Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  soleluna il 12/2/2006 21:42:14
Linucs
ma differenziare no??

libera-mente
Pat

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  Linucs il 12/2/2006 21:33:41
*poof*

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  florizel il 12/2/2006 21:31:17
IllupodeicieliCitazione:
scusate se sono stato prolisso e ho divagato.

Grazie,invece,per la tua testimonianza.

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  soleluna il 12/2/2006 20:34:08
Manca una settimana alla fine della scuola, e tu oggi bussi di soppiatto per non farti vedere da tuo figlio, così bello e così speciale, e fra le mani mi metti un piccolo pacchetto blu notte e mentre lo fai ti giustifichi pure, che di più non potevi. Dentro c'è un piccolo delfino d'oro, porta fortuna mi dici, e io non ho parole e ti abbraccio mamma a cui tante volte ho rimproverato i troppi si. E abbiamo gli occhi lucidi in due, tu felice di vedere quel tuo piccolo gioiello sedere finalmente vicino agli altri e con le mani quasi libere dai morsi, io di tanta inattesa gratitudine. Mentre stai per sciorinare tutti i tuoi grazie io ti zittisco, non so mai cosa dire, in fondo ho solo cercato di fare ciò per cui mi pagano, il mio lavoro. Non si vive di solo stipendio.

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Cinque anni di lavoro con i bambini, belli brutti simpatici lenti discoli birbanti poveri ricchi viziati sorridenti.... e poi arrivi tu piccola dolce S. con il tuo viso non perfetto e quegli occhietti che vanno ognuno dove vuole, con una storia pesante come un macigno che neppure Sisifo e quel carattere che fa disperare. E io perdo 35 anni di colpo. E so quanta rabbia porti dentro che la riconosco e ti abbraccio anche a costo di rischiare di trovare inquilini non paganti fra le ciocche. E che caratterino quel pomeriggio che mi hai retto lo sguardo più di un'ora con l'orgoglio di difendere il tuo unico modo di comunicare e io che ti guardavo ritta su quella sediolina a ingoiare le lacrime che non volevi mostrare e mi chiedevo rosa dal dubbio se quella era la strada. E che felicità vederti dopo vederti correre a giocare e salutarmi con gli occhi sbrilluccicanti. Cresci mi piccola S. ti accompagni la forza e ti sorregga l'amore, dovunque tu possa trovarlo. E se qualcosa di sacro esiste sopra questo firmamento, possa ricordarsi di questo piccola anomala creatura ai miei occhi così bella.

c'è anche altro sotto questo pezzo di cielo



Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  illupodeicieli il 12/2/2006 20:22:50
forse senza saperlo faccio ciò che ritengo giusto per mia figlia, oggi 11 enne , a cui è stato detto: sei affetta da dislessia , disgrafia e discalculia. questo accadeva all'inizio della terza elemtare. l'insegnante diceva che non sentiva le doppie. tuttavia non era scema. ma c'era qualcosa che non andava. infatti nostro figlio che allora frequentava l'istituo magistrale con indirizzo socio pedagogico formativo, ebbe la "fortuna" ,per lei e per noi, di seguirla per circa una decina di giorni nel dopo scuola.
all'inizio si incazzò perchè sembrava cocciuta e distratta. in più aveva difficoltà a fare e svolgere cose ,in apparenza, semplici. e così che decise di parlarne con i suoi insegnanti e venne fuori la possibilità che fosse dislessica. quindi ci siamo recati al reparto di neuropsichiatria infantile e ci fu confermato a voce che effettivamente a loro giudizio era dislessica:per avere un referto scritto avremmo dovuto pagare il ticket perchè,per loro era come una visita.
preso il coraggio a due mani e soccorso da internet riesco ada avere maggiori informazioni e qui, su piazza, anche ad avere la speranza di vedere dei risultati da parte della bimba.
* non voglio farla troppo lunga e se qualcuno ha piacere potrò informarlo : nel mio blog non ne ho ancora parlato ma Gaia insieme a quanto ho letto su www.nopsych.it mi ha dato lo spunto per eventualmente parlarne in prima persona*

