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  OGM: (ennesimo) inganno globale

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OGM: (ennesimo) inganno globale
#1
Dubito ormai di tutto
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Apro questo topic per proporre un mio articolo sulle coltivazioni all'aria aperta di piante geneticamente modificate.

L'articolo è parecchio lungo, armatevi di santa pazienza...
(D'altra parte, l'argomento è talmente vasto e complesso che anche così, in effetti, ho dovuto tralasciare molti aspetti e dati)
Inviato il: 14/11/2006 21:52
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#2
Dubito ormai di tutto
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…………………………………………………………

OGM: (ennesimo) inganno globale

- questioni aperte sulle coltivazioni di OGM -

…………………………………………………………






Avremo un governo mondiale, o con il consenso o con la forza.
(James Warburg)

Avremo un mondo di OGM, o con il consenso o con l’inganno.

…………………………………………………………


Questo scritto intende analizzare i punti critici della sperimentazione all’aria aperta e la coltivazione di piante geneticamente modificate, senza voler entrare nel merito della sperimentazione in laboratorio.

Ritengo doveroso cercare di fare chiarezza su molti aspetti ancora poco chiari al grande pubblico, anche perché troviamo quotidianamente OGM nei nostri piatti, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli che si sia.

Cercherò di esaminare la questione dei coltivi GM sotto vari punti di vista: partendo dalla spiegazione di cosa sia un OGM , passerò ad analizzare le coltivazioni GM dal punto di vista agricolo e naturalistico, per poi proporre una panoramica, necessariamente sintetica data la vastità del tema, sugli aspetti nutrizionali, la sicurezza alimentare, i rischi per l’ambiente e per l’uomo, la produttività, gli aspetti legali, la ricerca scientifica, e infine accennerò brevemente al ruolo dei media nella diffusione di informazioni riguardanti il mondo degli OGM.





……………………………………

OGM: che cosa sono?
……………………………………

Ogni organismo vivente è costituito da cellule, le quali contengono i cromosomi, che sono strutture formate dalla doppia elica di DNA (acido desossiribonucleico). Il DNA custodisce l’informazione genetica, unica per ogni essere vivente. Il DNA è formato da moltissimi segmenti, detti geni, ognuno dei quali codifica una certa informazione.
Il corredo genetico di un individuo (genotipo) è quindi ciò che è "scritto" nel DNA contenuto nel nucleo di tutte le sue cellule, e determina il fenotipo cioè l'insieme dei caratteri che l'individuo manifesta (il colore degli occhi piuttosto che la struttura ossea eccetera).



Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) sono “organismi viventi le cui caratteristiche genetiche sono state modificate stabilmente in laboratorio. Uno o più geni presi da altri organismi vengono introdotti nel DNA dell’organismo che si vuole modificare.” (1)
Questa mutazione viene effettuata tramite tecniche di bioingegneria “allo scopo di ottenere caratteristiche particolari, che non si sarebbero mai potute sviluppare spontaneamente in natura. Tali organismi contengono nel proprio materiale genetico (Dna) geni che in natura appartengono al Dna di altri organismi” (2)

Dunque, in un OGM viene innestato un pezzo di DNA preso da una specie diversa, per creare esseri viventi non presenti in natura e non ottenibili tramite incroci.

Accenno ora brevemente a un paio di tecniche di bioingegneria, per meglio capire cosa significhi veramente “Organismo Geneticamente Modificato”.

Oltre alle tecniche più vecchie e meno precise, si annoverano quelle che fanno uso di microproiettili e di batteri specifici.
Nella prima tecnica si bombarda il soggetto con microproiettili (generalmente d’oro o tungsteno) contenenti il gene da innestare nel genotipo: solo le microparticelle che, una volta sparate (nel vero senso della parola) raggiungono il nucleo cellulare, possono far integrare il loro DNA.
Nel secondo caso, il più frequente, si utilizza un batterio infestante, l’Agrobacterium tumefaciens. Questo procariote colpisce moltissime specie vegetali e innesta parte del proprio genoma sul DNA dell’ospite, forzandolo a produrre sostanze a lui utili e infine innescando la proliferazione tumorale delle cellule vegetali. Il pezzo di genoma del batterio che entra nella cellula della pianta e la influenza è il t-DNA (“DNA transfer”), grazie a cui il procariote riesce a “riprogrammare” la cellula vegetale secondo le sue esigenze. La bioingegneria innesta il gene che interessa nel t-DNA del batterio, usandolo come veicolo.

In entrambi i casi comunque il risultato non è affatto certo o scontato.
I ricercatori non possono sapere in anticipo quante e quali piantine effettivamente verranno infettate con il gene estraneo. Non c’è reale certezza in questo processo di innesto di parte di un genoma estraneo su un essere vivente, vegetale o animale che sia.

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I semi (A) sono formati da moltissime cellule (B); al loro interno, i cromosomi (C) contengono la doppia elica di DNA (D) che custodisce l’informazione genetica. Negli OGM (a sinistra), la biotecnologia introduce un transgene (E), cioè un pezzo di DNA estraneo alla specie cui l’organismo appartiene. Nei non-GM invece (a destra) le mutazioni sono minori come quella di un singolo nucleotide (G) in un gene, che crea una nuova versione di quel gene (H); questo genere di mutazioni avviene da sempre in natura ed è alla base della biodiversità delle forme viventi sul pianeta.
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Appare ora chiaro che gli OGM non hanno nulla a che vedere con le tradizionali tecniche di selezione operata dall’uomo per millenni, per ottenere nuove varietà con le caratteristiche desiderate.
In questo caso infatti l’uomo sceglie la pianta con certi caratteri che desidera rafforzare e la incrocia con un’altra pianta della stessa specie, fino a ottenere una linea di discendenza in cui quel carattere è accentuato.
Una sorta di “selezione pilotata” insomma, ma sempre all’interno dell’ordine naturale delle cose.

Un OGM invece è un organismo in cui l’uomo introduce forzatamente pezzi di DNA estranei a quella particolare specie: fragole con geni di pesci artici, piante (ma anche topi e maiali) con i geni della luciferasi (un enzima implicato nella bioluminescenza) sono alcuni esempi realizzati dalla bioingegneria.

In questo secondo caso dunque è scomparso qualunque legame con la “naturalità”.
Questo appare ancora più ovvio se pensiamo a come in natura una pianta come quella della patata possa mai arrivare a inglobare nel proprio DNA pezzi di genoma animale come quello di uno scorpione, o come possa un topolino di campagna mettersi un giorno a brillare di luce propria.


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Note:

(1) Arpa: definizione di OGM

(2) Dizionario Medico: definizione di OGM


Inviato il: 14/11/2006 21:54
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#3
Dubito ormai di tutto
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Coltivazioni di OGM: aspetti agricoli e naturalistici
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Il giorno stesso in cui la prima coltivazione di OGM ha fatto il suo ingresso nel mondo esterno, valicando le strutture protette dei laboratori e delle serre controllate, si è capito che nulla avrebbe potuto arrestare l’espansione dei coltivi geneticamente modificati (GM) in natura.
Semplicemente, non si può impedire alla natura di fare il suo corso. E le coltivazioni all’aria aperta di OGM sottostanno, come tutte le altre, al corso naturale delle cose.

Questo significa che in un campo coltivato a OGM (che sono brevettati, aspetto che ha enormi conseguenze anche sul piano legale, come vedremo più oltre), accadono fenomeni che l’uomo non può contrastare o controllare: le piante si riproducono, e questo fatto apparentemente banale porta con sé invece una serie di conseguenze da valutare molto attentamente.

Nei fiori maschili viene prodotto il polline, che dovrà incontrare un fiore femminile per poter dare avvio alla nascita di un seme e quindi di una nuova pianta.
L’impollinazione avviene in diversi modi, per esempio attraverso il vento oppure determinati animali come gli insetti. Questi differenti fattori di diffusione del polline operano da milioni d’anni per portare a termine l’incrocio fra due individui della stessa specie e dar vita a un nuovo individuo dal corredo genetico nuovo e unico.
Nessuno può impedire al vento di cospargere il polline per ettari ed ettari di terreno: ecco perché è impensabile evitare che il polline di piante GM venga diffuso e arrivi a piante non-GM.

Una volta impollinato, il fiore lavora per formare il seme che verrà poi rilasciato in natura, e a sua volta usufruirà di mezzi naturali come insetti, uccelli, vento, acqua, per essere disperso e iniziare una nuova vita.

L’impollinazione e la diffusione dei semi sono due fenomeni naturali che l’uomo non può impedire o pretendere di controllare, specialmente se parliamo di un campo coltivato all’aria aperta.

Si tratta di fenomeni di per sé banali ma dagli effetti negativi potenzialmente dirompenti se applicati agli OGM.




Qual è il pericolo insito in questo processo naturale?
Un campo coltivato con specie tradizionali può subire la contaminazione da parte di OGM, innescando così un potenziale conto alla rovescia per la sopravvivenza delle piante non-GM di quel campo e lasciando spazio all’invasione del genotipo manipolato artificialmente.

