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  Anarchia

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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#331
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Per parlare di economia prima occorre studiarla (...) altrimenti usiamo termini come liberismo e capitalismo tanto per non dire “peste” e “miseria”.


Giusto,Santaruina.Giustissimo.
Consentimi,comunque,un paio di obiezioni a questa tua affermazione,che possano in qualche modo "giustificare" la disquisizione circa argomenti sui quali non tutti sono proprio "ferrati":
a) su Luogocomune si legge e si scrive anche per imparare,e proprio questa potrebbe essere occasione di approfondimento di taluni argomenti.
Esporre elaborazioni di tesi approfondite prima e postate poi,non toglie nulla alla condivisione dell'argomento,ma non lo toglie nemmeno il procedere passo passo,secondo lo svolgersi del forum.
Ed in ogni caso,non tutti abbiamo tempo tale da studiare tutto quello che questo sito offre,a meno che non si campi di rendita,allevamento di ovini,o quant'altro.

b) Forse pecco di superficialità,ma non credo che sia necessario entrare nel dettaglio di materie quali economia e capitalismo per accorgersi che c'è qualcosa che non va,per usare un eufemismo, nei principi su cui essi si fondano.
Non tutti gli anarchici spagnoli hanno avuto bisogno (o tempo) di studiare economia per vivere sulla loro pelle gli effetti nefasti di stato e potere capitalista,nè tantomeno per decidere di collettivizzare terre e mezzi di produzione.
Lo stesso dicasi per le migliaia di individui attualmente sfruttati,bambini compresi.

Citazione:
continuo a cogliere un sottaciuto sentimento di “rivalsa” nelle teorie collettiviste.


Santa,io continuo a cogliere un palese sentimento di arroccamento sulla difesa di beni materiali a scapito di tantissima umanità,nelle teorie liberiste.
Come la mettiamo?
Posso dirti,da parte mia,che si è andati OLTRE le reali affermazioni dei pro-collettivisti,imputandoli di voler fare tabula rasa di TUTTI i diritti,incluso quello di avere pecore e terreni quanto basta per non affamare altri esseri umani,omettendo di cogliere il senso esatto di quelle affermazioni.
Forse perchè,in ogni impulso di difesa delle proprie convinzioni,si tende ad estremizzare?

Citazione:
Dire che l’anarchia è storicamente anticapitalista non è corretto, visto che se semplicemente si leggesse il materiale proposto si scoprirebbe che vi sono molti modi di interpretare l’anarchia, che possano piacere o meno.


Non capisco perchè,a chi propugna la bontà del liberismo economico,del mercato più spietato,della produzione e del consumo come centralità delle relazioni umane,debba interessare essere definito "anarchico".
Davvero.Anche Feltri si definisce tale,eppure a me rimangono forti dubbi:

Per Vittorio Feltri, che si autodefinisce "anarchico", il capo del partito nazista, responsabile della politica dello sterminio e di una guerra costata 50 milioni di vittime, fu "severo ma giusto".

Insomma,a me,da anarchica,si sta chiedendo di prendere per buona un'accezione del termine che il sistema usa strumentalmente per indicare semplicemente l'assenza di regole di mercato.
Sono perplessa ed allibita.

Citazione:
Fino adesso l’unico che ha dichiarato di volermi togliere le pecorelle è stato Shevek...

Ok.Prima che questo diventi un "caso Siberia",ti dico che,se mi accorgessi che bocche affamate non trovassero altro cibo che non il formaggio da te prodotto,e fossero senza soldi per pagartelo, qualche pecorella te la toglierei anch'io.
Salvo poi farla riprodurre e restituirtela.

A proposito di "studio":

"è un problema che l'uso del "termine "libertario" associato specificatamente ad un ideologia anti-autoritaria, venga usato da uno sbandato movimento per il "puro capitalismo" e per il "libero commercio". Non è questo movimento che ha creato la parola, se ne è piuttosto appropriato dal movimento anarchico del [diciannovesimo] secolo. Ed essa deve essere ripresa dagli anti-autoritari.. che provano a parlare alle persone dominate nel loro insieme, non agli egoisti personali che identificano la libertà con l'impresa ed il profitto".

Labadie affermò in molte occasioni che “tutti gli anarchici sono socialisti, ma non tutti i socialisti sono anarchici.”

Secondariamente, se la discussione verte sul fatto che, un’associazione possa essere accettabile se volontaria, ma gerarchica, si potrebbe anche affermare che la struttura statale attuale è già “anarchica”!!

Un'ultima citazione,da un "grande":

"...Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane,ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame."

F. De Andrè
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 12/5/2006 17:57
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Re: Anarchia
#332
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Forse pecco di superficialità,ma non credo che sia necessario entrare nel dettaglio di materie quali economia e capitalismo per accorgersi che c'è qualcosa che non va,per usare un eufemismo, nei principi su cui essi si fondano.

Ciao Flo

La verità è che anche io colgo un qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema “capitalista”, ma la mia opinione a proposito si fonda principalmente sulla mia visione “religiosa”, visione che ovviamente risulterebbe fuori luogo in un dibattito del genere.

Quello che mi interessava era mettere in risalto le “contraddizioni” all’interno dei vari pensieri.

Per quanto riguarda Mises, ad esempio, credo che la coerenza del suo pensiero sia inattaccabile.
Nondimeno, il suo pensiero si fonda sulla convinzione che non è giusto accontentarsi di ciò che si ha, che dal mio punto di vista è l’origine di tutti i mali della modernità.

Giudicare coerente un pensiero non significa condividerlo.
Al contrario, giudico non coerente il pensiero anarchico collettivista, ed ho cercato di spiegare perché.

Giudico inoltre anche non coerente il non riconoscere il profondo pensiero moralistico religioso che sta alla base del collettivismo, con la sua serie di non è giusto che.

Nel campo di tali pensieri le convinzioni di ognuno non sono in discussione, mentre sulla coerenza o meno di queste ideologie sui può e si deve discutere.

E comunque se un affamato si fosse presentato a casa mia gli avrei dato anche metà del mio latte.
Perché Shevek non si fida di me?
Anche io sono buono.

Un abbraccio

Blessed be

p.s. con Shevek mi permetto di scherzare perché lui sa bene quanto lo rispetti, nonostante la disparità di vedute.
_________________
-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 12/5/2006 18:25
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  •  bandit
      bandit
Re: Anarchia
#333
Dubito ormai di tutto
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"il Libero Mercato non esiste, è una pura FANTASIA IDEOLOGICA che mai è esistita e mai esisterà. Il "Libero Mercato" non è altro che un grido belluino di guerra di imprenditori privati in cerca di finanziamenti pubblici, un'ideologia atta a supportare "spesa statale, monopoli statali o in concessione, privilegi garantiti a grandi industrie, etc".
Shevek
++++++++++++++++++++++++++
Peccato che tu non l'abbia messa all'inizio del thread, questa perla, lo meritava. Suppongo anche che nulla al mondo potrebbe farti cambiare idea.
In realta' gli imprenditori in cerca di finanziamenti pubblici e privilegi davanti alla parola concorrenza (che del liberismo e' figlia) scappano come gatti selvaggi e si toccano di sotto, ma questo deve esserti sfuggito, evidentemente. Il liberismo e' antitetico a finanziamenti pubblici e privilegi concessi, non si e' ancora capito ? Spigalo, cortesemente, Shevek, con quale logica si possono ottenere privilegi pubblici invocando il liberismo, se hai un interlocutore e una platea che sa cos'e' il liberismo. Sono davvero curioso. Cosi' quando ho imparato vado a scaricare un po' di rifiuti tossici in un bel prato, ovviamente in nome dell'ambientalismo. Oppure coltivo un po' di patate biologiche facendo ampio uso di fertilizzanti e diserbanti chimici.
Sarebbe invero bello se il comunismo fosse rimasto soltanto una "pura fantasia ideologica", invece e' esistito davvero, purtroppo.
Liberismo mera fantasia ? Di libersimo se ne trova un po' qua' un po' la', con intensita' diversa. Ogni volta che si realizza un libero scambio il principio liberista vive. (Quindi chi vuole fare il comunista coerente prima di comprare la bicicletta dovrebbe andare a chiedere al Soviet supremo se tale acquisto rientra negli interessi della collettivita', e in caso contrario rinunciare. In certi paesi, qualche anno fa, questo era "automatico"). Dove il liberismo e' presente in buona dose non manca di dimostrare la sua efficacia. Si verifica puntualmente quello che ci si puo' aspettare in base alle premesse. Per molti aspetti e in diversi settori grazie a internet si e' realizzato o si sta realizzando un vero mercato concorrenziale.
Poi se non sono gia' finiti gli argomenti ci sarebbe ancora qualche punto aperto dal mio post precedente riferito a te.

