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   Politica Interna & Estera
  ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.

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  •  pierone
      pierone
ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 14/10/2005
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"non è da stupire che in USA, ad essere certo che un attacco all'Iran sia imminente - e a cercare di scongiurarlo - sia sceso in campo Daniel Ellsberg."


"Ellsberg è l'ex funzionario che nel 1969 rese pubblici i «Pentagon Papers», i documenti segreti del Pentagono in cui si progettava l'uso di armi atomiche contro il Vietnam, una rivelazione che portò di lì a qualche tempo all'espulsione di Nixon dalla presidenza.
Oggi, il vecchio Ellsberg, durante un raduno a San Francisco, ha chiamato a raccolta per espellere il «regime di Bush», sostenendo che è «pericoloso come era quello di Hitler», insomma il Quarto Reich.
Ecco i passi essenziali del discorso di Ellsberg: «Siamo di fronte all'alta probabilità […] di un nuovo attacco contro l'Iran […] sono stati fatti piani per l'uso di armi atomiche. […] Lanciamo l'allarme su una crisi imminente, e questa crisi su cui richiamo la vostra attenzione è un'aggressione di tipo hitleriano, come quelle che noi abbiamo già visto commettere dall'attuale amministrazione. L'aggressione all'Iraq non è distinguibile, sul piano del diritto, dall'attacco di Hitler alla Polonia, alla Francia e alla Russia: un crimine contro la pace, per il quale ci sono state le impiccagioni a Norimberga. […] Ogni bomba atomica è una Auschwitz portatile. E la gente dirà: 'Ah, si possono usare facilmente'. Questo Paese, ci dicono, non è la Germania del 1939. Lasciatemi precisare: questa è la Germania del 1933. Nel gennaio del 1933, la Germania non era uno Stato fascista. Hitler era diventato cancelliere con una maggioranza relativa del 36 %, aveva solo due ministri [nazionalsocialisti] nel governo. Nel luglio del 1933, era uno Stato a partito unico. Gli altri partiti furono vietati. I socialdemocratici avrebbero potuto dichiarare uno sciopero generale prima dell'incendio del Reichstag; dopo, fu troppo tardi. Troppo tardi per una resistenza popolare».
Ellsberg ha chiamato esplicitamente a una resistenza popolare contro «il regime Bush».

"Nel 1969, dopo i «Pentagon Papers», questa resistenza ci fu in America: «Cinquemila giovani andarono in prigione per rifiuto di andare sotto le armi», «l'FBI ricercò me e mia moglie, io rischiavo 113 anni di galera; ci nascosero per 13 giorni dei giovani che non conoscevamo… giovani che distribuivano i 'Pentagon Papers' casa per casa; e 19 giornali pubblicarono i paper, nonostante le ingiunzioni: non solo il New York Times fu diffidato e pubblicò. Anche il Boston Globe…non c'era mai stata una diffida contro un giornale prima. I giornali erano più giornali di oggi."

"La situazione attuale, io credo, ci chiede questo spirito che ci fu nel 1969. Oggi non è un momento normale. C'è bisogno di gente disposta a rischiare la carriera, il lavoro, i rapporti con la famiglia, con il proprio capo, con la propria chiesa… questa guerra non avrà mai fine senza gente che agisca nello spirito del 1969»."

L'intero articolo


E' una presa di posizione da approfondire, ho letto di Ellsberg in un libro di storia.

Inviato il: 19/9/2006 11:42
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  •  Satirus
      Satirus
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#2
Mi sento vacillare
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E tu ti fidi di uno che si chiama Ellsberg!?!?!?
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B
Un Diario !?
Inviato il: 19/9/2006 11:44
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  •  pierone
      pierone
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#3
Ho qualche dubbio
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Ha un ottimo curriculum:
scandalo watergate

intervista a Howard Zinn

Howard Zinn è uno storico radicale americano, autore di Storia del Popolo Americano, che consiglio a tutti, non ha preso posizione sull'11 settembre, ma descrive nel libro tutte le magagne passate, a partire dalla nave distrutta a Cuba dagli spagnoli.

i campi di concetramento in u.s.a.

http://www.zmag.org/italy/stallman-controllori.htm
Inviato il: 19/9/2006 12:07
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  •  Satirus
      Satirus
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 24/4/2006
Da Luogocomune
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E tu ti fidi di uno che si chiama Zinn!?

E di quelli che hanno ottimi curricula!?
_________________
Galleria
B
Un Diario !?
Inviato il: 19/9/2006 12:08
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  •  pierone
      pierone
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#5
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 14/10/2005
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Parliamo di cose concrete?
Inviato il: 19/9/2006 12:46
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  •  frankad
      frankad
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 10/10/2005
Da ICHNOS
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Ancora con la bufala dell'attacco all Iran...bisognerebbe, quantomeno, leggere di più.

Allora ecco qualcosa, pazienza se è lunghetto...e se ne segue un'altro più lungo nel prossimo post.

All'inizio del mese di Agosto, quando Israele ha esteso la sua offensiva da terra contro Hezbollah nel Libano del Sud, molti analisti dell'intelligence militare israeliana misero in guardia sul fatto che la milizia sciita aveva alcune tra le più sofisticate tecnologie anti-carro del mondo.

Immediatamente Israele e i media internazionali cominciarono a pubblicare articoli che puntavano il dito contro la Russia, ritenuta la maggiore fornitrice di questi sofisticati equipaggiamenti militari, sebbene Mosca, secondo la maggior parte degli esperti, abbia fornito armi alla Siria e all'Iran, i quali li hanno fatti arrivare di contrabbando a Hezbollah.

In particolare il 10 agosto, sia il ministro israeliano della Sicurezza Pubblica Avi Ditcher che il ministro della Difesa Amir Peretz hanno affermato che la guerriglia Hezbollah avrebbe fatto uso di granate con propulsione a razzo Vampirs RPG-29 di costruzione sovietica, con testata tandem HEAT (High Explosive Anti-Tank), che si sono dimostrate efficaci contro i carri armati Merkeva israeliani.

Altre fonti militari hanno inoltre sostenuto che Hezbollah si sia procurato il sistema missilistico anticarro Metis-M di progettazione Russa, i missili guidati anticarro Sagger AT-3, Spigot AT-4 e anche i Kornet AT-14 di fattura russa, sempre forniti da Damasco e adatti a distruggere gli elicotteri a bassa quota. [1]

Un portavoce del ministro degli Esteri di Mosca ha così prontamente riferito che la Russia ha onorato i suoi obblighi internazionali e non ha fornito moderne tecnologie anticarro a Hezbollah, risposta questa che è parsa convincente a pochi in Israele.

Mentre Israele riflette sulle difficoltà tattiche incontrate durante i 32 giorni di conflitto, ci sono due importanti questioni politiche e strategiche che devono essere prese in considerazione. La prima è di certo quella del supporto diplomatico e del rifornimento militare della Russia agli attori del Medio Oriente, statali e non statali (Iran, Hezbollah, Hamas), che per Washington sono i peggiori nemici del suo progetto per un "Nuovo Medio Oriente" e per la sicurezza di Israele.

La seconda questione, tuttavia, è quella della strategia generale della Russia. Non riuscire a comprendere il quadro generale impedisce agli osservatori di valutare in modo esatto le mosse controverse di Mosca, in tal modo mettendo a rischio la possibilità di un "Grand Bargain" [grande patto] positivo tra la Russia e gli Stati Uniti.

Il ritorno della Russia sul palcoscenico internazionale

Uno dei fattori salienti nella politica mondiale di questi giorni è il ritorno in campo della Russia come attore influente. Questo è il risultato di una vigorosa riorganizzazione del potere domestico da parte del presidente Vladimir Putin.

