Re: Giovanni Passannante. Un anarchico che non muore.

Inviato da  Piero79 il 10/1/2007 21:44:55
A conferma di quanto il potere e lo stato abbiano affinato le modalità di eliminazione, segnalo la storia di 5 ragazzi anarchici...

GIOVANNI ARICO', ANGELO CASILE, LUIGI LO CELSO, FRANCO SCORDO, ANNELISE BORTH

È la notte del 26 settembre 1970; quattro ragazzi anarchici di origine calabrese, e una giovanissima tedesca, muoiono in un incidente stradale alle porte di Roma. Erano partiti poche ore prima da Vibo Valentia ed erano diretti verso la capitale: scopo del viaggio, partecipare ad una manifestazione contro la visita del presidente americano Nixon, ma non solo. Ad attenderli a Roma ci sono anche alcuni compagni anarchici e l'avvocato Edoardo Di Giovanni, al quale i cinque devono consegnare alcuni documenti. ?Sono mesi cruciali per il Paese: i ragazzi muoiono in un'Italia che, appena nove mesi prima, ha conosciuto l'orrore di piazza Fontana, dopo un'intensa stagione di scontri sociali; muoiono in un paese confuso, mentre il "mostro" Valpreda è ancora in carcere e in altre stanze pare si stia preparando- di lì a poco- un colpo di stato. Due mesi prima, a Gioia Tauro, il deragliamento di un treno aveva provocato la morte di sei persone. Le prime indagini, frettolose e farraginose, avevano stabilito che si trattava solo di un incidente ma le cose in realtà erano molto diverse. Gli anarchici reggini avevano lavorato a lungo sulla vicenda, scoprendo un intreccio tra destra eversiva e 'ndrangheta, e il loro collegamento aveva portato dritto a Junio Valerio Borghese, il principe nero. La verità sulla strage di Gioia Tauro, per i tribunali, arriverà solo nel 2001, quando la Corte d'Assise di Palmi, dopo le rivelazioni del pentito Giacomo Ubaldo Lauro, stabilirà che la tesi dei cinque anarchici era corretta, e che la tragedia non era da imputare ad una fatalità, ma all'esplosivo che era stato collocato sui binari prima del passaggio del treno. Mandanti ed esecutori, però, restano ignoti o sono morti, e la giustizia italiana deve fermarsi qui. ?Si fermano invece a Ferentino trentacinque anni fa anche i documenti dei ragazzi, quando la loro Mini si incastra sotto al rimorchio di un autotreno. Incidente, come sostiene la procura di Frosinone, o omicidio, come ripetono i compagni e le famiglie? "In Italia va di moda l'incidente" scriveva Camilla Cederna raccontando come nei mesi successivi la strage di piazza Fontana numerosi testimoni o persone in qualche modo legate alla vicenda avevano perso la vita in misteriosi scontri d'auto...


per approfondimenti CINQUE ANARCHICI DEL SUD
UNA STORIA DEGLI ANNI SETTANTA

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