle 5:30 della mattina, un commando di Palestinesi, appartenenti ad Hamas, ai Comitati di Resistenza Popolare e a un nuovo gruppo denominato Jish al-Islam, ha attaccato un avamposto dell'Idf nei pressi del Kibbutz di Kerem Shalom, circa 300 metri in territorio israeliano, cogliendo una delle più significative vittorie contro Tsahal degli ultimi anni.
I Palestinesi, infatti, si presume in numero di otto, sono riusciti a penetrare in territorio israeliano attraverso un tunnel lungo circa un chilometro e, sbucati dietro la postazione israeliana, sono
riusciti a distruggere un carro armato ed un altro veicolo corazzato, uccidendo due soldati israeliani e ferendone altri quattro, di cui uno, il 19enne Gilad Shalit, è stato catturato e portato nella
Striscia di Gaza per essere utilizzato in uno scambio di prigionieri.
Dei militanti palestinesi, due sono morti durante l'azione, mentre gli altri sei, in apparenza incolumi, sono riusciti a rientrare in territorio palestinese.
Secondo i vertici militari e politici israeliani, l'attacco palestinese avvenuto nei pressi di Kerem Shalom sarebbe stato un "atto di terrorismo".
E' questa l'opinione del Capo di Stato Maggiore israeliano Dan Halutz, ed è, soprattutto, questa l'opinione del premier Olmert il quale - in un discorso tenuto il lunedì successivo alla convention della Jewish Agency - ha dichiarato di considerare "l'Autorità palestinese, guidata da Abbas e dal Governo palestinese, responsabile per l'atto di terrorismo avvenuto ieri . con tutto quello che ciò implica". Secondo Olmert, Israele si è completamente ritirato dalla Striscia di Gaza lo scorso anno, e dunque l'attacco è avvenuto "in territorio riconosciuto da tutto il mondo come Stato di Israele".
Ma si tratta, a ben vedere, di un argomentazione priva di senso.
Nonostante il ritiro unilaterale da Gaza nel 2005, Israele ha ancora lo status di "potenza occupante" della Striscia, secondo quanto previsto dalla Quarta Convenzione di Ginevra, in quanto ha il totale controllo dei suoi confini terrestri e marittimi, dello spazio aereo, dell'accesso e movimento da e per Gaza, della raccolta delle imposte e delle tasse (in atto illegalmente trattenute), dei registri della popolazione, dell'intera economia di Gaza.
L'esercito israeliano, inoltre, si è ritirato dalla Striscia di Gaza, ma continua ad essere ben presente nel West Bank come forza di occupazione illegale, brutale ed assassina, al pari dei suoi coloni che, altrettanto illegalmente, occupano vaste porzioni di terra palestinese al riparo di un muro "difensivo" che la comunità internazionale ha ritenuto illegittimo, e di cui ha chiesto ufficialmente la distruzione.
Ma, all'interno della stessa Striscia di Gaza, l'esercito israeliano continua a porre in essere azioni belliche (rectius, crimini di guerra ai danni della popolazione civile) mediante bombardamenti d'artiglieria indiscriminati, raid aerei "mirati", creazione delle cd. "killing zones" a ridosso della frontiera, uso punitivo delle cd. "sonic bombs", chiusura dei valichi di frontiera, ed altro ancora.

