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  Anarchia

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Re: Anarchia
#1171
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Ciao Andycap mi ero completamente perso l’evoluzione della discussione.

Non sto dicendo che concordo con quello studio sui pellerossa, e sicuramente l’autore voleva in qualche modo giustificare l‘ingiustificabile sterminio che i nativi subirono, ma credo che al di là di tutto sia interessante la questione di fondo.

In altre parole, ragionando in astratto, hanno diritto 10.000 persone a vivere di caccia in un territorio che se adibito all’agricoltura me sfamerebbe 100.000 ?

Finché sono soli, ovviamente sì, ma cosa succede se un giorno arrivano altri 90.000 che chiedono il loro spazio?

Blessed be

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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 19/6/2006 18:08
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Anarchia
#1172
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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Ogni tanto me la prendo una piccola soddisfazione!
E' da quel dì che sostengo che è tutto questione di numeri !
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 19/6/2006 18:16
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Re: Anarchia
#1173
Dubito ormai di tutto
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Da Arkadia-spazio profondo
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Sull'anarchia:Secondo voi , in una società anarchica c'è bisogno di leggi "esterne" o basta la coscienza personale? Come si interviene sui torti subiti, in una società anarchica? L'educazione, come sarebbe impostata?
Inviato il: 8/9/2006 22:04
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Anarchia
#1174
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Citazione:
in una società anarchica c'è bisogno di leggi "esterne" o basta la coscienza personale?


Coscienza personale? e come te la formi se ti porti appresso un bagaglio di millenni e millenni ?
La società è bella quando si è dispari,uno è poco e due sono troppo diceva saggiamente mio nonno
L'uomo proviene dall'anarchia e si è inventato le cooperative,le associazioni corporative,i feudi,le signorie,i re,i tiranni,gli imperatori,il comunismo,il fascismo e la democrazia e vuole tornare all'anarchia primordiale ?
Stanno predisponendo l'estinzione mirata di una gran parte di umanità,vedrete (i più fortunati) che l'anarchia ritornerà da sola e si ricomincerà daccapo
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 8/9/2006 22:26
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  •  felice
      felice
Re: Anarchia
#1175
Mi sento vacillare
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x Kirbmarc su 8/9/2006 22:04:47
Citazione:
L'educazione, come sarebbe impostata?


L'educazione non é la repressione. Quando si é educati si fa così e basta e perché lo senti perché sei così. Chi educato a non suonare il campanello del vicino mai gli verrà in mente di farlo. E' così se si é educati ma, diverso é se s'impone di non suonare il campanello del vicino. Se lo s'impone allora ecco che il piacere della trasghessione ti fa suonare il campanello e disturbare etc.

Cambierei il termine anarcha con educazione. Tutto qui. La polizia rimarrebbe disoccupata e esisterebbero i presenti al fatto, il palazzo, il quartiere a isolare ed educare il maleducato.

I riflessi? i riflessi potrebbero essere solo positivi perché si svuoterebbero gli arsenali e si riempirebbero i granai anche quelli della conoscenza.
fe

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Solo col governo di sinistra possono passare SORDIDE e SILENTI le riforme di destra. Il SOLE é storto! Sento di navigare su una nave tarmata. Le tarme sono tante che la nave sulla quale viaggio é destinata a risolversi consumata nel fuoco delle GUERRE.
Inviato il: 9/9/2006 9:40
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  •  noreprez
      noreprez
Re: Anarchia
#1176
Mi sento vacillare
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bisognerebbe fare un sunto delle diverse tipologie di organizzazione umana...già dall'epoca primitiva le varie tribù di uomini avevano avuto il sentore di darsi delle regole e delle convenzioni che potessero essere condivisibili all'interno delle stesse. Solitamente il potere del capo era attribuito per le sue capacità guerriere (ed in seguito a quelle organizzative),quasi di pari passo si andò ad organizzare una casta sacerdotale che potesse indirizzare e "indottrinare" il comune ed innato senso del "religioso" insito nell'essere umano. Ma questo tipo di aristocrazia guerriera della terra che era anche il più antico, venne reintrodotto nell'occidente subito dopo la caduta dell'impero Romano. Da quì il punto di partenza verso l'infeudimento della società (anche se io credo che il fenomeno cominciò all'epoca del basso-impero)non dimenticandoci che i piccoli e medi imprenditori e proprietari terrieri, devastati dalla tributaria Romana, preferivano asservirsi ai grandi latifondisti già a partire dal terzo secolo. Ciononostante, i Longobardi di alarico una volta scesi in Italia reclamarono come bottino di guerra un terzo dei vecchi possedimenti romani, lasciandone i due terzi agli italici. Possiamo cominciare di parlare di "feudalesimo" vero e proprio con la venuta di Carlo Magno il quale suddivise il territorio di conquista attraverso le contee i marchesati e i ducati. Al loro interno i vari signori potevano esercitare la legge in proprio ma potevano essere sorvegliati dai "missi dominici" i quali a loro volta potevano sostituirsi come legislatori sia nei processi civili che militari. Ma dovevano rendere conto del loro operato direttamente a Carlo Magno. Di fianco ai feudatari possiamo trovare i vescovi che dalla "prammatica sanzione" di Giustiniano vennero investiti anche dei poteri civili (anche se li esercitavano di fatto già da molto tempo). Ma come tutte le cose, la consuetudine e le abitudini anticipavano le leggi, in principio i feudi,una volta che moriva il signore ritornavano sotto il controllo diretto dell'Imperatore. Ma piano piano si cominciarono a dare in eredità ai figli primogeniti sino a quando l'Imperatore Corrado il Salico riconobbe l'usanza e le dette dignità di legge con la "costiutio feudis".....da QUI' comincò a formarsi una specie di "middle class".