Negli anni '90, dopo il collasso dell'Unione Sovietica, la politica estera russa rifletteva molto la fragilità interna del paese. Potenti gruppi aziendali (più tardi battezzati "oligarchie" e combattuti senza tregua dall'amministrazione Putin) dominavano la vita politica, mentre forze centrifughe facevano vacillare la Federazione Russa. Come conseguenza, la politica estera russa aveva come primario obiettivo quello di coltivare buone relazioni economiche con gli Stati Uniti e con l'Europa, cercando in questo modo di mantenere o aumentare l'influenza russa nello scacchiere internazionale. I risultati furono sconcertanti. Al risentimento contro le oligarchie si unì l'umiliazione (tra i cittadini, ma anche tra molti potenti protagonisti politici e militari) dato che la NATO continuò ad espandersi verso Est, nonostante le promesse contrarie fatte al riguardo dall'allora capo di stato americano George H. W. Bush al presidente sovietico Gorbaciov nel 1990.

Tale politica americana ebbe un forte impatto sulla psicologia dell'élite russa. Mentre Washington promuoveva l'espansione verso Est dell'architettura di sicurezza Euro-atlantica, ufficialmente in maniera amichevole, in realtà si comportava da egemone sicuro di sé.

A Mosca la sensazione dei più era che la Russia venisse "invitata" ad aderire ad una vasta alleanza di sicurezza russo-occidentale, ma come membro debole e inferiore, perciò praticamente forzata a scegliere la collaborazione con la superpotenza. Questo sentimento avrebbe raggiunto l'apice qualche anno più tardi, quando la Russia capì che l'espansione della NATO non aveva praticamente confini e che perfino il fulcro storico della Russia, l'Ucraina, vi era compresa.

Perciò, gli anni del governo di BorisYeltsin, caratterizzati da una politica accomodante e dal dominio del business aziendale, lasciarono la Russia con una diffusa sensazione di inaccettabile inferiorità.

La strategia politica di Putin imboccò la strada opposta, strada che da molti in occidente è considerata come duramente e brutalmente realistica. Per essere forte e aumentare la sua sicurezza, la Russia doveva ristabilire all'interno del paese la supremazia assoluta della politica sul business, a scapito dei cosiddetti oligarchi. Doveva ristabilire un forte potere centralizzato e usare le sue carte vincenti (energia fossile e tecnologia militare) a fini sia politici che economici.

Il presidente sapeva, nel momento in cui cominciò il suo mandato nel 2000, che le riserve russe di energia fossile avrebbero aumentato il peso politico del paese, poiché la presunta preminenza dei consumatori sui produttori (convinzione diffusa a metà degli anni '90) si era dimostrata sfacciatamente sbagliata. Sapeva altresì che la tecnologia militare russa, retaggio della guerra fredda, sarebbe stata in grado di cambiare gli equilibri di potere tra gli attori regionali nelle aree geopolitiche chiave.

Per dirla in modo semplice, Putin era convinto che per parlare in modo convincente agli Stati Uniti e al resto dell'Occidente, la politica dell'accomodamento senza fine non era necessaria. Provocare disordini tattici e sfruttare il peso politico di esportazioni militari e di risorse erano una via migliore. La posizione rigida della Russia nei confronti di Ucraina, Bielorussia, Moldavia e Georgia, nella vasta zona dell'ex area sovietica che va dall'Europa nordorientale al Caucaso,altro non è che l'altra faccia della medaglia: la politica estera di Mosca è in disaccordo con la strategia generale di Washington, basata sulla promozione di cambi di regime che promuovano élite favorevoli all'Occidente e l'espansione della comunità di sicurezza euro-atlantica.

L'incapacità dell'amministrazione del presidente americano George W. Bush nel coinvolgere efficacemente la Russia nelle politiche di sicurezza globale ha solo spinto ulteriormente Putin nella sua determinazione a restaurare il potere della Russia e la sua influenza seguendo la linea dura, spesso schierandosi con la Cina piuttosto che con gli USA, ponendo praticamente fine alla drammatica rottura cino-sovietica che durava dal 1962.

Perciò, coltivare buone relazioni con i nemici regionali degli Stati Uniti nell'area geopolitica più delicata del mondo, il Medio Oriente, appare in linea con il nuovo corso della politica russa. Infatti, se si torna a considerare la politica di Mosca in Medio Oriente ai tempi della Guerra Fredda, la strategia di Putin sembra familiare, ma con alcune interessanti nuove caratteristiche, come le migliori relazioni con Teheran. Questo ci porta alla seconda questione: lo scopo e la portata delle relazioni strategiche e diplomatiche di Mosca con Damasco, Teheran, e attori non statali nella regione.

Corteggiare gli "stati canaglia"?

La maggioranza schiacciante degli osservatori e degli analisti americani, britannici e israeliani mostra irritazione nel commentare le relazioni di Mosca con i cosiddetti "stati canaglia". Fatta salva la Corea del Nord che è un caso geopolitico e diplomatico specifico, le buone relazioni della Russia con l'Iran e la Siria (ma anche, fino al 2003, con l'Iraq di Saddam Hussein) hanno esasperato Washington e i suoi più vicini alleati.

La comunità dell'intelligence israeliana ha ripetutamente accusato la Russia di aver pericolosamente supportato i nemici mortali di Gerusalemme. In primo luogo, Mosca ha istituito una complessa politica anti-terrorismo - che assomiglia sotto alcuni aspetti alla dura posizione americana contro i gruppi terroristici - che comprende tolleranza zero e totale delegittimazione degli islamisti caucasici in Cecenia e Dagestan, ma allo stesso tempo ha rifiutato di mettere, alla maniera di Washington, Hezbollah e Hamas sulla lista nera.

In un modo che ricorda i tempi della Guerra Fredda, Mosca sembra differenziare i gruppi radicali - accusati di essere delle mere organizzazioni terroristiche e che il mondo civilizzato deve farsi carico di annientare - dai movimenti di liberazione nazionale che possono far ricorso al terrorismo - che servono ad aiutare la Russia a ottenere i suoi scopi politici nelle zone d'interesse.

Mentre alcuni analisti pensano che sia possibile rintracciare la storia di un supporto diretto e a lungo termine della Russia a Hezbollah, la posizione ufficiale di Israele [2] è che fornendo equipaggiamenti militari avanzati alla Siria e all'Iran, Mosca rinforza indirettamente le potenzialità di Hezbollah.

Nel Febbraio del 2005, per esempio, l'amministrazione del Primo Ministro israeliano Ariel Sharon tentò attivamente di evitare che venisse firmato un patto da 70 milioni di dollari tra la Russia e la Siria. Il contratto prevedeva la vendita di 20 9K38 (SA-18 secondo la terminologia della NATO), missili portatili terra-aria con guida a infrarossi di fattura sovietica.

Il supporto militare russo a Damasco è accompagnato dal supporto diplomatico, e vi sono ragioni per credere che tale posizione serva alla Russia per raggiungere l'obiettivo di mettere una barriera all'aggressiva politica di Washington nel Medioriente in due modi: il primo e più palese, contrastando l'offensiva diplomatica americana contro il regime del presidente siriano Bashar al-Assad; il secondo, avvicinando la Siria e ponendo le basi per una stabile presenza militare russa nella regione.

Nonostante la smentita ufficiale della Russia, nel mese di giugno il quotidiano russo "Kommersant" ha riportato la decisione di Mosca di stabilire basi navali nei porti siriani di Tartus e Latakia. Secondo le fonti, Mosca avrebbe proceduto con l'installazione di un sistema di difesa aereo con missili balistici S-300PMU-2.

