Re: Sono l'autore di Insider Trading

Inviato da  Refosco il 12/4/2006 15:08:30
Avevo cominciato a lavorare su un articolo "Terrorismo e movimenti finanziari" che intendevo pubblicare a ricerca ultimata; visto però che l'argomento è già stato proposto, mi accodo sperando di fornire un contributo in questo senso.

Riporto pertanto integralmente quanto già scritto; ovviamente la ricerca è tuttora in corso, quindi ci saranno sicuramente degli ulteriori aggiornamenti:

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Nell’ambito del ciclo di incontri a Bologna “Il grande inganno: dall'11 settembre agli sviluppi geo-politici più attuali - a cura di Emanuele Montagna”, nella serata del 24 marzo è intervenuto Giampaolo Cionini (QUI la registrazione video, un operatore finanziario specializzato in “futures” ed autore del libro “Insider trading”, un thriller che prende spunto dai movimenti finanziari che hanno accompagnato gli eventi dell’11 settembre (significativa l’immagine di copertina, rappresentata da un grafico borsistico sull’andamento dei futures nel periodo antecedente l’11 settembre).

Già nel libro di Meyssan “L’incredibile menzogna – nessun aereo è caduto sul Pentagono” (ma anche altri autori ne hanno parlato) si parlava di anomale speculazioni finanziarie (negoziazioni di opzioni “put”) sulle linee aeree coinvolte negli attentati ed anche su aziende che avevano la sede nelle Twin Towers.

I "Financial Futures" sono contratti a termine in cui una delle parti si impegna a vendere o ad acquistare una determinata quantità di uno strumento finanziario ad un certo prezzo in una o più date future definite al momento della stipula del contratto.

In sostanza, tramite questi strumenti finanziari “evoluti”, è possibile scommettere sull’andamento di qualcosa (un titolo, un prodotto, un indice di borsa, ecc.) e quindi giocare sul fatto che il valore salga o scenda ad un determinato periodo.

Se qualcuno è a conoscenza di notizie che potrebbero in qualche modo influenzare l’andamento del mercato e/o di qualche particolare titolo, viene definito “insider trading”; comportamenti di questo tipo sono perseguiti dalla legge, in quanto abusi perché violano il principio generale secondo cui tutti gli investitori devono operare in condizioni di parità.

Stimolato dall’intervento di Cionini (che, nel corso dell’incontro ha proiettato alcune slides di grafici e dati) ho pensato di approfondire l’indagine, che può peraltro essere sviluppata da qualunque operatore finanziario che abbia a disposizione strumenti quali Reuters, Radiocor o Bloomberg che consentono di ottenere dati anche di periodi passati sulle quotazioni e sui movimenti di titoli, indici, ecc.

Ho così voluto, per prima cosa, verificare direttamente quanto accennato da Cionini, andando a verificare l’andamento di alcuni futures:

Presenterò adesso alcuni grafici; una informazione di carattere generale: le barre nel grafico evidenziano i volumi degli scambi, mentre la linea, dove presente, rappresenta il prezzo; solitamente, per effetto della domanda e dell’offerta, il prezzo scende quanto c’è eccesso di offerta (vendite), mentre tende a salire quando c’è eccesso di domanda (acquisti).
Come periodo preso in esame e riportato nei grafici, andiamo dall’inizio di luglio al 10 settembre (quello che è successo dopo è poco significativo per questa analisi, dove ci interessa verificare invece se è successo qualcosa di “anomalo” prima);

Vediamo allora, giusto per cominciare a capire il meccanismo, il grafico dei Futures sull’indice NIKKEI (Tokio):





























Come potete vedere (ogni barra corrisponde ad un giorno, l’ultima barra è il 10 settembre) l’andamento è altalenante e non presenta apparenti anomalie; ci sono delle punte, cicliche – più o meno ogni 10 giorni -) e nei giorni antecedenti l’11 settembre non si rilevano movimenti anomali degni di nota.
A Tokio, dunque, sembra tutto normale.
Vediamo ora cosa è successo ai futures sull’indice della borsa di LONDRA:































Qui non possiamo certo confermare lo stesso andamento “normale” di Tokio: rispetto ad un valore medio di scambi di poco più o meno 40.000 (milioni di sterline?) il 7 settembre il volume raddoppia e il 10 settembre si porta quasi a quota 100.000.
Potrebbe ovviamente essere una coincidenza.
Vediamo cosa succede invece per i futures sull’indice DOW JONES:
































Rispetto ad una media di scambi di ca. 1.200/1.300, nelle giornate del 4, 5, 7 e 10 settembre si balza a quasi 2.500.
Questi i futures sul NASDAQ:
































Anche qui una bella impennata, (media 20.000, il 10 settembre 40.000), cui non è da meno il futures sull’indice STANDARD & POOR:
































Infine, per concludere questo breve panorama sui futures, vi propongo l’andamento di quelli sul titolo BOEING:
































Non sono riuscito a trovare, per il momento, gli andamenti dei titoli delle compagnie aeree coinvolte (American Airlines – che è fallita – e United Airlines); se dovessi riuscirci aggiornerò l’indagine.