(fine prima puntata)
Inviato il: 7/11/2006 11:26
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  •  hornet
      hornet
Re: Anarchia
#1177
Mi sento vacillare
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"Libertarianism" o in italiano maccheronico "Anarco-capitalismo"


Un mix di idee nelle quali ci potremmo ritrovare quasi tutti.

Ho detto quasi !!!!
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Chi vive senza follia non è cosi saggio come crede
Inviato il: 7/11/2006 12:32
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Re: Anarchia
#1178
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
"Libertarianism" o in italiano maccheronico "Anarco-capitalismo"

Ovviamente,comprende anche l'abolizione de protezionismo nel commercio .
Se è così,siamo d'accordo.
Inviato il: 7/11/2006 13:50
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Re: Anarchia
#1179
Sono certo di non sapere
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Su Katrina ti dico solo che, se non ci fossero andati di mezzo i soliti afroamericani (quelli che venivano presi a fucilate dalla guardia nazionale mentre cercavano cibo), sarebbe stata un’ottima risposta di Madre Terra a chi se ne fotte dei protocolli di Kyoto…

Infatti, mi chiedo cosa sia successo a Madre Natura, il cui compito dovrebbe essere sterminare i bianchi cattivi che inquinano l'ambiente: bisognerebbe ammazzarli tutti col gas! I bianchi cattivi hanno tolto le chiavi dagli schoolbus parcheggiati in bella mostra, impedendo a chiunque di utilizzarli! Genìa maledetta, ora e sempre!
Inviato il: 7/11/2006 13:55
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  •  hornet
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Re: Anarchia
#1180
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Citazione:

Kirbmarc ha scritto:
Ovviamente,comprende anche l'abolizione de protezionismo nel commercio .
Se è così,siamo d'accordo.


Il pensiero libertario sostiene il capitalismo puro sugli interventi dello Stato in campo economico e sociale, ed avversa ogni politica proibizionista. Osteggia inoltre l'imperialismo, così come ogni ipotesi di Stato mondiale, ed appoggia in generale quel diritto alla libertà di azione e di predicazione di sette e piccole comunità che non metta in pericolo il godimento delle stesse libertà per gli altri.



Definizione di wiki

e

Per l'Anarco-Capitalismo un articolo di Piombini

e

Anarco-capitalismo: il liberalismo del futuro

e

Liberterianism
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Inviato il: 7/11/2006 14:03
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  •  franco8
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Re: Anarchia
#1181
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hornetCitazione:
Un mix di idee nelle quali ci potremmo ritrovare quasi tutti.

Non dirlo neanche per scherzo!
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/11/2006 14:40
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  •  hornet
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Re: Anarchia
#1182
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Citazione:

franco8 ha scritto:
hornetCitazione:
Un mix di idee nelle quali ci potremmo ritrovare quasi tutti.

Non dirlo neanche per scherzo!



Ho specificato !!!!


Ho detto quasi....
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Chi vive senza follia non è cosi saggio come crede
Inviato il: 7/11/2006 14:48
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  •  franco8
      franco8
Re: Anarchia
#1183
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Ho specificato !!!!