Il 15 Agosto, il quotidiano russo "Mosnews" ha riportato la notizia che Israele avrebbe "trovato la prova" dell'uso da parte di Hezbollah nel combattere l'esercito israeliano di armi russe fornite da Siria e Iran : "In un giardino vicino ad un incrocio usato come avamposto da Hezbollah, sono stati trovati otto razzi anticarro Kornet che, a detta del Generale di Brigata Mickey Edelstein, comandante delle truppe che hanno preso Ghandouriye [vicino a Tiro], sono ‘i migliori al mondo’ .

Scritte su ogni cassa sotto il numero della commessa c'erano le parole:"Cliente: Ministero della Difesa siriano. Fornitore: KBO, Tula, Russia." Edlestein ha detto: "Se vi dicono che la Siria non ne sapeva niente, date un'occhiata. Questa è l'evidenza. Una prova, non chiacchiere."

Prospettive

La Russia ha senza dubbio dimostrato di essere in grado di far cambiare gli equilibri militari in designati contesti regionali. Per esempio, e quasi senza che ciò venga notato dai media occidentali, Mosca sta aggiungendo significativi affari di armi ai suoi progetti di cooperazione energetica con l'Algeria, in un modo che potrebbe cambiare drammaticamente l'equilibrio regionale nell'Africa del Nord (che - non dimentichiamolo - è inclusa da Washington nel "Grande Medio Oriente").

Ma dedurre da ciò che Mosca sia strutturalmente ostile all'occidente sarebbe un grave errore. Al contrario, il duro messaggio della Russia è un appello per un rinnovato inizio delle relazioni di sicurezza russo-occidentali su scala globale.

Perciò, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali dovrebbero riconsiderare i legami strategici con Mosca. Pensare che sia possibile allargare la NATO e l'Unione Europea seguendo un'agenda esclusivamente occidentale, ignorando le preoccupazioni di sicurezza della Russia, servirà solamente a spingere Putin e i suoi seguaci verso una strategia di politica estera più ostile, al di là del linguaggio diplomatico e delle posizioni ufficiali, con disastrose conseguenze per la stabilità globale.

Federico Bordonaro (analista anziano di Power and Interest News Report - www.pinr.com
_________________
La democrazia è il sistema perfetto per tenere mansueti e silenziosi i cittadini, facendo loro credere di possedere un potere di scelta che in realtà non hanno e non hanno mai avuto.
Inviato il: 19/9/2006 12:50
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  •  frankad
      frankad
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#7
Dubito ormai di tutto
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Da ICHNOS
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Per finire, spero, il "mitico" Joe Vialls.

Durante la sua visita a Ramallah, in Palestina, il 29 aprile 2005, il Presidente Putin ha commentato: "Se ci aspettiamo che Mahmoud Abbas combatta il terrorismo, dobbiamo renderci conto che non potrà farlo con un po' di pietre e una fionda." Quindi ha fatto una pausa, aggiungendo: "E questo Israele, chiaramente, lo capisce."

DI JOE VIALLS

Quando di recente Vladimir Putin è arrivato in Palestina, i media occidentali sono stati curiosamente avari di commenti, forse dolorosamente consapevoli del fatto che il Presidente Russo fosse uno dei pochi, anzi forse l'unico capo di stato per nulla disposto a farsi docilmente condurre per lo stato ebraico in uno di quei giri propagandistici, volutamente avvilenti, condotti da Ariel Sharon con tappe al Museo dell'"Olocausto" e al Muro del Pianto.

Parlando papale papale, Putin non ha nessun bisogno di essere accondiscendente con coloro che vede come vassalli delle banche di Wall Street, le stesse istituzioni che hanno messo in ginocchio l'unione Sovietica nel 1989, col piccolo aiuto dall'interno di Mikhail Sergeyevich Gorbachev, più tardi premiato per il suo tradimento con una Carta Oro dell'American Express senza limiti di spesa per lui e la moglie Raissa. In termini puramente commerciali, Gorbachev è stato un'articolo presidenziale straordinariamente scontato.

Con il "loro uomo" (Gorbachev) al timone, e con la Russia nel caos più completo, i banchieri di Wall Street ordinarono ai loro oligarchi di Mosca di cominciare ad acquistare il patrimonio statale a prezzo di costo, con la prospettiva di aggiungere la Russia al loro paniere, in continua espansione, di stati sottomessi e privatizzati. Il controllo totale della Russia avrebbe dato finalmente ai fanatici newyorkesi del "Governo Mondiale Unico" il formidabile potere che andavano cercando, o almeno è quello che credettero al momento.

Un miserabile anno dopo l'altro, gli oligarchi si ingollarono fette sempre più grosse della torta dello stato Russo, praticando sistematicamente la frode, e formarono la Mafia di Mosca per mettere in riga col terrore i cittadini russi. Oligarchi di spicco tra gli altri, Mikhail Khodokovsky, Leonid Nevzlin, Mikhail Brudno, Vladimir Dubov e Vladimir Gusinsky. Nuotavano tutti nel lardo, legando la vigna con le salsicce, fino al giorno in cui Vladimir Putin è diventato Presidente della Russia.

Tra chi legge, molti sapranno già che ne è stato di Mikhail Khodorkovsky. Poco dopo il suo tentativo di trasferire illegalmente la proprietà del gigante petrolifero russo Yukos all'americana Exxon Mobil, Khodorkovsky fu arrestato per frode ed evasione fiscale. La sentenza che lo riguardava era attesa per il 27 aprile, il giorno prima della prevista breve visita di Putin a Gerusalemme. A Tel Aviv c'era forte attesa per questo verdetto, visto che un Ariel Sharon piuttosto nervoso aveva disperatamente bisogno di un buon argomento da usare contro il Presidente Russo.

Ohimé, niente da fare. Il 27 aprile, alle ore 10 antimeridiane (ora di Mosca), un foglietto bianco apparve sulla porta del tribunale russo in questione. Era piuttosto conciso: "La sentenza sul caso Mikhail Khodorkovsky è stata posticipata al 16 maggio 2005." La decisione della corte non poteva essere dovuta all'influenza di Vladimir Putin, data la separazione dei poteri garantita dalla nuova democrazia russa. Ma fu comunque un brutto colpo per Ariel Sharon e per quelli nascosti dalla sua ombra corpulenta.

Tra le facce vagamente distinguibili in quell'ombra possiamo riconoscere Leonid Nevzlin, Mikhail Brudno, Vladimir Dubov e Vladimir Gusinsky: tutti titolari di residenza israeliana da qualche anno, all'atto del loro arresto. Che questi delinquenti abbiano pensato di rifugiarsi presso un criminale di guerra come Ariel Sharon non desta molta sorpresa, dato che in Russia ogni oligarca ladro, dal 1989, è un ebreo con passaporto e cittadinanza israeliana da usare in caso d'emergenza.

Non c'è dubbio, il simile attira il simile, tantopiù in questo caso. Durante gli anni 40, gli ebrei hanno messo a ferro e fuoco la Palestina sovrana perché "Dio aveva detto che potevano farlo", perciò hanno proseguito con la Russia. Non ancora soddisfatti di entrambe le atrocità di massa, hanno ordinato al loro fantoccio George W. Bush di saccheggiare anche il sovrano Iraq.

E' un dato di fatto che il crimine organizzato attira gli oligarchi come le carogne attirano le mosche, e i rapporti di intelligence dello scorso hanno riferiscono che lo stato ebraico controlla ormai qualcosa come il 94% del commercio mondiale dell'ecstasy, fornendo su ordinazione allucinogeni di sintesi per i vostri ingenui figli e figlie adolescenti.