Florizel: "Santa,io continuo a cogliere un palese sentimento di arroccamento sulla difesa di beni materiali a scapito di tantissima umanità,nelle teorie liberiste. "
Non capisco perchè,a chi propugna la bontà del liberismo economico,del mercato più spietato,della produzione e del consumo come centralità delle relazioni umane,debba interessare essere definito "anarchico".
++++++++++++++++++++
Al riguardo penso che dica bene Santa, comunque tutte le etichette hanno dei limiti. Mi pare preferibile ragionare sui principi. Quello che mi preme sottolineare e' questo: liberismo e consumismo non sono la stessa roba.
Se poi per qualcuno la cosa piu' importante e' la macchina e il cellulare ultimo modello, fattacci suoi. Io posso cercare di convincerlo che non e' cosi che si realizza, ma se lui quello vuole, IO NON POSSO IMPORGLI ALCUNCHE'. Magari ha ragione lui, che ne so.
Nessuno vuole mettere il profitto al centro delle relazioni umane. Si vuole mettere la liberta' al primo posto, nel senso che subire le imposizioni di altri genera tanta incazzatura. Punto, il resto e' una conseguenza dell'accettazione di questo principio e di quello che le persone vogliono fare della loro liberta' in un dato momento storico.
Qundi quel tuo link che riprendo qui sotto per me e' un totale nonsense.

"è un problema che l'uso del "termine "libertario" associato specificatamente ad un ideologia anti-autoritaria, venga usato da uno sbandato movimento per il "puro capitalismo" e per il "libero commercio". Non è questo movimento che ha creato la parola, se ne è piuttosto appropriato dal movimento anarchico del [diciannovesimo] secolo. Ed essa deve essere ripresa dagli anti-autoritari.. che provano a parlare alle persone dominate nel loro insieme, non agli egoisti personali che identificano la libertà con l'impresa ed il profitto".

Chiedo scusa ma ancora non riesco a rispondere a tanti post precedenti.
Inviato il: 12/5/2006 18:55
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#334
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 12/5/2006 19:19
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#335
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SantaruinaCitazione:
Quello che si teme del “libero mercato”, che vuol dire solo che gli uomini commerciano tra loro senza vincoli e senza imposizioni


Ah,vabbè,allora ci siamo fraintesi,finora,perchè si credeva forse che il "libero mercato" fosse ANCHE questo:"Si noti l'elemento che il Santo Padre considera cruciale per il tipo di capitalismo che egli esplicitamente difende: la libera creatività umana nel settore economico. È in questa libera creatività umana che noi rileviamo l'elemento che definisce il libero mercato, e in tale contesto, la creatività umana può essere liberata al servizio delle singole famiglie e della più vasta famiglia umana."(sigh!)

Oppure questo:
Il capitalismo del libero mercato continua il suo corso antidemocratico. La situazione interna di molte aziende è autoritaria, spesso tesa allo sfruttamento. Le pubbliche relazioni ci servono regolarmente questi paradossi che conosciamo a memoria: la concorrenza è positiva per tutti e ciò che sembra negativo (l’infelicità e la povertà ) è invece un bene, perchè funge da incentivo.

Citazione:
Quello che si teme del “libero mercato” (.....) è il fatto che in questo modo qualcuno possa approfittare delle sue maggiori “qualità” per arrivare a posizioni di privilegio in cui sia per lui facile “sfruttare” i suoi simili.....Potrebbe succedere?Ovviamente sì.....
...per evitare ciò cosa occorrerebbe fare?
...La visione collettivista indica quale soluzione degli enti “superiori” che vigilino e “regolino” questi scambi.


La visione anarchica non è all'opposto della visione collettivista,a mio avviso.
Fermo restando che con "enti" non si intende assolutamente un'autorità o un gruppo oligarchico al di sopra dei diretti interessati,ma bensì una delegazione che avrebbe il solo ed unico compito di assicurare che le decisioni prese colletttivamente vengano realizzate.
Perchè,si sa,il "potere" logora chi lo subisce. Meglio prevenire.
Ed è proprio per scongiurare l'intervento di un "ente superiore" che l'anarchia si dà delle regole collettive autosoddisfacenti,dal punto di vista del "controllo",che avviene sempre dal basso,ed orizzontalmente:

Il potere sta in alto nelle mani di pochi, e la maggioranza che sta in basso deve solo obbedire. Nella società libertaria, questa situazione sarebbe contraria. Nessun individuo o associazione può tenere il potere nella società anarchica. Le decisioni sarebbero prese usando i principi della democrazia diretta, e quando necessario, la comunità potrà eleggere dei delegati per sbrigare delle iniziative. Le comunità ugualitarie, formate con l’accordo volontario, potranno liberamente associarsi e formare confederazioni. Tali strutture sarebbero gestite come le piccole collettività.

Citazione:
il “mercato”, può essere un “demonio” se si possiede una visione religiosa che giudica più importanti altri aspetti della convivenza umana, come la spiritualità e l’amore per il prossimo,

Il mercato E' un demonio perchè "l'amore per il prossimo" si riduce ad elemosina,
privandolo del tempo e della tranquillità necessaria per dedicarsi anche alla spiritualità.Sono d'accordo con franco8 quando,molti post indietro,affermava che "non di solo lavoro vive l'uomo",e mi pare che anche Paxtibi accennava a qualcosa del genere.

Citazione:
Io critico il “capitalismo” dal punto di vista cristiano, considerando che l’accumulo di beni terreni è un ostacolo al raggiungimento dello scopo della vita dell’essere umano.

Quindi,i poverelli avrebbero di che sperare...
E comunque,come conciliare questa critica cristiana (sacrosanta e legittima) con la difesa ad oltranza delle pecorelle,basandola sul semplice presupposto che sonotue perchè i tuoi te le hanno lasciate in eredità?

Citazione:
Se la componente religiosa non è presente, non vi è nulla di “immorale” nell’arricchimento e nello sfruttamento delle proprie capacità “imprenditoriali”.

Ti faccio solo un esempio:Francesco d'Assisi.
Tutta la sua vita è intrisa di amore cristiano,di forte componente religiosa.Eppure,quanto di "comunistico" e di "libertario" c'era nelle sue azioni e nel suo rifiuto dell'autorità...
Ovviamente,mi rimetto a te qualora avessi affermato un'emerita c****ta,ammetto di non aver studiato,prima di postare.

Citazione:
il suo pensiero si fonda sulla convinzione che non è giusto accontentarsi di ciò che si ha, che dal mio punto di vista è l’origine di tutti i mali della modernità.

Santaruina,devo prendere a prestito le parole di andycap:
Citazione:
un giro nelle miniere del sulcis e chiedi ai minatori quanto guadagnano e poi ragioniamo sul motivo del conflitto di classe…

Il Sulcis,solo per indicare un posto qui vicino,tieni presente...poi ci sono intere comunità in Sud America,Africa,Asia,che vivono ancora peggio dei minatori.
E mi pare che le teorie di Mises non vadano esattamente a sostegno di queste comunità,in ogni caso.
Quindi,diventa paradossale associare il suo pensiero all'esigenza REALE di chi possiede poco o nulla,definendo l'aspirazione a non accontentarsi "l'origine dei mali" della modernità.

Mi pare che nemmeno te,ti accontenteresti di 10 pecorelle,invece che di 37.
ps:posso scherzare anch'io con te,visto che ti rispetto?
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Inviato il: 12/5/2006 19:25
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#336
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banditCitazione:
liberismo e consumismo non sono la stessa roba.

Per una volta,almeno una,vorrei la pappa pronta anche io:un link,per favore?
Anche per mettersi seriamente a studiare e considerare di fare la libera imprenditrice,gettarmi nel "libero mercato" e vantarmi di essere anche un'anarchica.

Comunque,dici che "liberismo" e "consumismo" non sono la stessa cosa?
Infatti,non lo sono,ma l'uno ha bisogno dell'altro.
Finchè il liberismo è inteso dal punto di vista economico,quindi inserito in una logica di mercato costituita da domanda ed offerta,allora ha bisogno di un'utenza che consumi quei beni prodotti,o no?
E quanto più è liberista,tanto più tenderà a restare nel mercato assicurandosi introiti cospicui attraverso la produzione ad oltranza,o la diversità di beni prodotti,altrimenti,una volta soddisfatta la richiesta,esaurito il settore di utenza,si potrebbe anche chiudere bottega.A questo punto,sarebbe finito anche il liberismo.
C'entra o non c'entra con il "consumismo"?E con il profitto?