Ho letto , ho letto. Non m'era sfuggito.
E anche col quasi... non mi va bene lo stesso. Se permetti!
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/11/2006 16:40
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  •  felice
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Re: Anarchia
#1184
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Anarchia significa ed é:

decidere tutti insieme un'ora 0 per iniziare tutti tutti insieme a rispettare le leggi.

L'anarchico é il più impareggiabile rispettoso delle Leggi al mondo.
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Inviato il: 7/11/2006 19:54
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Re: Anarchia
#1185
Sono certo di non sapere
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Non dirlo neanche per scherzo!

E' sottointeso che "tutti" non includeva parassiti sociali d'ogni ordine e grado, socialisti, collettivisti, redistributori, stampasoldi e quant'altro. Ma non importa che costoro ci credano o meno, è sufficiente che non siano in condizione di rubare a mano armata. Il resto è optional.

Inviato il: 7/11/2006 20:02
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Re: Anarchia
#1186
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
sufficiente che non siano in condizione di rubare a mano armata. Il resto è optional.

A me basta che non abbiano le loro milizie pagate con i nostri soldi a spalleggiarli. Se mi affrontano da soli a mano armata,ho il mio shotgun...
Inviato il: 7/11/2006 20:09
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  •  carloooooo
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Re: Anarchia
#1187
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Linucs, ti prego, dimmi che sei uno di questi.

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Inviato il: 7/11/2006 20:17
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Re: Anarchia
#1188
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Secondo me comunque l'anarchia è una speranza,ma dubito che la vedremo realizzata (almeno durante la mia vita...)
Inviato il: 7/11/2006 20:49
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Re: Anarchia
#1189
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Secondo me comunque l'anarchia è una speranza


O uno stato mentale
Inviato il: 7/11/2006 22:50
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#1190
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Citazione:
O uno stato mentale

Il che equivale a dire che lo "stato" NON E' mentale...

Scusate la divagazione, pare che ultimamente siano molto di moda, su LC.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 7/11/2006 23:17
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  •  carloooooo
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Re: Anarchia
#1191
Dubito ormai di tutto
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Non sono un economista, né ci tengo a diventarlo. Non sono quindi in grado di fare considerazioni di quel tipo. Pensare, però, mi piace. Purtroppo, anche se l'interesse è grande, mi manca il tempo materiale per approfondire l'affascinante teoria dell'anarco-capitalismo. Mi sono dovuto fermare perciò all'articolo di Guglielmo Piombini postato in precedenza che riassume, spero senza distorcerla, l'essenza di questa teoria.

Innanzi tutto, l'anarco-capitalismo “si pone, ad un tempo, come negatore assoluto dello Stato e come strenuo sostenitore della proprietà privata e del libero mercato.” Ciò è strettamente collegato con l'assunto che “per gli anarchici-liberisti, gli uomini nascono con dei diritti assoluti sulla propria persona, sui frutti del proprio lavoro e su tutto ciò che si ottiene, senza violenza e senza frode, per contratto e dono. Nessun altro uomo o gruppo di uomini, quand’anche rappresentassero la maggioranza, può permettersi di violare questi diritti naturali.”

Il problema è che, sotto sotto, si assurgano a valori assoluti la proprietà privata e l'inviolabilità dei contratti. Cosa vuoi che sia, mi si risponderà. Effettivemente, qui il problema non è pratico, ma teorico: è possibile (forse probabile) che “praticamente” si trovino 6 miliardi di persone d'accordo su questi principi, ma ciò non toglie che questi ultimi siano stati posti a priori come veri e buoni e giusti. Il che suona abbastanza strano per una teoria che rifiuta tutto ciò che non è scelto ma imposto (“Nessuno, infine, avrebbe il diritto di costringere chicchessia a fare o pensare qualcosa”). Però questo, ripeto, è solo un problema teorico, oserei dire teoretico. Da filosofi perdigiorno, insomma.

**

Problemi pratici potrebbero invece risultare da questa affermazione:

“Invece che da una struttura burocratica monopolistica e coercitiva, tutte le funzioni oggi esercitate dallo Stato, comprese l’istruzione, la cura dei malati, la costruzione di strade, la battitura delle monete, l’assistenza ai poveri, e perfino le funzioni poliziesche e giudiziarie, possono essere svolte in maniera infinitamente più morale ed efficiente da agenzie private in concorrenza tra loro, mediante contratti volontari stipulati con gli utenti e i consumatori, fatti osservare da tribunali privati di arbitrato in un libero mercato.”

