Qui si parla di una “scienza” che intende superare il corpo umano, connotandolo artificialmente di capacità che non gli sono innate, né potenziabili, ritenute un “vincolo”.
Quello che sembra non essere compreso, tra l’altro, è la pericolosità insita nel modo subdolo con cui detta ricerca viene propagandata e poi assimilata dall’opinione pubblica come parte di quella a cui ci hanno “abituati”: la ricerca sul cancro, sulla sclerosi multipla, o la distrofia muscolare, ecc.
Invece, mi pare che qui ci si trovi di fronte a tutt’altro, ed essenzialmente “razionalistico”: partendo dal presupposto che l’attuale condizione umana non sia allo stato finale della sua “evoluzione”, questi folli intenderebbero “intervenire” su di essa, nel “corpo”, e nel modo più violento e diretto, prescindendo dalla necessaria mole di fattori che potrebbero invece portare, o non portare affatto, a diverse condizioni di vita.
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