Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 30/5/2006 2:12:03
banditCitazione:
puo' benissimo essere che dopo un po' di tempo certi modi di fare non stiano piu' bene a chi e' entrato, e che pertanto il tale inizi ad assumere un comportamento non consono alle premesse, singolarmente o insieme ad altri membri. (e andrebbe pure aggiunto il caso (4) di chi entra di proposito per fare il furbo, da opportunista, avendo intuito che tanto fuori comunque non lo buttano)


Stai dimenticando che l'approdo alle premesse che motivano la scelta di aderire alla comunità è frutto di un processo interiore che ha messo abbondantemente in discussione le condizioni di vita precedente,che evidentemente sono state ritenute restrittive e limitanti,e poco dignitose.
Dimentichi che una comunità anarchica è il prodotto (passami il termine,va') di un percorso sociale assolutamente parallelo ad un percorso di avanzamento coscienziale,per cui,qualora si dovesse verificare un cambiamento,esso molto difficilmente andrebbe in direzione di ricreare le stesse condizioni da cui ci si è allontanati.

Se,ad esempio,nella società statalizzata di provenienza le uguaglianze sono imposte per legge,facendo tabula rasa della "specificità" del singolo,nella comunità a cui si è scelto di aderire quell'uguaglianza rappresenta l'espressione delle "diversità" di ogni singolo,e che ogni singolo mette a disposizione della comunità.

Per questo,chi volesse adottare un criterio di vita differente,come elaborazione di una sua idea o espressione di una sua caratteristica personale,potrebbe proporlo alla comunità,ma certo non imporlo,qualora dovesse vedersi porgere un rifiuto.
Per questo,nel post precedente,parlavo di "autoesclusione".

Nel caso di un "esterno" che viene di proposito a fare il furbo,non sarei così convinta che non lo butterebbero fuori.

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