voglio solo aggiungere che: la bimba è conscia di questa sua situazione e da quando le è stato detto che è dislessica è migliorata al punto che oggi,in prima media, ha come voto più basso la sufficienza e per il resto buono e distinto.ha reso consapevoli i compagni di classe e gli insegnati, per questo non legge a voce alta per prima ma per seconda o terza ,in quanto sfrutta la memoria uditiva. se mi ascolta ripete per filo e per segno ciò che le ho detto. ha molta fantasia come è giusto che sia per i bambini e ,secondo me, farebbe bene anche agli adulti.
siccome non è tutto rosa e fiori ,vi voglio rendere partecipi che non tutti gli insegnanti gradiscono individui con quelli che vengono definiti handicap: la prima cosa è che dagli psichiatri ,o da un buon numero di essi, è stato chiesto di monitorare a partire dalla scuola materna e attraverso dei test se i bimbi sono o meno "affetti da dislessia" (un bel marchio); la seconda cosa è un caso personale , e cioè,mentre ero in un sala d'attesa per aspettare la consegna di un referto, una signora di una certa età, che poi ho scoperto essere una professoressa di scuola superiore, se ne esce con queste frasi che non commento e con cui chiudo : ma che c***o domani ritrona in classe quella testa di c***o di dislessico! uffa che palle! anche l'altra volta non ha fatto quel cavolo di compiti! ha detto che non ne aveva voglia il c*****e ! e a me che c***o me ne frega! gli metto una bella nota e se mi rompe ancora vedrò di mandarlo via e gli dico ai genitori di teneserlo a casa quell'asino!
avrei voluto dirle che ho una figlia dislessica e che...spero che quando sarà il momento per mia figlia di andaer alle superiori quella signora non insegni più nelle scuole.

scusate se sono stato prolisso e ho divagato.

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  grazia il 12/2/2006 20:19:51
Giool:

Portatrice di speranza perchè in un mondo, (il cui spaccato emerge anche dalle notizie pubblicate su LC) intriso di ogni tipo di malvagità, egocentrismo, prevaricazione c'è o c'è stata un'isola felice che ha fatto sviluppare in modo tanto armonioso persone come Gaia che è stata educata in modo tale che
"ognuno esprime la ricchezza del dono che si porta dentro e ognuno trova la capacità di leggere nell’altro quel dono anche in funzione propria"

Per me scoprire che vi sono persone straordinarie come questi genitori che riescono a far crescere figli in modo tanto armonioso dà certezza di speranza e non credo di dover per questo morire disperata; credimi i piedi per terra ce l'ho ben piantati

ciao grazia.

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  giool il 12/2/2006 16:29:19
Sei una privilegiata, ma non ho capito se ne sei cosciente. In una società in cui tutti sbraitano in nome di valori che nemmeno sanno cosa sono e son pronti a mercificare qualsiasi cosa anche in cambio di... niente, tu questi valori li hai vissuti e sono la tua energia. Sai che almeno potrai sempre contare su di "te", perchè sei una persona vera, con basi solide. Forse proprio per questo proveranno a tarparti le ali, per costringerti ad una omologazione impossibile... ma che importa? i tuoi genitori ti hanno dato un grande esempio, se fai le cose in cui credi veramente (senza secondi fini) la tua vita è solo apparentemente difficile.
Credi che gli "altri", gli amebeiformi, vivano meglio? osservali con maggiore attenzione e ne proverai compassione.

Citazione:
portatrice di speranza


quale, Grazia, non sai che "chi di speranza vive, disperato muore"?... almeno qui, restiamo con i piedi per terra

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  goldstein il 12/2/2006 16:15:00
Ciao Gaia e benvenuta, il tuo e' un bellissimo racconto. Grazie.
La definizione di autismo che ci hai segnalato, che io sinceramente non conoscevo, oltre a venire contrastata in maniera imbarazzante dal tuo splendido racconto, mi sembra possa rientrare a pieno termine nei concetti Orwelliani di bi-pensiero (capovolgimento della realtà) che i lettori di questo sito conoscono puttosto bene.
Vorrei proporvi un film corto di un geniale comico/attore/performer, Antonio Rezza, che analizza la questione in termini piu' generali, non propriamente in relazione all'autismo ma verso il "diverso", ed e' intitolato “la rivincita degli handicappati”, che spero' vi piacera' e strappera' una risata, probabilmente amara.
In esso, la figura dell'introverso, chiuso in se stesso, ed egoisticamente manovrato dal proprio Io è impersonata da un progettista di barriere architettoniche.
Ricordando il Dottor Stranamore, all'architetto capita di avere sfoghii nel mezzo dei suoi progetti, chiedendosi che cosa viva a fare.
Buona visione (download – click here to download).

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  grazia il 12/2/2006 15:42:24
Complimenti a Gaia portratrice di speranza.

Da un piccolo nucleo, “un’isola felice” un insegnamento quello dei genitori di Gaia, anche per tanti presunti “scienziati”, diretto a mettere a disposizione la propria conoscenza, competenza e non per ultimo il proprio bene più prezioso, i figli, certi che, questa relazione, si sarebbe trasformata in crescita quale arricchimento interpersonale tra i propri ragazzi e gli altri.

Una scelta consapevole di qualità di vita. Una apertura verso lo sviluppo dell’integrazione che fa dire, a distanza di tempo, ai figli
Citazione:
ma non abbiamo mai avuto modo di pentircene.


Ciao Gaia, grazie per "lo sfogo"!

Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  florizel il 12/2/2006 13:21:49
Grazie,Gaia,per il coraggio della tua lettera.

Anche io sono convinta che la definizione di "autismo" è viziata da ciò che convenzionalmente si intende per "normalità".