In primo luogo, non si capisce cosa significhi, per una azienda, agire in maniera morale (soprattutto se non esiste una morale, ma tante quante sono le persone su questo pianeta). Ma forse è solo una espressione infelice del Piombini, e sicuramente la teoria in sé non ne viene intaccata.

Inoltre, ed è a mio parere la domanda cardine che mi viene da rivolgere a chi sostiene questa posizione, cosa sono questi “tribunali privati di arbitrato” a cui spetta giudicare dei contrati volontari (che abbiamo capito essere intangibili)? Come funzionano questi tribunali? Ma soprattutto: chi esegue le loro sentenze?

Ovviamente, “l'agenzia privata”.

Già m'immagino. Possiedo una piccola impresa e un mio cliente si dimostra a tutti gli effetti insolvente. Mi rivolgo al mio tribunale di fiducia, che, essendo io suo cliente fisso ormai da anni, ovviamente mi da ragione (perché l'anarco-capitalismo non prevede nessun comportamento virtuoso da parte degli uomini, ma solo ed esclusivamente “egoistico e razionale”, finalizzato al profitto. Ma su questo torno dopo.). Per cui, santenza alla mano, vado dalla mia agenzia-di-ordine-pubblico di fiducia e dico: “andiamo da questo tizio, mi deve dei soldi, lo dice il mio giudice”. Peccato però che il giudice di fiducia del mio cliente, che non è scemo, non sia d'accordo e abbia sentenziato che in verità aveva tutto il diritto di non pagarmi per questo quello e quell'altro motivo, dei quali qui non ci interessa discutere. Quindi, o me ne torno a casa mogio mogio (e senza dinero), oppure inizio una piccola guerra tra la mia agenzia-di-ordine-pubblico e la sua. Sempre che questa non mi lasci da solo a farmi impallinare perché non considera proficuo guerreggiare.

E poi, ma non era che “nessuno avrebbe il diritto di costringere chicchessia a fare o pensare qualcosa”? Quindi se uno non mi paga non posso costringerlo a farlo, se il valore della libertà è assoluto e quindi maggiore del dovere di rispettare i patti. Infatti “ciò che noi difendiamo è il diritto inalienabile e fondamentale di ciascuno alla protezione da ogni forma di aggressione esterna, provenga essa da individui privati o dallo Stato.” (Ruthbord)

Inalienabile, assoluto.

Un piccolo appunto su Ruthbord:

“In una società libertaria niente vieterebbe la droga, il gioco d’azzardo, la pornografia, la prostituzione, le deviazioni sessuali, tutte attività che non costituiscono delle aggressioni violente nei confronti degli altri.”

Beh, per attuare questo non è necssario istituire l'anarco-capitalismo libertario. In Olanda fanno anche di meglio. E in Olanda, di leggi, ce ne stanno un casino.

**

Il breve saggio procede poi con la critica all'anarchismo collettivistico, che secondo l'autore non è riuscito mai a superare un grosso scoglio: “in assenza di proprietà privata, dove dunque tutto appartiene a tutti, in che modo si decide sui criteri di amministrazione e distribuzione delle risorse comuni, se si rifiuta la regolamentazione di una qualche autorità pubblica?”

Le strade che l'anarchismo tradizionale propone sono due. La prima, è l'attribuzione di un “potere di regolamentazione delle risorse ad una qualche autorità pubblica. Tuttavia, se queste decisioni non sono prese all’unanimità, occorrerà decidere a maggioranza, ed ecco ricomparire il Leviatano statale.” Via perciò impraticabile. La seconda possibilità è la supposizione di un uomo naturaliter buono, ossia dell'homo homini deus, che gli anarco-capitalisti orgogliosamente rifiutano, asserendo che sta proprio qui il punto di forza del loro progetto, il quale infatti “per funzionare non pretende alcuna modifica della natura umana, non vuole creare l’uomo nuovo, com’è nella logica del gulag”.

La vera natura dell'uomo, dalla quale non si intende prescindere, è quella derivata dal “paradigma scientifico, e non romantico, dell'homo oeconomicus”. E qui, forse, si sfora nella cazzata. Già nel momento in cui qualcuno mi parla di “paradigma scientifico” applicato alla natura dell'uomo smetto di ascoltarlo. Ma, anche volendo andare oltre, si deve concludere che questo tipo di anarchismo presuppone -e assolutizza- non solo i principi di proprietà e del pacta sunt servanda ma anche una vera e propria visione antropologica dell'uomo sulla quale si può discutere per delle ore.