Citazione:
Si vuole mettere la liberta' al primo posto, nel senso che subire le imposizioni di altri genera tanta incazzatura.

Eh,bèh,bandit...genera incazzatura anche subire l'imposizione di dover passare dall'autorità dello stato a quella del mercato.
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Inviato il: 12/5/2006 19:47
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Re: Anarchia
#337
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Salut y Libertad, Santaruina!


Sulla questione della pretesa contraddizione tra anarchia e liberismo credo abbia detto tutto Florizel. Tu però dici anche: "Per quanto riguarda Mises, ad esempio, credo che la coerenza del suo pensiero sia inattaccabile. (...) Giudicare coerente un pensiero non significa condividerlo. (...) Giudico inoltre anche non coerente il non riconoscere il profondo pensiero moralistico religioso che sta alla base del collettivismo, con la sua serie di non è giusto che."

Innanzitutto, il problema in generale non è se una teoria è coerente o meno: è se è vera o falsa - una teoria che descrive uno stato del mondo può essere coerente in se e fallire completamente nel suo corrispondere all'effettivo stato del mondo. Ovviamente, se una teoria è incoerente, è anche ipso facto falsa. Questo mi pare il caso della teoria di Mises, nel momento in cui descrive come antagonista allo Stato una pratica economica che necessita dello Stato per reggersi in piedi. La proprietà privata dei mezzi di produzione, senza una forza politico-militare impositiva non durerebbe che pochi minuti. D'altronde, non si tratta di un stato naturale delle cose, ma dell'effetto di una legislazione particolare.
Poi tu dai per scontata l'equazione morale=religiosità; ma qui credo di aver rimandato in abbondanza alla libertaria e laica morale kantiana per annoiare oltre. Nell'anarchismo riconosco l'afflato morale, nient'affatto quello religioso.


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  •  shevek
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Re: Anarchia
#338
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Salut y Libertad, bandit!


Dici: "gli imprenditori in cerca di finanziamenti pubblici e privilegi davanti alla parola concorrenza (che del liberismo e' figlia) scappano come gatti selvaggi e si toccano di sotto, ma questo deve esserti sfuggito, evidentemente. Il liberismo e' antitetico a finanziamenti pubblici e privilegi concessi, non si e' ancora capito ? Spigalo, cortesemente, Shevek, con quale logica si possono ottenere privilegi pubblici invocando il liberismo, se hai un interlocutore e una platea che sa cos'e' il liberismo. Sono davvero curioso. Cosi' quando ho imparato vado a scaricare un po' di rifiuti tossici in un bel prato, ovviamente in nome dell'ambientalismo. Oppure coltivo un po' di patate biologiche facendo ampio uso di fertilizzanti e diserbanti chimici.
Sarebbe invero bello se il comunismo fosse rimasto soltanto una "pura fantasia ideologica", invece e' esistito davvero, purtroppo.
Liberismo mera fantasia ? Di libersimo se ne trova un po' qua' un po' la', con intensita' diversa. Ogni volta che si realizza un libero scambio il principio liberista vive. (Quindi chi vuole fare il comunista coerente prima di comprare la bicicletta dovrebbe andare a chiedere al Soviet supremo se tale acquisto rientra negli interessi della collettivita', e in caso contrario rinunciare. In certi paesi, qualche anno fa, questo era "automatico"). Dove il liberismo e' presente in buona dose non manca di dimostrare la sua efficacia. Si verifica puntualmente quello che ci si puo' aspettare in base alle premesse. Per molti aspetti e in diversi settori grazie a internet si e' realizzato o si sta realizzando un vero mercato concorrenziale."

Ho l'impressione di non riuscire a far comprendere il senso delle mie argomentazioni. Probabilmente, do' per scontato un concetto - quello di "fantasia ideologica" - che ha le sue matrici nel pensiero della sinistra radicale ottocentesca (Marx - "ideologia", "falsa coscienza" - e Stirner - "fissazione", "fantasmi"), pensiero che mi è del tutto congeniale ma che, probabilmente, devo un attimo spiegare.
Le fantasie ideologiche servono esattamente a mascherare il reale obiettivo delle strategie di potere, che funzionano meglio se vengono tenute nascoste sotto il velo di una teoria che promette mari e monti e non miseria, fame, guerra, umiliazione. Come riconoscerle? Smettendo di analizzarne la coerenza interna ed osservando, invece, i suoi risultati nella prassi dell'interazione sociale. I grandi propugnatori del libero mercato ottengono sussidi statali, senza che nessuno li riconosca come propugnatori di fantasie ideologiche. Hai presente i discorsi filoliberisti fatti da personaggi come Agnelli, Berlusconi, ecc. davanti a riunioni confindustriali, convegni di economisti, ecc. senza che nessuno li prendesse a sonori pernacchi? Accade questo anche quando i Verdi vanno al potere e fanno leggi tossiche in nome dell'ambientalismo e quando tu compri prodotti "biologici" che di tale hanno solo il nome, o i partiti marxisti al potere mettono in piedi società che di "comunista" hanno solo il nome.
Infine: mica ti ho chiesto di mostrare che esiste il liberismo - ti avevo detto che il "libero mercato" fattualmente non esiste. I liberi scambi non sono il libero mercato - possono essere perfettamente compatibili con il comunismo, inteso come libero scambio delle capacità di lavoro in cambio della soddisfazione di determinati desideri. Mi mostri, insomma, un caso in cui lo Stato non interviene nel mercato messo in piedi dalle unità produttive capitalistiche fondate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione?


Shevek
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#339
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In primis una risposta a Shevek

Citazione:
Ashoka poi dice: "Quando all'ufficio di Statistica sono arrivate le richieste per 100 pagnotte e ce ne son solo 50 prodotte .. che si fa? ..si mangia mezza pagnotta a testa... e si muore tutti di fame. Non c'era stata richiesta di pane di castagne e quindi nessuno era stato inviato a raccoglierle.. si voleva il pane..."

Ed oggi che accade, quando c'è sottoproduzione di un bene? Ci si attiva per produrlo. Perché questo non dovrebbe riuscire a farlo un Ufficio di Statistica ed il mercato sì?


Anche senza aspettare un “mercato veramente libero” già oggi ci sono persone che utilizzano quella risorsa illimitata che è lo spirito di iniziativa per cercare soluzioni, creare prodotti e soddisfare bisogni futuri. Non vi è sottoproduzione e quindi si cerca di aumentarla.. è diverso. Si produce anche altro e poi se la tua idea ha avuto successo vieni premiato, altrimenti perdi il tuo investimento.
Guarda ad es. le compagnie aeree. C'era sottoproduzione? Non mi pare.. anzi gli aerei viaggiavano quasi vuoti. Ma qualcuno (es. Ryan Air) ha voluto puntare ad un servizio un po' diverso e decisamente più economico ed ha avuto successo.
Nel caso del pane di castagne qualcuno aveva notato che i raccolti quest'anno parevano scarsi ed aveva avuto l'idea di provare a fare il pane con le castagne. Risultato.. quando all'appello mancano le 50 pagnotte necessarie ecco spuntare quelle di castagne a soddisfare un bisogno.
Non è il “Mercato” che lo fa è lo “spirito di iniziativa” umano, ovvero ciò che il “collettivismo” uccide.

Ma mi fermo qui, non vi tedierò più.

Infatti:

Shevek Citazione:
"il Libero Mercato non esiste, è una pura FANTASIA IDEOLOGICA che mai è esistita e mai esisterà. Il "Libero Mercato" non è altro che un grido belluino di guerra di imprenditori privati in cerca di finanziamenti pubblici, un'ideologia atta a supportare "spesa statale, monopoli statali o in concessione, privilegi garantiti a grandi industrie, etc".


Franco8 Citazione:
E' comunque FANTASIA IDEOLOGICA ( o peggio) sostenere che il Libero Mercato sia la Panacea e la soluzione di riferimento per ogni problema ( economico e non)

Tutti gli esempi teorici portati, infatti, cozzano con la realtà....


Murray Bookchin, Citazione:
"è un problema che l'uso del "termine "libertario" associato specificatamente ad un ideologia anti-autoritaria, venga usato da uno sbandato movimento per il "puro capitalismo" e per il "libero commercio". Non è questo movimento che ha creato la parola, se ne è piuttosto appropriato dal movimento anarchico del [diciannovesimo] secolo.



