Re: Conclusioni di Taormina sulla morte di Ilaria Alpi e Hrovatin

Inviato da  Ivy il 17/10/2006 15:40:23
Mi allaccio a questa discussione dopo che QUI è venuto di nuovo fuori il discorso relativo all'omicidio Alpi-Hrovatin.

Le dichiarazioni di Taormina (che ha guidato - contro un muro parrebbe - la commissione parlamentare sul caso) fanno capire chiaramente come le indagini siano state compiute, ma attenzione, i depistaggi e le inesattezze partono già dal momento dell'omicidio stesso.

Uno dei dubbi che ad esempio tutt'ora persistono riguarda la responsabilità del recupero e del trasporto dei corpi subito dopo l'agguato.
Il generale Carmine Fiori (ai tempi colonnello del Sismi) ha testimoniato che furono i suoi uomini ad occuparsene, salvo poi dichiarare che lui sapeva cosi, anche se fu poi confermata la presenza e il ruolo attivo dell'imprenditore italiano Giancarlo Marocchino (il quale dichiarò che Ilaria era ancora viva al suo arrivo: come mai nessun medico arrivò sul posto...).

Ricordiamoci anche l'inchiesta dalla Procura di Roma non fu aperta subito (come accade normalmente in casi del genere), ma solo quando il funzionario cimiteriale incaricato di tumulare il corpo di Ilaria si rifiutò di farlo senza l'autorizzazione e la presenza di un magistrato.

Altro punto scottante, riguarda la mancata autopsia immediata sul corpo della Alpi. Mentre Hrovatin fu trasportato a Trieste e sottoposto ad autopsia, il 22 marzo (2 giorni dopo l'omicidio), quando i corpi arrivarono in Italia, la Alpi venne trasportata a Roma, ma non si ritenne necessario eseguire l'esame. Bastò un esame visivo per quanto era ovvio il motivo della morte, il colpo alla testa. Era talmente tutto ovvio, motivo della morte, dinamica dell'omicidio (che poteva essere chiarita con un'autopsia), che nove mesi dopo una perizia balistica rivoluziona tutto: all'inizio tutto faceva pensare a colpi sparati a distanza ravvicinata, per uccidere nello specifico quelle 2 persone; passano 9 nesi e i colpi diventano sparati da lontano, con fucili, e colpiscono accidentalmente le vittime (forse un solo proiettile colpisce entrambi). Ah, dietro questa perizia, c'è il perito preferito dalle procure italiane per i casi importanti: Carlo Torre.

Perché non fu mai utilizzato ai fini delle indagini il c.d. “diario Aloi”, e cioè gli appunti di un maresciallo dei Carabinieri, Francesco Aloi, il quale in diversi punti, in seguito a due incontri con Ilaria, ne riportò le paure e le certezze in merito a ciò che aveva scoperto e alle prove in suo possesso (nonché le stesse paure e conferme di Vincenzo Li Causi – uomo del Sismi, morto in un agguato mai chiarito pochi mesi prima di Ilaria, il 12 novembre 1993 – che si presume potesse essere un informatore della Alpi).

Ci sono altri mille dubbi sulla questione, nel frattempo posto una scansione che ho ricevuto gentilmente dal Kolza, di un articolo di Vittorio Zincone, da "L'Europeo" n. 4/2006.
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