Quindi possiamo ragionevolmente aspettarci che da un campo GM vengano dispersi polline e/o semi verso altri campi, anche non-GM: questo porta a ibridi che non sarebbero mai potuti nascere spontaneamente in natura; inoltre gli OGM contengono geni che non sono mai stati “testati” dalla selezione naturale per cui risulta del tutto imprevedibile la risposta degli organismi che ne consumano, così come sono imprevedibili le conseguenze genetiche in tutte le specie coinvolte nella rete alimentare di cui fa parte l’OGM.

La contaminazione è già avvenuta, e continua ad accadere a ritmi preoccupanti, nonostante il complice silenzio dei mass-media.
Un sito che tenta di monitorare i danni che gli OGM stanno causando in agricoltura e in natura è il “GM Contamination Register”: www.gmcontaminationregister.org

La diffusione in natura (volontaria o accidentale) di genotipi GM comporta effetti negativi sia sulle coltivazioni tradizionali sia sulla vegetazione naturale, con effetti incontrollabili e imprevedibili su tutta la rete alimentare.


Inviato il: 14/11/2006 21:54
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#4
Dubito ormai di tutto
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Coltivazioni di OGM: dal campo alla tavola
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Oltre questo aspetto della dispersione spontanea di semi GM in natura, ci sono poi molti altri aspetti su cui i colossi agroalimentari puntano per convincerci della bontà - e non solo, ma financo dell’assoluta necessità - degli organismi geneticamente modificati.
In questo “gioco alla disinformazione di massa”, si passa dal tralasciare candidamente una serie di fattori negativi, alla vera e propria manipolazione di ricerche e pubblicazioni.

I temi portati a sostegno delle coltivazioni GM sono sempre gli stessi, e vengono riproposti con ammirevole ostinazione nonostante siano stati smontati da tempo.

Gli argomenti più proposti sono:

1. “Gli OGM non sono altro che la naturale continuazione di tecniche di selezione praticate ormai da millenni dagli agricoltori di tutto il mondo”
2. “Gli OGM sono più resistenti ed elimineranno l’uso dei pesticidi dannosi per la salute”
3. “Gli OGM sono sicuri: non c’è pericolo per la salute”
4. “Gli OGM sono più produttivi e salveranno l’umanità dalla fame

Cercherò di sintetizzare al massimo questa parte, rimandando per gli approfondimenti alla bibliografia e alla sitografia che compaiono alla fine di questo scritto.


1. Affinità con le tecniche tradizionali.

Abbiamo visto nella definizione di OGM che le tecniche bioingegneristiche divergono dalla tradizionale selezione operata dall’uomo: in sintesi, questa incrocia individui della stessa specie sfruttando la naturale riproduzione sessuale, il biotech invece inserisce nel dna di una specie un pezzo di dna del tutto estraneo. Una opera “nell’ordine naturale delle cose”, l’altra del tutto al di fuori d esso.




2. Resistenza e uso di pesticidi.

Il secondo argomento merita un approfondimento per via della confusione e dell’apparente contraddizione dei dati che si possono trovare.

E’ dimostrato come gli OGM non evitino l’uso dei pesticidi.
In primo luogo perché alcune varietà (come il mais Bt) incorporano direttamente il pesticida nella pianta, per cui l’agricoltore riduce le applicazioni sulle piante, ma per fare un calcolo corretto della reale quantità di pesticida usato bisogna tener conto di quella parte che comunque viene prodotta e rilasciata nel terreno, dalle piante OGM stesse.
In secondo luogo, ogni pianta GM necessita di uno specifico pesticida ad hoc, sintetizzato dalla stessa azienda che produce l’OGM.
Oltre a ciò, bisogna considerare che gli OGM non evitano l’insorgenza di erbe e parassiti resistenti all’apposito pesticida.

Per fare un esempio che chiarisce il quadro generale di tutti questi aspetti, il Northwest Science and Environmental Policy Center ha condotto uno studio in base al quale nei primi 3 anni di commercializzazione di varietà GM di mais, soia e cotone (1996-1998), c’è stata una diminuzione nell’uso di pesticidi applicati ai campi di 25,4 milioni di libbre [11,5 milioni di chili], ma negli ultimi 3 anni (2001-2003), si è verificato un aumento pari a 73,1 milioni di libbre [33 milioni di kg]. (3)

L’agricoltore che passa a coltivi GM quindi, non elimina l’uso di pesticidi: cambia tipologia, ma il rischio legato alle sostanze usate in entrambi i casi è fuori discussione. (Qui una pagina in inglese che sintetizza storia e proprietà dei pesticidi: Chemistryexplained.com).

Inoltre, come appena accennato, molto spesso si constata la necessità di aumentare progressivamente la quantità di erbicidi perché le “erbacce” possono ben presto divenire resistenti anche ai diserbanti per OGM.
Per fare un esempio: “Piante infestanti di colza resistente a tre diversi tipi di erbicidi, frutto della combinazione spontanea tra caratteri transgenici e non, sono ampliamente diffuse in Canada e negli Usa. Erbe infestanti di nuovo tipo resistenti al glifosato hanno reso necessario l’uso in campi di soia e cotone ogm, dell’atrazina, diserbante tra i più tossici in commercio.” (4)



Ci troviamo di fronte a una situazione apparentemente paradossale.

Da un lato i semi GM possono ridurre drasticamente la biodiversità: abbiamo visto come è possibile una contaminazione spontanea di coltivi tradizionali, con nascita di individui dal genoma ibrido, dagli esiti imprevedibili sia per quanto concerne il campo in oggetto sia per tutti gli organismi che fanno parte della rete alimentare di cui OGM e ibridi fanno parte (uomo compreso). La contaminazione porta a un depauperamento dei genomi naturali con relativa diminuzione della biodiversità, cioè della varietà dei genomi disponibili in natura.
Oltre alla “insicurezza genetica” inerente le specie coltivate, bisogna annoverare anche i possibili effetti sulla vegetazione naturale e le dinamiche interspecifiche tra piante e animali dell’ecosistema preso in esame. Sono dinamiche molto complesse, come qualunque cosa riguardi la vita e nella fattispecie l’ecologia: spesso basta il minimo cambiamento di una variabile per scompigliare tutto il sistema con ripercussioni non prevedibili e non controllabili.

Dall’altro lato, gli stessi OGM, necessitando di appositi erbicidi e non potendo impedire la comparsa di infestanti e parassiti resistenti, possono andare incontro a gravissime perdite.
Immaginiamo un evento negativo che si abbatte su una coltivazione tradizionale (per esempio l’attacco di un parassita): qualche individuo subirà danni, altri moriranno, ma difficilmente l’intera coltivazione morirà perché è composta da individui dal genotipo diverso, ognuno unico. E’ proprio questo il segreto della vita sulla Terra: la diversità. C’è sempre qualche genotipo che “la spunta”, e che fa proseguire alla propria specie la grande avventura dell’esistenza.
Immaginiamo lo stesso evento negativo che si abbatte su un coltivo GM: se il genoma artificiale creato dall’uomo non prevede l’attacco di quel parassita, non uno ma tutti gli individui di quella coltivazione moriranno, perché anziché un insieme di individui dal genoma unico, è come se vi fosse un solo individuo.

Dunque, ecco che emerge uno scenario tutt’altro che impossibile: dopo aver diminuito la biodiversità generale contribuendo a eliminare diverse varietà di prodotti in favore di un’unica varietà standardizzata, le colture GM possono finire per scomparire a loro volta, travolte da eventi a cui il loro corredo genetico artificiale, uguale e fisso per tutti gli individui di quella specie (una vera assurdità naturalistica), non era stato progettato per resistere.
Se pensiamo che sulle Ande precolombiane si coltivavano decine di varietà diverse di patata - ognuna adatta a particolari condizioni microclimatiche, ognuna resistente a determinati parassiti e ognuna caratterizzata da un suo specifico contenuto nutritivo - il paragone con la situazione odierna, in cui dominano due o tre varietà al massimo, appare avvilente.

Può suonare strano alle orecchie di una persona abituata a sentire solo la “campana” dei media ufficiali, ma la realtà è che quelle stesse piante create per essere più forti e resistenti, sono proprio quelle che rischiano maggiormente l’estinzione.


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Note:

(3) “Farmer’s Guide to GMOs” (documento in pdf)

(4) “OGM: 13 ragioni per dire no”
Inviato il: 14/11/2006 21:55
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#5
Dubito ormai di tutto
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3. Sicurezza alimentare.

Non abbiamo la minima garanzia che gli OGM siano sicuri. Nessuno studio ne ha finora attestata la sicurezza alimentare, mentre una serie di ricerche che mostrano l’esatto opposto sono state ostacolate e messe a tacere con ogni mezzo. Più avanti indicherò qualche caso, ora mi limito a riportare questo breve stralcio sugli “Effetti tossici di derivati alimentari prodotti da OGM”:

“RISCHI REALI:
Un famoso caso avvenuto alcuni anni or sono portò alla morte di 37 persone negli USA a seguito dell'assunzione di un integratore contenente triptofano ottenuto da batteri GM. La modificazione genetica aveva comportato un'alterazione nel metabolismo dei batteri con la comparsa di metaboliti secondari tossici del tutto sconosciuti ed imprevisti.
RISCHI POTENZIALI:
Molti alimenti sono oggi prodotti da organismi GM (ad es. lo yogurt prodotto con lattobacilli ogm). Considerando che ancora oggi il trasferimento di geni da un organismo all'altro è un meccanismo non ben compreso e non totalmente sotto controllo, è facile immaginare che il gene inserito in alcuni punti del DNA possa comportare sconvolgimenti a livello metabolico o addirittura comportare attivazione di geni silenti o spegnimento di geni attivi con conseguenze imprevedibili”.
(5)
Ogni giorno gli OGM finiscono sulle nostre tavole, senza che noi possiamo esercitare la minima libertà di scelta. La legge europea, tra l’altro, permette di non dichiarare la presenza di OGM negli alimenti se è inferiore allo 0,9%. Pare poco, ma moltiplicandolo per tutto il cibo che mangiamo si può avere una vaga idea della quantità di OGM che, inconsapevolmente, ogni giorno assumiamo.