Molti anarchici, guardando alla natura negativa della definizione di “anarchismo”, hanno usato altri termini per dare risalto alla funzione inerentemente positiva e costruttiva delle loro idee. I termini comuni più usati sono “socialismo libertario” e “comunismo libertario”. Per gli anarchici, socialismo libertario, comunismo libertario e anarchismo sono termini virtualmente intercambiabili.

Quindi come dice Andycap

Citazione:
Tra le forme del pensiero anarchico NON ESISTE l'anarco libersimo


e di conseguenza sono andato O.T. e me ne scuso.

Finora non avevo ancora in nessun modo parlato, attaccato o criticato il collettivismo e la sua possibilità di funzionamento; mi ero semplicemente limitato a difendere una linea di pensiero (la proprietà privata all'interno di una società senza stato (non la chiamo più anarcoliberismo perché Citazione:
NON ESISTE l'anarco libersimo
) ma evidentemente ho speso parole nell'aria.

Infatti

Shevek Citazione:
La proprietà privata dei mezzi di produzione, senza una forza politico-militare impositiva non durerebbe che pochi minuti. D'altronde, non si tratta di un stato naturale delle cose, ma dell'effetto di una legislazione particolare.


Che è un po' come dire che l'uomo è ladro se sa di non essere punito.

Mi piacerebbe conoscere ora nel dettaglio il funzionamento di una comune collettivista e la sua gestione dei rapporti con il resto del mondo.

Ashoka
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Re: Anarchia
#340
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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"...ll liberismo richiede costi bassi per la produzione e quindi sfruttamento di manodopera..."

Questo è quello che suggerisce il sistema attuale, dove la concorrenza è finta come la serie A.
In un sistema davvero libero e concorrenziale e non gravato dal fisco la qualità del prodotto fa la differenza, ed all'azienda conviene investire nelle risorse umane.
Lo dico perché in molti interventi pare che il prodotto sia un concetto astratto, come se fossero tutti uguali, dalla 500 alla Ferrari.

A proposito, ecco un microsistema dove la concorrenza c'è ed è agguerrita: la formula 1.
Non credo si possa sostenere che i lavoratori della formula 1 vengano sfruttati. Anche i piloti, che pur rischiano la vita, sembrano tutti soddisfatti del trattamento. Ma se si dovesse formare un cartello alla Moggi in grado di decidere in anticipo il vincitore, cosa accarebbe? Pian piano le scuderie si accontenterebbero di meccanici e piloti mediocri e sottopagati, e vedremmo il prodotto finale – lo spettacolo – perdere progressivamente in qualità.
Inviato il: 12/5/2006 21:03
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Re: Anarchia
#341
Sono certo di non sapere
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La visione anarchica non è all'opposto della visione collettivista,a mio avviso.
Fermo restando che con "enti" non si intende assolutamente un'autorità o un gruppo oligarchico al di sopra dei diretti interessati,ma bensì una delegazione che avrebbe il solo ed unico compito di assicurare che le decisioni prese colletttivamente vengano realizzate.
Perchè,si sa,il "potere" logora chi lo subisce. Meglio prevenire.


E non è la stessa cosa, Flo?

Non dico sia sbagliato, dico solo che con l’anarchia queste delegazioni che vigilano non trovano posto.
Anarchia = niente delegazioni di nessun tipo.

come conciliare questa critica cristiana (sacrosanta e legittima) con la difesa ad oltranza delle pecorelle,basandola sul semplice presupposto che sonotue perchè i tuoi te le hanno lasciate in eredità?

Perché la proprietà nella mia visione implica anche il concetto di responsabilità.
Le pecorelle sono mie, io devo curarle, fare in modo che mangino, che riposino, e ne sfrutto il latte per vivere e per darlo agli altri uomini, che mi danno qualcosa in cambio.

Io ho un compito, sono pastore, e sono convinto di poterlo fare bene.
Per questo rivendico la proprietà delle pecorelle, che mi sono state affidate.
Ho quindi un compito e sono convinto di poterlo fare meglio di qualsiasi comitato, che non avrebbe per le mie pecorelle lo stesso amore che ho io, proprio perché sono mie.

In tutte le critiche alla proprietà privata si parte dalla convinzione che il proprietario sia sempre uno sfruttatore che vuole nuocere i suoi simili, mentre la delegazione che gliele sequestra ha a cuore le sorti dell’umanità.

Non c’è fiducia nell’essere umano, fiducia che invece si concede alle delegazioni.

Ti faccio solo un esempio:Francesco d'Assisi.
Tutta la sua vita è intrisa di amore cristiano,di forte componente religiosa.Eppure,quanto di "comunistico" e di "libertario" c'era nelle sue azioni e nel suo rifiuto dell'autorità...


Francesco poteva rifiutare l’autorità terrena perché rispondeva direttamente ad una più alta.

Quando poi critico Mises per il suo non è giusto accontentarsi di quello che si ha, critico esattamente la crisi del mondo moderno.
L’uomo moderno non trova soddisfazione se non nel “salire di grado”, meccanismo perfetto dell’eterna infelicità, poiché tende sempre a confrontarsi con chi gli è superiore nella scala sociale.

Così l’operaio vorrebbe avere i soldi del suo datore di lavoro, il datore di lavoro vorrebbe essere un imprenditore di successo, l’imprenditore di successo invidia lo yact dell’armatore, l’armatore invidia le televisioni di berlusconi, berlusconi vorrebbe essere potente come Bush, Bush vorrebbe essere un campione di baseball.

Nessuno di loro è pienamente realizzato, poiché la cultura corrente del “mai accontentarsi" impone loro di desiderare sempre più, in una rincorsa che non finisce mai.

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Inviato il: 12/5/2006 21:22
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Re: Anarchia
#342
Sono certo di non sapere
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Salud y libertad grande Shevek

Questo mi pare il caso della teoria di Mises, nel momento in cui descrive come antagonista allo Stato una pratica economica che necessita dello Stato per reggersi in piedi.

Nella teoria di Mises lo stato non trova posto nella gestione dei processi economici, e il suo intervento produce solo guai.

La proprietà privata dei mezzi di produzione, senza una forza politico-militare impositiva non durerebbe che pochi minuti.

Continuo a vedere mancanza di fiducia nell'uomo, in totale antitesi con l'ideologia anarchica

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Inviato il: 12/5/2006 21:26
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  •  Zelan
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Re: Anarchia
#343
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Santaruina Citazione:
Continuo a vedere mancanza di fiducia nell'uomo, in totale antitesi con l'ideologia anarchica


Ciao santa,
permettimi di correggerti su questo punto. Non tutti gli "anarchici" partono dal presupposto dell'uomo buono per natura. Tantomeno, si parte dal presupposto che l'uomo sia buono inserito nel contesto contemporaneo.
Se t'interessa la mia opinione personale (poi suppongo che Shevek ti chiarirà la sua), ciò che guida l'uomo nella mente e nel corpo è l'istinto di sopravvivenza (meglio dire, di autoconservazione). Questo si adatta perfettamente alle situazioni contingenti. Per questo, il passaggio all'anarchia richiede uno sforzo (un'autoimposizione, forse) morale, più che intellettivo, nell'adottare certi princìpi, certi valori che permettono oggettivamente la convivenza civile. L'alternativa a questi valori (fino a prova contraria, s'intende) porta inevitabilmente a situazioni conflittuali (prova a pensare all'assenza, o anche solo alla parzialità, di rispetto e libertà espressiva... pensa ai periodi del proibizionismo americano, o alla ghettizzazione delle minoranze etniche, e ti renderai conto di quanto siano fondamentali).
Inviato il: 12/5/2006 21:47
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#344
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PaxtibiCitazione:
In un sistema davvero libero e concorrenziale e non gravato dal fisco la qualità del prodotto fa la differenza, ed all'azienda conviene investire nelle risorse umane.


Ciò,in ogni caso,non risolve automaticamente la questione del capitale,di un'oligarchia che straguadagna su di una moltotudine che produce per altri e non per se stessa.
Sarà forse che NON tutti i lavoratori si chiamano Valentino Rossi o Shumaker?
Eppure,anche quel settore è gravato dal fisco,oppure no?

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Inviato il: 12/5/2006 22:14
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#345
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Citazione:
E non è la stessa cosa, Flo? Non dico sia sbagliato, dico solo che con l’anarchia queste delegazioni che vigilano non trovano posto.
Anarchia = niente delegazioni di nessun tipo.