Lo spaventoso "Governo Mondiale Unico" e la sua corruzione non sono passati inosservati a Mosca, dove da più di un decennio funzionari di grado elevato stanno silenziosamente organizzando un attacco asimmetrico per distruggere il mostruoso "impero" sionista, dislocando discretamente importanti infrastrutture militari e strategiche presso paesi potenzialmente vulnerabili alle azioni degli oligarchi.

Molte di queste attività da parte russa (e cinese) non destarono nessuna attenzione in occidente, e quando alla fine gli oligarchi se ne avvidero, ghignarono sprezzanti e non presero contromisure, dato che avevano finito per credere alla loro stessa propaganda, che descriveva i sistemi d'arma cinese e russo come roba di "seconda scelta".

Arrivati alla metà del 2004, era troppo tardi per reagire efficacemente, perché ci fu l'annuncio pubblico che Russia, Cina, India e Brasile avevano formalmente dato vita alla più potente coalizione del mondo, circondando letteralmente sia l'America sia lo stato ebraico con un cerchio letale di armamenti sofisticati.

Nel frattempo, coalizioni più piccole e informali venivano formandosi in zone di confine, la più nefasta delle quali (per l'America) è quella (diciamo così, di secondo livello) tra Brasile, Venzuela e Cuba. Nell'emisfero orientale si è costituita un'altra coalizione di secondo livello, tra Iran, Siria, India e Cina. Nel giro di pochi mesi, le coalizioni di primo e secondo livello si sono dotate di armamenti in grado di distruggere con facilità la formidabile forza d'attacco di America e stato ebraico.

Quando alla fine gli oligarchi sionisti si sono svegliati, era già fin troppo tardi per un'efficace controffensiva. Così, quando Vladimir Putin è arrivato in Palestina, e ha tranquillamente annunciato che avrebbe fornito alla sicurezza palestinese elicotteri e un minimo di 50 veicoli blindati per combattere il "terrorismo", non ci voleva una grande immaginazione per dedurre a quali terroristi si stesse implicitamente riferendo. Il diavolo è nei dettagli, con un Putin che rende abilmente cristallino il suo intento dichiarando seccamente, a Ramallah, che "una fionda e un po' di pietre non serviranno" [ai palestinesi]. A partire dalla prima invasione e occupazione illegale della Palestina sovrana, la difesa tradizionale dei palestinesi contro gli invasori ebraici è stata costituita da fionde e pietre. Armi deboli come queste non sono state usate contro nessun altro, il che rende chiaro che l'unico possibile bersaglio delle nuove armi russe siano i terroristi ebrei. Come al solito, gli aggiogati media occidentali vi hanno "protetto" da queste significative dichiarazioni, dato che sarebbe stato troppo imbarazzante per Wall Street ammettere che Vladimir Putin fosse giunto in Palestina al preciso scopo di offrire assistenza militare per la distruzione finale delle forze illegali ebraiche d'occupazione; un evento che alla fine porterà a una vera diaspora ebraica. Secondo il metro dei media occidentali, i lettori si sarebbero aspettati che Washington e Tel Aviv minacciassero Putin di una tremenda punizione per la sua "insubordinazione", ma si sbagliavano. A parte qualche borbottio sul fatto che ai veicoli blindati russi non sarebbe mai stato permesso di entrare in Palestina, "Perché siamo noi [gli ebrei] a controllare il territorio", l'argomento è stato lasciato cadere nel dimenticatoio. La ragione di questa timorosa risposta da parte dell'occidente è piuttosto semplice. Washington e Tel Aviv hanno paura del Presidente Putin, e a ragione. Perché questo è l'uomo che ha rifornito la Guardia Repubblicana irachena di grosse quantità di missili anticarro a guida laser Kornet, ognuno dei quali facilmente portatile, e in grado di distruggere un carro armato Abrams, e per un uno o due millesimi del suo costo.

Putin è anche l'uomo che ha contribuito a organizzare il riarmo di Iran e Siria con tale abilità, e con armi così sofisticate, che soltanto un idiota totale cercherebbe di attaccarli.

In tal modo, nell'Emisfero Orientale, gli invasori ebraici della Palestina sono ormai circondati, eccetto che a ovest dalla parte del Mediterraneo, conveniente uscita di sicurezza per la quale a quasi tutti sarà consentito di fuggire, quando si scatenerà il panico.

Per capire come mai tanti in America, in Gran Bretagna e in Australia semplicemente non riescano a rendersi conto di quello che sta avvenendo in Medioriente, dobbiamo ripercorrere la storia e dare un'occhiata da vicino alla potentissima macchina propagandistica dell'occidente, e al modo in cui ha ingannato intere nazioni, facendo credere loro che l'America sia il singolo paese più progredito e potente sulla faccia della terra.

A partire dai tardi anni 50, ogni mezzo di informazione, dal New York Times in giù, hanno costruito la conveniente montatura dell'"inferiorità russa", sia riguardo gli avvenimenti politici, sia riguardo la capacità di produrre e gestire armamenti sofisticati. Tutto ciò era disgustosamente falso, ma per tutto il decennio successivo la propaganda fantasiosa dei media permise a politici e funzionari occidentali di fare un vero e proprio lavaggio del cervello ad Americani e non, in modo da convincerli che la Russia non contasse niente.

Si capisce che se vi lasciate convincere che la Russia sia spazzatura e l'America assolutamente invincibile, sarete meglio predisposti a mandare i vostri figli e figlie in guerra, dato che i media occidentale vi hanno già assicurato che per i vostri ragazzi sarà uno scherzo uccidere un po' di miserabili "Gook" o "Haji" (dipende da quale paese Wall Street stia invadendo illegalmente al momento), per tornare a casa incolumi e aureolati di gloria, le braccia piene di souvenir di paesi esotici. Insomma, come farsi una bella vacanza tutto compreso, ma con New York che aggiunge l'optional di armi e munizioni, tanto per andare sul sicuro.

Dovreste ricordare che è proprio quello che vi hanno detto i media di recente, quando giornali e televisione vi hanno raccontato che le truppe americane, dopo aver "liberato" un Iraq sovrano dal suo stesso governo sovrano sostenuto dalla Russia, sarebbero state rigraziate da festanti cittadini iracheni lieti di spargere petali di rosa sul cammino dei carri armati Abrams. Fanciulle irachene avrebbero concesso i loro favori sessuali ai novelli eroi americani, ci sarebbero stati fiumi di birra e vino, eccetera eccetera.

Quello che si sono dimenticati di dirvi è che Saddam Hussein era e resta un eroe nazionale, l'uomo che nel 1972 ha buttato fuori dall'Iraq americani e britannici, restituendo agli iracheni insieme al paese anche la dignità. A partire dal 2003 questi stessi cittadini iracheni hanno rimandato a casa dentro un sacco di plastica più di 3400 dei vostri figli e figlie, destinandoli a una lista di attesa di due anni per poter essere sepolti nel cimitero di Harlington. Naturalmente i media vi diranno che il lavoro arretrato di Harlington si deve ai veterani della II Guerra Mondiale, che di colpo, e con quale convenienza!, stanno morendo a frotte, più di 1000 alla settimana. Se volete, credete pure a questa storiella orwelliana.