Anche ammettendola però ci sarebbe da chiedersi se l'attore economico (leggi: l'insieme di uomini e aziende operanti su tutto il pianeta) abbia sempre una visione perfettamente trasparente della situazione economica, del mercato. Perciò la seguente affermazione mi pare un poco ingenua:

“Nel libero mercato la ricchezza può essere acquisita in un solo modo: servendo nel miglior modo possibile e a minor costo i bisogni della gente. Coloro che soddisfano i bisogni di un numero maggiore di persone ricevono più voti-denaro-di coloro che soddisfano il bisogno di un minor numero di persone. I capitalisti perdono immediatamente il loro denaro se lo investono in quelle attività che non soddisfano le esigenze del pubblico.”

La frase mi sembra ingenua perché “le esigenze del pubblico” prima si creano, e poi si soddisfano. Marketing. E non ditemi che senza stato non ci sarebbe neanche il marketing. Ci sarebbe invece da chiedersi a quali forme di induzione all'acquisto potrebbe giungere un marketing privo di regolamentazione.

**

Quanto mai simpatica è invece la proposta di dividere tutto l'esistente in proprietà private per evitare, ad esempio, l'inquinamento: “si è mai vista una fabrica scaricare impunemente i propri rifiuti in un giardino o un terreno privato altrui?”, dice il nostro Piombini. Gli spazi di tutti sono invece “inquinati proprio perchè, essendo di tutti, nessuno ha interesse a sforzarsi per mantenerli puliti e in ordine.”

Sarei d'accordissimo con questo ragionamento se, ad esempio, la falda acquifera sotto la fabbrica non fosse la stessa da cui attinge il mio pozzo, o l'aria inquinata se la respirassero solo i proprietari di suddetta azienda (infatti l'attento lettore non ritiene che l'aver preso a titolo di esempio “il terreno privato altrui” e non “l'aria” sia stata una scelta casuale).

**

Tornando al pericolo delle assolutizzazioni in agguato, si tenta di salvaguardare la teoria dalle probabili critiche affermando:

“Nella società ideale anarchico-capitalista, si badi bene, il rispetto del principio di base della concorrenza sul mercato non implica nessuna imposizione e nessuna scelta a priori sul tipo di società (capitalistica, socialista, mutualistica, autogestionaria, comunista, religiosa...) da edificare: l’importante è creare una struttura di fondo in cui chiunque, sia capitalista, socialista, sostenitore del sistema mutualistico, autogestito, comunista, o religioso abbia la possibilità di sviluppare il suo modello in concorrenza con quello degli altri, senza costringere però nessuno a vivere in un tipo di società non desiderato. E la base di tutto ciò non può che essere il principio della libertà contrattuale e della proprietà privata”

L'ohibò sovviene naturalmente nel momento in cui mi si dice che non si impone nessun valore a nessuno, ma che puoi istituire la tua società comunista in cui non vige la proprietà privata solo all'interno della tua proprietà privata. Che è un valore assoluto.

Boh?!

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 8/11/2006 0:38
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#1192
Sono certo di non sapere
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C'è da riparlarne Carlooo ma tanto x iniziare...

l'anarco-capitalismo non prevede nessun comportamento virtuoso da parte degli uomini, ma solo ed esclusivamente “egoistico e razionale”, finalizzato al profitto

Questa affermazione perché mai? L'anarco capitalismo si fonda sui testi di Mises e Rothbard (e molti altri) e questi mettono in risalto l'azione umana come purposely behaviour, ovvero comportamento con un fine.

Che questo fine sia il profitto e che il comportamento sia esclusivamente "egoistico e razionale" lo dicono altri...

...altri che pretendono di calcolare l'utilità delle scelte della gente, etc. etc....

(Insomma appena ho tempo do un'occhiata + approfondita al testo di Piombini.... bah..)

Ashoka
Inviato il: 8/11/2006 0:50
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Re: Anarchia
#1193
Sono certo di non sapere
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_________

Premettendo che io in quanto apolide medioevale anti moderno sono super partes, credo che sintetizzando la questione è la seguente:

libertario: i diritti di ogni uomo sono innati
statalista: è lo stato che decide quali e quanti diritti concedere.

Sintetizzando ulteriormente:
Citazione:
In primo luogo, non si capisce cosa significhi, per una azienda, agire in maniera morale

E' ancora più difficile capire cosa significhi per lo stato agire in maniera morale.

Senza contare che gli ultimi 3.000 anni di storia hanno dimostrato nella pratica e senza possibilità di smentita che lo stato agisce sempre a vantaggio di una piccola elite che lo controlla contro gli interessi dei molti.