Non è la stessa cosa,Santa.
Perchè in una società anarchica,quella "vigilanza" implica soprattutto una coordinazione,e perchè la grande sfida non è ritenere che l'individuo abbia bisogno di un'autorità superiore che lo controlli,ma credere che l'essere umano possa convivere pacificamente tra i suoi simili al di là di ogni controllo e di ogni imposizione.

Citazione:
la proprietà nella mia visione implica anche il concetto di responsabilità

Torniamo alle cartacce nei luoghi pubblici...
Se le pecorelle fossero tue ed anche mie,ad esempio,smetteresti di prendertene cura?Oppure mi stai dicendo che non hai cura per le cose che non ti appartengono?Scusa,ma non capisco.
Tra l'altro,il fatto di condividere quello che ricavi dalle pecorelle con altri,non ti impedirebbe di amarle mentre te ne prendi cura,poichè solo te sapresti come fare.Forse che l'amore per le tue pecorelle è direttamente proporzionale al senso di possesso?Questo non mi pare "agapi"...

Citazione:
In tutte le critiche alla proprietà privata si parte dalla convinzione che il proprietario sia sempre uno sfruttatore che vuole nuocere i suoi simili, mentre la delegazione che gliele sequestra ha a cuore le sorti dell’umanità.

Quanto costa un affitto di casa,Santa? E un abbonamentoal Teatro San Carlo di Napoli?
Se mi ammalo e sono costretta a consultare un medico privatamente,quanto mi costa?Ed un intervento dal dentista?
Ancora:qual'è il fatturato di un'industria in un anno?Quanto guadagna un Agnelli,un Benetton,un Olivetti,o un Prodi?
E dopo quanti anni di risparmio,una vita passata a lavorare,e giorni e mesi sottratti ai propri cari ed ai propri sogni,un lavoratore qualunque salariato,si trova appena qualche briciola giusto per non morire di fame?
Mistero.Però chi gli pagava lo stipendio prima e la pensione adesso,ha a cuore le sorti dell'umanità.Non ho capito niente,fino ad ora.

Citazione:
Non c’è fiducia nell’essere umano, fiducia che invece si concede alle delegazioni.

Certo,se quelle delegazioni non vanno a governarci e svolgono solo una funzione di coordinamento e di raccolta delle direttive scelte insieme.

Citazione:
Così l’operaio vorrebbe avere i soldi del suo datore di lavoro, il datore di lavoro vorrebbe essere un imprenditore di successo, l’imprenditore di successo invidia lo yact dell’armatore, l’armatore invidia le televisioni di berlusconi, berlusconi vorrebbe essere potente come Bush, Bush vorrebbe essere un campione di baseball.


No comment.
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Inviato il: 12/5/2006 22:45
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Re: Anarchia
#346
Mi sento vacillare
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Bush vorrebbe essere un campione di baseball. ...]




Magari...


Buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 12/5/2006 23:06
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  •  bandit
      bandit
Re: Anarchia
#347
Dubito ormai di tutto
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Florizel:
"Per una volta,almeno una,vorrei la pappa pronta anche io:un link,per favore? "
+++++++++++++++++
Sorry ma di roba pronta non ne ho, tutto e' frutto dei miei studi universitari e relativi approfondimenti, e anche se non sono passati secoli, internet allora non c'era. Poi mi sono occupato di altro.
Ora, che il consumismo "abbia bisogno" del libero mercato direi che possiamo essere sicuri. (forse anche qualche dittatura ben ritagliata potrebbe non essere incompatibile col consumismo ma per il momento lasciamo pure stare). Sul viceversa mi oppongo perche' la liberta' e' liberta' punto e basta, come dicevo ognuno se la gioca come gli pare. Ovviamente i venditori vogliono vendere e cercano di convincerti, con pubblicita' ecc., ma mica possono importi di acquistare i loro prodotti. Decidi tu se e cosa acquistare, quindi puoi benissimo spendere tutto in libri, corsi Yoga e viaggi in Tibet, se cosi' ti pare. Ma la bottega non si chiude, finche' esisteranno bocche da sfamare e bisogni un po' piu' complessi da soddisfare, e finche' si ricorrera' allo scambio per rispondere a queste esigenze.
Ancora:
-citazione-[... Si vuole mettere la liberta' al primo posto, nel senso che subire le imposizioni di altri genera tanta incazzatura. ...]
Eh,bèh,bandit...genera incazzatura anche subire l'imposizione di dover passare dall'autorità dello stato a quella del mercato. "
++++++++++++++++
Se io voglio stare con una bionda e lei a me preferisce un altro pirla perche' secondo lei lui e' piu' bello di me (chiaramente sto facendo un esempio assurdo), io contento non sono, ma me ne faccio una ragione.
Se invece lei vuole stare con me, e con le lacrime agli occhi mi dice che non puo' perche' i suoi genitori glielo impediscono giocando a Don Rodrigo, mi incappio davvero, e dico al mio fidato Bobby-the freedom-guardian di attaccare.
(ovviamente io e la bionda siamo entrambi maggiorenni).

Shevek:
Quello che dici tu significa non farsi prendere per il sedere, e va bene.
Rimane comunque che la valutazione sulla qualita' di una scuola di pensiero non puo' dipendere dall'uso di comodo che ne fa il pisquano di turno. Se no e' troppo facile sputtanarla.
Poi aggiungi:
"Infine: mica ti ho chiesto di mostrare che esiste il liberismo - ti avevo detto che il "libero mercato" fattualmente non esiste. I liberi scambi non sono il libero mercato - possono essere perfettamente compatibili con il comunismo, inteso come libero scambio delle capacità di lavoro in cambio della soddisfazione di determinati desideri. Mi mostri, insomma, un caso in cui lo Stato non interviene nel mercato messo in piedi dalle unità produttive capitalistiche fondate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione? "
++++++++++++++++++
I liberi scambi SONO il libero mercato. Di esempi ne hai tutt'intorno finche' ne vuoi. Fai un libro e vendilo. Impara a fare i massaggi e poi metti un annuncio AAAAA sul giornale. Diciamo che abbiamo un liberismo farlocco perche' in quasi tutti i settori lo stato ci mette il naso con regolamentazioni e tasse varie, ben oltre il necessario (e cosa e' necessario...facciamo un'altra puntata), sicche' il risultato finale ne rimane inficiato. Nondimeno, pur avendo lo stato "sporcato" il gioco, quando vado al supermercato e compero il mio carissimo te (quello di prima, ricordi ? Quello che col tuo sistema non me lo danno piu'...) io e il mio venditore poniamo in essere un pezzetto di libero mercato. Quanto libero, dipende.
Come liberista dico che e' da preferire il massimo grado di liberta'. Nei fatti il libero mercato e' presente ed opera con gradazioni diverse, in misura inversa a quella con cui opera l'intervento in economia dello stato, sia come spesa che come regole restrittive.

Pax:
"Lo dico perché in molti interventi pare che il prodotto sia un concetto astratto, come se fossero tutti uguali, dalla 500 alla Ferrari."
+++++++++
bravo Pax, e' quello che succede quando si mette al primo posto l'uguaglianza anziche' la lberta'...

detto questo, vorrei scrivere ancora un casino ma non posso, quindi buonanotte a tutti e viva il libero mercato.
Inviato il: 12/5/2006 23:08
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  •  andycap
      andycap
Re: Anarchia
#348
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Grande ashoka!!! Stavo per postarti qualcosa sulla confusione che facevi tra il termine libertario e liberista e, non solo trovo che lo ha gia fatto florizel citando Bookchin (fantastica!), ma che tu ci chiedi scusa… sei un grande…
Però…

Non è il “Mercato” che lo fa è lo “spirito di iniziativa” umano, ovvero ciò che il “collettivismo” uccide.

Perché? Se sono in collettività con gli altri, non posso comunque “inventare” il pane di castagne??? Sono spinto a farlo solo per venderlo??? Ti assicuro che nelle collettività lo spirito di iniziativa è molto richiesto, solo che ha come fine il soddisfacimento di bisogni di più persone piuttosto che la mercificazione (nel senso migliore possibile) del suo risultato…

Per santa
La visione collettivista indica quale soluzione degli enti “superiori” che vigilino e “regolino” questi scambi.

No, nella visione collettivista l’ente superiore è la stessa (piccola) collettività, nessun ENTE SUPREMO… Quindi collettivismo e anarchia vanno a braccetto, e non sono all’opposto…

Se la componente religiosa non è presente, non vi è nulla di “immorale” nell’arricchimento e nello sfruttamento delle proprie capacità “imprenditoriali”.