4. Produttività e questione alimentare mondiale.

Gli OGM non sono necessariamente più produttivi rispetto alle coltivazioni tradizionali, nonostante la pubblicità finanziata dai colossi del biotech voglia farcelo credere. Anzi, in alcuni Paesi come l’India sono sorti movimenti di protesta proprio a causa di questa (ennesima) promessa non mantenuta da parte delle aziende produttrici di OGM. In India la percentuale dei raccolti GM falliti arriva fino al 100%. Sempre per citare qualche altro dato a titolo d’esempio:
“Complessivamente le promesse fatte relative all’aumento dei raccolti non sono state concretizzate, fatta eccezione per un piccolo aumento nei raccolti di mais Bt. Inoltre, la principale varietà GM (soia Roundup Ready) produce dal 6-11% in meno delle varietà non-GM.” (6)



Con questi dati di fatto, appare evidente come di colpo vengano meno tutte le premesse che dovrebbero sostenere la tesi per cui “gli OGM sono la soluzione alla fame nel mondo”.

E’ chiaro a tutti coloro che si interessano di questa tematica che gli OGM non possono salvare il mondo dalla fame.
La politica che ne è all’origine non punta certo in questa direzione, anzi scavando nei retroscena della storia degli OGM si scopre come la fine della fame nel mondo non rientri nemmeno nei programmi dei creatori della bioingegneria.
La questione alimentare a livello mondiale non è del tipo “Non c’è cibo sufficiente per tutti”, ma piuttosto “Il cibo non è disponibile allo stesso modo ovunque nel mondo”. Mi chiedo se, anziché inondare questi Paesi del “terzo mondo” con il biotech, non sia meglio permettere che ogni popolo sviluppi una propria agricoltura (come ogni popolo ha sempre fatto, peraltro), con modalità e tecnologie ad hoc, che solo la popolazione locale può sviluppare, conoscendo le peculiarità del proprio territorio. Difficile, forse impossibile oggigiorno, ma sarebbe credo la soluzione più efficace.

Non ci servono, in sostanza, campi che producano più tonnellate di grano, o mucche da cui ricavare forzatamente più ettolitri di latte: ogni anno, già oggi, nel mondo viene buttata via una quantità di cibo semplicemente sconcertante.
Per restare nella sola Italia:
Ogni giorno finiscono in discarica o all’incenerimento 4 mila tonnellate di alimenti, il 15% del pane e della pasta che gli italiani acquistano quotidianamente, il 18% della carne e il 12% della verdura e della frutta.” (7)

La fame nel mondo non si combatte semplicemente aumentando la produzione.

Il bimbo africano denutrito che viene cinicamente usato come arma psicologica verso i detrattori degli OGM (o anche solo verso l’opinione pubblica desiderosa di informazioni) è purtroppo l’ultimo dei pensieri della lobby agroalimentare, peraltro troppo spesso connessa con le lobby farmaceutica e militare-industriale.

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Note:

(5) “Le biotecnologie applicate al comparto agroalimentare”

(6) “Fame e sprechi alimentari. Convegno”

(7) “I semi del dubbio”


Inviato il: 14/11/2006 21:56
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#6
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OGM in sintesi: vantaggi e svantaggi
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Un sintetico schema di alcuni vantaggi/svantaggi delle tecniche bioingegneristiche applicate alle piante è presente a questa pagina.
Vorrei brevemente analizzarlo perché è interessante applicare tutte le nozioni finora approfondite alla verifica dell’attendibilità di ciò che leggiamo.

Tra i vantaggi è presente la voce “Riduzione dell’uso di pesticidi”, fatto non soltanto non comprovato, come appena visto, ma addirittura contraddetto dalle notizie che giungono da varie località del mondo e da vari studi effettuati.
La voce “Arricchimento del valore nutritivo” andrebbe anch’essa approfondita; basti dire che secondo alcuni studi di laboratorio si evidenzia un calo di peso e un arresto della crescita negli animali nutriti con OGM, rispetto al gruppo di animali nutriti con cibi naturali. (8)

Ad ogni modo, qui mi limito a chiedere: siamo disposti a barattare un presunto arricchimento del valore nutritivo con quella serie di fattori che compaiono come “svantaggi”, e cioè: instabilità genetica, comparsa di insetti resistenti, nuove allergie, specie infestanti resistenti e riduzione della biodiversità a livello globale?
Siamo anche sicuri di voler barattare questa filza di incertezze e potenziali danni per avere piante che fungano da “bioreattori” per la produzione di farmaci, vaccini e vitamine?
Preferisco poi non parlare del fondamentale ruolo umanitario della quarta voce elencata fra i vantaggi: “Creazione di piante con fiori dotati di nuovi colori”.
In sintesi, nello schema proposto, possiamo notare come a fronte di 5 precisi punti negativi vengano elencati 4 punti positivi, tra cui: uno discutibile, uno per nulla verificato o per meglio dire contraddetto dai fatti, e uno di una tale vacuità da non farsi nemmeno prendere in considerazione.

A questo punto mi domando se non sia ormai tempo di mettere seriamente sui due piatti della bilancia i reali vantaggi e svantaggi delle coltivazioni OGM e trarne le conseguenti valutazioni.

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Note:

(8) “L’inganno a tavola” (di J. M. Smith), da cui riporto il passo in questione (p. 170):
Nell’esperimento di Hinze Hogendoorn, studente dell’University College di Utrecht, Olanda, “…i topi alimentati a mais GM mangiavano di più, probabilmente perché erano in partenza leggermente più grassi, ma curiosamente, non aumentarono molto, anzi alla fine del breve esperimento avevano addirittura perso peso. Dall’altro lato, i topi alimentati con una dieta naturale mangiavano meno ma crescevano. Le differenze tra i due gruppi risultarono statisticamente significative. Alla fine dell’esperimento, lo studente scoprì che nella gabbia dei topi alimentati con cibo GM, uno degli animali era morto.
La perdita di peso è stata osservata anche altre volte. [omissis] è stato riferito di <un allevatore che ha visto crollare l’aumento in peso del proprio bestiame, dopo che era passato ad alimentarlo con OGM>. Tom Wiley del North Dakota riferisce un altro caso: <Ho visto l’annuncio di un allevatore che cercava mais non Bt, poiché aveva osservato una minore produzione di latte nel bestiame nutrito con mais Bt.>”



Inviato il: 14/11/2006 21:56
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#7
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Coltivazioni di OGM: aspetti legali
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“Uno degli effetti meno piacevoli dell’introduzione delle colture GM sono le accuse, rivolte agli agricoltori, di aver infranto i diritti di brevetto delle multinazionali. Un agricoltore non-GM, la cui coltura è stata contaminata da OGM è stato querelato dalla Monsanto per $ 400.000.” (9)

Capitolo “cause legali”: altro punto critico nel panorama degli OGM.
Non essendo il punto essenziale di questo articolo ed essendo un tema molto vasto e complesso, mi focalizzerò soltanto sulla politica veramente aggressiva dei colossi del biotech nei confronti degli agricoltori e dei consumatori.
Negli anni si sono moltiplicati i casi di coltivatori finiti sul lastrico perché nei loro campi non-GM sono state trovate tracce di genoma GM, finite lì a causa di strambi e deprecabili fenomeni naturali noti come “impollinazione” e “dispersione”.

Per esempio, possiamo farci un’idea del livello di prepotenza cui sa giungere un’azienda come la Monsanto (la cui storia, a dir poco interessante, potete trovare nella sitografia), leggendo questo articolo, nonché questo sito:
PercySchmeiser.com

La vicenda del signor Percy Schmeiser è comune a un numero di coltivatori in inquietante aumento.
Credo valga la pena riportarne i punti salienti in quanto altamente istruttivi.




“Nell'agosto 1998 mi è arrivata una denuncia da parte della Monsanto.
Fino a quel momento non avevo avuto niente a che fare con la colza OGM della Monsanto. Non avevo mai comprato le loro sementi e non ero mai andato ad un loro meeting. Non conoscevo neanche un rappresentante della loro società.
C'erano vari elementi nella denuncia.
Innanzitutto, diceva che in qualche modo ero entrato in possesso di semi di colza OGM della Monsanto senza una loro autorizzazione, li avevo piantati, cresciuti e che quindi avevo violato il loro brevetto.”

