Re: test Sandia

Inviato da  Paxtibi il 5/1/2006 0:41:53
Il punto è: il test Sandia dimostra anche che le ali tranciate proseguono il loro moto: immagina che nell’impatto del volo del Pentagono la coda abbia proseguito il suo moto dopo che la fusoliera penetra a 800 km all’ora (500 miglia) nell’edificio disintegrandosi (l’alta velocità era la loro spiegazione alla penetrazione in profondità e alla mancanza di pezzi interi di aereo). La coda prosegue il suo moto a 800 all’ora e ad altezza circa costante: doveva impattare contro il pentagono sopra il buco che abbiamo visto tutti.

Una precisazione: la coda non può aver proseguito il suo volo a 800 all'ora, perché al momento dell'impatto subisce una frenata, e da quel momento in avanti non può che rallentare il suo moto. È anche molto improbabile che la direzione del moto sia rimasta la stessa. È probabile che, nell'attimo in cui finalmente arriva a sua volta a contatto con il muro la sua inerzia non sia più sufficiente a forarlo. Certamente però qualche segno avrebbe dovuto lasciarlo.
E, ovviamente, sarebbe dovuta rimanere all'esterno, più o meno integra...
In effetti questo è uno dei motivi che mi fa tendere verso la soluzione noplanes anche nel caso delle due torri. Negli incidenti aerei il timone di coda rimane quasi sempre intero, spezzato dal resto della fusoliera, ed è di solito la parte meno danneggiata. L'11/9 di quattro timoni di coda, nemmeno uno intero...

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