Da dove vengono le armi sofisticate che hanno reso possibile tutto questo? Oh, mica dalla decrepita, squalificata, irrilevante e sconfitta Russia! E invece sì, proprio da lì. Il fatto è che sin da quando Yuri Gagarin ha orbitato intorno alla terra sulla Vostok 1, nell'aprile del 1961, la Russia è stata ampiamente in vantaggio sull'America per quel che riguarda scienza e progetti bellici. Prevedibilmente, questa fastidiosa realtà è stata deliberatamente nascosta dai media occidentali, con l'uso di veri e propri giochi di prestigio e l'aiuto di un po' di magia scenografica.

Potrei citare un'infinità di esempi, ma avremo lo spazio per uno soltanto. Per cui lasciamo perdere il bidone pazzesco dell'"Apollo sulla Luna", in realtà soltanto un modo di dirottare migliaia di miliardi di dollari dei contribuenti verso progetti segreti e conti svizzeri, e concentriamoci solo sul confronto tra la Vostok 1 di Yuri Gagarin e la Freedom 7 di Alan Shepard, che tentò di seguire Gagarin nello spazio appena 23 giorni dopo.

Quando il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin lasciò il suolo a bordo della Vostok 1, era letteralmente seduto sul più potente vettore a razzo del mondo. L'America non avrebbe potuto eguagliarlo allora, e nemmeno ora, nel 2005. Data la capacità del razzo di sostenere grossi carichi, Gagarin era comodamente sistemato all'interno di una capsula corazzata talmente robusta da sostenere una pressione interna di 14,7 p.s.i., vale a dire la stessa pressione atmosferica che si riscontra sulla superficie terrestre. Sarebbe a dire che Yuri Gagarin poteva tranquillamente ciondolare con la visiera dell'elmetto aperta, respirando la stessa aria che voi ed io respiriamo ogni giorno.

Oltre alla capsula in sé, c'era la sezione di guida e supporto, completa di supporto vitale e razzi di direzione e di spinta. In questo primo volo, i comandi venivano controllati da terra, mediante un rudimentale computer analogico, ma Gagarin era in possesso di una busta sigillata, contenente una chiave che gli avrebbe dato il controllo totale sulla cosmonave, nel caso il contatto con la base si fosse interrotto. La Vostok 1 percorse un'orbita completa intorno alla Terra, a un'altitudine di 204,4 miglia, restando in volo per 108 minuti.

Dopo il rientro, Gagarin poteva scegliere se restare all'interno della capsula (mentre tornava al suolo sostenuta da un paracadute) o eiettarsi e prendere terra con il proprio paracadute. Yuri Gagarin scelse di eiettarsi, ma i Russi tennero la notizia segreta per molti anni, e per un'ottima ragione. I sedili eiettabili sono complessi, grossi e molto pesanti, il che significa che se l'America avesse saputo del sedile, si sarebbe dovuta ricalcolare la già tremenda portanza dei razzi russi, e moltiplicarla per un fattore di tre. In altre parole, quarant'anni fa Yuri Gagarin stava seduto all'interno di una capsula completamente equipaggiata e pressurizzata più grande della cabina di un moderno caccia Eagle F-15.

E' abbastanza ovvio che gli "spin doctor" occidentali non potessero tollerare un tale "affronto" alla superiore capacità scientifica dell'America (sic), e allestirono una campagna di contro-propaganda. Per rimettere quei perfidi comunisti russi al loro posto, l'America impacchettò un Alan Shepard piuttosto nervoso dentro una grossa lattina di Coca chiamata "Freedom 7", appiccicò la grossa lattina sopra un missile balistico, e diede fuoco alla miccia il 5 maggio del 1961.

Credetemi, Alan Shepard aveva coraggio da vendere. Data la disperante scarsezza di potenza di spinta del missile balistico, la fragile lattina di Shepard non poteva venire pressurizzata fino alla piena respirabilità. Questo significava che la vita di Shepard dipendeva da una tuta spaziale integrale a tenuta d'aria, e anche che avrebbe dovuto respirare ossigeno puro per tutta la durata del volo. Non che ci sia qualcosa che non va nell'ossigeno puro (io stesso ogni tanto ne sniffo un po'), ma è estremamente pericoloso in un ambiente semi-pressurizzato e a stretto contatto di possibili corto circuiti o scintille. Una sola scintilla all'interno della Freedom 7, e Alan Shepard (e la sua tuta) si sarebbero trasformati in una meteora fiammeggiante nel giro di un secondo. E' inutile aggiungere che Shepard, come gli equipaggi degli Space Shuttle americani di oggi, non godeva del lusso di un sedile eiettabile.

A onta degli strombazzi dei media americani in seguito al lancio, la minuscola Freedom 7 rappresentò un malinconico fallimento, riuscendo a malapena a raggiungere le 116 miglia di altezza in una traiettoria sub-orbitale, prima di tornare a terra dopo soli 15 minuti e 28 secondi. L'aquilotto aveva toccato con un tonfo ovattato, mentre l'orso avrebbe fatto cose ancora più grandi.

Appena qualche anno dopo, nel 1965, i russi iniziarono a utilizzare un razzo vettore chiamato "Proton", che ancora adesso rimane uno dei più potenti della storia. Il Proton può portare in orbita bassa fino a 22 tonnellate metriche, cioè più di una volta e mezza la massa di un pullman della Greyhound. Un implicito riconoscimento di tanta potenza e affidabilità, viene dal fatto che attualmente l'America, per il lancio nello spazio di carichi pesanti, preferisce pagare i russi piuttosto che farseli distruggere da inaffidabili missili balistici riciclati come vettori.

Come emerge chiaramente da questo singolo ma documentato esempio, mentre la Russia usa le scienze esatte per conseguire obbiettivi concreti, l'America fa largo uso della propaganda mediatica per nascondere alla pubblica opinione il fatto esatto e concreto della superiorità della Russia. E' una realtà agghiacciante, che le forze statunitensi circondate dalla Guardia Repubblicana in Iraq rendono ancora più minacciosa, mentre Iran e Siria sono tranquillamente in attesa di respingere, e se necessario distruggere, qualunque invasore mandato dal folle "Governo Mondiale Unico" di New York.

Per svariati decenni, la Russia ha sviluppato tecnologie di guerra asimmetrica, cioè armi e tecniche pensate allo scopo di permettere alla Russia stessa (e ai suoi alleati) di sconfiggere nazioni con arsenali più vasti, in questo caso principalmente, ma non solo, il "Governo Mndiale Unico" di New York.

Mentre l'America investiva miliardi nello sviluppo del carro armato Abrams, i russi cominciarono a cercare un sistema per distruggerlo senza doversi mettere a costruirne uno anche loro. A tal fine, riprodussero la corazzatura americana, e sperimentarono diversi metodi per perforarla con armi leggere e poco costose. Molto prima che l'America invadesse l'Iraq, alleato dei russi, questi avevano già trovato la soluzione.

Ancora prima che gli americani attraversassero il confine tra Kuwait e Iraq, la Russia fornì discretamente alla Guardia Repubblicana più di 1000 missili anticarro "Kornet". Missile e meccanismo di lancio possono essere gestiti con facilità da una squadra di tre persone, che può far fuoco da una semplice buca nel deserto. Il Kornet è un incubo a guida laser e velocità Mach 3, dotato di una doppia testata che garantisce l'eliminazione di un Abrams da una distanza di più di quattro chilometri. In altre parole, completamente al di là del contatto visivo da parte dell'equipaggio del carro, fino al momento dell'impatto. In Iraq questi missili hanno già spacciato più di 60 Abrams, e molti di più ne elimineranno in futuro.

