Re: Anarchia

Inviato da  andycap il 13/5/2006 21:29:09
X ashoka
Ebbene il formaggio non è solo bene di consumo ma può essere anche mezzo di produzione, ad esempio per cucinare altri piatti, quindi sicuramente non è di sua proprietà e non può scambiarla.

mmm… mi convince poco, non credo che il formaggio sia un mezzo di produzione… e se il baratto è libero mercato, perché non posso pagare la benzina con del miele?

Ha invece bisogno di aiuti con acquisti e distribuzione dei propri prodotti, macchinari e tecnologie di vario tipo, sostegno lavorativo nel periodo della raccolta delle olive (novembre - dicembre) ed in primavera - estate per le ristrutturazioni. Ha bisogno di molti soldi, come tutti, sempre

ashoka… in regime capitalista chiunque non lo sia fa compromessi, non me lo fare ripetere più…

Ma se ve ne parlo vi influenzo.

dici? Io non ti espongo le mie idee per influenzarti, quindi stai tranquillo, parla pure…

Ve l'ho descritta. Gli uomini sceglieteli voi (professioni, competenze, morale), lo Stato non esiste, non c'é nessun esercito che vi verrà a conquistare e non vi sono “tasse” da pagare.

allora, qui chiedi uno sforzo esagerato (in verità più a te stesso che a me). Anche perché siccome continui a parlare in termini di coerenza di anarchismo collettivista e poi ti soffermi sul bisogno di soldi che ha una attuale comune anarchica vuol dire che da un orecchio non ci vuoi proprio sentire, e so già che alla fine tu urlerai: “ma questa è utopia”, ed io sarò costretto a risponderti: “e cosa sennò?”… Immagina una società diffusa in un tottilione di arcipelaghi piuttosto che una concentrata in (tutto sommato) pochi stati, all’interno di questo arcipelago immagina persone che a seconda dei loro bisogni si riuniscono in piccole collettività autosufficienti, e che ciascuna si autoregolamenti (oddio? anarchia e leggi? Che stai dicendo andycap?)… Per fare un piccolo esempio, io e shevek in due distinte comunità, lui vuole programmare con le statistiche, io assieme a tutti gli altri della mia comunità, dialogando e programmando la nostra esistenza sull’agricoltura e la pastorizia (santa vuoi venire?)… A questo punto vedi che, chi sa tenere le pecore, le terrà per tutti, chi sa lavorare il legno lo farà per tutti, chi sa fare la pastiera (dai florizel, vieni anche tu…) la farà per tutti… Ora ti fermo subito una probabile obiezione… Siamo tutte persone con un minimo di autocoscienza, se florizel può fare una sola pastiera al giorno, non sarà un problema aspettare per avere la nostra! Non c’è concorrenza, non c’è mercato non c’è moneta, c’è il bisogno di riunire un gruppo finito di persone per combattere le asperità della natura e darsi una mano, senza imporsi sugli altri. Come vedi niente tasse, e, tu mi assicuri, nessun esercito che ci voglia conquistare, mi raccomando!!!
Mi fermo qui per svariati motivi… Il primo è che comunque quello che ho scritto ti impone un salto di fantasia molto grosso, e quindi ora preferisco consigliarti qualche lettura (neanche così militante, anzi dei classici):
George Orwell: Omaggio alla Catalogna
Ernest Hemingway: Per chi suona la campana
Hans Magnus Enzensberger: La breve estate dell’anarchia
Inoltre il mio esempio non lo devi assolutamente leggere come una VERA RICETTA ANARCHICA, non ne ho la pretesa, è una delle mille e più anarchie esistenti, la cosa bella è che si rispettano tutte, perché alla base c’è la volontà di non essere né capi né schiavi…

Lo “Stato”, anche nella giovane america, preesiste alla Halliburton.
ma non agli interessi economici delle oligarchie…

per paxtibi:
Ma che c'è di male nella concorrenza – se è leale e non truccata?

Secondo me quando c’è disparità di potere economico non esiste una concorrenza leale… Come fate a creare una partenza eguale per tutti: espropriate a chi ha di più per dare a chi a meno la stessa possibilità di impresa? (è ovviamente una provocazione, non raccoglierla, ti prego!!!)

Qualsiasi altro intento di ingegneria sociale mostra a mio avviso la presunzione di chi pensa di sapere meglio degli altri come renderli felici, e prepara la strada alla violenza.

questo non lo accetto perché io le mie idee le applico alla mia vita (con miliardi di compromessi, ashoka!!), e vivo in strenua difesa e mai all’attacco… E ti assicuro che, nel mio piccolo sono felice… Ma ti richiedo… Se la tua felicità ed il tuo bisogno mi calpestano (ritorna all’esempio del SUV) io che posso/devo fare? Se abitassi in valdisusa e non prendessi mai un treno per la francia, perché ti devo lasciare distruggere la mia valle per i tuoi bisogni? E se mi bastoni quando cerco di impedirtelo, per quanto tempo avrò pazienza?

Ma è importante che il contadino che coltiva con cura il suo campo ne possa godere i frutti, senza essere obbligato a dividerli con il vicino che ha poltrito e ha riempito il suo campo solo di rovi.
ma che li divida col vicino se per qualunque motivo il vicino sia stato impossibilitato a coltivare…
E’ questione di autocoscienza…

Per florizel:
E' questo che toglie dignità a certi lavori. Quindi, Santa, io non parto dal presupposto che "l'ingegnere è meglio del contadino", ma da quello che l'ingegnere ed il contadino dovrebbero poter avere le stesse opportunità di vita.

e che l’ingegnere ha bisogno del contadino quanto il contadino necessita dell’ingegnere, vero?

Per bandit
Poi pero' si deve essere coerenti fino in fondo e dire allora con quali strumenti si vuole operare per rimuovere quei risultati, se essi non sono desiderati. Cosi' almeno si capisce immediatamente se la cura e' peggiore del male. E se si sta usando la parola liberta' in maniera del tutto impropria.

io sono un po’ allergico al concetto di coerenza… allora cerco di spiegarmi altrimenti… Si parla di teorie, no? O di prassi? La differenza è sostanziale… La mia cura pratica è difensiva, compro il meno possibile, spreco il meno possibile, non guardo la tv (non vado al cinema non faccio sport?) registro gratis i gruppi che mi piacciono, suono a rimborso spese nei centri sociali (ma se mi fanno suonare nei bar dove un negroni costa 5 euro allora mi faccio pagare, incoerente? BOH…) spacco la legna con gli amici mutuamente (ah già MUTUO, un’altra parola che è stata completamente reinventata col capitalismo), se c’è bisogno di piccoli lavori di elettricità sono a disposizione ed una serie di piccole cosette che non hanno la pretesa di rovesciare la società, di dare esempio o che… mi fanno solo vivere più felice… Ma non sono libero, bandit, non sono libero… E continuo a dire, ma voi che parlate di liberismo, usate in maniera propria il concetto di libertà? E qual’è questo concetto? Quando cerco di spiegare che quella libertà e la mia prigionia, ho il tuo rispetto o no?
Libertariamente…

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