Blessed be
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Re: Anarchia
#1194
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Rimosso

dalla memoria e relegato nell'inconscio.
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#1195
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Rimosso
dalla memoria e relegato nell'inconscio.

Vero, Pax.
Così, almeno, fa meno male...
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1196
Dubito ormai di tutto
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Ash,

per chiarire: “egoistico e razionale” era tra virgolette. Ciò significa che è una citazione pari pari del testo del Piombini. Della validità di quest'ultimo poi, mi dovete dare conferma voi che magari conoscete meglio la teoria.

Santa,

libertario: i diritti di ogni uomo sono innati
Resta da capire quali siano e mettersi tutti d'accordo.

Carlo
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Inviato il: 8/11/2006 9:01
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  •  bandit
      bandit
Re: Anarchia
#1197
Dubito ormai di tutto
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"per chiarire: “egoistico e razionale” era tra virgolette. Ciò significa che è una citazione pari pari del testo del Piombini."
++++++++++++
scusa Carlo ma non eri tu, poco tempo fa, a sostenere che razionalità significa massimizzazione del profitto, o qualcosa del genere, non ricordo bene in quale forum ?
Inviato il: 8/11/2006 9:07
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1198
Dubito ormai di tutto
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Bandit, mettiamo bene in chiaro questa storia, altrimenti non ci capiamo:

Razionalità dello scopo può avere tutti i significati che vuoi attribuirgli, ma comunemente, almeno da Max Weber in avanti credo, significa: comportamento razionale teso al fine di massimizzare il profitto.

Potremmo considerarlo sinonimo di atteggiamento capitalistico e di logica del profitto. Anche se quest'ultima espressione ha ormai assunto un valore spregiativo.

Quando Piombini parla di atteggiameno “egoistico e razionale” intende proprio quella razionalità di cui sopra. Secondo lui è proprio questo egoismo razionale di fondo, che muove uomini e imprese, a tenere in equilibrio tutto il sistema.

Stando a quanto mi ha detto Ashoka in passato, gli anarco-capitalisti hanno esteso la cencezione di profitto agli ambiti non economici.

Tutto qui.

Carlo
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Inviato il: 8/11/2006 9:20
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  •  noreprez
      noreprez
Re: Anarchia
#1199
Mi sento vacillare
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Citazione:

Santaruina ha scritto:
_________

Premettendo che io in quanto apolide medioevale anti moderno sono super partes.


Mi piacerebbe approfondire la tua posizione: cosa intendi per apolide-medioevale? voglio dire, vorresti tornare ad un tipo di economia di sussistenza oppure ti sembra meglio il sistema economico delle vicinanze a partire dalla fine dell XI secolo?
Inviato il: 8/11/2006 9:31
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Anarchia
#1200
Sono certo di non sapere
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Stando a quanto mi ha detto Ashoka in passato, gli anarco-capitalisti hanno esteso la cencezione di profitto agli ambiti non economici.

In realtà ti avevo detto che la concezione di “cosa è profitto” varia di uomo in uomo e non necessariamente indica un ritorno “economico” (in termini M-D-M+)

Cmq invece di leggere Piombini, per comprendere l'anarco capitalismo credo sia più proficuo leggere Rothbard, no?


THE DISTINCTIVE AND CRUCIAL FEATURE in the study of man is the concept of action. Human action is defined simply as purposeful behavior. It is therefore sharply distinguishable from those observed movements which, from the point of view of man, are not purposeful. These include all the observed movements of inorganic matter and those types of human behavior that are purely reflex, that are simply involuntary responses to certain stimuli. Human action, on the other hand, can be meaningfully interpreted by other men, for it is governed by a certain purpose that the actor has in view.Thepurpose of a man’s act is his end; the desire to achieve this end is the man’s motive for instituting the action.
All human beings act by virtue of their existence and their nature as human beings.We could not conceive of human beings who do not act purposefully, who have no ends in view that they desire and attempt to attain. Things that did not act, that did not behave purposefully, would no longer be classified as human. It is this fundamental truth—this axiom of human action— that forms the key to our study. The entire realm of praxeology and its best developed subdivision, economics, is based on an analysis of the necessary logical implications of this concept.4 The fact that men act by virtue of their being human is indisputable and incontrovertible. To assume the contrary would be an absurdity. The contrary—the absence of motivated behavior— would apply only to plants and inorganic matter.


Ashoka
Inviato il: 8/11/2006 10:18
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