Quando in America politici corrotti e appaltatori della difesa decisero di controllare il mondo costruendo monolitiche portaerei, amabilmente definite a New York "Strumenti della Politica Estera Americana", la Russia non si preoccupò affatto di imitarli. Avrebbe potuto farlo facilmente, ma scelse invece di trovare metodi più economici per distruggere l'enorme minaccia navale americana. Li ha trovati nel "Sunburn" e nell'"Onyx", missili supersonici che volano a pelo d'acqua, di cui non si sa che abbiano mai mancato un bersaglio.

Tenete conto che entrambi questi missili hanno un massimo raggio d'azione di meno di 400 chilometri, prova del loro scopo puramente difensivo. Non sono stati predisposti per il trasporto su bombardieri strategici in modo da poter attaccare navi americane in acque americane, ma saranno di certo usati per affondare qualsiasi portaerei abbastanza stupida da avvicinarsi a meno di 400 chilometri dalla Russia o dai suoi più stretti alleati. E così gli "Strumenti della Politica Estera Americana" sono stati resi inoffensivi da missili da appena un milione di dollari a botta.

Queste armi hanno una loro utilità anche a livello tattico. Negli ultimi due anni la politica estera americana si è avvicinata un po' troppo pericolosamente a Iran e Siria, e ora tutti e due gli stati sono equipaggiati sia con i Sunburn sia con gli Onyx, che possono entrambi essere armati con testate nucleari. Così se l'America fosse così stupida da attaccare l'Iran, queste armi le farebbero perdere almeno una flottiglia di portaerei nel Golfo Persico, e il gioco non varrebbe più la candela.

Allo stesso modo, se lo stato ebraico fosse tanto stupido da attaccare la Siria, può aspettarsi la perdita di gran parte di Tel Aviv, e probabilmente anche di Haifa. Il problema è che uno stato ebraico che si sentisse in trappola potrebbe far ricorso al nucleare, e dirigere il proprio stock di armi atomiche (avute "in prestito" dagli USA) contro Siria e Iran. E' chiaro che armi difensive come i Sunburn e gli Onyx sarebbero inutili in un contesto di follia apocalittica. Ma niente paura, la Russia ha pronta la soluzione anche per quest'altro piccolo problema.

Chiunque abbia un televisore ha visto, o almeno sentito parlare dei favoleggiati missili "Patriot", destinati (almeno questa era l'intenzione) a intercettare e distruggere missili balistici presumibilmente lanciati da "Terroristi Islamici", o magari da una qualsiasi nazione recalcitrante, incazzata a morte perché Wall Street vuole democraticamente rapinarla di sovranità e riserve petrolifere... Come nel confronto che abbiamo fatto tra la Vostok 1 e la Freedom 7, il Patriot non è che la copia rimpicciolita del venerando sistema missilistico russo S-300, e anche qui i limiti del confronto sono gli stessi, sarebbe a dire che il sistema russo funzionava perfettamente, mentre quello americano non funziona per niente.

L'S-300 in origine fu progettato dalla russa Almaz [o NPO, Nauchno Proizvo-dstvennoye Obedineniye, Società per la Produzione Scientifica - ndt] allo scopo di abbattere obbiettivi a bassa quota, inclusi velivoli e missili cruise. Perfino a quei tempi, il controllo di lancio sincronizzato col radar poteva agganciare fino a sei obbiettivi contemporaneamente, e i missili a stadio singolo, a combustibile solido, vantavano grande aerodinamicità e potenza di spinta. Il primo missile S-300, noto come 5V55K, aveva un raggio d'azione di 50 chilometri, e riusciva ad agganciare bersagli in arrivo tra i 30 e i 60.000 metri di altitudine.

Ma ieri era ieri, e oggi è oggi. Iran e Siria si sono dotati della versione più recente di questo missile, l'S-300PMU-2, che è più grosso, più veloce e ancora più efficiente nel ghermire la sua preda.

Il raggio d'azione di questa versione aggiornata del missile arriva fino a 200 chilometri, e può acquisire e distruggere obbiettivi che viaggiano perfino a 10 metri di altezza dal suolo. I russi, durante le esercitazioni, abbattono normalmente bersagli che viaggiano a più di 1700 metri al secondo, ma affermano di poter distruggere facilmente obbiettivi viaggianti fino a 4600 metri al secondo, praticamente Mach 14. Fidatevi di me, l'S-300PMU-2 si prenderà cura di qualsiasi cosa l'America e lo stato ebraico siano tanto sconsiderati da sparare contro Iran o Siria, e non è finita qui: gira voce che questo grosso uccello da preda sia abbastanza furbo da snidare e distruggere il bombardiere "invisibile" B2.

Mentre mi preparo a mettere in rete questo pezzo, si stanno diffondendo storie riguardanti un impiegato del Pentagono accusato di aver passato piani segreti per l'invasione dell'Iran a "lobby filo-israeliane". Diciamola tutta: sono le "lobby filo-israeliane" che in realtà cercano di portare l'America al sacrificio delle proprie truppe, per il maggior bene di un malato terminale, lo stato ebraico. Di certo notizie del genere porteranno un mezzo sorriso sulla bocca di Vladimir Putin, mentre emana l'ordine di armare i palestinesi.

Joe Vialls

Fonte:http://www.joevialls.co.uk/
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Inviato il: 19/9/2006 12:57
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  •  pierone
      pierone
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#8
Ho qualche dubbio
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Frankad: grazie anche per la traduzione.

La potenza russa (sapevo degli anticarro che hanno messo "in difficoltà" Israele ed anche di un "incursione beffa" russa con aerei "invisibili" nel cielo dell'Alaska, non so se sia vero), sarebbe secondo te un deterrente tale da escludere il rischio di nuove avventure in medio-oriente?

E' certamente anche una mia speranza, ma certamente non abbiamo a che fare con personaggi perfettamente razionali (penso a come si sono impantanati in Iraq).

Inviato il: 19/9/2006 19:52
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  •  Tubo
      Tubo
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#9
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 16/6/2006
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Frankad, tutto quanto hai postato è davvero impressionante...

Oh mio dio, il mondo si regge su di una favola...
Inviato il: 19/9/2006 20:17
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  •  frankad
      frankad
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#10
Dubito ormai di tutto
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Ciao Pierone e tubo04.

Citazione:
La potenza russa (sapevo degli anticarro che hanno messo "in difficoltà" Israele ed anche di un "incursione beffa" russa con aerei "invisibili" nel cielo dell'Alaska, non so se sia vero), sarebbe secondo te un deterrente tale da escludere il rischio di nuove avventure in medio-oriente?


vedi, io credo che lo sarebbe in un piano di razionalità, se così si può chiamare questo equilibrio "mortale" basato su chi uccide meglio e di più.

Però..hai risposto con la tua successiva affermazione, Pierone

Citazione:
E' certamente anche una mia speranza, ma certamente non abbiamo a che fare con personaggi perfettamente razionali (penso a come si sono impantanati in Iraq).


Pazzi criminali e, per giunta, feriti dalle legnate prese in Libano. Come facciamo a sapere cosa può esserci nella testa di elementi del genere?

Di una cosa sono certo: se mettessero in atto questa "follia", non credo che la situazione si risolverebbe come in Iraq dal punto di vista "alleanza farabutti neo cons, sionisti e leccaculo occidentali o non, ma sempre leccacculo". Non solo l'Iran da solo è capace di reazioni che loro neppure conoscono (ma adesso le immaginano), ma verrebbe fuori un'alleanza dall'altra parte, cosa che in Iraq non è successa di certo. E poi? Che ruolo avrebbe la Russia?

Terza guerra mondiale?

