Re: Pearl Harbur

Inviato da  Paky il 14/10/2005 12:32:51
Tutto vero, a dimostrazione che gli esiti delle battaglie non dipendono solo dai numeri ne dalla tecnologia, ma dagli uomini che le fanno. Gli obbiettivi mancati sul terriorio di pearl harbur sono una dimostrzione di questo. FU lo stesso yamamoto a non autorizzare un ulteriore attacco. Semplicemente colpirono e se ne andarono.

Poi su medway direi che hai tralasciato altre cose che ser lidel hart non scrive, anche perchè difficilemnte ha mai posto l'attenzione a questo tipo di fattore. Cioè il caso.

Suppongo tu sappia dal guasto alla rampa di ammaraggio per l'idrovolante dell'incrociatore TONE, l'unico che avvistò la squadra navale USA a nord est dell'arcipelago. L'avvistò con almeno un ora di ritardo ingarbugliando completamente i piani d'attacco. Ed anche dell'azione di una delle squadriglie d'attacco della Enterprise, mi sembra, che di loro iniziativa seguendo l'intuito del loro comandante virarono dalla rotta prevista d'intercettazione per trovare la scia di un cacciatorpediniere nemico in coda alla formazione giapponese. Fuorno solo loro a sferrare il primo attacco con i ponti pieni di aerei . tralascio il perchè sulla presenza di armamenti e benzina sui ponti e mi limito a elencare solo questi due eventi e la strana concomitanza di tempi senza la quale nessuno di loro avrebbe di fatto influito sull'esito della battaglia.

Pur essendo concorde con la tua osservazione su i se ed i ma, non credo che si possa asserire con sicurezza che la flotta giapponese non avrebbe potuto dare scacco alla costa orientale USA, semplicemente non possiamo sapere cosa avrebbe comportato un ritardo nella produzione bellica usa ne le sue conseguenze , e tutto perchè non esistevano solo due attori di quella guerra e\o eventi. ma tutto un insieme di nazioni e popoli in grado di interferire negli esiti.
Sappiamo solo che gli eventi si sono svolti così grazie si alla tencologia, ma soprattutto alle conseguenze delle azioni dei protagonisti e a molta fortuna.
Da qui mi riallaccio alla considerzione per cui sono gli eventi più grandi a essere meglio controllati.
Scusami ma non posso essere d'accordo. L'insieme delle azioni di piccoli gurppi può essere più o meno determinante nell'esito finale in base all'importazna che ogni singola azione riveste nel quadro generale ed al momento in cui avviene. Come ti ho fatto presente, fu l'iniziativa di un ufficiale a portare gli aerei americani sulle portaerei giapponesi. A queste azioni poi si deve aggiungere gli errori l'arroganza, le valutazioni ecc ecc dei loro comandanti. La sicurezza con cui i giapponesi affrontarono medway fu un'altra causa della loro disfatta.
Quindi concludendo, la somma delle azioni e i tempi in cui esse vengono fatte unità alla motivazione per cui si svolgono, sommate alle controazioni del nemico, determinano di fatto una imponderabilità degli eventi.
Se pur è vero che la possibilità strategica\tattica miglore da un vantaggio orizzontale, nel senso che rimane sul piano della guerra combattuta, mentre la potenzialità tecnologica ed industriale offre vantaggio di tipo verticale cioè che travalicano la guerra al fornte per garantire comunque un livello di impegno che va oltre l'esito di ogni singola battaglia. É anche vero che tutto avviene su questo pianeta e tutto funziona così fin tanto che la parte produttiva resta fuori portata della parte combattente avversaria, facendo ricadere questa responsabilità sugli esiti delle battaglie di cui così poco per me possiamo sapere, ed inoltre, dato che i fucili non sparano da soli, la determinazione e la volontà di combattere sepesso possono anche inimbire il vantaggio tecnologico imponendo una sconfitta morale più che militare, oppure l'nettitudie delle classi dirigenti può comunque condurre se non alla sconfitta ad una pace negoziata o non conveniente.

Ed è fin tanto che i potentati famiglie si nascondono in quel verticalismo difeso da fronti lontani che riescono a sopravivere ad eventi di questa portata.


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Per riprendere il concetto di prima, in un tempo in cui non esiteva la produzione di massa di armamenti, il vantaggio verticale della produzione era molto meno determinante di quello strategico. Specialmente nel momento in cui una sconfitta apriva di fatto le porte di un'intero regno ed alle catene di produzione.
Ma parlando di alessandro e della falange la separazione che fai è giusta, ma al tempo le innovazioni tecnologiche erano pari alle nostre, l'uomo aggiornava sempre il suo bagaglio di armi usandole fino al massimo della loro utilità. Ogni tecnologia ha una vita legata alla tecnologia usata in risposta, quando quelle in risposta la surclassa viene abbandonata. La risposta alle volte è di tipo tattico, ma spesso no.

La strategia invece si sviluppa usando i paramentri di combattimento che la tecnologia offre adattandola alle proprie esigenze, ma non viene surclassata da essa. Quando si permette alla tecnologia di travalicare la strategia e la tattica ottieni l'esercio USA di oggi che possiede armi ultra moderne ed in quantità ma che di fatto non gli servono a niente, se non nell'indulgere la sua classe dirigente in azioni belliche convinte che basti l'uso di una surclassante tecnologia per combattere le guerre. In altre parole ottieni l'iraq, un paese con una superficie pari a quella della francia controllato da 140000 soldati delle tre armi. (Uno per km quadrato. Ho fatto il conto)

Saluti
PK

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