Fino a questo punto abbiamo osservato l’andamento dei futures.
Mi è però venuta la curiosità di verificare come si sono comportate le borse in generale (compravendita titoli azionari “normali”) in quei giorni.

Perché senza scomodare specifiche operazioni speculative con l’utilizzo di strumenti finanziari sofisticati (i futures o le opzioni, come citato all’inizio) è possibile trovare indicazioni interessanti anche dalla semplice compravendita.
Sappiamo infatti (e ovviamente lo sanno tutti) come le borse abbiano dei comportamenti “isterici” ed in presenza di notizie o eventi particolarmente negativi, tendano letteralmente a crollare, salvo riprendersi successivamente, quando l’evento scatenante è tornato sotto controllo.
Questo capita ogni giorno, quando esce una notizia positiva o negativa su un singolo titolo oppure sull’andamento di quel settore o di quella nazione, ecc.
Il capitale cerca sicurezza, e quando questa sicurezza viene minata, si ritira per tornare metaforicamente sotto il materasso (o in case, o in oro, o in altri beni durevoli)… ma appena succede qualcosa, di solito c’è il fuggi fuggi.

Ognuno di noi, se in possesso anche di un piccolo portafoglio azionario, potrebbe trarre vantaggio dal conoscere in anticipo un futuro evento catastrofico, come un attentato della portata dell’11 settembre.

Facciamo un piccolo esempio: io ho i miei risparmi investiti in azioni (immaginiamo di avere 2000 Fiat e che oggi valgono 10 euro l’una = 20.000 euro di capitale); se sapessi che domani ci sarà un evento come l’11 settembre, e vendessi OGGI tutto al miglior prezzo, probabilmente riuscirei a ricavare almeno 19.000 euro. Domani però, dopo l’evento ed il crollo delle borse, è molto probabile che il titolo Fiat sia calato notevolmente, anche a 7 o 8 euro.
A quel punto, posso ricomprarle (immaginiamo 2000 azioni a 8 euro = 16.000) e ritrovarmi di nuovo con le mie 2000 Fiat ma con 3.000 euro in tasca in più.

Vediamo allora cosa è successo nel mercato azionario in generale.
Per i non addetti, ricordo che gli indici, rappresentano l’andamento di un gruppo di azioni (di solito le principali e più importanti); così il nostro MIB30 sintetizza l’andamento dei titoli più significativi della borsa italiana (sono una quarantina, a dispetto del nome) mentre Standard&Poor ne rappresenta 500 del mercato americano e così via.

Uno specifico titolo può essere salito ed un altro sceso, ma l’indice rappresenta comunque la media dei comportamenti ponderati del paniere. Così pure il prezzo.

Vediamo allora cosa è successo, ad esempio, a PARIGI:
































Direi nulla di particolare: il volume degli scambi non presenta situazioni particolari e risulta solo leggermente cresciuto in settembre; i prezzi sostanzialmente stabili (leggero calo ma graduale).

Vediamo ora FRANCOFORTE:































Anche qui sembra tutto abbastanza normale: un incremento degli scambi dagli inizi di settembre (presumibilmente una ripresa dopo la pausa estiva), ma anche i prezzi solo leggermente in calo non fanno emergere situazioni particolari.

Guardiamo invece cosa è successo all’indice STANDARD & POOR:
































Nei giorni antecedenti l’11 settembre sembra esserci una massiccia vendita (le barre che rappresentano i volumi) che si ripercuote sul prezzo (la linea blu ha un vero tracollo).
Stessa cosa la ritroviamo per l’indica DOW JONES

































ma anche per LONDRA

































e per MADRID


































e poi ancora ZURIGO:

































meno accentuato, ma sempre evidente, il movimento a MILANO:

































Cosa può essere successo, nei primi giorni di settembre ed in particolare nei giorni 5, 6, 7 e soprattutto 10?

Ho provato a cercare, per il momento senza risultati, eventuali notizie negative (di qualunque genere, ad esempio un report della Federal Reserve o del Governo Americano sui dati dell’occupazione e del PIL o dei valori immobiliari o cose del genere) tali da poter ingenerare un forte “sentiment” negativo.

Non ci starebbe male qui il supporto di altri utenti, operatori finanziari esperi del settore che potessero contribuire in questo senso.

... segue PROSSIMAMENTE ...

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