Perché? Vuoi lasciare solo a Dio interrogarsi su ciò che è giusto???

Se questa “deriva” si teme, si dimostra scarsa fiducia nell’essere umano, e ciò potrebbe essere anche una posizione legittima, volendo, ma a questo punto non credo sia il caso di considerarsi anarchici, ma di dichiarare tranquillamente che si considera giusto che ci siano degli organismi preposti che evitino tale “deriva”.
Posizione ovviamente incompatibile con l’anarchia.


Ha ragione zelan… correnti sviluppatesi all’interno del pensiero anarchico (Malatesta ad esempio, se sbaglio zelan correggimi) considerano l’uomo incline alla malvagità (per giusto o sbagliato che sia)…

Per bandit
Se poi per qualcuno la cosa piu' importante e' la macchina e il cellulare ultimo modello, fattacci suoi. Io posso cercare di convincerlo che non e' cosi che si realizza, ma se lui quello vuole, IO NON POSSO IMPORGLI ALCUNCHE' (…..) Si vuole mettere la liberta' al primo posto, nel senso che subire le imposizioni di altri genera tanta incazzatura.

Ma se la macchina che lui si compra è un SUV che consuma 3 litri ogni 8 chilometri, mi sta facendo (seppur minima) violenza o no? Si sta accaparrando risorse che dovrebbero servire a tutti o no? Mi sta imponendo il suo gas di scarico o no? Lui è libero di comprarlo, io libero di evitarlo mentre vado in giro in bicicletta??? Bandit… il libero mercato rimane in mano di chi ha più risorse, comunque, e le migliorie presunte rispetto a questo mercato io proprio non le vedo… Per dirla con ashoka… Se c’è una sola pagnotta chi la compra, tu o lapo elkann??? E poi, chiariscimi un dubbio, in regime liberista l’acqua di chi è???

Per shevek
Mi mostri, insomma, un caso in cui lo Stato non interviene nel mercato messo in piedi dalle unità produttive capitalistiche fondate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione?

In bocca al lupo, shevek. Io lo sto chiedendo da un po’, ma nessuno mi risponde…

Per paxtibi
A proposito, ecco un microsistema dove la concorrenza c'è ed è agguerrita: la formula 1.
Non credo si possa sostenere che i lavoratori della formula 1 vengano sfruttati. Anche i piloti, che pur rischiano la vita, sembrano tutti soddisfatti del trattamento. Ma se si dovesse formare un cartello alla Moggi in grado di decidere in anticipo il vincitore, cosa accarebbe? Pian piano le scuderie si accontenterebbero di meccanici e piloti mediocri e sottopagati, e vedremmo il prodotto finale – lo spettacolo – perdere progressivamente in qualità

Da quanto non vedi un gran premio??? Vincono sempre gli stessi (più o meno) e i sorpassi si fanno al pitstop…. Dove ci sono interessi economici si creano automaticamente i cartelli, e chi non ne fa parte sbraita per farne parte, non per abbatterli (vedi la Fiorentina….)

Per flo
Poi ci mettiamo d’accordo per rubare qualche pecorella di santa!!! Ne ha tante che manco se ne accorge….
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Citazione:
progressus ad originem, regressus ad futurum
Inviato il: 12/5/2006 23:31
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Re: Anarchia
#349
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Ciò,in ogni caso,non risolve automaticamente la questione del capitale,di un'oligarchia che straguadagna su di una moltotudine che produce per altri e non per se stessa.

A me pare evidente che l'oligarchia monopolistica che straguadagna sia un prodotto dello stato. Lo riscrivo ancora una volta: senza l'appoggio e la collusione dei funzionari statali i grandi monopoli stile Enron, Mediaset, Microsoft etc. non si realizzano.

Sicuramente ci sarebbero comunque differenze tra chi preferisce produrre molto a poco prezzo e chi pochi pezzi ad un prezzo più elevato, ma tutti potrebbero comunque avere il loro guadagno, sempre che incontrino i desideri dei consumatori, s'intende.
Inviato il: 13/5/2006 0:08
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Re: Anarchia
#350
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Bush vorrebbe essere un campione di baseball. .

La chiusura paradossale era solo una ironia sul fatto che spesso coloro che si trovano nei punti più invidiati dal resto della società non sono in grado di rendersi conto della loro situazione.

Sul meccanismo della perfetta infelicità della società moderna invece confermo e rilancio.

La società per funzionare ha bisogno di persone che compiano diversi mestieri.
Occorrono pastori, falegnami, operai, capireparto, ingegneri, fisici, contadini.

La società perfetta sarebbe quella in cui ognuno è contento del compito che svolge, realizzato nella sua vocazione e consapevole della importanza della sua opera.

Il falegname che ama i suoi mobili, il contadino che ama la terra e sente un brivido quando vede le sue piante sbocciare.

La società moderna sta agli antipodi di tale visione “utopica”.

La società moderna ha bisogno che il 90% delle persone svolgano lavori che danno poche soddisfazioni, lavori meccanici e ripetitivi e impieghi burocratici e nel terziario senza alcuna “anima”.

In contemporanea propone attraverso i media e la pubblicità ideali irraggiungibili, illudendo le persone che siano raggiungibili per tutti.
L’80% delle ragazzine dichiara che il proprio sogno è entrare nel mondo dello spettacolo, il che significa che il 79% delle ragazzine vivrà una vita in cui l’invidia per chi ce l’ha fatta non verrà mai del tutto superata.

Tanto per ripeterci Nietzsche aveva previsto anche questo, quando criticando gli ideali illuministici lucidamente concludeva che promettere l’eguaglianza in una società come quella industriale, che avrebbe funzionato con l’80% della popolazione ridotta in schiavitù nelle officine, significava portare la società stessa sull’orlo della follia, ovvero quello che accade ora.

Consapevole di attirare le critiche dell’occasione faccio ancora l’esempio del medioevo, in cui l’artigiano metteva tutta la sua arte e il suo amore nel suo lavoro, orgoglioso delle sue creazioni, il contadino sentiva la missione di far crescere il cibo e la soddisfazione nell’essere artefice di tale magia mitigava anche se in minima parte gli sforzi di un vita durissima.

Ed ora un concetto ostico.
Il contadino medioevale non viveva la sua situazione come una colpa.
Era nato povero, questo era quello che Dio aveva serbato per lui, non potevano nascere tutti re, e ne era consapevole.
Era povero ed analfabeta ma aveva una saggezza andata persa, una saggezza che chi ha avuto nonni contadini in anni passati forse ricorda.
Non è retorica, chi ha vissuto tali situazioni ne è testimone.

Dalla rivolta protestante in poi il contesto cambia.
Il povero diventa un fallito, poiché nella visione protestante, che come Webber ben descrive dà giustificazione morale al capitalismo nascente, la ricchezza è la prova della benevolenza del Signore.

Questa mentalità, agli antipodi rispetto a quella medioevale, ha il suo apice nei giorni nostri, dove povertà è sinonimo di fallimento, e solo la ricchezza conta.

Tutto questo per specificare meglio quello che intendevo.

Ancora no comment?

Blessed be

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Inviato il: 13/5/2006 0:26
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Re: Anarchia
#351
Sono certo di non sapere
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Perchè in una società anarchica,quella "vigilanza" implica soprattutto una coordinazione,e perchè la grande sfida non è ritenere che l'individuo abbia bisogno di un'autorità superiore che lo controlli,ma credere che l'essere umano possa convivere pacificamente tra i suoi simili al di là di ogni controllo e di ogni imposizione.

Al di là di ogni controllo ed ogni imposizione significa al di là di ogni comitato vigilante.
Niente organi preposti a vigilare, quindi.

Se le pecorelle fossero tue ed anche mie,ad esempio,smetteresti di prendertene cura?Oppure mi stai dicendo che non hai cura per le cose che non ti appartengono?Scusa,ma non capisco.

L'essere umano si affeziona ad alcune persone rispetto che ad altre, ad alcune cose rispetto che ad altre.
Ci sono alberi che per me significano qualcosa, altri che non mi dicono niente.
Fiori che pianto e faccio crescere, altri che nemmeno guardo.

Farò di tutto affinché i fiori che ho piantato io crescano belli, lo farò con amore, amore che non potrò avere per i fiori del mio vicino.
Ma se io curo i miei fiori, ed il mio vicino cura i suoi, il nostro cortile sarà bello ed allegro.