“I punti principali della sentenza sul mio caso sono:
1. Non importa come la colza OGM della Monsanto, o la soia o qualsiasi altra pianta OGM entri nel capo di un contadino. Il modo più comune in cui può avvenire è l'impollinazione, o il trasporto dei semi da parte del vento, di uccelli o altri animali? Dal momento che avviene la contaminazione, il raccolto e le sementi non sono più tue.
2. L'intero raccolto dei nostri campi di colza del 1998 è andato alla Monsanto. Il giudice decise anche che non avevamo il diritto di ri-utilizzare di nuovo le nostre sementi: i semi che noi avevamo impiegato 50 anni a selezionare non sono più nostri. Questo è quello che sconvolge i contadini di tutto il mondo quando gliene parlo: che un contadino che utilizza metodi convenzionali o biologici può perdere tutto da un giorno all'altro.
Un'altra cosa importante su cui soffermarsi e di cui i media non si sono finora occupati è il tipo di contratto che le aziende come la Monsanto utilizzano.

I punti principali del contratto con la Monsanto sono i seguenti:
1. Un agricoltore non può mai utilizzare le proprie sementi.
2. L'agricoltore si impegna a comprare sempre le sementi dalla Monsanto.
3. L'agricoltore si impegna a comprare solo i diserbanti chimici della Monsanto.
4. Se l'agricoltore viola questo contratto in qualche modo, e la Monsanto gli fa pagare una penale, si impegna a non parlarne con i media o con i vicini.”

“Nelle pubblicità della Monsanto si sollecitano gli agricoltori a denunciare il vicino, se sospetta che stia coltivando colza o soia OGM senza autorizzazione. Chi lo fa, otterrà in regalo una giacca di cuoio dalla Monsanto.
Appena alla Monsanto arriva la soffiata, vengono mandati due investigatori per controllare la situazione. Nelle prairies li chiamano "la polizia genetica". I due fanno sapere all'agricoltore di aver ottenuto una segnalazione sulle sue coltivazioni: è una vera e propria forma di intimidazione.
Cosa pensate che succeda quando questi investigatori lasciano la casa dell'agricoltore?
L'agricoltore si domanderà quale dei suoi vicini l'ha denunciato.
Così si arriva ad una rottura dei rapporti tra gli agricoltori, che cominciano ad aver paura di parlare fra loro e a sospettare l'uno dell'altro.”
(10)

La Monsanto opera con modalità che rendono praticamente impossibile per un agricoltore farle causa, visti i costi che comporta portare l’azienda in tribunale.
Il discorso è in realtà molto lungo, ma credo che a questo punto siano chiari i tratti rilevanti della questione; ad ogni modo, consiglio caldamente la lettura dell’intero articolo, ricco di ulteriori informazioni veramente illuminanti.





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La ricerca scientifica sugli OGM
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E la ricerca scientifica?
Se gli OGM facessero realmente male all’uomo, o anche “solo” all’ambiente, gli scienziati lo avrebbero certamente detto…

Già, in un mondo ideale sarebbe così.
Ma -dolente di dover dare questa cattiva notizia- non viviamo in un mondo ideale.

Lo dimostra, fra una miriade di altri esempi, una serie di vicende molto simili fra loro quanto a dinamica ed esito finale: sono le storie personali e professionali di diversi scienziati che hanno osato portare a termine ricerche dai risultati molto sgradevoli per l’industria biotech.
Le loro ricerche sono state ostacolate in ogni modo, i ricercatori stessi sono stati attaccati, denigrati e infine messi a tacere, arrivando a essere licenziati dalle rispettive università, sotto pressione di colossi mondiali come Monsanto e Novartis.

“Questi quattro uomini non sono stati attaccati per degli esperimenti imperfetti o fallaci, ma perché le conclusioni del loro lavoro hanno potenzialmente un effetto economico.
L’aspetto triste è che le accademie e altre istituzioni che, secondo quanto si asserisce, dovrebbero essere indipendenti, e che una volta avrebbero difeso la libertà scientifica e protetto degli impiegati come Hayes, Chapela, Losey e Pusztai, li stanno ora abbandonando ai lupi del commercio, i cui marchi sono incisi sulle entrate di un numero di laboratori universitari di grandezza allarmante.”
(11)

Ci si può fare un’idea più precisa della gravità della questione leggendo l’articolo da cui è tratto il brano riportato.
Ad ogni modo, il problema dell’indipendenza della ricerca scientifica odierna è molto vasto e sono purtroppo moltissimi, in settori assai diversi, gli esempi che dimostrano come la “ricerca libera” stia diventando sempre più velocemente solo un vago ricordo, di pari passo con le pressioni delle grandi lobby di potere economico che divengono ogni anno più pesanti e invadenti.


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Note:

(9) “I semi del dubbio”

(10) “La polizia genetica di Monsanto”

(11) “In pericolo i critici delle biotecnologie”


Inviato il: 14/11/2006 21:57
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#8
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Il ruolo dei media
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Prima di chiudere con i riferimenti biblio/sitografici, vorrei accennare al ruolo dei media come veicolo preferenziale tramite cui convincerci della bontà e necessità degli OGM.
Che le coltivazioni GM abbiano già fatto molti danni alle colture tradizionali è un dato di fatto, ma TV e giornali preferiscono soprassedere a questo genere di notizie.

Grande e roboante spazio hanno invece i guru del “progresso scientifico” che periodicamente (anzi, con cadenza oltremodo sospetta, se ci si fa caso) istruiscono la popolazione sui vantaggi degli OGM: sarà il paradiso in terra, niente più fame ne’ guerre ne’ carestie.
Solo pace universale grazie ai progressi apportati dalle biotecnologie degli OGM
: un mondo idilliaco ed edulcorato, in cui i santoni del biotech si scordano sistematicamente di annoverare una serie assolutamente trascurabile di sottigliezze, quali l’affossamento della biodiversità, l’aumento vertiginoso di allergie e intolleranze verso una quantità crescente di alimenti e materiali, la mancanza di dati che certifichino la stessa sicurezza degli OGM, l’aumento della quantità di pesticidi usati, la comparsa di parassiti vegetali e animali resistenti alle varie forme di antiparassitari ed erbicidi…
Piccolezze, s’intende.

Così come sottile è pure l’atteggiamento dei media verso i critici degli OGM (per “critico” intendo genericamente chi si pone domande e vuole indagare evitando di bersi passivamente ogni notizia e commento che esca dai media).
Se un Veronesi dichiara a gran voce che il basilico usato da secoli dalle massaie genovesi è cancerogeno, mentre il biotech può produrre del sano basilico che non crea problemi, questa è “informazione”, è “cultura” e “progresso”.
Se io cerco di mettere in luce i punti oscuri del biotech faccio “terrorismo psicologico” (nonché diffondo pericolose bufale).

Ma il fatto è che uno che dice certe cose sul basilico e sugli OGM mentendo spudoratamente (12), a casa mia non è un guru da seguire a occhi chiusi, ma un semplice disinformatore, e financo -ebbene sì- uno che fa vero “terrorismo psicologico”.
Curioso, in effetti, come i termini possano venir usati per indicare una cosa e al contempo il suo esatto contrario.






In conclusione, pur volendo sorvolare sui pericoli per la salute umana,
ancora in gran parte sconosciuti per via della mancanza di fondi
a sostegno di ricerche in questo senso, resta un fatto certo:

nessuno può impedire la spontanea diffusione degli OGM in natura.

E la biodiversità -la "cassaforte genetica" che assicura il futuro della vita sulla Terra- va a farsi benedire.





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(12) Nota a margine che reputo interessante aggiungere:

Guarda caso (pura coincidenza di certo) la vicenda del basilico cancerogeno uscì in concomitanza con un documento in cui alcuni strenui difensori degli interessi economici delle lobb… ops, volevo dire difensori del progresso della ricerca scientifica per il bene dell’umanità, reclamavano con altisonanti e pubblici lamenti il diritto (e i fondi) alla ricerca bioingegneristica.
Personalmente non nutro alcuna avversione verso la ricerca scientifica, visto anche che è il mio campo di studio, ma non posso fare a meno di notare (e doverosamente annotare) tutti quei subdoli stratagemmi messi in atto per ingannarci sistematicamente.
Tali stratagemmi includono anche la propaganda sulle giovani menti che si nutrono della sana scienza di riviste come Focus Junior, Scoprire e simili: tutte indistintamente allineate, tutte smaccatamente schierate in favore dei sani, equi ed umanitari OGM. Gli articoli di tali riviste sono talmente simili che viene quasi il sospetto che siano una sorta di copia-incolla, attorno a cui il massimo sforzo sta nel decidere quale immagine mettere come sfondo alla pagina.

E’ poi interessante notare quali e quante vie prenda la propaganda pro-OGM; ne è un esempio
questo delizioso e simpatico poster didattico (Att: l’immagine pesa 3,2 Mb; per chi non ha una linea veloce ma vuole godersi comunque questa perla della propaganda biotech, ho uploadato una versione più piccola che pesa 200 Kb: QUI )


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(*) Nota sulla citazione.
Questa citazione mi è parsa veramente calzante nell’ambito degli OGM.
Il banchiere James P. Warburg ebbe a dire, di fronte al Senato USA il 17 febbraio 1950:
“Che lo si voglia o no avremo un governo mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito con il consenso o con la forza.”
Consenso o forza, consenso o inganno. Forse è più probabile: inganno e consenso.
Inviato il: 14/11/2006 21:59
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#9
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Bibliografia essenziale:
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- Jeffrey M. Smith: “L’inganno a tavola”. Nuovi Mondi Media, 2004. (un libro semplicemente fondamentale)
- Fabrizio Fabbri: “OGM per tutti. Produzione e rilascio nell'ambiente di Organismi geneticamente manipolati”. Jaka Book, 2002.
- L. Carra e F. Terragni: "Il futuro del cibo. Gli alimenti transgenici”. Garzanti, 1999.
- Michael Pollan: “La botanica del desiderio”. Il Saggiatore, 2005.
- Vandana Shiva : "Il mondo sotto brevetto" di Vandana Shiva. Feltrinelli, 2002.
- Vandana Shiva: “Monocolture della mente”. Bollati, 1995.


