Re: Anarchia

Inviato da  shevek il 27/5/2006 12:56:23
Salut y Libertad, Paxtibi!


Mi rispondi dicendo: "Non vedo perché la proprietà privata dei mezzi di produzione debba implicare per qualcuno la rinuncia ai mezzi per vivere decentemente.
Per esempio: i miei mezzi di produzioni sono matite e pennelli, computer e scanner. Non ho bisogno di alcuna forza militare, né impedisco con questa mia proprietà la realizzazione delle aspirazioni di altre persone. Allo stesso modo non ho il minimo interesse a possedere parte dei mezzi di produzione di qualcun altro, non mi serve."

Matite, pennelli, computer e scanner sono costruiti da fabbriche enormemente costose - QUESTI (come dice Mazzucco indicando i motori del 757) SONO I VERI MEZZI DI PRODUZIONE, non certo le tue matite. Se qualcuno ha a disposizione il capitale per acquistare questi mezzi di produzione, vuol dire che ha depredato larga parte della ricchezza sociale. Il comunismo anarchico mica impedisce al singolo di produrre creativamente, in modo artigianale, ciò che gli pare? Ma per far ciò, occorre che i grandi mezzi di produzione siano a disposizione di tutti. Oggi sono "privati" alla maggior parte dell'umanità.


Dici poi: "Scusa tanto, ma perché non dovrebbero avere i soldi per il pedaggio, tanto più che senza stato il loro stipendio è raddoppiato e le loro uscite si sono dimezzate! Le autostrade sono vuote? No, eppure oggi abbiamo pure lo stato che ci dissangua."

Dimentichi che la maggior parte dell'umanità, oggi, ha a stento i soldi per mangiare e talvolta neanche quelli. Non ragionare sul metro occidentale: anche quadruplicando le entrate, la maggioranza dell'umanità non potrebbe permetterselo.


Sulla scuola ti rispondo insieme ad Ashoka. Nel frattempo hai detto: "Chiaramente stai parlando del denaro di carta col corso legale imposto, non posso quindi che darti ragione. Purtroppo, la moneta che ho in mente io è quella sonante: un bene per scambiare altri beni, da uomo a uomo con una stretta di mano ( )."

Paxtibi, anche la moneta sonante si può falsificare e veniva ampiamente falsificata nel passato. Inoltre, la moneta sonante è assolutamente inutilizzabile di fronte a grandi quantità di valore: i macchinari di una fabbrica, per esempio, una nave transatlantica, ecc. Il problema, insomma, resta.


Dici anche: "Shevek, davvero: non credo proprio che i prezzi siano una creazione dello stato."

Sicuro? Allora sarà stata una pura coincidenza storica che Stato Denaro e Prezzi siano nati contemporaneamente...


Più avanti, dici, rispondendo a me che dicevo che anche senza tasse, gabelle e contributi il reddito del lavoratore dipendente non potrebbe, nemmeno in forma cooperativa, mettere in piedi un'attività concorrenziale rispetto a chi controlla i mezzi di produzione odierni, rispondi: "Mica devono mettere su una nuova FIAT - Dio ce ne scampi e liberi! - ma sicuramente avrebbero più occasioni e possibilità di scelta di quelle che hanno a disposizione adesso. Magari aprono un negozio di biciclette, che sono anche ecocompatibili."

Senza dubbio, e crescono anche sugli alberi e si avviano da sole al loro negozio.


Forse è il caso di chiarirsi su cosa intendiamo per "mercato". Tu dici: "Il mercato, essendo semplicemente il luogo metaforico in cui si effettuano tutti gli scambi tra gli uomini, non può che funzionare." OK, il problema è cosa si usa come equivalente generale: se si usa il tempo di lavoro ed i bisogni, conduce ad una società egualitaria e libertaria (il comunismo anarchico è una sorta di libero mercato dove gli uomini convengono sulle loro capacità di lavoro in relazione ai loro bisogni); se si usa una merce particolare, questa può essere accumulata e produce disuguaglianze e sofferenze a go-go.


Poi affermi: "Che senso avrebbe per un industriale spendere più soldi per pagarsi la propria polizia personale che per gli operai delegati a produrre? Ti sei fatto due conti?"

Certo: poi, però, li faccio pagare agli operai, quindi che me ne frega? Il che, poi, è la situazione presente, dal mio punto di vista (lo Stato è un privato).


Infine: "Ciò non significa che un mercato davvero libero - quindi privo di qualsiasi interferenza statale - non possa esistere, visto che gli uomini si scambiano oggetti dall'alba dei tempi, ben prima di inventarsi lo stato."

Infatti: ti ricordi le mie chiacchiere con Santa sul comunismo libertario delle prime società agricole? In assenza di stato, la logica del libero scambio porta verso la costruzione di un piano di produzione dal basso dove si soppesano le capacità di lavoro ed i bisogni.



Shevek

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