Se invece ci mettiamo d'accordo nel condominio per dichiararli di tutti e chiamiamo una impresa che li cura, questi lo faranno meccanicamente, senza amore.

Allo stesso modo nessuno conosce ed ama le mie pecorelle quanto me, nessuno saprà curarle e trarne il miglior latte quanto me.

Spero che il concetto sia più chiaro ora.

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Mistero.Però chi gli pagava lo stipendio prima e la pensione adesso,ha a cuore le sorti dell'umanità.Non ho capito niente,fino ad ora.


Stiamo tutti sulla stessa barca Flo, ma non vedo cosa tutto questo c'entri con la proprietà privata.
Comunque, se pensi che tutto ciò che hai riportato sia la prova che gli uomini senza autorità che li controlli sfruttino meschinamente i loro simili, non è certo l'anarchia il tuo ideale, ma una organizzazione in cui un gruppo di saggi buoni li tenga a bada.

Posizione su cui si potrebbe discutere, ma non "anarchica".
Io solo questo voglio mettere in luce, una contraddizione in termini che mi sembra sempre più evidente.

Blessed be

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  •  florizel
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Re: Anarchia
#352
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bandit-Citazione:
che il consumismo "abbia bisogno" del libero mercato direi che possiamo essere sicuri.

Citazione:
-Sul viceversa mi oppongo perche' la liberta' e' liberta' punto e basta

Citazione:
-Ma la bottega non si chiude, finche' esisteranno bocche da sfamare e bisogni un po' piu' complessi da soddisfare


Dunque,vediamo.Il consumismo,cioè la diffusione progressiva e crescente di beni e merci "importata" in Europa,insieme alla "democrazia" e alla "libertà" (?),dal modello statunitense col dopoguerra (attraverso la politica),ha bisogno del "libero mercato",sdoganato dalle restrizioni politiche degli stati.Perfetto.
Ed il libero mercato non chiuderà mai bottega finchè ci saranno bocche da sfamare,quindi della predisposizione al consumo,che deve essere alimentato proprio per non chiudere bottega,a meno che il libero mercato non produca solo quei beni che passano dalla bocca per poi finire nelle fogne.
Però,stranamente,il libero mercato non ha bisogno del consumismo.
Quindi,la libertà è la libertà nel momento in cui essa lascia come unica opzione COSA scegliere di acquistare,non SE acquistare o meno,e a quale prezzo.
Meraviglioso.Finchè la bionda non si decide a scappare con Robin Hood.

Citazione:
e' quello che succede quando si mette al primo posto l'uguaglianza anziche' la lberta'...

Certo,i ditini dei bambini e degli adulti che lavorano ai nostri "gingilli" del libero mercato,non sono uguali...
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Re: Anarchia
#353
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SantaruinaCitazione:
spesso coloro che si trovano nei punti più invidiati dal resto della società non sono in grado di rendersi conto della loro situazione.


Santa,
al di là che stare al posto di un presidente degli USA non dovrebbe far invidia a nessuno per ovvie ragioni,perchè mai uno che sta mooolto in basso,livello inferno,per condizioni di vita e difficoltà di sopravvivenza, dovrebbe farselo bastare allo stesso modo di uno che invece sta in una condizione di vita ottimale?
Sono una curiosona,vorrei sapere che ne pensi.

Citazione:
La società moderna ha bisogno che il 90% delle persone svolgano lavori che danno poche soddisfazioni, lavori meccanici e ripetitivi e impieghi burocratici e nel terziario senza alcuna “anima”.

Manodopera,insomma.

Citazione:
In contemporanea propone attraverso i media e la pubblicità ideali irraggiungibili, illudendo le persone che siano raggiungibili per tutti.

Stai dicendo che forse sta "creando" una domanda per i poveri fessi che spenderanno tutto il loro stipendio per comprare prodotti che gli spettano di diritto e che per altri sono diventati ormai certezze?
Tipo l'acqua di cui parla andycap,per esempio?

Citazione:
Questa mentalità, agli antipodi rispetto a quella medioevale, ha il suo apice nei giorni nostri, dove povertà è sinonimo di fallimento, e solo la ricchezza conta.

Comment:qui non si sta affermando l'aspirazione alla ricchezza come valore umano,semmai la si sta mettendo in discussione in quanto effetto di una ingiusta distribuzione di beni e risorse e conseguente discriminatorio accesso alla vita,evidentemente non paritario per tutti gli esseri umani.

Potresti fondare una corrente "medieval-anarchista",tanto per fare concorrenza agli anarco-capitalisti...

Comunque,ti lascio un link che forse ti può interessare,da atea l'ho trovato molto bello:
E aveva scritto: «Né padrone né servo: ecco la vocazione del povero» (CDP, 48); Dio «non vuole tra gli uomini nessun padrone e nessuno schiavo» (CDP, 102).
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Inviato il: 13/5/2006 2:36
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#354
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Tergiverso su fiori e pecorelle,per il momento.

Citazione:
non vedo cosa tutto questo c'entri con la proprietà privata...
se pensi che tutto ciò che hai riportato sia la prova che gli uomini senza autorità che li controlli sfruttino meschinamente i loro simili, non è certo l'anarchia il tuo ideale, ma una organizzazione in cui un gruppo di saggi buoni li tenga a bada.

A onor del vero,tutti gli esempi che ho riportato non sono estranei al loro riconoscimento da parte delle leggi dello stato,e quella è la prova del fatto che potere statale e potere economico coincidono,vivendo sulle spalle di chi è costretto a consumare,produrre e crepare nelle nostre belle democrazie.

Tu ipotizza che lo stato ed il mercato non ci siano,e valutiamo insieme se poi avremmo bisogno di un proprietario che ci fitti il tetto sulla testa,o se fossimo costretti a rinunciare ad uno spettacolo perchè ci costa troppo,o se fosse possibile che uno show-man o una soubrettina percepiscano milioni di euro per atrofizzarci i neuroni,o ancora se il dentista fa quel mestiere perchè lo ama o perchè gli rende,ecc. ecc.

Posizione su cui si potrebbe discutere, ma non "anarchica".
Quasi quasi mi offenderei,se non sapessi invece che di essere anarchici,anzi,di sentirsi tali,non si smette mai,è una strada tutta in salita,un po' come essere degli asceti cristiani.
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Inviato il: 13/5/2006 3:02
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#355
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andycapCitazione:
Se sono in collettività con gli altri, non posso comunque “inventare” il pane di castagne??? Sono spinto a farlo solo per venderlo?

Andycap,non sarai mica anarchico?!

Citazione:
Ma se la macchina che lui si compra è un SUV che consuma 3 litri ogni 8 chilometri, mi sta facendo (seppur minima) violenza o no? Si sta accaparrando risorse che dovrebbero servire a tutti o no? Mi sta imponendo il suo gas di scarico o no? Lui è libero di comprarlo, io libero di evitarlo mentre vado in giro in bicicletta??? Bandit… il libero mercato rimane in mano di chi ha più risorse, comunque, e le migliorie presunte rispetto a questo mercato io proprio non le vedo… Per dirla con ashoka… Se c’è una sola pagnotta chi la compra, tu o lapo elkann??? E poi, chiariscimi un dubbio, in regime liberista l’acqua di chi è???


Domande senza risposta...

Citazione:
Poi ci mettiamo d’accordo per rubare qualche pecorella di santa!!! Ne ha tante che manco se ne accorge….

Va bene,ma prendiamogli quella che ama di meno...

ps:Santaruina,appena ti incontro ti porto una delle mie pastiere,poi magari scambiamo con il tuo formaggio...
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Inviato il: 13/5/2006 3:38
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  •  fiammifero
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Re: Anarchia
#356
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Citazione:
Il contadino medioevale non viveva la sua situazione come una colpa.Era nato povero, questo era quello che Dio aveva serbato per lui, non potevano nascere tutti re, e ne era consapevole.


Questa a casa mia si chiama rassegnazione per indottrinamento
Non bisogna scomodare il medioevo,di esempi ne abbiamo anche ai tempi d'oggi,le caste in India,la reincarnazione per cui la vita misera è espiazione di colpe passate,etc.. sempre il tutto manipolato da religioni,usi e costumi.
Servi della gleba prima,servi del sistema oggi,con pillole edulcorate da : uno su mille ce la fà ,e tutti sperano di essere quell' uno!
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 13/5/2006 9:08
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Anarchia
#357
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Santa risolto il problema delle pecorelle anche se si tratta di ALTRO BESTIAME e qui siamo in tribùCON VINCOLI DI SANGUE
Praticamente un pre-medioevo.
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 13/5/2006 9:49
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#358
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Flo Citazione:
Santaruina,appena ti incontro ti porto una delle mie pastiere,poi magari scambiamo con il tuo formaggio...