Ne hanno di che pensare, in questo caso ci va dritto di mezzo il loro culo, non solo quello dei poveri esaltati morti di fame che mandano a frotte a destra ed a manca per il mondo ad uccidere.

frankad
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Inviato il: 19/9/2006 20:54
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  •  soulsaver
      soulsaver
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#11
Mi sento vacillare
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Citazione:
E tu ti fidi di uno che si chiama Zinn!?

Io non mi fido di nessuno, neanche di te Satirus
Howard Zinn come Chomsky e Fisk hanno una posizione ambigua sui fatti dell9/11. Zinn ha fatto una lecture molto interessante che vi segnalo sperando di fare cosa gradita:
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Inviato il: 19/9/2006 21:15
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#12
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 13/10/2004
Da Sud Europa
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Soulsaver non fidarti di nessuno, in particolar modo del dentista di Satirus.
----------

Comunque, la situazione Iran è parecchio ingarbugliata.
Certe fonti danno l’attacco “imminente” già da due anni a questa parte.
A forza di sentirsi dire “l’attacco avverrà tra due mesi, tra un mese, è stato rinviato ad autunno, dopo pasqua” e così via, risulta difficile capire quante di queste notizie siano frutto di ricerca di giornalisti indagatori e quanto invece vera e propria disinformatia fatta filtrare ad arte dalle “stanze del potere”.

Probabilmente vi è all’interno del governo americano una grande lotta intestina, tra i burocrati guerrafondai incalzati dalla nota lobby che da tempo premono inconsciamente per l’attacco, ed una parte consapevole del disastro che ne deriverebbe.

Gente che tiene conto e che conosce bene quei particolari riportati da Frankad, abbastanza intelligenti per capire che un attacco avrebbe conseguenze devastanti.

Bisogna vedere quale fazione prevarrà.

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 19/9/2006 21:26
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  •  yarebon
      yarebon
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#13
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/10/2005
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l'articolo di FranKad è giusto ma si dimenticano alcuni particolari:
l'nwo non è uno stato, l'nwo non sono i neo-con e i sionisti che invece sono loro pedine, quindi un attacco all'Iran sarebbe sicuramente un colpo mortale inferto agli Stati Uniti e ad Israele, sia militarmente che economicamente, un conflitto che potrebbe allargarsi alla Russia e alla Cina e divenire mondiale, ma ripeto l'nwo è una struttura sovranazionale che mira a scatenare una terza guerra per far crollare definitivamente gli stati nazione.
L'nwo se ne frega degli Usa e di Israele.
Se il tutto viene visto in quest'ottica, si capisce come il conflitto iraniano, se mai ci sarà, sarà tutt'altro che un suicidio. Sarà la tomba dei neo-con, dei sionisti, dello stesso Iran, probabilmente potrà generare un crac globale (ricordo che in questi giorni anche ufficialmente si comincia a parlare della crisi che investe il fattore immobiliare usa, la cosiddetta bolla immobiliare, fino a mesi fa,parlare di ciò equivaleva ad essere complottisti). L'nwo, illuminati e comunque vogliamo chiamarli, non potranno che guadagnarci da un conflitto come quello iraniano che potrebbe portare ad un'escalation di violenza globale tale da giustificare un governo mondiale.
Immaginate alcune bombe atomiche lanciate su alcune città europee o americane, l'uomo comune sarebbe così impaurito da accettare senza riserve l'intervento dell'esercito sovranazionale onu nel proprio paese, la gente sarebbe d'accordo ad instaurare un governo mondiale.
La prima guerra mondiale ha creato la prima organizzazione sovranazionale, il genitore dell'Onu, ossia la Lega della Nazioni, la seconda guerra mondiale creò istituti finanziari con potere globale (fmi, banca mondiale), le nazioni unite , insomma un mondo più interdipendente.
I neo-con e sionisti sono burattini, probabilmente saranno i prossimi nazisti, scaricati e demonizzati a giochi fatti.
Inviato il: 19/9/2006 21:55
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  •  Det.Conan
      Det.Conan
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#14
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Frankad
nella tua analisi non consideri l'Area 51 e le armi retroingegneristiche di provenienza aliena in mano agli americani!!
Un certo signor Bolognesi avrebbe qualcosa da dire in proposito
E anche un certo Bob Lazar

Inviato il: 19/9/2006 22:16
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  •  frankad
      frankad
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#15
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I dubbi e le perplessità a fronte di tali situazioni sono leciti, Yarebon. Analizzando la situazione da più parti, cercando di pesare tutte le informazioni (sul pagina di Blondet di oggi c'è un articolo che da per imminente il conflitto, per esempio), captando "qualche informazione da parti..."riservate", io mi sono fatto l'idea che non attaccherano mai.

Si, nwo, pazzi criminali, nuovi nazisti, siamo d'accordo. Ma un'estensione del conflitto ad una super potenza che ha dimostrato di possedere armi molto più avanzate di quelle che "loro" credevano essere il "top", metterebbe a repentaglio anche chi manda al macello le masse di giovanottoni esaltati (non tutti, ma....) americani. Non credi che a certi livelli si conoscano per filo e per segno i connotati di chiunque?

Certo, non si può mai dire, ne misurare la pazzia di costoro. Ma rimango stazionario nella seconda posizione espressa da Santaruina, ossia che qualcuno con una dose anche minima di cervello utile rimasta capisca che è meglio stare a cuccia.

Certo, non hanno ancora sfoderato il potenziale dell' Area 51, vero Anticristo

frankad
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Inviato il: 19/9/2006 22:59
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#16
Dubito ormai di tutto
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Ma esiste poi questa "area 51"? e se esiste perchè non pensare che ci sia un equivalente Russo o Cinese? In questo caso saremmo di nuovo pari e patta... Dobbiamo pensare che a tirare i fili del Teatro Mondiale sia un potere alieno ? E quali sarebbero le motivazioni di codesto potere occulto? Vediamo se qualcuno risponde.... Per tornare all'attacco all'Iran,penso che sarebbe già avvenuto se non fosse per la reale deterrenza militare che al di là della propaganda gli Usraeliani conoscono bene... In questa fase i Neocon e chi li guida (alieni?) stanno studiando meglio come fare, ma state sicuri che il colpo lo tenteranno,costi quel che costi,ivi compreso l'olocausto globale che forse è proprio ciò che cercano di provocare... Se,e quì farnetico,davvero ci fosse una cupola aliena al vertice della Cospirazione,sarebbe logica la loro incuranza sul destino del Mondo,che non è il loro..
Inviato il: 19/9/2006 23:18
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  •  SENTIERO
      SENTIERO
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#17
Dubito ormai di tutto
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I Russi sono molto piu' avanti...hanno "volume 51".

Comunque , ragazzi damose na bella grattata....atei e non....
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La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele
servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha
dimenticato il dono

A.Einstein
Inviato il: 19/9/2006 23:40
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  •  mavri
      mavri
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#18
Ho qualche dubbio
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Sono purtroppo in disaccordo con il razionale ragionamento di Frankard;
questi folli scatenati dei neocons con il loro deliro di onnipotenza sono assolutamente determinati ad attaccare l'iran anche se questo dovesse significare
un confronto termonucleare con i Russi.
Vorrei ricordarvi che l'11 settembre almeno 5 delle 20 tra war-games e reali esercitazioni militari prevedevano appunto uno scenario di questo tipo;adirittura
dalle 7 della mattina tutto l'apparato militare era pronto alla guerra nucleare.
Maggiori dettagli li potete trovare nel libro di Tarpley"Syntetich Terror" o in una
sua conferenza(www.nineeleven.co.uk il link in basso a destra).
E' non molto conosciuto che sempre il 9/11 vi fu' una lunga telefonata tra Bush
e Putin in cui quest'ultimo molto intelligentemente accetto' che l'Afghanisthan e alcune delle ex-repubbliche sovietiche(praticamente il cortile di casa di santa
madre russia)passassero sotto la sfera di influenza americana.