I soldati israeliani, in quanto appartenenti ad un esercito di occupazione, sono pertanto dei legittimi targets per le azioni palestinesi, e l'attacco nei pressi di Kerem Shalom - lungi dal poter essere considerato un atto di terrorismo - costituisce invece una classica azione di guerriglia, in cui un piccolo gruppo di assaltatori ha sorpreso le truppe di élite israeliane, cogliendo un notevole successo militare al prezzo di perdite relativamente contenute. Nessun esponente di governo occidentale, né i media di regime, si sono peraltro presi la briga di ricordare che i militanti palestinesi, qualora l'avessero voluto, avrebbero potuto tranquillamente infiltrarsi nel vicino Kibbutz e far strage di civili, ed invece hanno correttamente rivolto la loro azione ad un obiettivo militare.
Le dichiarazioni di Olmert sono dunque assolutamente strumentali e propagandistiche, ma ancor più stupefacenti (e preoccupanti) sono state le frasi pronunciate subito dopo: "fino ad oggi le nostre risposte sono state moderate, (ora) non più".
Tra il 29 marzo e il 27 giugno - solo nella Striscia di Gaza - Israele aveva condotto 112 raid aerei e sparato 4.751 colpi di artiglieria, mentre dal 3 maggio al 27 giugno Tsahal aveva ucciso 65 Palestinesi, di cui almeno 34 civili, e tra questi ultimi 12 bambini e 5 donne.
Se questa, dunque, era stata la "moderazione" israeliana, era chiaro che con l'offensiva del 28 giugno, che dura tutt'ora, le cose sarebbero andate molto peggio.
E, difatti, come ha risposto Israele all'attacco di Kerem Shalom, un attacco contro un legittimo obiettivo militare, e alla cattura di un proprio soldato, peraltro ammessa dal diritto umanitario internazionale (che richiede soltanto che i prigionieri siano trattati con umanità)? Ha risposto con una offensiva senza precedenti all'interno della Striscia di Gaza, e con una serie impressionante di crimini di guerra e di punizioni collettive che né i Governi occidentali né la "libera" stampa hanno dato segno anche solo di aver notato; in particolare, l'esercito israeliano:
• nel periodo 28 giugno - 3 luglio ha sparato 590 colpi d'artiglieria;
• nel periodo 28 giugno - 12 luglio ha condotto 120 raid aerei;- il 28 giugno ha distrutto l'unica centrale elettrica di Gaza, costringendo gli abitanti della Striscia a ricevere corrente elettrica solo sporadicamente, in atto per 6-8 ore al giorno; per riparare la centrale elettrica occorreranno, oltre a svariati milioni di dollari, almeno 6 mesi di tempo;
• ha gravemente danneggiato il sistema dei rifornimenti idrici ed il sistema fognario, in conseguenza sia dei bombardamenti, sia della mancanza di elettricità, sia del passaggio dei veicoli corazzati di Tsahal; attualmente, i Palestinesi della Striscia ricevono acqua per non più di 2-3 ore al giorno;
• ha quasi completamente interrotto il rifornimento di carburanti per i veicoli presenti nella Striscia, con il risultato, tra l'altro, che dal 9 di luglio la municipalità di Gaza ha interrotto il ritiro dei rifiuti urbani, con quali conseguenze di ordine igienico e sanitario si può facilmente immaginare;
• ha distrutto i tre ponti e la strada principale che collegano il nord, il centro e il sud della Striscia, tagliandola virtualmente in tre tronconi;
• ha praticamente sigillato i confini della Striscia di Gaza, impedendo l'afflusso di cibo, medicinali, rifornimenti umanitari a partire dal 7 luglio;
• ha bloccato completamente il valico di Rafah, impedendo il transito da e per l'Egitto anche ai malati e ai bisognosi di cure mediche; il risultato è che, dal 28 giugno a oggi, ben 8 Palestinesi sono morti per mancanza di adeguate cure mediche, e tra essi la 19enne Muna Ismail, reduce da un intervento chirurgico in Egitto, e Hamza Abu Taleb, un bambino di soli 18 mesi;
• ha arrestato (o meglio, "rapito", per usare la terminologia cara agli Israeliani) 27 membri del Consiglio Legislativo Palestinese e 8 membri del legittimo Governo di Hamas, tutt'ora illegalmente detenuti;
• ha ripreso la pratica delle cd. "sonic bombs", le ripetute rotture del muro del suono da parte dei jet della Iaf, soprattutto nelle ore notturne, che costituiscono una pratica vietata dal diritto umanitario;
• ha distrutto vari edifici governativi, scuole, pubbliche istituzioni, bersagli dal valore militare assolutamente nullo, causando nel contempo gravi danni alle costruzioni civili circostanti e causando numerosi feriti tra la popolazione civile.
• Ma, soprattutto, Israele ha risposto dando il via ad un massacro senza precedenti, che fa impallidire il ricordo dei fatti di Jenin, uccidendo in totale 102 Palestinesi e ferendone almeno 254 (statistiche rilevabili dal sito web della Mezzaluna rossa, aggiornati al 17 luglio);
• solo nella Striscia di Gaza, a partire dal 25 giugno, Tsahal ha massacrato 89 Palestinesi, di cui 44 civili: tra questi ultmi, si contano 19 bambini, 3 donne, 3 disabili.

Risulta, peraltro, quasi impossibile dar conto di tutte le uccisioni illegali e dei crimini di guerra commessi da Israele in questo periodo, e dunque ci limiteremo a riportare tre dei fatti più gravi e sanguinosi.
Sabato, 8 luglio, verso sera, un missile lanciato dall'aviazione israeliana cade nel giardino della casa della famiglia Hajjaj, situata a 800 metri circa dal confine con Israele, proprio mentre tutta la famiglia è riunita fuori per un barbecue: muoiono così una povera donna palestinese, la 42enneAmmouna Hajjaj e due dei suoi figli, Rawan e Mohammed, rispettivamente di 6 e 20 anni, mentre altri cinque membri della famiglia rimangono feriti.
Lunedì, 10 luglio, intorno alle 19:00, un aereo israeliano lancia un missile contro un gruppo di ragazzi che giocavano nel campetto di calcio della loro scuola a Beit Hanoun: muoiono così, letteralmente fatti a pezzi, tre 16enni palestinesi, Mahfouth Nuseir, Ahmad Abu Amsha e Ahmad Fathi Shabat, mentre un loro coetaneo rimane gravemente ferito.
Mercoledì 12 luglio, verso le quattro della mattina, l'aviazione israeliana sgancia una bomba da 250 kg. contro un edificio di tre piani situato nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, nel tentativo di uccidere il capo dell'ala militare di Hamas Mohammed Deif, che però rimane solo lievemente ferito.
In compenso, a morire ci pensano i coniugi Awad e Nabil Abu Salmeya e sette dei loro figli, Nasrallah, 4 anni, Aya, 7 anni, Yihya, 9 anni, Ayman, 12 anni, Huda, 14 anni, Sumayah, 16 anni, Basma, 17 anni; in aggiunta, almeno altri 34 civili sono rimasti feriti, tra cui 6 donne e 5 bambini, nel corso di un'azione criminale e sanguinosa, che ci riporta indietro al tempo dell'assassinio di Salah Shehadeh.
Cosa abbia a che fare tutto questo - questi massacri, questi crimini contro l'umanità, questa brutalità e ferocia davvero spaventose - con il "diritto all'autodifesa" da parte di Israele davvero non sappiamo spiegarcelo.
In soli 20 giorni, lo ripetiamo, dal 28 giugno al 17 luglio, l'esercito israeliano ha ucciso ben 102 Palestinesi e ne ha feriti almeno 254.


Fonte Hawiyya
_________________
La verità, dal momento che me la impongono, non mi interessa.
Inviato il: 24/7/2006 17:34
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