No mi spiace, il mercato libero non esiste e quindi non puoi farlo. Puoi andare al centro di statistica e depositare una domanda per del formaggio, Santaruina, dal canto suo, puo' domandare una pastiera. Verranno quindi inviate delle richieste ai magazzini dove la “tua” (non è tua ricordalo) pastiera e il formaggio vengono stipate e se ve ne sono disponibili vi vengono assegnate. In caso contrario ti arriva una “domanda di cucina pastiera”.

Andycap Citazione:
il pane di castagne lo puoi anche inventare ma se non vi è domanda dall'isituto di statistica centrale vuol dire che hai lavorato a vuoto mentre potevi produrre qualcosa che effettivamente era stato richiesto


Puoi anche farlo ma impiegheresti il tuo lavoro per produrre beni che non sono stati richiesti al computer centrale. Nel farlo danneggeresti la comunità.


Io comunque vorrei sentire dalle vostre parole il “come” funziona questa vera comunità anarchica. Vi faccio delle concessioni:

avete un supercomputer x le statistiche che funziona a pannelli solari. Avete pure i pezzi di ricambio per questo computer ed un tecnico di riparazione che si è unito alla comunità.
Avete una falda acquifera abbondante ed un piccolo torrente, ricco di pescato, nelle vicinanze.
C'e' un bosco esteso
Vi è una ricca pianura da coltivare
Molto lontane ci sono altre città, ma non vi darannofastidio, al massimo potete stabilire dei contatti commerciali con loro

Siete un migliaio (se volete essere più o meno ditemi voi, tutti consenzienti alle regole della comunità). Diciamo che è finita la fase transitoria per cui sono state costruiti i dormitori per tutti.. ora sta a voi

(se volete apro un forum apposito)

Ashoka
Inviato il: 13/5/2006 10:07
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Re: Anarchia
#359
Sono certo di non sapere
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Santa,
al di là che stare al posto di un presidente degli USA non dovrebbe far invidia a nessuno per ovvie ragioni,perchè mai uno che sta mooolto in basso,livello inferno,per condizioni di vita e difficoltà di sopravvivenza, dovrebbe farselo bastare allo stesso modo di uno che invece sta in una condizione di vita ottimale?


E’ proprio questo che voglio mettere in luce, Flo.
Il collettivismo, lungi dall’essere agli antipodi del “capitalismo” ne è l’esatta immagine speculare, dal momento che parte anche egli dal presupposto che esistono posizioni umilianti e posizioni “nobili”. pensiero questo figlio della propaganda illuminista, che unisce entrambi gli “schieramenti”

Eppure la società ha bisogno di contadini, ha bisogno di ingegneri, ha bisogno di falegnami, e se qualcuno vuole mettere in discussione anche questo non avrei argomenti per controbattere.

La soluzione non è promettere l’impossibile, ovvero che tutti hanno il diritto di fare i dirigenti, ma ridare dignità ad ogni singolo lavoro, come è giusto che sia.

Anche la tua critica Flo parte dal presupposto che l’ingegnere è meglio che contadino, ma perché mai?

Perché l’ingegnere è più ricco?
Questo è un discorso che potrà fare un capitalista, ma l’anarchico ha altri metodi di valutazione, che non il denaro.

Ma la verità è che essendo entrambi i pensieri figli della modernità materialista non potranno mai vedere il raggiungimento della felicità in qualcosa che vada oltre il possesso materiale, ed ecco anche l’accanimento del collettivismo contro la proprietà privata, poiché il possesso di beni è l’unica fonte di felicità.

Ed ecco quindi che se uno possiede più di un altro ne è conseguentemente più felice, e allora bisogna fare in modo che nessuno abbia più di un altro.

Fiammifero ad esempio contesta quella che io chiamo saggezza medioevale chiamandola rassegnazione.
Il fatto è che per noi è inconcepibile che in altre epoche la ricchezza non fosse l’unica aspirazione delle persone, così chi si accontentava del poco pane, avendo magari anche fame due giorni a settimana, chi si accontentava del fiume e del tramonto era un “rassegnato”, mentre noi che non siamo rassegnati passiamo la vita a voler diventare come i ricchi, perché ormai il denaro è l’unico valore.

Godere di quello che si ha, anche quando è poco, è la chiave della serenità, aspirare a sempre di più, come ci hanno a tutti noi insegnato, e questo sì è un indottrinamento, è il modo migliore per essere infelici, come la nostra società.

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 13/5/2006 10:17
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#360
Sono certo di non sapere
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Wow, sono stato assente mezza giornata ieri e il forum è raddoppiato. Cerco di mettere assieme un po' di cose.
Sono molto d'accordo con Ahoka: Citazione:
Perché il problema di fondo della ingiustizia e della disuguaglianza (lo intendo come “impossibilità per qualcuno di poter vivere decentemente per causa non sua”) non è risolvibile da un “sistema”, da una organizzazione, automaticamente. Lo devono fare gli uomini che la compongono. Ogni sistema è aggirabile, ogni legge interpretabile, etc.

E ancora d'accordo: Citazione:
Anche per questo dico che una comunità anarchica deve necessariamente partire da una base di individui che decide di vivere assieme e non da un sistema universale da far adottare, benché equo, solidale, senza Stato e quant'altro.
C'è anche chi non la pensa come noi e non va risvegliato per il semplice fatto che probabilmente è ben sveglio e cosciente.. semplicemente gli va bene un certo tipo di mondo. Abbiamo il diritto noi di imporgli la nostra idea?

Questo vale sia per il colletivismo sia per il mercato libero, era più che altro questo che volevo dire. Come scritto più o meno 300 post fa, non si tratta di contrapporre e dividere in bianco e nero, ma di trovare una soluzione nuova, che – e sono il primo a dirlo – io non ho, come non l'avevano molti pensatori anarchici. Non mi metterò certo a descrivere il funzionamento perfetto di una società perfetta, perché sarebbe una sciocchezza. Ciò che secondo me non va nel libero mercato è che, anche partendo dal presupposto che sia effettivamente tale e che riesca a creare un equilibrio sociale, secondo me si fonda sul principio degli interessi particolari che tendono a elidersi a vicenda. E avevo posto questo quesito: invece di basarsi su spinte uguali e contrarie (cioè il libero mercato), perché non tentare una società di cooperanti?A prescindere da Uffici Statistici o cose del genere.

Santa ha scritto che il pensiero liberista è coerente con se stesso, mentre quello anarchico no. Giustamente è stato fatto notare che la coerenza interna di un pensiero non ne determina la validità. Il mondo del Signore degli Anelli è coerente al suo interno, ma non esiste nella realtà. Il pensiero anarchico non ha una vera e propria coerenza interna, è vero, perché a differenza di altri cerca di stare quanto più possibile attaccato alla realtà, che è incoerente ed a-sistemica. Non ricordo se Berneri o Malatesta (vado a memoria), scrisse che il vero valore aggiunto dell'anarchismo rispetto al marxismo è quello di essere uscito dalle aule di un'università, dove il mondo è coerente e sistemico, a favore della realta e della storia, che è profondamente irrazionale ed imprevedebile. E rispose ad Ashoka Citazione:
Io comunque vorrei sentire dalle vostre parole il “come” funziona questa vera comunità anarchica
, dicendo che non lo poteva sapere, perché troppe sono le variabili indipendenti in gioco, a seconda dei luoghi, dei tempi e degli uomini coinvolti. Aveva un ideale da seguire, ma non voleva per niente seguire le farneticazioni marxiste e leniniste (avendo visto a cosa avevano portato)

Paxtibi: Citazione:
A me pare evidente che l'oligarchia monopolistica che straguadagna sia un prodotto dello stato. Lo riscrivo ancora una volta: senza l'appoggio e la collusione dei funzionari statali i grandi monopoli stile Enron, Mediaset, Microsoft etc. non si realizzano.

Esempio: il vice-presidente della Halliburton entra al governo; quel governo promuove una guerra all'Iraq; la Halliburton ha l'appalto per la logistica dell'esercito e per ricostruire il paese invaso. Posto che chiaramente non c'è nessun libero mercato, è lo stato che promuove la Halliburton, o è la Halliburton e le altre che si creano uno Stato in forza della potere che hanno sopra tutti i cittadini?

Inviato il: 13/5/2006 10:39
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