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Documenti disponibili in rete:

1. “Farmer’s Guide to GMOs” (documento in formato pdf)

2. “Monsanto’s 2006 Technology Use Agreement” (pdf) - il contratto standard di Monsanto

3. “Understanding Monsanto’s Technology Agreement” (pdf)

4. “GMOs: The significance of gene flow through pollen transfer” (pdf) - relazione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente

5. “I semi del dubbio. Le esperienze degli agricoltori Nord Americani con le colture GM” (pdf) - traduzione italiana del libro di Hugh Warwick e Gundula Meziani

Molti altri documenti scaricabili si trovano a queste pagine:
A Guide to Genetically Modified Alfalfa
ARPA Veneto
Monsanto vs. U.S. Farmers Report


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Sitografia di riferimento
(oltre ai link che compaiono nel testo e nelle note):

1) “Le biotecnologie applicate al comparto agroalimentare” - estratto dalla Rivista "Biologi Italiani" (organo ufficiale dell'Ordine Nazionale dei Biologi). In fondo all’articolo è riportata una sintesi molto interessante dei rischi reali e potenziali legati agli OGM.
(Probabilmente, se avessi scritto io quelle frasi, mi avrebbero accusato di fare “terrorismo psicologico”…)

2) “Biotech, non aspettiamo i danni” - un articolo di Gianni Tamino, biologo presso l’Università di Padova; l’articolo è breve e molto chiaro, oltre che ricco di spunti importanti su cui ritengo doveroso riflettere.

3) “Relazione finale sugli OGM del Gruppo Scienziati Indipendenti” - una sintesi del rapporto “The Case for a GM-free Sustainable World”, con cui l'ISP chiede di vietare le colture GM e implementare invece ogni forma di agricoltura sostenibile.

4) "La polizia genetica di Monsanto" - un articolo che spiega il clima di minacce e intimidazioni che la Monsanto crea attorno agli agricoltori, oltre a chiarire i punti salienti della sua politica, demolendoli uno ad uno, e mostrando la triste realtà dell'agricoltura.

5) “Percy Schmeiser website” - sito dell’agricoltore canadese della cui vicenda si è parlato nell’articolo. Il sito è ricco di informazioni e news che vanno oltre la vicenda del solo Schmeiser.

6) “I semi del dubbio. Le esperienze degli agricoltori Nord Americani con le colture GM” - presentazione del libro di Hugh Warwick e Gundula Meziani, scaricabile gratuitamente in formato PDF.

7) “Legislazione OGM” - contiene la legislazione regionale, nazionale ed europea. Con un po’ di pazienza si riesce a trovare una serie di decisioni, leggi e proposte impossibili da reperire tramite i mass-media.

8) "I semi della distrazione" - "La questione è semplicemente questa: volete che alcune multinazionali monopolizzino la fornitura mondiale di cibo? Sul distrarci da questa questione si concentra lo sforzo principale della propaganda dell'industria biotech"

9) "OGM, il grande fallimento" - “Il caso più eclatante è l'Argentina, dove l'uso indiscriminato di erbicidi sta rapidamente distruggendo le colture confinanti a quelle geneticamente modificate e comincia a farsi sentire anche sulla salute della popolazione locale".

10) “In pericolo i critici delle biotecnologie” - “Tra il 1999 e il 2001 ognuno di loro aveva realizzato, all’insaputa degli altri, una scoperta semplice ma sensazionale che sfidava il catechismo della forte industria biotecnologia.”
“Nessuno lo sa meglio della Monsanto, della Sygenta e delle altre firme della biotecnologia che hanno attaccato le quattro scoperte in questione in maniera veramente aggressiva.”

11) “Tecnologie ricombinanti” - brevissima panoramica delle tecniche di bioingegneria.

12) “Il secolo biotech” - pagina che contiene uno stralcio dal libro di Jeremy Rifkin con molti spunti e informazioni interessanti.

13) “OGM: 13 ragioni per dire no” - recensione del libro “Tutto quello che sai è falso, Vol. 2” con qualche breve stralcio.

14) “WTO, tribunale segreto dei poteri forti” - un articolo illuminante di Maurizio Blondet. L’Unione Europea, se da un lato propaganda agli occhi dell’opinione pubblica una posizione critica verso gli OGM, dall’altro non può che comportarsi da “ancella dei poteri forti” quale in effetti è.

15) Ogm: niente soldi alla ricercatrice "scomoda" - intervista alla ricercatrice Manuela Malatesta, che ha condotto una ricerca su topi alimentati con soia ogm, riscontrando modificazioni al fegato, ai testicoli e al pancreas.

-> Approfondimenti sulla vicenda della ricercatrice italiana:
www.greenplanet.net/Articolo9635.html
www.greenplanet.net/Articolo9833.html

16) “Tutto cominciò con una campagna pubblicitaria pagata da una multinazionale…” - storia e storie dietro uno dei maggiori colossi mondiali del biotech, la Monsanto, che può vantare una fulgida carriera di promotrice del progresso grazie a prodotti come PCB, diossina, Agente Orange, nonché l’attuale erbicida Roundup e l’edulcorante artificiale aspartame.







Ringrazio tutti gli amici che hanno contribuito alla stesura definitiva dell’articolo con suggerimenti, critiche costruttive e segnalazioni di link utili.
Inviato il: 14/11/2006 22:00
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  •  breakdown
      breakdown
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#10
Mi sento vacillare
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Davvero un ottimo lavoro _gaia_.
Grazie.
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Milton William Cooper
Inviato il: 14/11/2006 22:58
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  •  taz
      taz
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#11
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 25/5/2006
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complimenti Gaia,davvero un ottimo lavoro.era ora che se ne parlasse anche qui su luogocomune in modo cosi´ serio (a dir la verita´ non so se sia davvero la prima volta ,spero e penso di no)..
tra l'altro mi chiedo,questo lavoro non puo´ essere spostato in home?penso che meriti proprio di essere letto da tutti..
complimenti ancora,adesso vado a leggermi qualcuno degli innumerevoli link che hai postato !
cosi´ dopo posso scrivere con una ancora maggiore cognizione di causa..
Inviato il: 14/11/2006 23:08
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#12
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Veramente un'ottima ricerca gaia.

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 14/11/2006 23:43
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  •  florizel
      florizel
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#13
Sono certo di non sapere
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Da dove potrei stare meglio.
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Un grande lavoro, grandissima _gaia_

Grazie.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 15/11/2006 3:59
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#14
Dubito ormai di tutto
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Grazie a voi
Mi rendo conto che l'articolo è poderoso e richiede il suo tempo. Sono quindi io a fare i complimenti a chi riesce a leggerlo tutto.. senza addormentarsi di schianto

A parte le battute comunque, ovviamente mi farà piacere poter scambiare informazioni e opinioni con chiunque voglia intervenire sul tema.
Inviato il: 15/11/2006 10:53
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  •  roberto55
      roberto55
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#15
Mi sento vacillare
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Davvero un ottimo lavoro, Gaia. Complimenti anche da parte mia.

Affronto per la prima volta la complessa tematica degli OGM dal punto di vista di una voce “contraria”.

E’ un’eccellente piattaforma di ricerca, il tuo studio.
L’ho salvato e stampato.

Davvero… grazie.
roberto
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Nell' avatar: Hans Hartung, Composition T49. Frammento.
Inviato il: 15/11/2006 11:09
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  •  Al2012
      Al2012
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#16
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Grazie Gaia, per il tuo grande lavoro che sicuramente merita la prima pagina.

Ora salvo e leggo con più calma.

Ciao.
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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 15/11/2006 15:58
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  •  Al2012
      Al2012
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#17
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Non ho ancora letto tutti i link allegati al tuo forum, ma la mia voglia di inserirmi è troppo forte, anche se la mia opera è stata solo quella di copiatura di un brano tratto dal libro sotto indicato.

Spero di non appesantire troppo il tuo forum con quello che sto per inserire, con la speranza di aggiungere qualche notizia utile a te e a tutti i partecipanti…..