Citazione:
introversione mentale con l’attenzione concentrata sul proprio Io (sic: maiuscola!). E’ uno stato mentale caratterizzato dalla chiusura in se stessi con perdita di contatto con la realtà.


Non c'è niente di più pericoloso,per un sistema come il nostro,dello stabilire un contatto con se stessi,e credo che la definizione di "autismo" sia viziata moltissimo da questa cosa.

Credo che la psichiatria non sia ancora del tutto una scienza libera dai condizionamenti politico-culturali dei nostri tempi,e che per molti addetti a i lavori che tentano di liberarla da quei parametri restrittivi,la vita non sia facile.

Citazione:
Ancora oggi per mostrare la mia comprensione, io sono portata ad accarezzare; per dare il mio perdono o per riceverlo, io ho bisogno di un bacio; per dire che sto bene con una persona gli cammino affianco… senza tante parole.

Qui il "gesto" si carica di un'affettività non contemplata dal nostro stile di vita.
Paradossalmente,si potrebbe affermare che,nella vita quotidiana, più le persone stanno insieme,più si separano.
Perchè lo stare insieme è diventato un modo per nascondersi tra gli altri,e quello che prevale è il concetto di "massa" di persone,a discapito dell'espressione individuale(non individualista).

Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  Gaia il 12/2/2006 7:24:27
GAIA aveva mandato questa lettera, senza sapere bene a che parte del sito destinarla. Ho quindi pensato di aprire questo spazio apposito, pubblicando per lei questa sua lettera. (Benvenuta Gaia). M.M.

********************

Io sono nuova e ancora non ho capito bene come funziona la situazione, ma quel poco che ho capito mi dà diritto di pensare che questo sito accolga un po’ le perplessità… e le indignazioni di ciascuno. Allora vi offro la mia indignazione quotidiana e se non rientra nel tema, pazienza, ho detto la mia.

Leggo testualmente dal “Dizionario enciclopedico di scienze mediche” di Taber, alla voce Autismo: “Condizione psicopatologica caratterizzata da introversione mentale con l’attenzione concentrata sul proprio Io (sic: maiuscola!). E’ uno stato mentale caratterizzato dalla chiusura in se stessi con perdita di contatto con la realtà. Sindrome che compare nell’infanzia con sintomi di autoaccentramento, inaccessibilità, solitudine, incapacità a stabilire relazioni, giochi ripetitivi che scatenano (attenti ai termini!) reazioni di rabbia se vengono interrotti…”.

Queste parole cadono come macigni sulla parte più tenera della mia esperienza, perché i miei compagni d’infanzia erano tutti bambini autistici. Me li sono trovata vicino alla culla e fino alla scuola secondaria sono stati loro i miei compagni di gioco: “… inaccessibilità, solitudine, incapacità di stabilire relazioni…?”.

Mio padre, dopo la specializzazione in neuropsichiatria era uno di quei pazzi che non fanno notizia, però decise assieme a mia madre (psicomotricista) di mettere su casa proprio in quel “mondo inaccessibile” di cui il Taber parla. Noi figli, venendo al mondo dopo, non avemmo modo di prendere parte alla discussione in maniera democratica, ma non abbiamo mai avuto modo di pentircene.

Tre ragazzi, di cui io l’unica riuscita di sesso femminile, cresciuti in un ambiente semplice e solare, aperto, dove alla base c’era una regola fondamentale: ognuno esprime la ricchezza del dono che si porta dentro e ognuno trova la capacità di leggere nell’altro quel dono anche in funzione propria. Abbiamo sviluppato quelle capacità che i bambini “normali” spesso tardano a comprendere: accettazione, rispetto dei ritmi dell’altro, affettuosità dolce e volta al bene dell’altro e non al nostro. Ancora oggi per mostrare la mia comprensione, io sono portata ad accarezzare; per dare il mio perdono o per riceverlo, io ho bisogno di un bacio; per dire che sto bene con una persona gli cammino affianco… senza tante parole. Questo lo debbo a loro, a quelli che il Taber definisce come caratterizzati da “introversione mentale con l’attenzione concentrata sul proprio Io”. Per me rimangono le persone più generose e sensibili della terra.

Ovvio, vissuta nell’isola felice, non ho sviluppato tutte quelle difese che invece i bambini “normali” fanno presto a mettere su: mai saputo cosa fosse invidia, gelosia, antagonismo… ero, eravamo tutti, indifesi contro tutto ciò che il mondo ci preparava. Anche ora. Tanto che a trovare questa “scientifica” definizione, ancora mi bolle il sangue.
Perchè ho pensato a mio padre e a mia madre e al loro sogno, e ho sentito rabbia per loro.

Ma poi neanche tanta: ne avranno sentite tante, così come ne ho sentite io… ma continuano a crederci.

PS. Scusatemi lo sfogo. Era tanto per dire che “luoghi comuni” ce ne stanno in tutte le salse.

Gaia.


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