Con l'iran il gioco e' molto piu' rischioso (la russia e' piu' forte e la persia non e'
l'iraq) e ci sono diverse valutazioni se il cremlino interverra' o no.
I continui allarmi che sentiamo da un paio d'anni su di un probabile attacco
ai persiani hanno motivazioni molto differenti:
-sono strumento di pressione che utilizzano i neocons &company nella speranza
di provocare un cambio di regime interno(per me' pia illusione)
-sono dovuti allla guerra intestina tra i folli guerrafondai ad oltranza e chi all'interno
degli apparati(forze armate,intelligence,ect) sa benissimo,come dimostra il tuo intervento,che i Russi sono molto ben armati e stavolta potrebbero dire:
niet ,se volete la danza dei funghi noi siamo pronti.


In breve non ci sono per niente belle prospettive all'orizzonte;del resto per
prendersi un rischio cosi' gigantesco come l'11 settembre vuol dire che
questa gente e' pronta a tutto!

Mi sa' che vado anch'io a Medjugorie !!!!!!!!!!
Inviato il: 20/9/2006 4:04
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  •  pierone
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#19
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 14/10/2005
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Citazione:


Soulsaver non fidarti di nessuno, in particolar modo del dentista di Satirus.
----------

Neanche io mi fido di nessuno, neanche di me stesso e soprattutto della estetista di Satirus (spero non sia permaloso)

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ho visto in tv il presidente Iraniano all'Onu, certo che non sembra proprio il fanatico che tutti dipingono.
Inviato il: 20/9/2006 10:59
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  •  Satirus
      Satirus
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#20
Mi sento vacillare
Iscritto il: 24/4/2006
Da Luogocomune
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Citazione:

pierone ha scritto:
Parliamo di cose concrete?


Concretissime.

Tu sai bene (vero che lo sai!?) che una certa cerchia di persone ha il viziaccio di giochicchiare con i nomi (e i cognomi), giochino che amano usare a mo di firma o sigillo identificativo. (es. 92, 9+2, 9+1+1 ... )
Incidentalmente costoro, controllano la quasi (si fa per dire) totalità dei media e quindi implicitamente la quasi (si fa per dire) totalità dell'informazione, la quasi (si fa sempre per dire) totalità della cultura, la quasi (...) totalità del sapere, la quasi (...) totalità dell'apparenza del mondo agli istruiti (poi lo spiega meglio Linucs).

Costoro usano un limitato (si fa per dire) numero di simboli che opportunamente traslitterati con regole enigmistiche varie, vanno a costituire una sorta di codice comunicativo accessibile solo agli iniziati (poi spiega meglio Santaruina).

Faccio un esempio a caso:
Il massimo esperto di AIDS italiano? Dott. Fernando AIUTI! (Beccato l'onomante!)
Quindi l'Aids è una bufala (almeno per come viene presentata).
Il virologo che scoprirà il vaccino per l'aviaria : Robert GALLO

... ma naturalmente è una pura coincidenza

Zinn (n 180° = u) Ziun simile a Sion (poi sai le vocali non sono un problema basta che ci sia Z S e N e che torni il numero)

Ells Berg = montagne, pietre, ponti, porte, nel cognome, sono tutte firme, soprattutto in presenza di un ottimo curriculum

Ells poi oltre al significato di braccio (altra firma se accompagnata da ottimo curriculum) è anche in sospetto (se ...) di le*is - levis - veil - veli- wells - lev - leve lewe - lever - evil - devi - de vito .... unilever ...

Ecco mi sono sbilanciato un pelino ... se non vedrete più vignette ... o se ci sarà uno strano cambiamento di stile ... saprete di chi è la colpa, inizia per M e finisce per D

N.B. Il fatto che siano tanto simpatici e dicano cose contro l'establishment, o contro contro, contro tutto, non è assolutamente una garanzia, visto che i tizi sopra hanno la brutta abitudine di occupare sempre entrambi i lati della barricata, unica garanzia di controllo e vittoria comunque giri il vento.

Eh! Si è proprio un mondo bruttino, il fatto che mentre tu e le persone normali vi preoccupavate di piselli e patate, "loro" studiavano, studiavano, studiavano ...
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B
Un Diario !?
Inviato il: 20/9/2006 11:53
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#21
Sono certo di non sapere
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Comunque , ragazzi damose na bella grattata....atei e non....


Dopo aver letto questo riassuntino c'è ben poco da sperare
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 20/9/2006 12:23
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#22
Dubito ormai di tutto
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'ndo stanno 'e portaerei iuessei?

(fonte: navy.mil)

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Ships Underway

Carriers:
USS Kitty Hawk (CV 63) - East China Sea
USS Enterprise (CVN 65) - ?
USS Nimitz (CVN 68) - Pacific Ocean
USS Dwight D. Eisenhower (CVN 69) - Gulf of Aden
USS John C. Stennis (CVN 74) - Pacific Ocean

Iwo Jima Expeditionary Strike Group (ESG):
USS Iwo Jima (LHD 7) - Gulf of Aden
USS Nashville (LPD 13) - Gulf of Aden
USS Whidbey Island (LSD 41) - Gulf of Aden

Boxer Expeditionary Strike Group (ESG):
USS Boxer (LHD 4) - port visit, Mumbai, India
USS Dubuque (LPD 8) - Indian Ocean
USS Comstock (LSD 45) - Persian Gulf

Essex Expeditionary Strike Group (ESG):
USS Essex (LHD 2) - port visit, Subic Bay, R.P.
USS Juneau (LPD 10) - port visit, Subic Bay, R.P.
USS Harpers Ferry (LSD 49) - port visit, Subic Bay, R.P.

Amphibious Warfare Ships:
USS Tarawa (LHA 1) - Pacific Ocean
USS Saipan (LHA 2) - Persian Gulf
USS Wasp (LHD 1) - Atlantic Ocean
USS Bataan (LHD 5) - Atlantic Ocean
USS Cleveland (LPD 7) - Pacific Ocean
USS Denver (LPD 9) - Pacific Ocean
USS Shreveport (LPD 12) - Atlantic Ocean
USS San Antonio (LPD 17) - Atlantic Ocean
USS Rushmore (LSD 7) - Pacific Ocean
USS Gunston Hall (LSD 44) - port visit, Halifax, N.S., Canada

Aircraft (operational): 4000+


(The Gulf of Aden is an essential waterway for Persian Gulf oil, making it very important for the world ecomomy, ndr)

Iran begins 10 days of war games - 2006/11/02 [*link]
The Guardian Iran opened a sabre-rattling show of military might today by firing a long-range weapon said to be capable of carrying nuclear warheads and striking Israel and US forces in the Middle East. Revolutionary Guards tested a Shahab-3 missile at the start of 10 days of war games in the Gulf and Sea of Oman in a calculated rebuff to the west, which is seeking to impose sanctions over Iran’s nuclear programme. The UN security...
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Inviato il: 2/11/2006 21:05
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#23
Dubito ormai di tutto
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"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
Inviato il: 3/11/2006 11:23
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Re: ATTACCO ALL'IRAN E DISSENSO IN U.S.A.
#24
Dubito ormai di tutto
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Come volevasi dimostrare, false-false-flag: non è successo niente... oggi.
Domani, chissà.
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"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
Inviato il: 3/11/2006 17:27
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