Tratto da “La scienza della vita” di Fritjof Capra:

L’inversione della corrente

Nel corso degli ultimi anni, i problemi di salute causati dall’ingegneria genetica, così come i suoi problemi più profondi a livello sociale, ecologico ed etico, si sono fatti fin troppo evidenti, e stiamo ora assistendo alla rapida crescita di u movimento globale che rigetta questa forma di tecnologia. Numerose organizzazioni a tutela della salute e dell’ambiente hanno chiesto una moratoria sulla commercializzazione degli ogm , da accompagnarsi a un’ampia indagine di carattere pubblico sugli usi sicuri e legittimi dell’ingegneria genetica.
Questi appelli propongono inoltre che siano aboliti i brevetti sugli organismi viventi e sulle loro parti, e che alla base del nostro approccio alle biotecnologie venga posto quel principio cautelativo che è stato scritto negli accordi internazionali fin dal summit sulla situazione della Terra del 1992. Tecnicamente noto come il 15° Principio della Dichiarazione di Rio, esso afferma: “Dove ci siano pericoli di danni gravi o irreversibili, la mancanza di una piena certezza scientifica non va usata come ragione per posporre la messa in atto di misure efficaci volte a prevenire il degrado ambientale”.
Lo spostamento di attenzione, nel campo della biologia molecolare, dalla struttura delle sequenze genetiche all’organizzazione delle reti genetiche ed epigenetiche, dai programmi genetici alle proprietà emergenti, sta inoltre a indicare che le richieste di un approccio radicalmente nuovo alle biotecnologie non vengono solo da parte degli ecologisti, di coloro che si occupano a livello professionale della tutela della salute, e dei cittadini allarmati; queste richieste vengono anche, e sempre più, dai più grandi genetisti, come ho documentato nel corso di questo capitolo. Con le affascinati scoperte del Progetto Genoma Umano, la discussione sull’attuale cambiamento di paradigma in biologia ha raggiunto anche la stampa di divulgazione scientifica. A mio avviso, è particolarmente significativo il fatto che una speciale sezione scientifica del “The New York Time” dedica ai risultati del Progetto Genoma Umano abbia per la prima volta rappresentato il genoma stesso come una complessa rete funzionale.
Quando la visione sistemica della vita verrà accolta dagli scienziati, dagli ingegneri, dai politici e dai leader delle corporazioni, potremo immaginare dei tipi di biotecnologie radicalmente diversi. Si prenderebbero le mosse dal desiderio di imparare dalla natura piuttosto che di controllarla, e ci si servirebbe di essa come di una guida piuttosto che come di una semplice fonte di materiali grezzi. Anziché trattare la rete della vita alla stregua di un prodotto commerciale, impareremmo a rispettarla come l’orizzonte della nostra esistenza.
Questi nuovi tipi di biotecnologie non comporterebbero le modifiche genetiche degli organismi viventi, ma piuttosto si servirebbero delle tecniche dell’ingegneria genetica per comprendere i sottili “disegni” della natura e prenderli come modelli per nuove tecnologie umane. Inizieremmo a integrare le conoscenze ecologiche nella progettazione dei materiali e dei processi tecnologici, imparando dalle piante, dagli animali e dai microrganismi i modi per produrre fibre, plastiche e sostanze chimiche che non risultino tossiche e che siano completamente biodegradabili e riciclabili.
Si tratterebbe di biotecnologie in un senso nuovo del termine, poiché le strutture materiali della vita si basano su proteine che noi potremmo produrre soltanto con l’aiuto degli enzimi forniti da organismi viventi. Lo sviluppo di tali nuove biotecnologie costituirà una grandiosa sfida intellettuale, dato che non siamo ancora in grado di comprendere il modo in cui la natura abbia sviluppato, nel corso di miliardi di anni di evoluzione, delle “tecnologie” che superano di gran lunga i nostri progetti umani.
Come fanno i molluschi a produrre una colla che li attacca a qualunque oggetto nell’acqua?
Come fanno i ragni a tessere un filo che, a parità di peso, è cinque volte più resistente dell’acciaio? In che modo l’aliotide riesce a sviluppare una conchiglia che è due volte più resistente delle nostre ceramiche ad alta tecnologia?
Come fanno queste creature a realizzare i loro miracoli materiali in acqua a temperatura ambientale, in silenzio, e senza produrre alcun rifiuto tossico?
Per trovare le risposte a queste domande, e impiegarle per sviluppare delle tecnologie che si ispirino alla natura, scienziati e ingegneri avrebbero di che dedicarsi a una serie di affascinanti programmi di ricerca, che li impegnerebbero per diversi decenni a venire.
E, in effetti, questi programmi sono già stati avviati. Essi fanno parte di un nuovo entusiasmante campo dell’ingegneria e della progettazione noto come “biomimesi” e più in generale, come “ecodesign” che ha recentemente acceso una fiammata di ottimismo circa le possibilità che l’umanità si incammini verso un futuro sostenibile.>>
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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 15/11/2006 23:38
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#18
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Continuando la mia opera di copiatura:

<<Nel suo “Biomimicry” Janine Benyus, scrittrice di libri di divulgazione scientifica, ci conduce in un affascinante viaggio attraverso numerosi laboratori e campi base dove squadre interdisciplinari di scienziati e ingegneri analizzano dettagliatamente la chimica e le strutture molecolari dei materiali più complessi che si ritrovano in natura, per poi usarli come modelli per nuove biotecnologie. Questi ricercatori stanno via via scoprendo come molti dei nostri più grandi problemi tecnologici siano già stati risolti dalla natura in modi eleganti, efficienti ed ecologicamente sostenibili, e stanno cercando di adattare queste soluzioni alle necessità umane.
Gli scienziati dell’Università di Washington hanno studiato la struttura molecolare e il processo di assemblaggio del rivestimento interiore levigato della conchiglia dell’aliotide che, pur presentandosi con la delicatezza dei suoi disegni colorati a forma di vortice, ha una resistenza impressionante. Essi sono riusciti a imitare il processo di assemblaggio a temperatura ambientale e a creare cosi un materiale duro e trasparente, che potrebbe costituire il rivestimento ideale per i parabrezza delle auto elettriche ultraleggere.
Dei ricercatori tedeschi hanno imitato la microsuperficie rugosa e autopulente della foglia di loto per produrre una speciale vernice in grado di svolgere questa stessa funzione sugli edifici.
Biochimici e biologi marini hanno analizzato per anni i singoli processi chimici con cui i molluschi blu secernono una sostanza adesiva in grado di incollare anche sott’acqua; ora ne stanno vagliando le potenziali applicazioni mediche, che permetterebbero ai chirurghi di saldare legamenti e tessuti operando in un ambiente fluido. In diversi laboratori, i fisici hanno lavorato a fianco dei biochimici per esaminare la complessità di strutture e processi della fotosintesi, nella speranza di riuscire infine a imitarli in nuovi tipi di celle solari.
Tuttavia, mentre questi entusiasmatici sviluppi stanno prendendo piede, molti genetisti, sia nelle compagnie biotecnologiche, sia nel mondo accademico, continuano a ripetere il Dogma Centrale del determinismo genetico, affermando cioè che i geni determinano il comportamento di un organismo. Il problema è capire se questi scienziati credano veramente che il nostro comportamento sia determinato dai nostri geni e, se non lo credono, perché mai continuano a fingere.
Le discussioni che ho avuto con i biologi molecolari intorno a questo punto mi hanno fatto capire che ci sono diverse ragioni per cui gli scienziati sentono di dover mantenere il dogma del determinismo genetico a dispetto di tutte le evidenze contrarie, che crescono di giorno in giorno.
Gli scienziati che lavorano per le industrie vengono spesso assunti per progetti specifici e ben definiti, lavorano sotto supervisione e non è loro concesso di discutere le implicazioni che le loro ricerche rivestono in un quadro più ampio. In tal senso viene loro richiesto di firmare delle clausole di segretezza. Nelle compagnie biotecnologiche, in particolare, le pressioni per conformarsi alla dottrina ufficiale del determinismo genetico sono veramente enormi.
Sfortunatamente, anche nel mondo accademico le pressioni, pur essendo differenti, hanno quasi la stessa forza. A causa dei costi vertiginosi della ricerca genetica, i dipartimenti di biologia firmano sempre più spesso degli accordi con le compagnie biotecnologiche per ottenere sostanziali aiuti economici che verranno però a plasmare la natura e l’indirizzo delle loro ricerche. Come osserva Richard Strohman, “i biologi accademici e i ricercatori delle corporazioni sono ormai diventati indistinguibili, e oggi, nel quadro delle collaborazioni fra settori, vengono assegnati dei premi speciali per comportamenti che una volta sarebbero stati citati in giudizio per conflitto di interessi”.
Quando cercano di ottenere dei fondi, i biologi sono soliti presentare i loro progetti formulati nei termini del determinismo genetico, perché sanno che, di fatto, sono i progetti di questo tipo a essere finanziati. Pur sapendo bene che i progressi scientifici sono sempre inaspettati e imprevedibili, essi promettono ai loro sponsor che dalla futura conoscenza della struttura genetica si otteranno certi determinati risultati; imparano ad adottare questa doppiezza durante i loro primi anni di ricerca accademica, e la mantengono poi per tutto il corso della loro carriera.
Oltre a questa evidente pressione esterne, ci sono poi anche le barriere cognitive e psicologiche più sottili che trattengono i biologi dall’accettare la visione sistemica della vita. Nella loro formazione, il riduzionismo è ancora il paradigma dominante, e pertanto essi si trovano spesso a disagio di fronte a concetti come quelli di auto-organizzazione, di reti o di proprietà emergenti. Va inoltre tenuto presente che la ricerca genetica, anche nel quadro del paradigma riduzionista, può essere incredibilmente eccitante: la mappatura dei genomi è un risultato affascinante, che sarebbe stato impensabile anche soltanto per gli scienziati di qualche decennio fa. E’ Pertanto comprensibile che molti genetisti, lasciandosi prendere dall’entusiasmo per questi risultati, vogliono proseguire nelle loro ricerche ben finanziate, senza preoccuparsi delle implicazioni che esse rivestono in una prospettiva più ampia.
Infine non dobbiamo dimenticarci che la scienza è un’impresa fortemente collettiva. Gli scienziati avvertono un profondo bisogno di appartenenza nei confronti delle loro comunità intellettuali, e difficilmente parleranno contro di esse. Anche gli scienziati di successo, che hanno alle spalle brillanti carriere e che hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi, sono spesso rluttanti quando si tratta di levare una voce di dissenso.
Tuttavia, nonostante queste barriere, il crescere, a livello mondiale, dell’opposizione alla brevettazione, al commercio e al rilascio di ogm, insieme ai limiti, portati recentemente in luce, delle basi concettuali dell’ingegneria genetica, ci mostra come l’edificio del determinismo genetico stia ormai crollando. Per citare ancora una vola Evelyn Fox Keller: “Sembra evidente che il primato del gene, come nucleo concettuale esplicativo della struttura e della funzione biologica, è un tratto che ha contraddistinto il ventesimo secolo molto più di quanto caratterizzerà i ventunesimo”.
In conclusione, sempre più evidente come le biotecnologie stiano giungendo a un punto di svolta scientifico, filosofico e poltico.>>


