Re: OGM: (ennesimo) inganno globale

Inviato da  _gaia_ il 31/1/2011 20:04:26
Bubu, innanzitutto complimenti per la rapidità, non è da tutti sciropparsi uno scritto tale in mezz’ora (magari con note e riferimenti inclusi). La mia domanda nasceva dalla constatazione che non potevi aver letto ne’ l’articolo ne’ la discussione (come sarebbe buona norma prima di inserirsi in un thread), perché altrimenti ti saresti accorto da solo che si è già parlato delle cose cui accenni nel tuo primo post.

Rispondo brevemente alle tue obiezioni e poi passo al punto fondamentale.

1) La tua risposta è sulla fase finale del processo, mentre la mia osservazione era inerente la fase iniziale. Cioè spariamo pezzi di DNA ma non possiamo sapere in anticipo se e in che percentuale l’operazione andrà a buon fine. Tutto qui.

2) Giusto, non erano fragole, erano pomodori. I pomodori con il gene “antigelo” pare non resistessero comunque al freddo, qualche successo è stato però ottenuto con le carote.

3) Non è propriamente come scrivi: parliamo di lumache marine del genere Elysa, che si nutrono di alghe perforando le pareti cellulari vegetali con la radula e succhiandone il citoplasma con relativi organelli. Durante la digestione vengono digeriti tutti gli organelli tranne i cloroplasti, che vengono invece inglobati “tal-quali” in alcune cellule del tratto intestinale, dove continuano a funzionare. Una sorta di fagocitosi, come quella che si suppone avvenuta ai primordi della vita.
Ad ogni modo, i cloroplasti dell’alga vengono inglobati in alcune cellule della lumaca marina e lì continuano a fare fotosintesi, almeno finché riescono. Il processo non può perdurare a lungo perché la lumaca non può, come l’alga, fornire tutte le proteine di cui ha bisogno il cloroplasto, per cui dopo qualche mese la lumaca deve rimpiazzare i cloroplasti non più funzionanti con altri nuovi.
E’ stato riscontrato un “trasferimento orizzontale” di geni ma non nel modo che sembri intendere tu. Si è trovato un gene caratteristico di un’alga nel genoma di Elysa chlorotica, ma si tratta di un trasferimento ridotto e non specifico.
Senza dubbio resta un caso estremamente interessante, anche se essendo un processo evolutivo noi ne stiamo osservando solo una parte. Ad ogni modo è l’eccezione, non la regola, ecco perché è così interessante da studiare.

4) Scusa ma non ho capito cosa intendi.

5) Conosco la riproduzione delle piante di banana, grazie (anche se non è esattamente come la metti tu, la banana è naturalmente partenocarpica, cioè per eredità può produrre frutti senza semi). Il discorso che facevo si può estendere in generale ai rischi legati alla monocoltura, ma non era l’argomento dell’articolo e tutto sommato di esempi son pieni i libri.

6) Potresti mostrarmi tutti questi studi che ne hanno comprovata la sicurezza alimentare? Io li ho cercati senza successo.
Sul fatto che non si mettano in circolo prodotti così alla cieca, abbi pazienza ma nutro molti e seri dubbi, soprattutto dopo aver visto cosa accade realmente “là fuori” (e non solo nel comparto alimentare).
Anch’io ero così fiduciosa nella scienza, all’università. Poi mi sono guardata attorno.
Sono ancora fiduciosa nella scienza. Negli scienziati molto meno.

7) Hai mai preso in mano un numero di Focus o qualunque altra rivista, anche nella versione per ragazzi? E’ tutto un tripudio di OGM che salveranno quei poveri africani che muoiono di fame.
Alcuni TG sembrano trasmettere allarmismi quando parlano di OGM, ma poi mostrano immagini di gente strampalata che grida slogan pittoreschi e magari compie qualche gesto “sconsiderato”, e il signore sul divano che guarda le immagini pensa “Ma questi son fuori di testa…”. E continuerà a non sapere nulla di OGM ma avrà in testa l’attivista con la faccia colorata che in piazza fa il suo teatrino. Poi si intervista il Veronesi di turno, che dall’alto del suo camice bianco e della sua autorità ci rassicura che non c’è “nessun rischio”.
Evviva la comunicazione scientifica e non emotiva.

Non sono d’accordo quando nel post precedente dici
Citazione:
“E’ inutile discutere di OGM quando la popolazione italiana non li distingue da un esperimento atomico...
che siano un bene o un male una cosa è certa : gli italiani non lo possono decidere al momento…”

Proprio per questo motivo è nato il desiderio di scrivere questo articolo. Perché le informazioni vengono date in modo frammentario e per lo più distorto. Ho cercato di creare un percorso che partisse veramente dalle basi, per poter capire cosa è esattamente un OGM e poi passare alla questione relativa ai coltivi all’aperto.
Un minuscolo contributo, questo è certo (anche un filo datato, ormai), ma ognuno cerca di fare la sua parte. Altrimenti saremo sempre qui a sentire qualcuno che dice “Non parliamone, tanto la gente non capirebbe”. Demandiamo sempre tutto alle autorità, che sanno quello che è giusto per tutti…

Mi pare comunque tu abbia tirato fuori alcune frasi particolari ma senza fare considerazioni sull’intero scritto. Chiedo quindi: questi tuoi appunti invalidano tutto? Non hai osservazioni da fare sul paragrafo relativo ai “pro e contro” o su quello inerente l’uso di pesticidi, o le conseguenze sugli agricoltori dei paesi poveri, o la produttività? O sulla parte relativa alla ricerca scientifica, sempre più dipendente dalle stesse aziende? La documentazione scientifica per ottenere l’autorizzazione governativa proviene dall’azienda stessa. E’ sui dati forniti dall’azienda che si basa il giudizio della commissione. Un numero preoccupante di ricercatori ha ammesso di avere almeno una volta manipolato i dati di una ricerca per ottemperare ai desideri delle aziende o enti per cui lavorano. Per non parlare del fenomeno dei ghostwriters e di tutta la restante porcheria che sta rendendo ricerche e mondo accademico sempre più simili a un circo.
Il problema della manipolazione dei dati è semplicemente immenso, e le poche notizie che ogni tanto circolano sui media sono solo la minuscola parte della punta dell’iceberg.

Ad ogni modo il punto realmente centrale è che stiamo sperimentando con qualcosa che ancora non conosciamo completamente.
Il DNA resta per noi un oggetto di studio su cui migliaia di ricercatori nel mondo si spremono le meningi e scoprono quotidianamente qualche novità che ci era sconosciuta.
Personalmente non mi sembra saggio ne’ lungimirante manipolare con tale disinvoltura un oggetto che ancora non conosciamo, tanto più se l’operazione ha potenziali profonde conseguenze su tutto ciò che ci circonda, noi stessi inclusi.
Hanno creato mais transgenico molti anni prima che fosse anche solo conosciuta tutta la sequenza genica del mais. Solo per dirne una.
Sperimentare è bello, ma se manca il “sale in zucca” i rischi si moltiplicano…

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