Re: Perchè è nato il concetto di Dio?

Inviato da  mc il 17/12/2007 13:22:17
Citazione:
Eccetera...

??? (cominci bene la tua risposta....)

Citazione:
una deficienza ontologica, non cognitiva

Citazione:
Il vero/autentico credente (io dico nel Divino, non in Dio) sa di essere infinito

E come la chiami questo "SAPERE di essere infinito"? Di che cognitivita' dispone qualcuno che afferma (con discreta certezza) cio'?

Citazione:
quindi ho sensatamente ‘bisogni insensati’

Citazione:
Pensare l’Aldilà come un paesaggio sterminato – ad esempio – dove viaggiare all’infinito e perdermici felicemente (perché questo ho già detto che per me è il Divino)

Ma non ti pare questo un bisogno di "credere" in un qualcosa in alternativa al nulla della morte?
Un bisogno che trovo ingenuamente carico di speranza oltreche', appunto, "insensato"... nel senso che non vedo un vero motivo nello sperare di continuare ad esistere dopo la morte se non quello di aver ceduto all'influenza del persar comune ("l'uomo ocome essere superiore e con uno scopo preciso nell'universo" ... ehehehe)!

Lo spero anch'io che ci possa essere una continuazione (magari non quella descritta da te...) ma dal sperarlo al crederci, c'e' un autentico abisso di mezzo!

Mi dici:
Citazione:
Non sono più disponibile, nel modo più categorico, a fare ‘sociocultura’.
Ma questo che mi descrivi non e' un bisogno socioculturalmente diffuso per le stesse tue ragioni (che posso solo suppore essere "il bisogno di immortalita'" prima descritto) ?

Sei sicuro di mantenerti in una posizione individualistica?

"Sceglie la busta numero 1 o la busta numero 1?"
"La numero 1, grazie".

Solo per ribadire la poca scelta offerta dal "proprio contesto culturale" nel cercare risposte di tipo esistenziale. Non certo per prendere in giro:
e' ironia, non scherno.

Citazione:
beh pensare che sia obbiettivamente la stessa ‘busta’ vuol dire o prendermi in giro facendo il finto tonto oppure essere veramente cretino. Ma penso, stimandoti per quello che scrivi e vado leggendo con interesse, che si tratti della prima ipotesi.


Vorrei farti presente che vivo e ho vissuto nel tuo stesso contesto socioculturale, quindi conosco il tipo di influenza che il contesto offre.
Se il "perche' del concetto di diO" nasce da un bisogno di immortalita' dell'uomo, parlare di dio (vita dopo la morte) o di infinito laico (continuazione della vita) nasce dallo stesso bisogno.
Da un contesto socioculturale neutrale e "aperto" mi aspetterei meno "influenze". Il che' mi porta alla classica domanda "cui prodest", ma soprattutto perche' mi dovrebbe interessare cosa mi succede dopo la morte.
E' questo il vero plagio, forse:
convincerti che si debba per forza avere una risposta.

ciao

mc

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