Un saluto a tutti.
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Inviato il: 15/11/2006 23:41
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#19
Dubito ormai di tutto
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Ciao Al2012
ti ringrazio per aver inserito "qualche notizia utile", in effetti si tratta di informazioni che allargano e approfondiscono il quadro presentato nell'articolo, anche se non nello specifico dei coltivi GM; ma il nocciolo della situazione è chiaro, ed estendibile, come si nota dai tuoi inserimenti, anche ad altri ambiti della ricerca.

il problema dei fondi per esempio è un punto cruciale, su cui (ovviamente IHMO) i media tacciono o quantomeno sorvolano candidamente.
Fare ricerca richiede fondi non indifferenti, e dove non arriva il pubblico (fondi statali per università e centri statali) arriva il privato, anzi il privato arriva comunque, in ogni caso.

Il problema è: quale grado di fiducia possiamo avere nelle dichiarazioni secondo cui "gli ogm sono sicuri", sapendo (non tramite il mainstream sia chiaro) quale tipo di posta sia in gioco e a quali livelli? Come possiamo non dubitare della campagna pubblicitaria della lobby del biotech, dopo che veniamo a conoscere i legami tra aziende e centri di ricerca, le pressioni sui ricercatori, le ingerenze nei media...
A fronte di una ricerca indipendente a cui vengono negati i fondi, como posso, in coscienza, fidarmi ciecamemente dell'azienda che produce ogm e che mi dice "i nostri laboratori hanno verificato la sicurezza dei nostri prodotti"?

Scusa (scusate) la reiterazione dei punti interrogativi, ma ritengo che qui sia doveroso, ora, porsi domande e cercare risposte.

Il meccanismo di certificazione degli ogm è, nella pratica, del tipo: "oste! è buono il vino?"
Se non sono i laboratori della Monsanto (ne cito solo una in senso rappresentativo) a certificare, saranno i laboratori dell'università Tal dei Tali su cui campeggia una targa con su scritto "Monsanto". E se nel frattempo un coraggioso ricercatore o ente ha fatto scoperte scomode.. ahilui, la sua reputazione ha le ore contate.

Mi piacerebbe realizzare un centro ricerche indipendente per portare avanti studi, come dire, "potenzialmente scomodi", ma... quanto costerebbe? Risposta (citando a memoria): "Se chiedi quanto costa, significa che non te lo puoi permettere".
E se non ho i soldi io, per mantenere il mio centro ricerche, debbo chiederli a qualcun altro...
Chi ha così tanti soldi da finanziare la ricerca scientifica?

Domanda da 100 milioni di euro, alla quale non rispondo perché preferisco chiudere chiedendo venia per lunghezza del post.
Inviato il: 16/11/2006 16:01
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  •  Al2012
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#20
Dubito ormai di tutto
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X Gaia.

Alla tua domanda se gli OGM sono sicuri, la mia risposta (profana) è no.

No perché non c’è prova certa della loro sicurezza, mi sembra che ci siano prove che dimostrano la loro pericolosità e certezze verso la loro inutilità.

La pericolosità è anche dimostrata dal fatto che sono forzature che vanno contro natura, modificando il DNA in modo innaturale l’uomo crea sostanze che naturalmente non potrebbero mai esistere, come giustamente hai già fatto notare, e le conseguenze di questa violazione delle leggi naturali non possono essere facilmente previste e possono essere molto più dannose di quello che ora possiamo immaginare.

Gli OGM sono un grande affare per determinate industrie, che hanno come fine il poter ricavare enormi profitti nel minor tempo possibile per poter capitalizzare i loro investimenti. Questione di soldi e di utili. Il dio profitto che governa.

BISOGNA ABOLIRE I BREVETTI SUGLI ORGANISMI VIVENTI E SULLE LORO PARTI, per un principio che a me pare ovvio, la Monsanto e quelli come loro non hanno alcun diritto divino per poter brevettare, imporre regole e dettare legge, anzi, a mio avviso, dovrebbe essere perseguiti per quello che fanno, perché con i loro affari mettono in pericolo la salute della umanità e la vita naturale sul nostro pianeta, violando le leggi naturali che sono quelle che per miliardi di anni hanno governato quel grande fenomeno che è la vita in tutte le sue manifestazioni.

Non occorre modificare il DNA della patata o del pomodoro per eliminare la fame, ma occorre più Giustizia, quella che non c’è.

Non dobbiamo violentare la “natura”, dobbiamo imparare da essa, perché è il risultato di miliardi di anni di evoluzione, non dobbiamo sentirci “Sapienti” perché siamo padroni di una tecnologia che utilizziamo in modo IDIOTA solo per creare profitto che, ovviamente, è solo per pochi a danno di molti.

NIENTE BREVETTI, NIENTE PROFITTO, e più rispetto per la natura che deve essere considerata la nostra madre perché è grazie ad essa che noi esistiamo, LA VITA, LA NATURA NON SONO UN PRODOTTO COMMERCIALE.

DOBBIAMO CACCIARE I MERCANTI DAL TEMPIO, questo mi ricorda qualcosa non vi pare?!

Perché senza i capitali privati non si può fare ricerca? La ricerca costa ci vogliono molti soldi, molti soldi, molti soldi ….ma ce ne vogliono molti di più per fare la guerra, e la guerra la fanno i governi, i governi spendono molti soldi per distruggere, ma allora i soldi ci sono, le energie e le intelligenze ci sono e i governi le utilizzano male e ingiustamente.
I governi possono spendere quello che vogliono per la guerra, ma non hanno soldi per la ricerca, non hanno soldi per la giustizia, non hanno soldi per le cose giuste, ma solo per le cose sbagliate. Io non vedo niente di sapiente in tutto questo.

Noi siamo i parte della natura, non siamo i padroni. DOBBIAMO IMPARARE DALLA NATURA, rispettando le leggi che la governano e da cui siamo governati, se non lo facciamo perdiamo il diritto di esistere.

Alcuni giorni fa ho visto in TV che c’è un nuovo modo per migliorare geneticamente i prodotti, che segue il principio degli incroci naturali da sempre utilizzati in modo naturale, intervenendo sul DNA in laboratorio accelerando e migliorando gli incroci, ma senza inserimenti innaturali, se ho ben capito, forse è questa la strada giusta, però anche in questo caso non deve essere concesso alcun diritto di brevetto….
_________________
“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 17/11/2006 13:57
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#21
Dubito ormai di tutto
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Ciao Al2012, i quesiti e le considerazioni che tu poni spostano un po' il discorso dall'ambito in cui lo avevo posto, lo ampliano per così dire, fino a giungere alla discussione (oltremodo spinosa) dei brevetti applicati a forme viventi, un argomento controverso su cui si potrebbe aprire un topic a parte (visto che coinvolge anche animali e l'uomo stesso, mentre qui mi limito a parlare di OGM vegetali).

Ad ogni modo la questione sulla sicurezza alimentare degli OGM resta apertissima; riporto come spunto uno stralcio dagli "Atti della 1a Conferenza Nazionale Comuni Antitransgenici" che riguarda questo aspetto:

"Il destino del transgene nel tratto gastro-intestinale e nell'ambiente"
(presentato da Claudia Sorlini)


Riassunto
L'autrice riassume le preoccupazioni chiave riguardo al cibo transgenico (ottenuto da piante geneticamente modificate, PGM, microorganismi GM) come segue:
- la possibilità di trasferimento del transgene dai microorganismi e dai vegetali contenuti nel cibo alla microflora gastro-intestinale;
- la diffusione dei transgeni nell'ambiente da feci animali ed umane;
- la possibilità di interazione tra i transgeni e il DNA cellulare dei mammiferi;
- gli effetti negativi sulla salute umana dovuti all'espressione di proteine (note o non) ingerite con il cibo.

Il trasferimento orizzontale del gene (HGT- horizontal gene tranfer) è un fenomeno ben noto che avviene naturalmente tra batteri.
Si è dimostrato che avviene anche all'interno del tratto gastro-intestinale.
Questo fenomeno è stato osservato anche da batteri GM a batteri gastro-intestinali in esperimenti in vivo.

Il trasferimento orizzontale del gene dalle piante ai microorganismi è stato evidenziato solo in esperimenti di laboratorio. D'altro canto, la possibile trasformazione della microflora gastro-intestinale dovuta a DNA libero ha avuto finora poca attenzione, perché si ritiene che il DNA libero sopravviva con poca probabilità all'azione delle nucleasi dell'intestino.

Il destino del DNA esogeno nel tratto gastro-intestinale.
I risultati delle indagini di DNA esogeno (sequenze presenti nei costrutti utilizzati per la trasformazione delle piante) nel tratto gastro-intestinale dimostrano che, al contrario di quanto si ritiene generalmente, il 5% di DNA può sopravvivere in ampi frammenti alla digestione gastro-intestinale.
Il DNA è stato recuperato da differenti parti dell'intestino, sangue o milza e fegato dei ratti e nelle feci, dopo somministrazione orale.

L'interazione tra il DNA esogeno e il DNA cellulare dei mammiferi.
Frammenti di DNA esogeno sono stati trovati legati covalentemente al DNA estratto dalla milza dei ratti. Il DNA esogeno è stato trovato in associazione cromosomale con entrambi i cromatidi, anche in rare cellule di tre feti.
"Il DNA esogeno ingerito a livello materno è un potenziale mutageno per lo sviluppo dei feti?"
Riguardo al rischio collegato al cibo transgenico, l'autore presenta alcuni esempi di danno alla salute (reazioni allergiche e modificazioni del tratto gastro-intestinale su animali di laboratorio). 

In conclusione:
- E' stato osservato il trasferimento orizzontale di geni (HGT) da batteri modificati a batteri naturali nel tratto gastro-intestinale.
- Non è stato dimostrato il trasferimento orizzontale di geni (HGT) in esperimenti in vivo da cibo vegetale modificato al tratto intestinale.
- Il DNA transgenico può sopravvivere alla digestione gastro-intestinale e diffondersi nell'ambiente. 
- Il DNA esogeno sembra interagire con il DNA cellulare dei mammiferi.

Quale è la frequenza di questi fenomeni e quali sono le conseguenze sugli esseri umani, gli altri animali e l'ambiente? Tutto ciò non è stato ancora ben chiarito.



Resta poi ugualmente aperta la questione della diffusione di genomi artificiali in natura - ho letto recentemente che in Spagna, unico Paese europeo a praticare la coltivazione di OGM su "vasta scala", uno studio ha mostrato come un quarto dei coltivi sia stato contaminato dalla dispersione di polline e semi GM.

Senza andare troppo lontano, in Piemonte si è verificata una contaminazione di 400 ettari di campi coltivati a mais: una partita di mais dichiarato non-GM si è rivelata contaminata (già in partenza) da semi GM -- la Pioneer Seeds, che ha venduto la partita di semi agli agricoltori piemontesi, commercializza semi non-GM e anche semi GM della Monsanto. La vicenda è riportata qui:
Italian seed contamination scandal highlights need for tighter European legislation

Non dimentichiamo infine che c'è un'alta "incertezza genetica" in questi processi: nessuno può garantire che con l'attuale biotecnologia venga prodotto un genoma che si comporta esattamente come desiderato (cambiare un gene non è come sostituire la portiera di un'auto con un'altra di colore diverso: vedi per es. l'esempio molto chiaro che ho riportato nell'articolo, sotto "sicurezza alimentare",all'inizio del post #5).
Inviato il: 20/11/2006 13:38
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  •  Clorofilla
      Clorofilla
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#22
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Vorrei un chiarimento: viene detto che si trovano frammneti di dna esogeno pure nel sangue o in altri organi e che questo dna interagisce con il dna cellulare umano.

Questo Dna come fa a passare nelle cellule e nel sangue?

Mi suona un pò strano poichè avendo presente la stuttura cellulare ed il suo funzionamento mi sfugge come pezzi di Dna possano passare all'interno delle cellule visto che il passaggio di molecole avviene sia attraverso la membrana plasmatica come ad es. l'acqua o pochi ioni o attraverso canali proteici appositi nella membrana che fanno passare molecole ben precise con un'opportuno riconoscimento.

Il che comunque, se è un fenomeno fisiologico riscontrato, dovrebbe avvenire anche con Dna "normale" di piante ed animali ingeriti non Ogm a rigor di logica, così come è normale trovare nelle feci parti di cibo e quindi residui di Dna, Ogm o no che sia.

Dico questo perchè non mi pare di aver mai sentito dire di molecole di Dna che passano attraverso le membrane cellulari (forse fagocitosi???). Attendo delucidazioni.
Inviato il: 20/11/2006 14:39
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#23
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Clorofilla ha scritto:
Attendo delucidazioni.

Ciao Clorofilla, purtroppo non posso darti le delucidazioni che mi richiedi; non essendo biologa ho riportato, come solito, parti di scritti che reputo contenere interessanti spunti su cui indagare. Al link indicato sono presenti solo gli abstract del convegno: un link rimanda al report completo, ma purtroppo o il link è errato o sul sito della WHO (world health organization) non è più presente. Ho cercato di recuperarlo nel loro database ma tutto ciò che ho trovato è il pdf con gli abstract, quindi in pratica la stessa cosa presente in italiano al link indicato prima. (Il pdf comunque è questo: www.euro.who.int/document/fos/Fin_rep.pdf).
La dr. Claudia Sorlini lavora presso il dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche dell'università di Milano, come riportato alla fine del pdf: si potrebbe chieder lumi direttamente a lei.
Inviato il: 20/11/2006 15:07
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  •  Clorofilla
      Clorofilla
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#24
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ok grazie.
Inviato il: 20/11/2006 15:11
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  •  Clorofilla
      Clorofilla
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#25
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ok grazie.
Inviato il: 20/11/2006 15:23
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  •  luca46
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#26
Ho qualche dubbio
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Bellissimo post, tanto bello quanto inquietante.
Inviato il: 20/11/2006 18:36
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#27
Dubito ormai di tutto
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Inquietante, fra le altre cose, è a mio parere il fatto che ancora non ci siano certezze sulla sicurezza (non solo alimentare) degli OGM.

E mentre nessuno può dire di sapere se gli OGM siano sicuri o meno, noi ce li troviamo nel piatto (per il discorso sulle etichettature cui ho accennato nell'articolo).
Inviato il: 20/11/2006 19:09
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  •  luca46
      luca46
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#28
Ho qualche dubbio
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Quella delle etichettature è un tasto fondamentale. Se per esempio una persona compera una banana inconsapevole che sia ogm e dentro c'ha un gene di un qualcosa al quale è allergico rischia di lasciarci le penne.

Lo stesso vale per quegli alimento che contengono al loro interno nanoparticelle tossiche in quanto gli stabilimenti di produzione sono vicini agli inceneritori.

Ci danno merda e dobbiamo anche pagarla oltre che pagarne le conseguenze.

Quale può essere il rimedio?
Inviato il: 20/11/2006 23:59
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Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#29
Dubito ormai di tutto
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Ciao Luca
senza metterla sul tragico, volevo puntualizzare solo due cose: la legislazione in teoria garantisce che la banana o la zucchina o la patata che compri, se è GM, riporti in etichetta questa informazione. Quindi non è sul prodotto "singolo" la questione.
L'etichettatura lascia dei buchi per quanto riguarda cibi "composti" come un sugo pronto, per esempio: lì, se è stata usata, per dire, soia che contiene meno dello 0,9% di OGM, non c'è l'obbligo di scriverlo in etichetta. Non so se ora è più chiara la faccenda.

Per le allergie il discorso è più ampio e incerto, perché come detto più sopra per la sicurezza generale degli OGM, non ci sono ancora studi (tantomeno a lungo termine) che ne attestino la sicurezza.
Comunque posso rinviarti a questo link, da cui riporto un breve pezzo in cui si parla di rischi reali e potenziali legati appunto alle allergie:

Le biotecnologie applicate al comparto agroalimentare

ALLERGIE
RISCHI REALI Esistono molte certezze sulle potenzialità allergeniche di alcune nuove proteine che originano da geni inseriti artificialmente in prodotti alimentari. Un esempio è costituito dalla soia resa ricca di metionina grazie all'inserzione di un gene della noce brasiliana molto allergenica (prodotto ritirato dal commercio).
RISCHI POTENZIALI L'inserimento in prodotti alimentari di geni che non hanno mai fatto parte della dieta umana, può portare alla comparsa di molte allergie. Fenomeno imprevedibile perché non sappiamo quale è la quota di soggetti allergici ad una determinata sostanza che non è mai entrata in contatto con l'organismo umano


Spero possa essere un po' più chiaro il discorso.
Inviato il: 21/11/2006 20:20
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  •  luca46
      luca46
Re: OGM: (ennesimo) inganno globale
#30
Ho qualche dubbio
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Quindi il 0,9 % non sarebbe una quantità a rischio?

Comunque sia a me questi OGM non piacciono per niente. Soprattutto non mi piace il business che ci sta dietro.
Inviato il: 21/11/2006 21:35
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